Pontifex ci svela il suo sogno di istruzione-dittatura.

In realtà c’è davvero poco da svelare, perchè lo potevamo immaginare. Ma “ammiriamo” sempre molto il coraggio di Pontifex di spararle grosse senza vergogna. Coraggio che ovviamente deriva unicamente dall’ incoscienza dell’assurdità delle proprie posizioni, come sempre.

In questo caso in seguito alle dichiarazioni della Gelmini, favorevole all’introduzione della lettura della Bibbia nelle scuole. Qualcuno tra voi dovrebbe ovviamente spiegarmi COME verrà introdotta questa lettura della Bibbia. In teoria non c’è già l’ora di religione cattolica facoltativa? E anche se spesso la Bibbia non viene letta in tale ora (ne sono testimone io che a scuola partecipavo alle ore di religione, ma non vedevo quasi mai aprire una Bibbia), è comunque QUESTA l’unica ora in cui ha senso la lettura di tale testo. La Gelmini, spiegatemi, dove altro la vorrebbe inserire? Nelle ore di italiano, di storia, magari addirittura di filosofia? O vuole inserire la Bibbia come materia a sè stante? Questo ancora non ho avuto modo di chiarirlo. Ma mi dichiaro pienamente d’accordo con una osservazione letta su http://www.cronachelaiche.it

“In sintesi, gli studenti  dal prossimo anno saranno più ignoranti grazie ai tagli economici all’istruzione pubblica, ma almeno potranno apprendere i principi ispiratori della nostra(?) religione. Poco importa che sappiano a malapena chi è Darwin, che mastichino tre parole (e non di più) di inglese, che ignorino i diritti e i doveri del cittadino, che siano digiuni delle problematiche ambientali: la parola di Dio colmerà tutte quelle lacune che già li relegano un gradino più sotto dei loro coetanei europei.”

[articolo di Cecilia M. Calamani, visionabile all’indirizzo http://www.cronachelaiche.it/2010/05/l%E2%80%99ultima-trovata-di-mariastella-la-bibbia-sbarca-a-scuola/ … perchè, a differenza di Carlo di Pietro, noi citiamo la fonte dei nostri “copia & incolla”]

Vi sarebbero infatti cose più gravi e importanti di cui occuparsi nell’istruzione italiana, ma molti cattolici (non tutti ovviamente, parlo di quelli eccessivamente “zelanti”, nella categoria di quelli che Giordano Bruno chiamava “pedanti” ) hanno un senso delle priorità della vita decisamente capovolto.

Ma quelli di Pontifex prendono la palla al balzo, e se già le posizioni della Gelmini sono discutibili, Pontifex pensa che, fatto trenta, perchè non fare trentuno?

Ed è Bruno Volpe che rilancia la puntata cattolica sul piatto del poker tra Chiesa e istruzione italiana, e arriva a proporre, tanto per cambiare, l’idea di introdurre l’ora di religione cattolica obbligatoria, con tanto di valutazione capace di incidere sul profitto dei poveri studenti italiani

“Dunque, si dia impulso con fermezza  a questa bella e lucida iniziativa con coerenza e coraggio, senza tentennamenti, rendendo obbligatoria la religione cattolica nelle scuole e valutandola come elemento qualificatore e semmai nota di merito per gli alunni.”

Direi che qui si ignora anche il fatto che l’insegnamento (indottrinamento) obbligatorio della religione cattolica è qualcosa che va contro la nostra Costituzione. Come anche contro la Costituzione di quasi tutti i paesi europei (fa eccezione solo la Svezia, con un’ora di religione obbligatoria che in realtà è una materia di studio della storia di TUTTE le religioni con metodo che si cerca di mantenere “oggettivo” e puramente “storico”). Il tentativo della Gelmini di introdurre la Bibbia come testo da leggere e dover conoscere “culturalmente” al pari della Divina Commedia e dei Promessi Sposi fa appunto parte di questo tentativo cattolico di rendere obbligatorio lo studio della religione cristiana pur non potendo rendere obbligatoria l’ora ufficiale di religione. Mi stupisco che il signor Volpe alzi di così tanto la posta, senza comprendere che la Gelmini ha proposto l’unico sotterfugio possibile per aggirare la regola senza infrangerla ufficialmente (in poche parole rendere obbligatorio lo studio di una materia facoltativa all’interno di altre materie obbligatorie). Il suo piano didattico il signor Volpe se lo dovrà tenere per sè fino a quando la Chiesa, o chi per lei, non riuscirà ad instaurare tale cosa con la forza. Ricordo infatti che persino durante gli anni del fascismo l’insegnamento delle religione era “obbligatorio” in senso molto lato, dato che veniva garantita la dispensa a chiunque si dichiarasse di confessione religiosa diversa. Volpe forse propone di spingersi ancora oltre, magari prendendo ispirazione dai cari vecchi tempi del mediovo, quando la religione cristiana era alternativa solo alla morte.

