Dopo avere pubblicato molti articoli negazionisti riguardo il fenomeno del femminicidio, Tempi e la Chiesa cattolica cambiano strategia. Di fronte al fenomeno di cui tutti parlano, ora si pongono alcune domande interessanti. E, purtroppo, si danno le risposte.
Luigi Negri, vescovo militante nel movimento di Comunione e Liberazione, spiega in questo modo ciò che ha spinto un giovane diciassettenne ad accoltellare e poi bruciare ancora viva la fidanzata.
«Questo è certamente il risultato di quell’empietà di fondo che caratterizza l’ideologia dominante di questa società. È il frutto amaro di quell’apostasia da Cristo che, come ha più volte ricordato Benedetto XVI, finisce per diventare l’apostasia dell’uomo da se stesso. Quando le cose arrivano a questi livelli è necessario riprendere con umiltà un atteggiamento di fede di fronte a Gesù Cristo e chiedergli il coraggio di una testimonianza vera davanti al mondo, e una capacità di carità che sappia accogliere gli uomini, come ci insegna quotidianamente papa Francesco, anche nella tragicità della loro condizione, per coinvolgerli nel grande e pacificante annunzio che il Signore rende nuove tutte le cose, e quindi può incominciare a cambiare fin d’ora il nostro cuore, e farci camminare con Lui e dietro di Lui verso la pienezza della nostra umanità. La Vergine delle Grazie, che veneriamo nella nostra bellissima Cattedrale, ci aiuti a vivere il nostro sacrificio quotidiano e la compassione che ci stringe ad ogni uomo che ci vive accanto».
Utilizzare strumentalmente un fatto di cronaca a dimostrazione di una propria indimostrabile tesi (gli uomini uccidono le donne perché si sono allontanati dai valori cristiani) è un’azione che non merita la fatica di una replica, replica che implicherebbe ad esempio lo sforzo di elencare le molte variabili socio-economico-culturali-ambientali-religiose coinvolte nella questione.
La mia riflessione è quindi solo di carattere puramente estetico. Mi limito ad osservare che la Chiesa Cattolica ha assoluto bisogno di rivedere radicalmente le proprie strategie di mercato: sostenere che chi ha deciso consapevolmente di non far più parte della Chiesa è un “apostata da se stesso”, cioè si è allontanato volontariamente dall’ “essere umano” ed è un potenziale assassino, non mi sembra un’azione vincente per riavvicinare le pecorelle smarrite.
Ci dispiace per Ella, Eccellenza Reverendissima, ma la Transubstanziazione della Sua ultima
Comunione è riuscita male; anzichè arricchire la Sua anima immortale di nuova virtù teologa
le, ha cercato di arricchire il Suo cervello con un pò di quella virtù dianoetica che noi, poveri
peccatori ed anime perse, chiamiamo Saggezza, ed è quì che è successo l’irreparabile.
La Saggezza non è stata ben accolta dal Pregiudizio, dall’Integralismo, dal Fanatismo e da tut
te le altre Preclare ed Eccelse virtù che presidiano il sito, ne è nato un acceso contrasto e la
Vostra Eccellenza Reverendissima, sconvolta, è saltata su a predicare ex abrupto, ma ha fa
tto un pò di confusione.
Non siamo noi, atei ed agnostici, poveri peccatori, ad odiare le donne, agenti del Maligno ed
istigatrici del Peccato Originale; noi del Peccato Originale ce ne infischiamo, preferiamo co
noscere tutto quello di profano ed eretico che Voi Pastori avete messo all’ Indice per proteg
gere le nostre anime; ma noi, all’anima immortale non ci crediamo e, sopratutto, non ci piac
ciono i bambini e, orrore ed abbominio, preferiamo peccare con le donne!
Inoltre, Eccellenza Reverendissima, non furono gli atei o gli agnostici a bruciare le donne, il
Suo Cervello, Dio lo riposi, quando avrà riacquistato la serenità e la lucidità necessaria, Le
farà ben ricordare che era la Santa Inquisizione che bruciava le donne peccatrici. Noi le ab
biamo sempre aiutate a peccare!
Amen.
E così sia, Priapus. Vedo che l’nvocazione di Monsignor Negri a tornare alla casa del Padre non ha avuto effetto neanche su di te. Perseverare diabolicum.
Premettendo che io sono favore all’aggravante di femminicidio, sia pur per un solo caso al mondo, ma facendo varie ricerche mi è parso un dubbio: è vero o no che è un fenomeno in calo come tempi e co. affermavano per sminuire?
Guarda, dipende molto dal lasso di tempo in cui si va a guardare: se si va indietro ai ’60 probabilmente, altrimenti non saprei. Va anche detto che nel mondo occidentale la violenza in genere (eccettuata la criminalità organizzata) tende solitamente a diminuire nel lungo periodo.
