Buongiorno a tutti.
Quest’oggi torno brevemente sulla questione che Admin ha già trattato qui:
http://pontilex.org/2012/07/la-gioia-di-brunello/
Sulla vicenda della condanna di Mons. Pierro questa mattina Brunello ha risposto al pezzo di Admin con questo obbrobrio:
I “siti vergogna” siamo ovviamente noi, chi altro? Trovo sempre molto curioso il fatto che i PontifeSSi sappiano cosa si scrive su questo blog nonostante abbiano sempre professato di non leggerlo…
“Certo, il Ministro di Dio, è un uomo come tanti, con le sue fragilità e debolezze. Nessuno lo revoca in dubbio. (WTF??) In quanto essere fallibile, è soggetto alle tentazioni del diavolo e spesso ci cade con le due gambe. La Chiesa, si sa, è fatta da santi e da peccatori, nella Chiesa troviamo ogni sorta di pesci e scandalizzarsi porta solo ad un inutile moralismo.”
Disse quello che, in base a principi tutti suoi, condannerebbe all’inferno mezzo mondo…
“Su La Repubblica di questo lunedì, troviamo un servizio in base al quale nella storia dei corvi vaticani sarebbero invischiati anche una segretaria papale, un vescovo ed un cardinale.”
Notizia peraltro già smentita dalla Sala Stampa Vaticana oltre che dallo stesso “corvo” che ha sempre sostenuto di aver agito da solo. Giusto per essere precisi.
“Il condizionale è d’obbligo in quanto, allo stato, nessuna sentenza passata in giudicato lo dice e il rispetto del principio di non colpevolezza vale per tutti.”
Qui Brunello fa un bel minestrone con cose che non c’entrano niente l’una con l’altra. Specie per uno che afferma di essere avvocato ma di figuracce in materia di diritto ne ha fatte parecchie nei mesi passati. E che, non contento di ciò, sta per salire in cattedra a recitare la parte del maestrino col dito puntato, come vedremo tra poco.
Il principio di non colpevolezza stabilisce semplicemente che se Tizio viene citato in giudizio, il magistrato giudicante non deve partire dal presupposto che Tizio sia colpevole ma che sia onere dell’accusa dimostrare la veridicità dei fatti che gli si imputano e fornire eventuali prove contrarie a quelle che Tizio porti sua difesa. Quindi un principio che riguarda lo svolgimento del processo. Il riferimento all’assenza di sentenze passato in giudicato altro non è che la prima putinata della giornata.
“Quello che stupisce, sempre che il giornale racconti il vero, è che la fuoriuscita dei documenti non sarebbe stata giustificata da piani diabolici per sconvolgere il Papa o la Chiesa, ma per ragioni dettate da rancori personali o da invidia. Paradossalmente, se la causa è questa, è molto avvilente. Ricordiamo che l’invidia, il rancore e l’orgoglio, sono prodotti del demonio, fanno parte del repertorio di Satana e dunque è lecito dire che Satana sia entrato nella Barca di Pietro (lo aveva detto Paolo VI).
In questo ambito si inserisce l’incredibile vicenda di Mons. Pierro, arcivescovo emerito di Salerno. Chi ha la fortuna di conoscerlo, sa che è un galantuomo tutto di un pezzo, sottoposto ad un vero sciacallaggio mediatico. Ma a quanto pare, Pierro sarebbe stato vittima di fuoco amico anche dentro al Chiesa [1], sia di Salerno che romana. Una vergogna.”
Non mi pare che i principali media italiani si siano particolarmente profusi nello spendere fiumi di inchiostro contro Mons. Pierro, quindi lo “sciacallaggio mediatico” lo possiamo derubricare tranquillamente a vittimismo di bassa lega. Occhio ora alla putinata n°. 2 :
“La sentenza relativa a Monsignor Pierro di fatto una sua vittoria e una specie di assoluzione) dimostra che Pierro aveva ragione e ben farebbe ora il Vescovo ad agire contro chi, stampa e preti, lo hanno sbertucciato e attaccato senza alcuna remora.”
Ora, lasciando da parte lo scempio fatto sul corretto uso della punteggiatura in questa frase, mi può spiegare che diamine significa “una specie di assoluzione”? O si viene assolti o si viene condannati. Punto. Aut aut. Tertium non datur. Non mi risulta che il ridimensionamento delle accuse e una condanna a 10 mesi possano essere chiamate “una specie di assoluzione”. Per l’ordinamento italiano quantomeno. Il Fantadiritto PontifeSSo è un altro paio di maniche.
“E per chiarire …
Su un sito vergogna che cerca di confutare la dottrina cattolica e la giurisprudenza usando Wikipedia (sic ! al cubo),”
Usando Wikipedia? E chi a mai usato Wikipedia per “confutare la dottrina cattolica e la giurisprudenza”? Semmai tutti noi la abbiamo utilizzata per dimostrare la TUA ignoranza in materia, caro Foxy, per sbatterti in faccia il fatto che, qualsiasi sia l’argomento che tratti nei tuoi articoli, finisci sempre a sproloquiare su cose di cui non sai assolutamente nulla.
“Pierro viene persino definito pregiudicato. Chi scrive queste castroneria non sa neppure che una sentenza di primo grado non è sinonimo di colpevolezza e che per parlare di pregiudicato occorre la definitività del titolo, il giudicato.”