Personalmente io non mi dichiaro contro l’insegnamento della religione cattolica in Italia (io stesso per qualche anno ho accettato di seguire l’ora di religione pur non essendo cristiano), ma rimane inalienabile il diritto di ogni studente di potersi astenere dall’insegnamento di una religione che potrebbe non condividere, o al quale può non essere interessato. Il cristianesimo rappresenta il 99% delle radici della cultura europea? Bene, credo che questo si studi già abbastanza in storia, come anche in filosofia (essendo il cristianesimo alla base di interi secoli di pensiero occidentale). La storia dell’ “inseriamo l’ora di religione come obbligatoria perchè il cristianesimo è alla base delle radici occidentali” è solo una grossa scusa per introdurre il cavallo di troia dell’indottrinamento, del proselitismo, e un’altra occasione che cerca la Chiesa per entrare nei luoghi pubblici italiani e installarsi come padrona in casa altrui.

Personalmente io prenderei ispirazione dalla Svezia e proporrei lo studio della storia delle religioni o lo studio della storia della spiritualità e dei tentativi di immaginare l’Assoluto nella storia delle civiltà fondate dall’uomo. Uno studio globale, storico, imparziale e universale di tutte le forme di religione e di spiritualità. Questo sì che arricchirebbe le giovani generazioni e offrirebbe l’occasione per conoscere e comprendere tutte le culture, così da evitare il morbo dei pregiudizi e dei luoghi comuni nei confronti degli “altri”. E così certi personaggi di parte farebbero più fatica a speculare sull’ignoranza locale riguardo le vicine altre culture per fomentare pregiudizi e intolleranza. Certi personaggi ( e non dico quali ) farebbero più fatica, che so, a manipolare ad arte le Sure del Corano o a dire che lo Yoga è una pratica dannosa e “diabolica”… con una simile nuova istruzione le nuove generazioni sarebbero immuni a certe ridicole diffamazioni e disinformazioni, perchè sarebbero seriamente informate. Ma credo che questo danneggerebbe non poco tutte le religioni che hanno bisogno di un “gregge” disinformato e ignorante del mondo che lo circonda.

Come disse una volta qualcuno (di cui non svelerò l’affiliazione) “la conoscenza è potere”.

Gesù diceva “la verità vi renderà liberi”.

Io sono un poco più relativista e scettico circa la facilità di cogliere tutta la “verità” oggettiva delle cose, ma sono sicuramente certo che “la conoscenza aiuta a rendere liberi”.

Vorrei concludere questo mio primo post facendo un paio di riflessioni…

La prima è citare Carlo di Pietro, il quale dopo avere bannato sul suo blog un utente soltanto per avere detto quanto sia antiquata la Bibbia, ci mostra egli stesso il prototipo di “cittadini responsabili e civili” che la Gelmini spera di tirare su con la l’insegnamento obbligatorio della Bibbia…

Utente Biotech: “Ce già l’ora di religione, per leggere la bibbia. Non vi preoccupate, non diventerà mai obbligatoria, per quanto possiate sforzarvi! Ne sono arcisicuro!”

CDP: “Nessun problema. Cristo ha parlato. I duri di cuore bruceranno all’inferno, dopo aver condotto una vita amorale. nessun obbligo. meglio bivaccare e farsi le canne nei bagni, che seguire l’ora di religione?”

Direi che gente che implicitamente definisce “amorale” (e futuro carburante per l’inferno) chi semplicemente non è interessato all’insegnamento della religione cattolica, e contrario al renderla obbligatoria a tutti, è un ottimo esempio del prototipo di cittadino italiano civile, maturo e tollerante che la Gelmini spera di produrre con il suo progetto.

