Stato italiano e Chiesa cattolica

Quando si tratta di temi etici, così come di altra natura, ritengo che bisogna discernere tra Stato e Chiesa Cattolica.
Chi aderisce – o meno – a una qualsiasi religione, ritengo che non debba suggerire il lavoro alle gerarchie clericali. Se non si è in linea con tale religione, non la si segue; si possono sottolineare le criticità, ma suggerire il lavoro o le proprie regole, no…

La Chiesa Cattolica, così come qualsiasi altra religione, ha le sue linee morali e dottrinali, condivisibili o meno. Ci si può battere con più fervore quando Stato e Chiesa siano un unicum, uno Stato confessionale, insomma. Ma non è il caso dell’Italia.

I problemi di natura etica riguardano il nostro Stato e solo esso… quindi bisogna criticare le idee dei politici, ricordandoci però che, se la maggior parte dei parlamentari subiscono il fascino delle gerarchie vaticane, quegli stessi politici sono stati votati, anche solo potenzialmente dai cittadini, da noi (“potenzialmente” in quanto, con l’attuale sistema elettorale, si sceglie solo il Capo del Governo: ma è chiaro che, chi vota per uno schieramento, si può fare l’idea di quali persone verranno nominate e quale sarà la linea politica che sarà adottata).

Dirò di più… se in Italia su certi temi – specie quelli etici ma non solo (si pensi anche a tematiche quali la legalizzazione delle convivenze omo/eterosessuali more uxorio), non si legifera o si legifera in linea col magistero cattolico, la colpa non è né della Chiesa né, vi dirò, dei politici: bensì del popolo.

Sulla non colpa della Chiesa ho già detto.
Quanto alla non colpa dei politici, credo questo: se contiamo i parlamentari e i membri del Governo, vediamo che questi sono un migliaio su 50.257.534 di elettori alla Camera e 45.929.308 di elettori al Senato (dati delle elezioni 2008, http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_italiane_del_2008).
Mediamente, in dati percentuali, i parlamentari e governatori rappresentano, lo 0,002% dell’elettorato attivo.
Pertanto, la responsabilità sulla (mancata) legiferazione ce l’hanno gli elettori nel momento in cui vanno a votare, ivi compreso chi si astenga dal voto.
E’ nelle urne che si decidono le linee politico-programmatiche del Governo. Se io voto PDL so a cosa vado incontro; idem se voto PD o FLI o IDV o Casini, ecc…
Pertanto, per me, non bisogna cercare capri espiatori… siamo noi elettori i responsabili. Se molti politici seguoni i dettami della Chiesa, perché sono stati votati? Si sanno le loro idee e, se li si vota, si votano anche queste.

A mio avviso, da sempre, la questione è un’altra. Perché la gente si scopre cattolica quando si reca alle urne, mentre fino a poco prima di entrare al seggio e già dal giorno dopo il voto, assume una condotta di vita in contrasto con quanto votato?
Se nella vita di tutti i giorni me ne infischio della Dottrina e Morale Cattolica, perché il mio pentimento avviene nell’urna elettorale e non nel confessionale di una chiesa?

7 pensieri su “Stato italiano e Chiesa cattolica

  1. Gianfranco Giampietro

    Ho comunque sempre l’impressione che gli italiani abbiano una cattiva coscienza politica. L’idea dell’italiano medio è che “sia sempre colpa del governo”, senza una reale consapevolezza del fatto che l’Italia e il suo governo sono, limitatamente, espressione e riflesso di ciò che decidono gli italiani. Ribadisco il mio “limitatamente”, perchè siamo tutti consapevoli del fatto che quasi tutti i politici attuali abbiano la tendenza a non fare quanto promesso prima di essere eletti.

    A questo si aggiunge, e purtroppo mi metto tra questi, che molti attualmente non si sentono ben rappresentati da praticamente nessuna attuale corrente politica italiana.

    Se poi non si legifera in linea con il magistero cattolico, non si dia per scontato che i principii fondamentali del cattolicesimo rispecchino per forza la mentalità dominante degli italiani. Appunto perchè non confessionale, l’Italia può anche capitare che contenga in sè una visione delle cose distante dall’ottica cattolica.

    Molti “cattolici” (parlando di cattolici passivi che sono tali semplicemente perchè hanno ereditato passivamente il credo dei loro avi) per esempio si dichiarano a favore dei diritti delle coppie di fatto, esprimendo così una realtà di opinione che non sempre coincide per forza con la fede dichiarata, o con l’espressione più rigida del suo magistero. Infatti per esempio se non sbaglio il diritto del divorzio e dell’aborto sono stati decisi molti anni fa tramite specifici referendum, e hanno ottenuto una maggioranza in una nazione che conta sicuramente moltissimi cattolici.