Parlavano di pochi anni, tipo 2009-2012
Mi auguro che sia così. Il punto sul quale volevo riflettere però era, non tanto il fenomeno, quanto l’interpretazione alquanto “fantasiosa” di monsignor Negri sulle sue cause.
Curioso come Negri abbia utilizzato il metodo dialettico della definizione a priori, ponendo lo stesso sia come effetto che come definizione correlata*. Inoltre l’espressione figurata è usata a mo’ di metafora**, riducendo le possibili interpretazioni concrete immaginativa (es.: dico “il cavallone” e mi immagino un destriero con le pinne o fatto d’acqua e salsedine, allo stesso modo posso immaginare la “curvatura spazio-tempo” su un piano cartesiano o un piano curvato sul quale giacciono tutto ciò che è) riducendo così il discorso a pura verve retorica. D’altronde, se non è possibile figurarsi concretamente l'”apostasia” in sé lo slittamento che ha fatto avvenire da “Cristo” a “uomo” diventa puro discorso vacuo!
Curioso poi che quando ha citato il suo comportamento ideale abbia rimosso qualsiasi soggetto: non si capisce chi infatti debba “ritornare in Cristo” (altro puro esempio di costruttivismo dialettico): gli astanti? La società intera? La vittima? Il carnefice? E l’idea che abbia usato tale vaghezza per impostare nientemeno che il SUO discorso non è poco. Ha sublimato l’argomento per perorare la sua posizione, la quale evidentemente non solo è socialmente inopportuna da chiarire in relazione a un evento del genere ma che evidentemente nel suo sistema dialettico – e non potrebbe essere altrimenti: è il primo a citare la cosa – stride in maniera evidente o ea ipsa o nelle sue derivazioni. E la prima che viene in mente è senza dubbio la malsana idea di uomo-padrone.
Il resto mi par pleonastico anche solo commentarlo: hate speech in piena regola sotto la coltre della pietà-(dis)interessata.
P.S.: scusate se sono stato un po’ prolisso. Mi ci voleva…
*che l’omicidio sia effetto di ciò che afferma implica pure che sicché nel nostro linguaggio si è dato per scontato che l’effetto sia sempre necessario, riflesso di quel che fu il determinismo: un evento può essere causa di più possibili effetti, sicché è “inevitabile” che a questo succeda quello, ridefinendo in maniera politica le sue affermazioni successive
**vale a dire metafore prive dalla loro forza creativa: http://criticaimpura.wordpress.com/2012/11/18/contesto-di-comprensione-metafore-e-verita/
ecco appunto quello volevo dire….
Leggendo le parole pronunciate dall’ arcivescovo Negri, nella sua prolusione citata dall ’autrice di questo post, io trovo ulteriore conferma delle idee che mi sono fatto già da un pezzo circa una certa mentalità e cultura cattolica, non solo italiana. Il prelato, nella sua omelia, enfatizza ad arte un caso estremo, seppur tragico, lasciando intendere a chi lo ascolta che questi orrori siano molto più diffusi di quanto siano in realtà, attribuendo queste tragedie al sempre più marcato distacco della società civile dalla Chiesa e dai suoi insegnamenti. Cieco è chi non vuol vedere, peccato per lui che, statistiche alla mano, il numero di donne e ragazze uccise dai loro mariti e fidanzati, purtroppo è un dato fisiologico che non si discosta di molto da quello di trenta e più anni fa, in realtà, il caro vescovo omette che, il nostro, è un paese dove fino ai primi anni ottanta, il delitto “d’onore” godeva di ampie attenuanti penali e l’omicida di qualunque femmina fedigrafa, aveva tutta la comprensione sociale dei benpensanti e la tacita benedizione della del clero, (appena usciti con le ossa rotte dalla sconfitta sui referendum sul divorzio ed aborto), l’Italia, e sua Eminenza non lo dovrebbe ignorare, è stato il paese, che, chiesa benedicendo, dichiarava l’adulterio reato solo per la donna: la quale, scoperto il fattaccio, veniva spedita in galera ed al traditore tuttalpiù, venivano elargite solo ammirate pacche sulle spalle; perfino l’atteggiamento dei conoscenti verso i cornuti differisce per il sesso del tradito: a lei, vengono riservati ipocriti cenni di commiserazione, sorrisini beffardi ed insinuato in lei il dubbio che sia stata colpa sua, se il marito l’ha tradita, a lui,invece, vagonate di umana comprensione, anche e soprattutto nel caso lui si fosse vendicato, magari ammazzando la moglie infedele. Altro che valori cristiani, il vescovo Negri mi perdonerà, ma se è onesto deve ammettere che, a parte le magnificenti dichiarazioni di principio, la cultura effettivamente diffusa e inculcata nei secoli dalla