Altra considerazione… nell’articolo intitolato “Il Corano bruciato. E’ il Corano a partorire i musulmani, il terrore, la vendetta e l’abominio, come si adora di solito il principe delle tenebre” di Pontifex, ho avuto occasione di leggere

“E’ il Corano a partorire i musulmani, tutti, indistintamente, fondamentalisti e moderati, scatenati e tolleranti, tutti si ispirano al Corano e tutti sono tormentati da quel loro “dio” terribile che vuole farsi adorare solo con il terrore, la vendetta e l’abominio, come si adora di solito il principe delle tenebre.”

Tralasciando l’implicita e puerile allusione all’islam come religione “satanica” rivolta al culto del “principe delle tenebre”, vorrei sottolineare che, applicando lo stesso ragionamento, si potrebbe dire la stessa cosa della Bibbia. E’ vero che la lettura della Bibbia ha prodotto generazioni di santi, mistici, filosofi, pensatori e grandi uomini. Ma ha “partorito” anche generazioni intere di fanatici, psicotici malati, inquisitori, omicidi in nome della fede, masochisti con il cilicio e autoflagellanti, intolleranti e superstiziosi. A fare un ragionamento simile quindi la Bibbia sarebbe da condannare perchè, oltre ai tolleranti e ai santi, essa ha prodotto anche persecuzioni, ignoranza e sangue, tanto sangue. Ma ovviamente tale ragionamento viene applicato solo nella misura in cui esso torna comodo. Una teoria invece, se valida, dovrebbe essere applicabile da tutti i casi simili… e non solo a quelli che ci fanno comodo. Personalmente invece io ritengo ogni “sacra scrittura”  simile al tipico esempio del coltello: con esso ci puoi imburrare il pane o aprire la pancia di un bambino… non è l’oggetto in sè ad essere buono o cattivo, ma l’uso assennato o sconsiderato e folle che se ne può fare. L’esistenza di musulmani o cristiani tolleranti o fanatici e violenti è la dimostrazione di ciò, ed è la dimostrazione del contrario di quanto asserito da Patrizia Stella (autrice dell’articolo citato): non è il Corano (o la Bibbia) a partorire i musulmani (o i cristiani), ma sono i musulmani (o i cristiani) a “partorire” ciascuno la propria interpretazione e modo di vivere la scrittura in senso costruttivo o distruttivo. Allo stesso modo di come è sempre l’uomo a partorire la propria immagine di “Dio” (quindi tollerante per il tollerante, misogino per il misogino, violento per il violento, e severo secondo l’immaginazione dell’uomo severo).

Gianfranco Giampietro.

11 pensieri su “Pontifex ci svela il suo sogno di istruzione-dittatura.

  1. admin

    @GG: inserito “d’ufficio” il marker per separare la intro dal resto del body e ridurre l’ingombro in homepage. Trovi la spiegazione su come farlo tu nei tips and tricks 🙂

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  2. uiallalla

    in uno degli ultimi post su pontifex si celebra il reverendo John Henry Newman (anglicano convertitosi al cristianesimo) che sarà beatificato da Ratzinger al termine del suo viaggio in Inghilterra. Molto amato sia da Ratzinger che da Wojtila pare però che avesse idee molto “avanzate” e voci ben informate danno per certa la sua omosessualità e la “convivenza” con un suo collega. Addirittura Newman chiese di essere seppellito nello stesso loculo del collega. La comunità gay inglese considera Newman una sorta di icona gay.

    Ovviamente quando il reverendo fu beatificato la chiesa è subito corsa ai ripari disseppellendo il corpo e spostandolo in altra sede (nonostante le volontà del defunto)… chi glielo va a dire a quelli di pontifex?!!

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    1. admin

      L’argomento merita qualche approfondimento. Puoi aggiungere qualche link da cui attingere maggiori dettagli su questa tua notizia? Grazie.

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    2. stefano

      Ora si presentano due possibilità.

      1) gli anglicani sono peggio dei cattolici nel discriminare i gay
      2) Newman era un masochista

      Non conoscendo le idee degli anglicani sull’omosessualità non riesco a scegliere quale delle due opzioni spieghi meglio la conversione 🙂

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  3. Andre@ ☮

    Le solite manovre spot…
    E quali passi si leggerebbero? Leggerla tutta mi pare impossibile…
    Di sicuro, il Levitico non mancherà!!!

