In Italia esistono due categorie di professori: quelli di serie A e quelli di serie B. I primi insegnano la religione cattolica, i secondi tutte le altre materie.
Le anomalie sono tante e allucinanti, irriguardose, classiste e, lasciatemelo dire, anticristiane.
Vediamo i privilegi della casta dei professori di religione:
In tempo di crisi, mentre lo Stato Italiano taglia e precarizza a manetta (posti di lavoro in meno per l’anno scolastico 2009/2010: -4% i professori; -6% il personale ATA; entro il 2012 il Governo prevede di licenziare 133.000 docenti), assume nuovi prof. di religione.
- Per insegnare la religione non è obbligatoria, per la scuola primaria, la laurea. Basta un diploma o un attestato della CEI.
- Il numero dei prof di religione viene deciso dall’Italia, ma la nomina e la decadenza non competono al Ministero dell’Istruzione, bensì al Vescovo del capoluogo di Provincia dove risiedono gli stessi.
- Qualora il Vescovo licenzi il prof di religione, a differenza di un prof di altra materia, lo stesso non sarà messo in graduatoria, bensì in un elenco e potrà insegnare un’altra materia.
- Come se non bastasse, grazie all’anzianità maturata insegnando religione, gli ex prof di religione scavalcheranno i loro colleghi che hanno superato un concorso e fatto anni di precariato per insegnare. Supponiamo che un prof che ha insegnato religione per 5 anni venga licenziato. Decide di insegnare Inglese; ebbene, ai fini dell’elenco, risulterà come che egli abbia insegnato Inglese per 5 anni! Col paradosso che la potrebbe insegnare un diplomato!
- I prof di religione, che non possono essere licenziati dallo Stato Italiano ma solo dai signori vescovi, vengono pagati dal nostro Paese, mica dal Vaticano né dall’8‰.
Qualche buon tempone che cerca di arrampicarsi sugli specchi potrebbe asserire che, comunque, anche il numero di precari di prof di religione diventa di anno in anno più alto. È vero; ma a parte i privilegi individuati ai punti precedenti (inserimento in elenco; anzianità di religione che vale per l’insegnamento di materie differenti; nomina e revoca da parte del Vescovo), le differenze stanno anche per i precari!
Ai precari di religione, a differenza dei precari di altre materie, vengono riconosciuti gli scatti stipendiali e quelli biennali di anzianità (quest’ultimi, già da quest’anno, hanno portato nelle loro tasche un aumento in busta paga di 220 euro) che conservano anche una volta divenuti di ruolo.
Cosa significa ciò? Facciamo un esempio.
Carlo Di Pietro insegna religione cattolica, mentre Andrew Speaks matematica. Entrambi, dopo 6 anni di precariato, vengono assunti di ruolo per insegnare matematica. Ma, mentre per Andrew Speaks, il primo anno è di prova e prenderà solo lo stipendio base, come che stesse iniziando a insegnare da quel momento (e non da 6 anni), a Carlo Di Pietro vengono riconosciuti gli aumenti biennali di stipendio, pari a 3 scatti di 2,50% l’uno. Pertanto, per il primo anno, mentre Andrew Speaks prenderà lo stipendio base, Di Pietro prenderà lo stipendio base maggiorato del 7,50%. Dopo due anni di ruolo, Andrew Speaks avrà lo stipendio maggiorato del 2,50% (avendo maturato un aumento biennale), Di Pietro del 10% (4 aumenti biennali, di cui 1 di ruolo e 3 da precario).
Come se non bastasse, gli anni di precariato concorrono per il calcolo degli scatti di anzianità per il prof Di Pietro, ma non per il prof. Speaks.
Perciò, sempre con un esempio, dopo 6 anni di precariato e 2 anni di ruolo:
- il prof Speaks riceverà lo stipendio base + 1 aumento biennale dello stipendio (2,50%) + 1 scatto di anzianità;
- il prof Di Pietro: stipendio base + 4 aumenti biennali (10%) + 4 scatti di anzianità.
Tutto ciò contrasta con il principio di uguaglianza stabilito dall’art. 3 Cost., col principio di imparzialità a carico della Pubblica Amministrazione (art. 97 Cost.) e con il D.Lgs. 9 luglio 2003 n. 216 che, dando attuazione alla direttiva 200/78/CE, ha sancito la parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro.
* * *
La Gelmini ha proposto la lettura della Bibbia in classe; in fondo, è cosa buona e giusta: magari così si eviterà che, il prossimo Ministro della Pubblica Istruzione, abbia rapporti prematrimoniali (fornicazione, peccato grave) con un uomo divorziato e già padre (adulterio, peccato grave), sposato in seconde nozze – ovviamente civili – in Comune all’insolita ora della mezzanotte.
Già, ognuno sa di sé e non dobbiamo giudicare la persona. Ma la coerenza di chi si dice cattolica e difenditrice della famiglia, e che con tali asserzioni si fa votare, quella sì che è da accertare e valutare.
