«Uganda choc: “Ergastolo per i gay”»: questo il titolo di Avvenire, giornale dei vescovi italiani, riguardo la legge approvata nel Paese africano che «punisce con l’ergastolo chiunque commetta degli atti di “omosessualità aggravata” e può consentire di imprigionare chi “promuove l’omosessualità”».
Sembrerebbe che i vescovi italiani siano “choccati” per la legge approvata in Uganda ed anche su Tempi.it (l’organo di Comunione e liberazione) si sottolinea che è solo la Chiesa ad opporsi alla legge contro gli omosessuali dimenticando che tale provvedimento è passato nel silenzio della stessa Chiesa cattolica e con l’appoggio di alcuni suoi esponenti per applicare lo stesso magistero per quanto riguarda l’omosessualità.
Una posizione certamente incoerente quella della Santa Sede e solamente blog “ultracattolici” possono trovare coerenza nella posizione della Chiesa nella difesa degli omosessuali nonostante il suo stesso magistero richiama gli Stati «alla necessità di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica e, soprattutto, che non espongano le giovani generazioni ad una concezione erronea della sessualità e del matrimonio».
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Vescovi nigeriani: un suicidio importare il condom. Nessun problema per il “santo inquinamento”.
Questa volta a dare l’allarme sono i vescovi nigeriani: «Siamo preoccupati per i tentativi continui da parte di agenzie straniere di introdurre valori malsani nella nostra società nigeriana nelle loro campagne per l’aborto, la distribuzione di preservativi e la promozione di unioni omosessuali». La nota della Conferenza episcopale nigeriana viene riportata da Tempi che scrive: «Nonostante tutti i problemi del Paese africano più popoloso al mondo, dal terrorismo di Boko Haram all’uso “fraudolento di denaro pubblico [che] depriva i cittadini di servizi di base come un’educazione di qualità, servizi sanitari adeguati, strade decenti, erogazione continua di elettricità, acqua potabile, ecc..”, diverse Ong occidentali si preoccupano solo di introdurre nel Paese i loro “valori malsani”».
Ovviamente i vescovi nigeriani si scagliano contro le leggi a favore dei diritti degli omosessuali ritenendo che sia «un suicidio importare pratiche e stili di vita che sono estranei alla Nigeria».
Purtroppo non è dato sapere chi siano queste “agenzie straniere” che vogliono introdurre in Nigeria campagne per l’aborto, per la distribuzione di preservativi ed a favore della legalizzazione delle unioni omosessuali. Il pensiero potrebbe andare ad Amnesty International che da sempre denuncia gravi violazioni dei diritti umani in Nigeria tra cui «danni ambientali ed inquinamento, che hanno minato i diritti al cibo, all’acqua potabile ed ai mezzi di sussistenza». Continua a leggere