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  4. Gianfranco Giampietro

    @admin : grazie mille 😉

    @Andrea : in realtà su una cosa sono d’accordo con la Gelmini, ed è la spesso frequente totale ignoranza della Bibbia da parte non solo dell’occidente “cristiano”, ma anche da parte di coloro che tanto si vantano di essere tali. Ho scoperto che la maggior parte dei “pii” cristiani dimostra di non conoscere la maggior parte degli avvenimenti assurdi/violenti/grotteschi che avvengono nella Bibbia, e quindi nemmeno le contraddizioni ivi contenute a causa della natura “patchwork” di tale testo, che a differenza di altre “sacre scritture” è forse l’unico a presentarsi come un collage di testi di autori diversi di epoche diverse con idee spesso diverse. Lo dimostrano per esempio le contraddizioni della Genesi, che a partire dalla natura plurale della divinità creatrice ( “elohim”) arriva persino a confermare che ciò che dice il Serpente [Genesi 3:1 Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» 2 La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; 3 ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”». 4 Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; 5 ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, I VOSTRI OCCHI SI APRIRANNO e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male»]
    non è falso, confermato dalle parole della stessa divinità che, parlando al plurale, conferma le parole del Serpente…

    Genesi 3:7… “Allora si aprirono i loro occhi ed entrambi s’accorsero che erano nudi … Dio disse: «Chi ti ha mostrato che eri nudo?» ” [ergo prima di mangiare il famoso frutto le due creature vivevano in stato di semiconsapevolezza, torpore e ignoranza]

    Genesi 3:22 Poi Dio il SIGNORE disse: «ECCO, L’UOMO E’ DIVENTATO COME UNO DI NOI, QUANTO ALLA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE. GUARDIAMO CHE EGLI NON STENDA LA MANO E PRENDA ANCHE DEL FRUTTO DELL’ALBERO DELLA VITA, NE MANGI E VIVA PER SEMPRE»

    Inutile dire che, da ragazzino, quando feci questa osservazione alla catechista, quest’ultima ebbe quasi un collasso davanti alla reazione di tutti gli altri ragazzini che, osservando il testo con occhi nuovi, esclamavano “effettivamente è così !”… la catechista non riusciva a balbettare una giustificazione valida e cambiò completamente argomento.

    I ragazzi che studiano nelle scuole non sono le zucche vuote da riempire che credono molti ministri dell’istruzione. Chissà che il rendere noto il REALE contenuto della Bibbia non rappresenti invece una botta ulteriore alla religione cristiana… Molti conoscono la religione cristiana soltanto sulla base di suoi capisaldi civili, quali amore per il prossimo, il sacrificio di Cristo per noi e… basta. La maggior parte dei credenti nemmeno conosce episodi come i genocidi senza pietà ordinati da Jehovah al suo popolo per strappare la “terra promessa” a coloro che pacificamente la abitavano prima di loro (vedasi gesta di Giosuè e affini), di come Mosè risolvesse le divergenze di opinione del suo popolo semplicemente ordinandone l’uccisione di massa (Esodo 32:26), di come “Dio” fulmina e uccide all’istante una povera donna che “osa” toccare l’Arca dell’Alleanza perchè si stava inclinando troppo e temeva che potesse cadere e danneggiarsi (Samuele 6:6-7), o di come l’apostolo Paolo faccia “miracolosamente” morire una coppia di marito e moglie soltanto perchè non si erano spogliati completamente di tutti i loro averi per darli completamente alla “chiesa”. Tutti questi episodi non si spiegano facilmente a dei ragazzi, molti dei quali probabilmente rimarranno perplessi.

    Mi immagino già qualche scena di impreparato professore che apre a caso la Bibbia e si ritrova a leggere uno di quei passi “pericolosi” per la diffusione della fede…

    ” E oggi parleremo di Lot e delle sue figlie… dunque…

    Dalla Genesi 19:5…. Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!». Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di sé, disse: «No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto». ”

    ” Signora maestra… qualcosa non torna… l’episodio è riportato anche in Giudici 19:22-24

    Mentre aprivano il cuore alla gioia ecco gli uomini della città, gente iniqua, circondarono la casa, bussando alla porta, e dissero al vecchio padrone di casa: “Fà uscire quell`uomo che è entrato in casa tua, perché vogliamo abusare di lui”. Il padrone di casa uscì e disse loro: “No, fratelli miei, non fate una cattiva azione; dal momento che quest`uomo è venuto in casa mia, non dovete commettere questa infamia! Ecco mia figlia che è vergine, io ve la condurrò fuori, abusatene e fatele quello che vi pare; ma non commettete contro quell`uomo una simile infamia”.

