Da oggi voglio inaugurare una nuova sezione intitolata “lettere ad un cattotalebano”, in cui mi rivolgerò direttamente ai grandi “cattotalebani” dei nostri tempi per rispondere loro su certi temi, come se scrivessi direttamente a loro. Ovviamente il più delle volte mi rivolgerò ai nostri più conosciuti e intimi “cattotalebani” di fiducia, ovvero ai pontifessi e ai loro “maestri” Carlo di Pietro e Bruno Volpe (forse presto anche Fides et Ratio?).
Comincio con lo specificare che l’articolo in questione a cui voglio rispondere è questo qui
Caro cattotalebano (e prima che tu mi faccia una lezione sui lemmi, ti dico già: no, la parola “cattotalebano” è un neologismo, ma rende bene l’idea di ciò che siete… nell’immaginario la parola “talebano” corrisponde ormai ad una certa immagine di integralista religioso invasato, proibizionista e censuratore di un sacco di cose, negatore di ogni forma di dialogo e di democrazia e sostenitore di un arcaico regime teocratico del terrore… tutte cose nel quale un cattotalebano si può ritrovare… ma siccome i talebani sono per forza musulmani, occorre distinguere, ed ecco l’uso del neologismo: cattotalebano) ti scrivo… mi rivolgo a te Carlo di Pietro… e per farlo comincio dalla base, in questo caso dal fondo del tuo articolo:
“Sfido chiunque a voler definire queste mie affermazioni come sessite o, ironicamente omofobe.!”
Eccomi, raccolgo anche io la sfida, come già fatto da Andrea in un precedente intervento. Continua a leggere