    Altro punto… l’Italia è un paese a maggioranza cattolica, e con una pesante influenza e ingerenza della Chiesa. Questo comporta la necessità, da parte dei politici, di avere il consenso da parte della Chiesa per poter essere eletti. Un politico dichiaratamente anticlericale non avrebbe speranza in Italia. Proporre cambiamenti come una nuova Italia indipendente dalla Chiesa, senza agevolazioni e privilegi per quest’ultima, porterebbe il politico in questione sul patibolo o alla gogna pubblica. Si tratta soprattutto di una questione di immagine e consenso popolare. Il politico in buoni rapporti con la Chiesa, che non toglierebbe mai il crocifisso dalle aule e che se potesse renderebbe la Bibbia un testo scolastico obbligatorio, avrà sempre il necessario consenso popolare. Ergo il buon politico per avere maggiore prestigio di immagine cerca in tutti i modi di dare una buona immagine di buoni rapporti con il Papa e con la Chiesa, magari partecipando ogni domenica alla messa trasmessa in televisione.

    Ovviamente quasi tutti i politici fanno così, ma non tutti sono ovviamente sinceri. L’elettore dovrebbe cercare di capire chi è “cattolico” solo per convenienza di immagine. E’ decisamente evidente che la “fede” cattolica di molto politici è puramente formale e apparente, dovuta alla convenienza dei consensi cercati. Non faccio nomi di politici precisi, ma è davvero evidente che molti sono solo alla ricerca dell’immagine.

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  2. admin

    Purtroppo la struttura del nostro sito (un blog) non aiuta la discussione su temi così interessanti. Ci sono diversi articoli che affrontano da diversi punti di vista l’argomento. Ed è giusto che tutti abbiano spazio in questa discussione. Per completezza aggiungo i link a tutti gli articoli.

    http://pontilex.org/2010/11/considerazioni-personali-su-aborto-ed-eutanasia-e-sul-culto-del-dolore-e-della-colpa/
    http://pontilex.org/2010/11/stato-italiano-e-chiesa-cattolica/
    http://pontilex.org/2010/11/e-considerata-licenza-duccidere-leutanasia/

    Tre opinioni molto diverse tra loro, tre discussioni interessanti sullo stesso argomento. Tre prospettive che possiamo condividere, discutere, criticare o solo leggere.

    Io -ovviamente- mi asterrò d’ora in poi da qualsiasi commento. La varietà delle posizioni proposte e la completezza dei ragionamenti mi sembra tale da giustificare tutta la vostra attenzione.

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  3. federicoB

    Sono d’accordo su certe argomentazioni però ho due questioni da sollevare che sono legate tra loro:
    – I diritti civili individuali non dovrebbero essere sanciti a maggioranza, in una democrazia liberale dovrebbero essere garantiti ipso facto dalla costituzione. La libertà individuale non può essere più o meno limitata a seconda delle opinioni della maggioranza… Se un’azione non reca danno a terzi è un diritto individuale, qualunque essa sia. Ne consegue che ad esempio qualsiasi persona dovrebbe avere la libertà di contrarre matrimonio civile con chiunque desideri e che tutti i politici che giurano sulla costituzione dovrebbero difendere questo diritto anche se personalmente non lo condividono
    – La chiesa non si limita a indicare quale per lei sia la strada giusta da seguire ma sostiene leggi che limitano la libertà individuale e per questo per me è condannabile moralmente, considerando anche il fatto che ha una certa influenza su una fascia della popolazione.

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  4. Giux

    Caro admin,
    è già la seconda volta che noto che devi aggiungere riferimenti ad altri articoli ponendo il problema della struttura del blog.
    Sono ignorante in wordpress… ma ti chiedo.. è possibile migliorarla?
    Giuseppe

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    1. admin

      Purtroppo per come è fatto un blog, non si può fare molto. WordPress offre strumenti per creare articoli (come questo) oppure pagine (come quelle che potete accedere dal menu in cima alla pagina). Non conosco vie di mezzo o alternative. Il vero tallone d’achille è proprio la discussione, che è legata ad ogni singolo articolo e non c’è modo (almeno per quanto io conosco WordPress) di condividere i commenti tra diversi articoli. Quello che potrei fare è chiudere i commenti sui tre articoli, produrre una pagina (accessibile dal menu) con i link ai tre articoli e lasciare che i commenti vengano postati in quella pagina. Questo però pone un problema: posso spostare i commenti esistenti?
      Capisci che la vicenda si complica esponenzialmente 😀

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        1. admin

          Certo, tutto è all’interno di un db, quindi tecnicamente tutto si può fare. Avendo tempo e competenze.
          Io manco sicuramente delle seconde ed anche largamente del primo 😉
          E poi vorrebbe dire abbandonare WordPress con i suoi plugin etc etc … Non ci sentiamo ancora pronti… 🙂

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