    Qui Lot ha soltanto UNA figlia ”

    ” Ma signora maestra… che siano una o due figlie, ma in ogni caso che razza di padre è Lot, che lascia stuprare le sue figlie e addirittura le offre dicendo “fatene quello che vi pare” ? E’ questo uomo sarebbe gradito a Dio ?”

    ” Ma anche le figlie non scherzano… non fanno poi ubriacare il padre per avere dei rapporti sessuali con lui? ”

    ” ah ah ah, ma questo è incesto ! ”

    ” Signora maestra, cos’è l’incesto ?! ”

    E così via… Devo ammettere che se questa cosa passa, ci sarà parecchio da ridere nella aule italiane.

    I cattotalebani sono tra i pochi a conoscere perfettamente la Bibbia e a condividerne i contenuti, compresa a volte persino l’idea che sia giusto ancora oggi uccidere le “streghe”, essere sempre disposti a sacrificare un bambino al minimo ordine o prova del Capo, o a uccidere e fare guerra in nome di Dio “che lo vuole”…

    Mi chiedo se tutti i “cristiani” invece avrebbero reazioni positive nell’apprendere TUTTI i contenuti della Bibbia.

    Andrebbe a vantaggio della Chiesa… o a vantaggio degli anticlericali ?

    Personalmente, come ho già avuto modo di dire, sarei favorevole a fare conoscere TUTTE le religioni e sacre scritture di ogni epoca e civiltà in un’ora di “storia delle religioni”, sul modello inaugurato dalla Svezia… Più la gente conosce il reale contenuto di tutte le religioni, e meno falsi miti e speculazioni possono mettere in piedi gli speculatori di ogni fede ed ideologia…

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    1. Andre@ ☮

      @ Giancarlo: trovo molto interessante il tuo post, e credo sarebbe giusto che tu lo mettessi come articolo.
      I libri della Bibbia vanno inquadrati nel contesto storico nel quale sono stati scritti.
      Quanto alla Genesi, il racconto che parte dalla creazione del mondo è allegorico; serviva per essere più compresibile alla realtà del tempo alla quale si doveva raccontare.
      L’uomo che ha commesso il peccato originale non ha mangiato alcun frutto né ha avuto rapporti sessuali, come affermato da qualcuno. Conta che la storia di Adamo ed Eva e del serpente e ripresa anche da una Sura del Corano.
      Il peccato originale è la superbia, il ritenersi come Dio e il dire: “io di Te non ne ho bisogno perché sono come Te”; peccato che si può facilmente compiere quando la propria vita sia piena di idoli (lavoro, salute, denaro, ecc) che scalzano Dio dal primo posto nel cuore dell’uomo.
      Quale sia la natura del peccato di superbia di Adamo ed Eva, questo non c’è dato sapere.
      Loro l’hanno però commesso, hanno scelto di cedere alla tentazione.
      L’uomo e la donna sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio: loro, come Dio, possono Amare e provare emozione come nessu’altra creatura.

      Il termine Elohim, plurale dell’aramaico Elah (molto simile all’islamico “Allah”), indicherebbe una pluralità di Dio (esattamente superiore a due), come a dire che ci sia più di un Dio. Nella lingua ebraica la desinenza “-im” indica quasi sempre il plurale maschile. Quasi sempre, perchè ci sono anche parole singolari che terminano in -im: vedi, per esempio il termine “panim” traducibile come “volto”.
      Anche in inglese esistono dei falsi plurali, ossia parole che, pur terminando in “-s” o traducibili da noi come plurali, sono usati al singolare, in quanto seguiti da verbi alla terza persona singolare: è il caso di “news” (notizia/e), “advice” (consigli), hair (capelli), “progress” (progressi).
      La parola “Egitto” viene detta Mizraim in Ebraico.