chiesa cattolica, mediante le sue parrocchie e fogli&foglietti affiliati, è del tutto aliena rispetto al cristianesimo di facciata, quello delle origini; quello che viene insinuato nella mente di generazioni di italiani è una sorta d sottocultura strisciante, abbracciata da sempre, curiosamente, prevalentemente, dagli strati meno istruiti del paese. Essa prevede, in soldoni, a parte altre colossali fesserie, un ruolo della donna del tutto subalterno al’uomo, considerata alla stregua di un utile animale domestico, con molti doveri e pochi diritti, un’estensione del maschio, non a caso creata da una sua costola, e quindi di sua proprietà esclusiva, in cambio del mantenimento, esse sono tenute a: smettere di lavorare (l’autonomia economica è pericolosa), figliare, mantenere bene la casa e non rompere troppo i coglioni. La chiesa, con buona pace del vescovo, è irrimediabilmente, assolutamente, dogmaticamente misogina: con la scusa di Eva, la prima peccatrice, la caccia alle streghe è stata per secoli, lo sport preferito dei timorati di Dio. Dalla fine degli anni sessanta le cose sono cominciate a cambiare, moltissime donne, seguendo il fresco vento di rinnovamento sessantottino, vanamente osteggiato dalla chiesa e dai sui manutengoli politici e mediatici, si sono emancipate (sua Eminenza direbbe che si sono allontanate dai valori cristiani e sono cadute preda dell’apostasia), oppure cercano di farlo; per molti maschi, non necessariamente o punto, frequentatori di chiese ed oratori, ma comunque cresciuti imbevuti, di questa cultura che permea sotterraneamente, per quanto già accennato, ammettiamolo, un po tutti noi, inizia una nuova epoca, tanti si adeguano ed assecondano questa naturale evoluzione dei rapporti interpersonali uomo – donna accettandone dolori e delizie; malauguratamente, qualcuno, di fronte ad una donna consapevole di sé e determinata a seguire le sue ambizioni, o più semplicemente, che dimostra di non aver più come punto di riferimento assoluto il suo compagno, ecco che lui sbrocca, va in tilt; questi maschi colpiti nel loro orgoglio, il più delle volte, si ripiegano in atteggiamenti puerili e vittimisti, confidando al bar, sul web e a chiunque lo stia a sentire, come quante zoccole abbiano avvelenato la loro vita, qualcun’ altro, purtroppo, dà sfogo alle sue frustrazioni sopprimendo l’oggetto che lui considerava di sua proprietà, tutto qui, il diavolo non c’entra nulla. Uscendo un attimo dal tema, naturalmente io non affermo assolutamente che il modello coniugale secondo chiesa cattolica sia il male assoluto, nell’ambito di un matrimonio con tutti i crismi cari alla chiesa, tutto può funzionare magnificamente; dipende ovviamente dai coniugi, dalla loro cultura, sensibilità e dal reciproco sentimento e rispetto, quello che io contesto è l’assoluta cecità, direi la paura dei cattolici riguardo qualsiasi altra forma di sodalizio sentimentale tra esseri umani che non abbia determinate caratteristiche e, per questo, vengono demonizzate dalle gerarchie quasi fossero manifestazioni di Satana in persona. E’ anche per questo, sua Eminenza, che la gente si allontana dalla chiesa cattolica: la gente vuole vivere come sa, e, a volte, deve vivere come può, se la chiesa non approva, ce ne faremo una ragione. Lei ha usato cinicamente la morte di una povera creatura per proclamare la santità di una chiesa sempre più fuori dalla realtà: voi ci siete abituati, come insegna il caso di Eluana Englaro. La dottrina cattolica raccomanda un periodico esame di coscienza: Monsignore, provi, di tanto in tanto, a farsene uno anche lei.
Concordo sul fatto che i numeri relativi ai femminicidi in Italia (mi sembra che si parli all’incirca di 120 casi all’anno in una popolazione di quasi 60 milioni) siano un troppo esigui perchè il fenomeno possa essere letto e utilizzato dalla Chiesa come dimostrazione della degenerazione della morale della nostra società. Tanto più sembra forzato e immotivato il nesso stabilito da Negri tra femminicidio e abbandono della fede. Molto più significativi sembrerebbero invece i dati, almeno proporzionalmente, che riguardano abusi sessuali e pedofilia all’interno dellla Chiesa…. Sarei curiosa di sapere come li interpreta mons. Negri.
Questo vescovo, come i suoi accoliti, manca totalmente di buon senso ed ha una masochisti
ca
tendenza a mettersi in ridicolo sua sponte; mi ricorda il mitico Babinix, quello con la faccia e
le
esternazioni da pugile suonato che decorava le “grida” di Pontifex.
