La Columbia University ha un brutto vizio: controlla rigorosamente tutte le ricerche scientifiche, numeri alla mano, e finisce per smontare puntualmente le false pretese degli omofobi. È la quarta università più importante degli Stati Uniti, i suoi ricercatori han vinto più di 100 Premi Nobel, e amministra il Premio Pulitzer. Nel 2015 ha controllato uno per uno tutti gli studi che pretendono di dimostrare il cambio dell”orientamento sessuale. Scoprendo che ci sono solo 46 ricerche scientifiche in circolazione, di cui solamente 13 hanno fatto ricerca diretta. Su queste 13, ben 12 provano che non sia possibile cambiare l’orientamento. Ma c’è di più: quell’unica ricerca salvata non è affidabile perché non soddisfa alcun criterio scientifico. Che cosa dice dunque la ricerca empirica sulla cosiddetta terapia di conversione? Può modificare l’orientamento sessuale senza causare danni? Ecco l’analisi pubblicata dalla Columbia Law School. Continua a leggere
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Sodoma & Guernica spiegate a Luca Di Tolve (e ai cattolici)
Caro Luca Di Tolve,
ti scrivo da amico. Ho letto molto su di te in questo periodo, sei sotto il fuoco incrociato di molti. E mi è nato il desiderio sincero di aiutarti, perché hai bisogno di difenderti da questi nemici ma soprattutto da te stesso perché ne stai combinando così tante che mi fai quasi tenerezza. Ho scritto “quasi”. Ultimamente tutti parlano di te: la tv fa servizi dove sembri un talebano, Repubblica fa un reportage dove risulti un fuori di testa, Le Iene fanno un video dove ne esci come un pagliaccio, ci sono post in facebook che ti prendono in giro su qualsiasi cosa e persino Povia, si proprio quel Povia, t’ha sbugiardato pubblicamente. Non so se mi spiego: ti sei fatto scaricare come un bugiardo da Povia, quello dei nostri piedini che causano i terremoti sulla terra… Ce ne vuole, eh? Ora ti spiego due o tre cosette perché sei circondato da fuori di melone e se vai avanti così finisce che neanche padrePio con l’aiuto di Mazinga ti salvano. Continua a leggere
Stati Uniti: “mea culpa” di Exodus, organizzazione cristiana leader per “riparare” gli omosessuali.
C’è da credere che questa notizia avrà lasciato l’amaro in bocca a Luca di Tolve, sedicente “ex-gay” e presidente del Gruppo Lot, associazione che nasce – come scritto nel loro sito internet – da «un gruppo di ragazzi che, aiutati da un percorso di fede unito ad un percorso psicologico, hanno ripristinato l’immagine primordiale di DIO sulla loro vita, uscendo definitivamente dalla condizione omosessuale in cui per anni avevano vissuto».
E se esistesse veramente sarebbe amareggiato “Adamo Creato” il personaggio immaginario “ex gay” nato dalla fantasia di quei ragazzi burloni di Uccr (Unione Cristiani Cattolici Razionali). Per cosa sarebbero tristi? Nel sapere che dopo 37 anni di non onorata carriera – a seguito di una votazione del proprio Consiglio d’amministrazione – ha deciso di chiudere i battenti Exodus International, un’organizzazione cristiana con 260 comunità sparse su tutto il territorio americano la cui missione era quella di aiutare gli omosessuali cristiani a tornare eterosessuali.
Lo ha comunicato la stessa organizzazione con un comunicato presente sul loro sito internet: «Per molto tempo siamo stati imprigionati in una visione del mondo che non sta onorando né gli altri esseri umani né i precetti della bibbia».
La notizia arriva a meno da un giorno dalle pubbliche scuse del presidente della stessa Exodus International Alan Chamber alla comunitò Lgbt: «Il nostro servizio è pubblico e quindi qualsiasi riconoscimento di sbagliato deve essere pubblico. Io non sono sempre stato il leader di Exodus, ma ora lo sono e qualcuno deve riconoscere il dolore degli altri. Lo faccio con ansia, ma volentieri». Continua Chamber: «È strano essere qualcuno che è stato sia offeso dal trattamento della chiesa verso la comunità LGBT ed anche essere una persona che deve chiedere scusa per essere parte dello sistema stesso di ignoranza che ha provocato tale dolore». Infatti lo stesso Chamber – che è sposato ed ha adottato due bambini – ha ammesso di avere attrazione per le persone dello stesso sesso: «Per convenienza per diversi anni ho omesso le mie continue attrazioni omosessuali. Avevo paura di condividerle come prontamente e facilmente faccio oggi. Mi hanno portato tremenda vergogna e io li ho nascoste nella speranza che sarebbero andate via. Guardando indietro, sembra così strano che pensavo di poter fare qualcosa per farli smettere. Oggi, però, accetto questi sentimenti – che probabilmente saranno sempre lì – come parti della mia vita». Ha inoltre affermato che il 99 percento delle persone che ha provato la terapia riparativa non ha mai perso i loro desideri omosessuali. Continua a leggere