      Il termine Elohim è usato diverse volte nell’AT. Come lo possiamo tradurre senza pensare che anche Satana sia un dio (come credono i satanisti) o che esistano altri dei?
      Due sono le spiegazioni che possono anche essere viste congiuntamente:
      1) all’epoca della narrazione dei fatti biblici – tradizionale orale e poi scritta – esistevano molte religioni pagane, politeiste e sincretiche. Identificare Dio come Elohim era come dire “Il Dio degli Dei”, ossia, fammi passare la frase, er mejo, il più forte al cospetto di tutti gli altri dei delle altre religioni/sette. Come a dire: il nostro Dio è più grande dei vostri. Un po’ come dire “infinito”, parola nostrana singolare che però indica una pluralità talmente sconfinata da non avere barriere.
      2) Viene vista in Dio la sua triplice natura, la Trinità: Tre “persone” uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo.
      A supporto del punto 2) sta il fatto che Dio, all’inizio della creazione, quando nulla, nemmeno la Terra, ancora era stato creato, disse: “Sia luce”. Parlava a se stesso? No, probabilmente dava ordini allo Spirito Santo: lo Spirito Santo discende sulla Terra, mentre Dio è in cielo.

      Adamo ed Eva nudi? Loro hanno perso l’innocenza, hanno capito che quello che hanno fatto è sbagliato e si nascondono. Non chiedono perdono.
      Perché ” L’uomo è diventato come uno di noi”? Perché ha fatto conoscenza di ciò che è sbagliato. Esempio: se io uccido una persona ho la conoscenza “viva”di cosa significa uccidere; ma non posso più tornare indietro.
      L’uomo è simile a Dio quando pecca perché capisce la vera essenza del Male, la capisce e la concepisce in termini vicini a come li concepisce Dio. Ma non può tornare indietro, si macchia, non è più vergine, candido.
      Il sacramento della Confessione cancella tutto, ma non può certo togliere la conoscenza del Male che l’uomo ha fatto. Poi l’uomo può non ricommettere più quel peccato, ma l’unica volta che l’ha fatto ha capito il perché non doveva farlo e i suoi effetti negativi, non più potenziali ma reali.

      Mi fermo qui perché devo andare..
      Comunque, posta uno o più articoli su queste tue considerazioni; magari di’ a Stefano di aprire un nuova categoria, tipo: “Discussioni bibliche” o altri nomi…

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      1. Gianfranco Giampietro

