1. SEMPRE E INEVITABILMENTE OGNUNO DI NOI SOTTOVALUTA IL NUMERO DEGLI INDIVIDUI STUPIDI IN CIRCOLAZIONE.
L’elezione del Biondo che fa girare il mondo ci riporta inevitabilmente alla mente la prima legge fondamentale della stupidità umana del mitico Mario Cipolla. I cretini sono più del previsto. Ed evidentemente sono anche dei bugiardi, considerati i sondaggi. Un po’ come quando da noi c’era Berlusconi e tu, chiacchierando al supermercato, in sala insegnanti, in palestra, non trovavi mai nessuno che dicesse di votare per lui, ma poi alla fine Lui vinceva sempre. Forse che i cretini si vergognano di essere dei cretini? Forse. Se piacciono le spiegazioni semplici, forse questa è la migliore. Tuttavia a pensarci bene, a pensare bene a quei 200 milioni di voti, qualcosa ci rimane di irrisolto.
Trump in campagna elettorale ha detto a General Motors che se sposterà le fabbriche in Messico, lui metterà i dazi sulle loro automobili. Geniale. Musica sublime per le orecchie della middle class. “Io difenderò il tuo posto di lavoro”. Mica bisogna essere poi tanto cretini per votare per uno che ti promette lavoro. Noi a suo tempo l’abbiamo fatto.
Eppure nemmeno questo sembra abbastanza per una vittoria così schiacciante. E allora Detroit? Chi ha fatto di più per l’economia americana di Obama negli ultimi anni?
Quindi si dirà che Trump ha cavalcato le paure della gente, prima di tutto quella dell’altro. E l’argomento funziona sempre. Ma perché ha vinto se “l’altro” numericamente è molto di più di “noi”? Metti insieme tutti coloro che non avevano vantaggio dall’elezione di Trump: le donne, gli ispanici, i neri, le minoranze etniche, i giovani, i gay e quanto ottieni? Se tutti questi non avessero davvero votato per Trump lui non avrebbe avuto che il voto di un pugno di vecchi tycoon bianchi e in via di estinzione.
Le ragioni politiche per la vittoria di Trump sono sicuramente tante e tanto complicate, ma alla fine di tutto non bisogna dimenticare tra queste il fattore della cabina buia, come la chiama Michael Moore, quel luogo dove ciascuno di noi, solo, per un breve irripetibile secondo della sua vita, esercita un immenso potere che mai più avrà occasione di far valere. E così finisce che vota per il candidato più improbabile non perché ne ha soppesato vantaggi e svantaggi, non perché conosce le fallimentari politiche economiche e internazionali dei suoi predecessori, non perché è costretto, non perché non ha scelta, ma solo perché può.
Ma sì, tutti cretini quando non va come piace a noi vero? Ma come siete democratici…
Democrazia è esprimere un’opinione. Ale l’ha fatto. Tu hai sprecato la tua occasione: un commento del tutto inutile. Grazie comunque.
Forse non hai bene letto l’articolo. La conclusione a cui (non) arrivo è molto diversa da quella che dici tu
In queste ore, migliaia di cittadini americani, per lo più giovani ed istruiti, stanno veementemente protestando per l’elezione di Trump e mi domando, vista le analisi che sono state fatte circa le dinamiche di affluenza al voto, quanti di questi arrabbiati a scoppio ritardato, siano andati effettivamente a votare: troppo tardi, si sono svegliati, non vi pare? Persino tantissimi cittadini di origine ispanica, in qualche modo naturalizzati, ma sempre posti al margine della società americana, temendo l’afflusso di immigrati teoricamente loro fratelli ma destinati a contendere loro le briciole concesse dall’opulenta nazione americana, hanno finito per votare per il miliardario fascista biondo. Adesso qui, in Europa ed Italia, tutte le merde nere stanno rialzando la capoccia e vagheggiano, sulla scia del successo di Trump, di prendere finalmente il sopravvento. E noi, resteremo, come è nostra tradizione, a guardare…
come le mucche il treno