E’ inutile che gli rispondiate, facendogli notare le sue incongruenze; lui attinge verità assolu
te
ed immutabili dalla Bibbia e dalla Dottrina di Santa Madre Chiesa. Se poi queste “verità asso
migliano un pò troppo ai più truculenti racconti horror ed ai deliri di talebani e salafiti, che
im
porta? Danno troppo potere alla chiesa ed alla casta che la controlla per potervi rinunciare
con leggerezza. Sono convinto che i più intelligenti fra loro abbiano capito tutto e non creda
no affatto alle favole che ci propinano, in primis l’ultimo papa che fa il francescano con piglio
piuttosto ruffiano. Ma l’intelligenza, in quegli ambienti non mi sembra che abbondi e la mag
gior parte di questi figuri si esibiscono in minacce spaventose e quanto ridicole come il fami
gerato Paddrellivvio che augura il cancro o il terremoto a chi lo contraddice o questo vescovo
che raggiunge il delirio addebitando ad atei ed agnostici tutti i mali della terra.
Le pecorelle non sono più analfabete e se la percentuale dei gonzi che si bevono le favole è
ancora eccessiva, piano piano diminuisce, e la paura che la pacchia finisca, che lo IOR debba
un giorno non lavare più i soldi delle mafie e che non si possano più molestare i bambini e
tut
ti finiscano a lavorare, li terrorizza e li fa sbroccare.
Non resta che prenderli per i fondelli, perchè sempre più gente si svegli e capisca quanto so
no ridicoli, loro che temono sempre di più quella predizione, il segreto di Fatima che hanno
sempre tenuto nascosto, “una risata vi seppellirà”.
Priapus, credo che tu rilegga ciò scrivi, in tal caso ti sarai accorto che i tuoi scritti sono spezzettati come per l’uso improprio del tasto “invio” o “return”, come preferisci, arrivando addirittura a troncare singole parole; sembri ignorare che, anche se scrivi nel box del sito, esiste la funzione di “a capo” automatico; perciò viene da pensare che tu lo faccia apposta, a meno che il tuo computer non sia posseduto da satanasso. Io ci terrei a leggere quello che scrivi, come quello che scrive chiunque altro, in questo blog, ma,a volte, leggerti mi risulta faticoso e non arrivo alla fine dei tuoi interventi e passo ad altro: niente di grave, ovviamente, io volevo dirtelo, poi, fai un po tu..
Pare che per qualche ragione che non riusciamo ad aggirare, il nostro sito costringa Priapus a spezzettare “a mano” i post, con l’effetto che vedi.
Mah, sarà difettob mio e del mio schermo, ma individuare il fine riga, quasi invisibile su que
sto blog e troppo vicino alla metà pagina, mi viene più complicato che spezzare la parola “a
mano”, come faccio da 70 anni, rispettando le regole ortografiche.
Il margine destro è piuttosto elastico e se lo scritto ci finisce vicino, la riga viene spezzata,
mentre in tutti gli altri blog ci vado tranquillamente a contatto. Non è una critica, indubbia
mente è un mio limite, del quale chiedo venia.
Priapus in realtà il problema è proprio questo: non c’è nessun fine riga… 😉
Io scrivo senza preoccuparmi della formattazione a video. Premo enter quando voglio separare due paragrafi… Ed affido al motore di Pontilex il resto del lavoro 😉
« Mascetti: Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo?
Vigile: Prego?
Mascetti: No, mi permetta. No, io… scusi, noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribài con cofandina? Come antifurto, per esempio.
Vigile: Ma che antifurto, mi faccia il piacere! Questi signori qui stavano sonando loro. ‘Un s’intrometta!
Mascetti: No, aspetti, mi porga l’indice; ecco lo alzi così… guardi, guardi, guardi. Lo vede il dito? Lo vede che stuzzica? Che prematura anche? Ma allora io le potrei dire, anche con il rispetto per l’autorità, che anche soltanto le due cose come vice-sindaco, capisce?
Vigile: Vicesindaco? Basta ‘osì, mi seguano al commissariato, prego!
Perozzi: No, no, no, attenzione! Noo! Pàstene soppaltate secondo l’articolo 12, abbia pazienza, sennò posterdati, per due, anche un pochino antani in prefettura…
Mascetti: …senza contare che la supercazzola prematurata ha perso i contatti col tarapìa tapiòco.
Perozzi: …dopo… », discorso per discorso…
E’ più comprensibile il discorso del conte Lello, che tutto sto discorso del Vescovo, gli costava così tanto dire “Ammazzare una donna, in questo modo, è un crimine che grida vendetta di fronte al Mondo ed a Dio!”? Aveva paura di compromettersi troppo? E’ un silenzio assordante.