        Lo scrittore Schurè una volta disse che i miti della “caduta” solitamente possono avere due interpretazioni… una basata sull’idea di disubbidienza, e una basata sull’idea di ribellione ed emancipazione. Entrambi i miti sono in un qualche modo profondamente educativi e con qualcosa da insegnare.
        Nell’interpretazione basata sulla disubbidienza, la creatura abusa del potere e della libertà concessa dal suo creatore (o dai suoi creatori, dato che questo archetipo di mito esiste anche in molte culture “pagane”), peccando della presunzione di volere prendere il posto del creatore. La morale di questa storia è ovviamente una condanna contro la superbia, simile alla superbia degli uomini che innalzano la Torre di Babele con la presunzione di raggiungere la sede del Cielo.
        Nell’intepretazione basata sulla disobbedienza, vi è un tiranno (o anche in questo caso può trattarsi di una serie di tiranni, al plurale), un demiurgo o falso dio che tiene l’uomo addormentato e lontano dalla consapevolezza del vero divino, che è quello che giace sepolto dentro di lui. In questo mito spesso interviene l’archetipo di un “trickster” o “portatore di luce” che porta all’uomo la consapevolezza della sua vera identità e dignità, contro la volontà di quelle entità maligne (spesso in realtà semplicemente metafore dell’ignoranza, della bestialità e della paura) che invece fino a quel momento tenevano il re prigioniero nell’illusione che egli fosse solo uno schiavo. Il mito di Prometeo che ruba il fuoco agli Dei per liberare l’uomo dal suo stato bestiale e di schiavo è il classico esempio. La Genesi ebraica potrebbe anche serbare alcuni rimasugli del mito babilonese originale dell’Enuma Elish e dell’Atramkhasis … Nel mito dell’Enuma Elish e dell’antico testo dell’Atramkhasis si racconta di due stirpi divine, gli annunaki e gli igigi. Una delle due stirpi divine funge da “aristocrazia” guidata dal sommo Dio del Cielo Enlil, mentre l’altra rappresenta la “classe operaria” che viene obbligata a lavorare sulla Terra a condizioni durissime e ingiuste (“Il loro lavoro era immenso,/ Pesante la loro pena e senza fine il loro tormento!”) per appagare lo stile di vita di Enlil e della sua corte celeste.
        Esasperati, alla fine gli Dei della “classe operaia” sulla Terra danno vita a quello che noi chiameremo il primo sciopero per essere dispensati da tali fatiche e venire trattati alla pari dell’aristocrazia, esente dal lavoro. Gli scioperanti assediano il palazzo di Enlil, con intenzione di spodestare il tiranno. Enlil se la prende male, interpretando questo gesto come una disubbidienza contro “il loro unico vero Dio” (sebbene Enlil non sia l’unico Dio e sia in mezzo a propri simili, ha comunque l’abitudine di porsi come il “primus inter pares” cui tutti devono incondizionata obbedienza), e minaccia la distruzione dei ribelli. A questo punto interviene Enki (o Ea), il Dio delle acque dolci e del Sottosuolo, descritto di carattere opposto e complementare ad Enlil. Se Enlil incarna l’idea dell’autorità, della severità e del polso fermo… Enki invece incarna la lucidità, l’intelligenza e l’astuzia. Enki propone l’idea di riconoscere ai ribelli i loro diritti e propone la creazione dell’uomo, un essere creato dalla terra e dall’argilla che riceverà l’intelligenza e l’anima dal sangue di un dio minore. La soluzione pone la pace tra le due stirpi divine e salva la posizione di Enlil. Quindi nel mito originario l’uomo nasce con la funzione di “operaio” degli Dei, se non più propriamente di schiavo. Ma gli esseri umani stufano rapidamente il collerico Enlil. Gli esseri umani infatti si rivelano essere persino meno avezzi degli igigi all’obbedienza, e sono terribilmente “rumorosi”, caotici, curiosi e sempre più numerosi. Enlil quindi decide di sterminare la pericolosa progenie che non riesce più a controllare. Nel mito originale vengono inviate diverse piaghe, che però vengono tutte scongiurate dalle astuzie di Enki. Esasperato, Enlil ricorre alla soluzione definitiva totale, lo sterminio di tutto il genere umano attraverso un diluvio universale. Ma Enki di nascosto avverte un suo saggio amico tra i mortali e gli passa i progetti per la costruzione di un’ arca che permetta di mettere in salvo quei pochi esseri umani che gli è possibile mettere in salvo. Questo episodio e il “tradimento” di Enki pongono l’eterna inimicizia tra Enki ed Enlil, ormai giudicato anche da Enki come un tiranno indegno, iracondo e intrattabile. La tirannia di Enlil (a volte sostituito nel mito da Tiamat in una versione differente del mito) viene infine vendicata da Marduk, figlio di Enki e sovrano del nuovo mondo. Il fatto che Enki fosse spesso raffigurato con sembianze di serpente conferma il fatto che quasi sicuramente il serpente della Genesi trae ispirazione dalla figura babilonese di Enki, mentre quella di “El” trae ispirazione dalla figura di Enlil. Nel mito ebraico il ruolo dei due fratelli divini rivali viene rovesciato ponendo Enlil – El come unico vero Dio, e confinando il serpente – Enki nel ruolo di “tentatore” e di “danno pubblico”… Persino il mito del diluvio viene rivisto, e l’unico Dio diventa sia il carnefice che colui che salva il genere umano dal diluvio (invece nel mito originale una divinità cerca di sterminare il genere umano, mentre l’altra disubbidisce al divieto di non intervenire e di nascosto aiuta Utnapistim-Atramkhasis-Noè ). Nulla di sconcertante, perchè molti popoli avevano l’abitudine di demonizzare gli Dei dei propri vicini, producendo un mito rovesciato. Un esempio simile sono i “Deva” e gli “Asura”, rispettivamente gli Dei e i Demoni della religione vedica, che diventano i “diavoli” e gli “angeli” della religione di Zarathustra ( http://www.vedanta.it/divinita/divino/deva_asura.htm ).
        Quindi il mito della Genesi è interpretabile in entrambi i modi… Io sono gnostico, e per noi gnostici sono valide entrambe le interpretazioni, perchè entrambe insegnano all’uomo un’importante lezione… In entrambi i casi risuona un ammonimento contro la superbia e la prevaricazione, sia essa della creatura o del creatore.