Ma al Vaticano basta che non vengano emanate certe leggi; poi, se chi le promulga non è in linea col Magistero, poco importa. Alle gerarchie ecclesiali importa solo che ci sia la norma giuridica (o che la stessa non venga emanata); certo, la coerenza è importante, ma, diciamo, è facoltativa.
Questo mio pensiero me l’ha confermato pure mio cugino, che è sacerdote.
Ma cari amici lettori, è facile, come molti fanno, prendersela con il Papa & Co. Così come è facile dare le colpe alla classe politica. Quanti sono i nostri politici, tra Governo e Parlamento? Poco più di un migliaio su 56 milioni di cittadini italiani aventi diritto di voto.
Il problema non sono i politici che difendono con le leggi quelli che nemmeno loro rispettano, ma gli elettori che li votano. Elettori che, spesso, proprio come i candidati che votano, riscoprono il cattolicesimo solo alle urne e che, una volta usciti, vivono la loro religione in maniera personale e contraria rispetto al Magistero.
Ma questa è altra storia. L’importante è non legiferare. Come che lo scandalo della pratica non sia eguale a una norma non approvata. L’importante è difendere, con la promulgazione o meno di leggi, la religione cattolica; pazienza se poi tali crociati siano divorziati, conviventi, truffatori, massoni, menzogneri, violenti, contrari a parole all’aborto ma che non intendano modificare la L. 194 per la parte che riguarda l’IVG, come un cattolico invece dovrebbe fare.
Quanti di voi sanno che, ad oggi, per sole due categorie professionali italiane la convivenza è trattata, come diritti e doveri civili e benefici fiscali, in tutto e per tutto come fosse matrimonio?
In Italia, solo se sei politico o giornalista, e convivi more uxorio (ossia non sei sposato né in chiesa né civilmente), puoi:
- estendere l’assicurazione sanitaria al convivente;
- lasciare la pensione di reversibilità al convivente.
Una delle intervistate recentemente da Pontifex.Roma è Daniela Santaché, la quale, dopo l’annullamento ex Sacra Rota nel ’98 del suo primo e unico matrimonio, ha deciso di convivere e di non sposarsi con Canio Mazzaro, col quale ha avuto un figlio; Mazzaro che ora, però, sta con la Rusic.
Per chi non lo sapesse, colei che partecipa al Family Day e che si batte per l’indipendenza delle donne – sempre Daniela Santaché – di cognome fa in realtà Guarnero. Stranamente, ha conservato il cognome del suo ex marito, Paolo Santaché (noto chirurgo estetico), marito che in realtà mai fu, come disse la Sacra Rota.
Come marito mai fu nemmeno Cossiga, pur avendo due figli, quando nel 2007 la Sacra Rota gli annullò le nozze celebrate 47 anni prima.
Come moglie mai fu la cattolica di ferro Irene Pivetti col primo marito Paolo Taranta.
Come marito mai fu Luca Cordero di Montezemolo (avrà influito l’esser nipote di un cardinale?).
Marito mai fu il nipote di JFK, Joseph Kennedy II, che dopo 12 anni di matrimonio e 4 figli potè così (ri)sposarsi con una bella ventenne.
Poi esistono anche le mogli che non furono plurime: la figlia di Pinochet ha ottenuto ben 3 sentenze di nullità.
Curiosità: anche l’essere “mammone” porta alla nulità ex Sacra Rota.
Qui un’intervista del Corriere della Sera ad alcuni partecipanti “famosi” al Family Day.
Insomma, finché morte non vi separi. Sacra cara Rota, permettendo.
Andrew ti stai Foxizzando… Hai affrontato almeno 2 importantissimi argomenti in un solo lungo articolato e ben scritto articolo! 🙂
Anzi no, devo rivedere la mia frase. Non puoi essere Foxizzato: il tuo articolo è scritto bene 😉
L’argomento della coerenza dei politici (ed in generale dei rappresentanti della Chiesa) meriterebbe fiumi di inchiostro oppure, come nel nostro caso, gigabit di bandwidth. Un amico prete si “vanta” di votare PdL. Ho provato ad incalzarlo con semplici argomentazioni come: “ti sembra corretto affidare la difesa della cristianità a persone pluridivorziate, che hanno fatto ricorso all’aborto e magari hanno anche concepito figli al di fuori del matrimonio?” Non ho mai ricevuto una risposta seria. Il massimo che mi sono sentito dire è stato “Non ti rispondo neppure… solo polemica!”.