        Bisogna solo osservare una cosa. In occidente l’idea del male è associata all’idea dell’uomo che osa pensare di essere Dio. In oriente prevale l’idea opposta, ovvero che il male è l’ignoranza dell’uomo che ignora che Dio è sepolto nel profondo del suo io. Questa è la grande differenza escatologica tra l’idea di peccato in occidente e in oriente (sebbene il concetto di “peccato” sia praticamente ignorato in oriente con tale significato di “colpa”). In occidente il peccato più grave che causa la “caduta” cosmica è la superbia. In oriente invece esiste un solo unico “peccato”: l’ignoranza, soprattutto di se stessi. Idea che in occidente compare soltanto nelle segrete tradizioni mistiche all’interno delle religioni ufficiali (sufismo all’interno dell’islam, misticismo cristiano, qabbalah all’interno del misticismo ebraico, ermetismo, orfismo, culti misterici pagani, ecc.)
        Ciò è dovuto ad un equivoco circa ciò che comunemente si intende per essere umano. In occidente l’uomo identifica tutto se stesso con il proprio io e con la propria personalità. Quindi abbastanza giustamente l’uomo occidentale vede l’idea di una identità tra Dio (concepito come una persona distinta ed esterna al mondo) e l’uomo come qualcosa di blasfemo e di presuntuoso. Al contrario in oriente o nelle tradizioni mistiche l’uomo non identifica se stesso nel proprio io o nella propria personalità, ma in quel Sè non personale nel quale scopre la presenza di Dio. L’uomo quindi non è “l’io”, ma il Sè. L’equivoco che fa l’occidentale ascoltando la sapienza del misticismo che dice “uomini, voi siete Dei”, è quello di pensare che quel “voi siete Dei” si riferisca e rivolga al nostro misero e meschino “io” umano e illusorio. Il vero peccato originale è quando l’io dell’uomo pensa di essere Dio. Allo stesso tempo l’uomo sprofonda nella “maya”, nell’illusione, quando pensa di essere il proprio io fenomenico. L’uomo può invece dire di essere “Dio” solo quando egli non abita più la propria dimora dell’io, quando egli può dire “non io, ma Dio in me”… Si tratta di una differenza enorme che gli occidentali hanno frainteso… Ma la differenza è facilmente intuibile. Nell’atto di presunzione dell’io, l’uomo fa un atto di violenza al cielo pensando di potere spodestare Dio. Nel vero misticismo invece l’uomo diventa “Dio” nel momento in cui egli abdica la propria pretesa sul trono della coscienza e si rende conto che “affinchè Egli possa aumentare, io devo diminuire”. Il primo è un atto di presunzione e di pretesa. Il secondo è un atto di resa. In tutte le religioni del mondo l’uomo è raffigurato come “tempio di Dio”. Ed è l’uomo così com’è che in realtà pretende di essere Dio, poichè sul trono siede il suo falso piccolo io. Il servo sta occupando il trono del suo signore, approfittando della sua assenza. Affinchè il vero padrone del tempio possa fare ritorno e manifestarsi di nuovo, sul trono posto nel santo dei santi non deve più sedere l’io. Il falso io deve comprendere la sua natura di illusione e cessare di essere, solo allora tornerà a splendere il firmamento originario e il vero Sè, il vero Dio, tornerà a sedere al suo legittimo posto. Solo allora cessa sia l’ignoranza che il peccato originale. Ecco perchè gli antichi dicevano “conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli Dei” e “Tat tvam Asi”…. “Tu sei Quello”. Però questo spesso in occidente viene capito male e capovolto, e la conoscenza dell’identità del Sè con l’Assoluto si trasforma nell’atto diabolico di credersi Dio. Ed è vero infatti, almeno finchè si concepisce se stessi in quanto ego e non vi è spazio per la presenza di “Dio” o di ciò che si intende misticamente con questa parola. Ma l’invito al risveglio non è rivolto all’ego dell’uomo, ma all’autentico Sè sepolto in lui. Una conoscenza spesso sepolta e smarrita in occidente.

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