Quando Silvio Berlusconi, al funerale di Raimondo Vianello, si è accostato sereno al sacramento della comunione gli ho subito chiesto spiegazioni. Ed all’inizio mi ha spiegato che, secondo lui, il prete della parrocchia l’aveva fatto solo per il quieto vivere, per non creare imbarazzo… Allora gli ho risposto che non mi sembrava molto coerente. Anche perchè, trattandosi di un personaggio pubblico (e che personaggio pubblico), il sacerdote non poteva dire di “non sapere”. Le evoluzioni della vita privata di SB sono note a tutti, anche ai muri (eppure, come noti tu, ci sono persone che lo votano).
Dopo qualche giorno mi ha proposto l’interpretazione di Mons. Fisichella, che arrampicandosi parecchio sugli specchi voleva descrivere il Berlusconi-dopo-Lario come vittima casta e pura di cattiverie altrui (attraverso quella stucchevole storia che in sostanza afferma che ora SB è tornato alla situazione “ex-ante”).
Poi ho letto sul nostro amato Pontiless le posizioni dei soliti emeriti che lanciavano fulmini e tuoni contro SB ed ho pensato di fare cosa gradita segnalandogli quelle parole. Ed a questa ultima segnalazione non ho avuto risposta.
Che dire dunque? Beh io proverei ad insegnare a tutti i cittadini italiani a pensare -per prima cosa- da cittadini italiani. Ad esempio esigendo che chi mi rappresenta abbia una dignità pari o superiore alla mia. Se io sono incensurato, per quale motivo chi mi rappresenta deve avere una fedina penale che sembra l’Inferno della Divina Commedia? Quando avremo stabilito che l’etica e la moralità delle persone che ci rappresentano è adeguata all’etica ed alla moralità del Paese allora potremo ragionare dei principi cattolici e della loro applicazione. Altrimenti il confine labile tra interesse pubblico ed interesse privato verrà sempre sconvolto da chi dovrebbe rappresentarci. E la fede cristiana sarà solo uno degli strumenti usati da chi ci rappresenta per fregarci allegramente e fottersi i nostri soldi.
Provo a darti io una spiegazione su Berlusca. Secondo la Dottrina & Morale Cattolica, non possono accostarsi alla Comunione i divorziati risposati. Berlusca, divorziato, non sta più nemmeno con la Lario. Quindi non è considerato adultero.
Quanto al fatto delle escort: nessuno sa se, prima di tale messa, si sia confessato da qualche suo amico prete (magari da Don Verzé!). Pertanto, per quanto attiene ai soli peccati “lussuriosi”, egli avrebbe potuto farla, se pentito del suo passato e assolto da un sacerdote.
Il motivo principale per cui egli non possa fare in realtà la Comunione è un altro: a chi appartiene alla Massoneria è vietato accostarsi alla Comunione. E sappiamo che un massone resta tale finché muore, a meno di incredibili conversioni.
Pensa, per esempio, che quando qua in Sardegna è morto il Gran Maestro Armandino Corona, gli sono stati celebrati i funerali sia con rito massonico che quelli religiosi. L’unica spiegazione che mi è stata data è che probabilmente si sia convertito…
Quanto ai politici italiani “cattolici”, contesto solo la stessa cosa che faccio con un normale laico, magari un qualsiasi web master di campagna: non ci può proclamare paladino e difensore di determinati valori quando si è i primi a non rispettarli.
E poi, la storia della convivenza more uxorio parificata al matrimonio per i soli giornalisti e politici contrasta con qualsiasi principio di eguaglianza!
E come che io sia un ladro incallito è che mi facciano Ministro della Giustizia… poco credibile!
Ma il ragionamento della Chiesa è: non importa se tu rubi, basta che non fai leggi per legalizzare il furto.
Tra i due mali dicono di scegliere quello minore.
Eppure dovrebbero sapere che per Dio non esiste un male minore né uno maggiore: il male è solo male. Certo, rubare 1 euro non è come rubarne 1 milione. Ma il 7° commandamento non quantifica l’ammontare del reato. Anzi, ci viene detto che “chi è ladro nel poco lo sarà anche nel molto”.
In Italia le gerarchie cattoliche sono stata sempre coalizzate con la destra e coi fascisti. Del resto fu Pio XI a definire Mussolini “uomo mandato dalla Provvidenza”.
Dux, mea crux
la lettura della bibbia (rammento il caso del veneto con Zaia che vuol regalare la bibbia agli studenti mentre potrebbe usare i fondi per altro) può portare solo che bene al nostro paese: i numeri degli atei sarà destinato a crescere, gli studenti capiranno che è solo una favola per bimbi e neanche coerente, capiranno che è abominevole mangiare crostacei, capiranno che è l’uomo il padrone della donna, capiranno il messaggio di Gesù… Il problema è che quando verrà letta la bibbia?? con tutti gli ignoranti che vengono fuori dalla scuola non è mica il caso di perdere altre ore di studio…
con tutti gli ignoranti che vengono fuori dalla scuola non è mica il caso di perdere altre ore di studio…
il problema nn si pone ovviamente se ti chiami “Renzo Bossi”