Prima di esaminare la putinata n°. 3, rileggiamo la frase di Admin incriminata:
“Tornando al Pierro, da oggi potremo definirlo anche pregiudicato. Il Pierro è stato infatti condannato a 10 mesi (che ovviamente non sconterà mai combinando l’indulto con la sua veneranda età) per una truffa ai danni della regione Campania. La truffa è un reato, ben delineato dall’articolo 640 del codice penale. Ed essendo il Pierro condannato, si può tranquillamente affermare che eSSo sia un pregiudicato.”
Quando Admin usa il termine “pregiudicato”, lo fa in senso linguistico non tecnico; qualsiasi dizionario di italiano alla voce pregiudicato dà come significato “Persona che ha riportato condanne penali”. Inoltre Admin non è un giurista come si può capire dai messaggi che ci siamo scambiati in coda all’articolo: http://pontilex.org/2012/07/la-gioia-di-brunello/ quando gli avevo fatto notare un errore di terminologia ben più grave.
Per di più il professorino Volstren ha poco da tirare le orecchie agli altri visto che, come ho già detto, nella sua foga di “correggere fraternamente” Admin ha scritto un’altra bella putinata:
“una sentenza di primo grado non è sinonimo di colpevolezza”
Non sarebbe stato meglio scrivere che una sentenza di primo grado è sempre riformabile in appello? Quello che hai scritto, Foxy, è traducibile così: “Se vieni dichiarato colpevole in primo grado non è vero che sei colpevole”. Bel capolavoro di scemenza.
Inoltre, visto che siamo in argomento, ti faccio notare che la sentenza che riguarda il caro Mons. Pierro diverrà irrevocabile (passando quindi in giudicato) quando:
1) saranno scaduti i termini per ricorrere in appello o in Cassazione;
2) quando l’appello proposto o il ricorso in Cassazione saranno stati dichiarati inammissibili o rigettati.
E credo proprio che si verificarà quanto al punto 2 visto che, in base a quanto tu stesso riporti nell’intervista, la strategia difensiva per l’appello di Mons. Pierro è riassumibile così:
A) Tenere il broncio;
B) Straparlare di complotti senza esibire uno straccio di prova;
C) Pregare forteforte Padre Pio e sperare in bene.
“… Ma certe cose a chi fa della falsa informazione o tiro a bersaglio non importano, specie se complice c’è l’odio, l’invidia, l’anticlericalismo ed il fanatismo omosessualista.”
Ma và a laà la cua ai asen! Guarda te chi parla di “falsa informazione”, di “tiro al bersaglio” e di odio!
Bruno Volpe! Colui che delle notizie false e/o tendenziose ha fatto il cardine del proprio lavoro!
Bruno Volpe! Colui che, per ottenere un po’ di visibilità, sostiene di aver querelato mezza Italia!
Bruno Volpe! Colui che lancia quotidianamente invettive contro questo o quello, emulo nostrano della Westboro Baptist Church!
Bruno Volpe! Colui che pretende chiarezza e scrive putinate!
Fonte degli ennesimi insulti PontifeSSi: http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/12409-se-linvidia-tortura-anche-i-ministri-di-dio-siamo-fritti-preghiamo-per-loro-e-per-i-siti-vergogna
Il tuo caro amico Foxy mi ha sinceramente commosso, mi sono spuntate due lacri
muccie, per il troppo ridere. Non resisto alla comicità di un ciuccio che si arrampi ca sul pupito, si trasforma in un Savonarola e predica l’Apocalisse.
Mi commuovono anche i suoi emeriti, per troppo merito, che se fossero ancora in carica, manco se lo ca@. Lapsus incumbit, volevo dire se lo fillerebbero.
Dunque, Foxy, approffittando della loro solitudine, li aizza, per far dire anche a loro delle putinate. Comunque mi sembra che sia sempre Foxy il mattacchione della brigata;i vecchi, si sa, sono stravaganti, talvolta anche incontinenti, ma hanno l’età come scusante, ma Foxy no, ha solo la coda di paglia ed una incipiente demenza
senile, nonostante l’ancor grigia età ed una vita inutile.
“Il tuo caro amico Foxy”
Ohé Priaupus, piano con le offese!
(scherzo ovviamente)
Scusa fammi capire, Foxy è riuscito a scrivere nello stesso brano, a poche frasi di distanza, le seguenti due frasi (che giustappongo per chiarezza)?
La Chiesa, si sa, è fatta da santi e da peccatori, nella Chiesa troviamo ogni sorta di pesci e scandalizzarsi porta solo ad un inutile moralismo
Ricordiamo che l’invidia, il rancore e l’orgoglio, sono prodotti del demonio, fanno parte del repertorio di Satana e dunque è lecito dire che Satana sia entrato nella Barca di Pietro (lo aveva detto Paolo VI)
Perchè prima chiede di non fare inutile moralismo se nella Chiesa ci sono peccatori e poi, poco dopo, fa dell’inutile moralismo citando pure Paolo VI?
Per quanto riguarda la tua affermazione: Quando Admin usa il termine “pregiudicato”, lo fa in senso linguistico non tecnico. Sono aperto a correzioni e precisazioni. Ma è innegabile la condanna di Pierro. Come hai giustamente sottolineato il ridimensionamento delle accuse non trasforma la condanna in una “quasi assoluzione”. Si tratta evidentemente di un sofisma di Brunello per addolcire la pillola al Pierro. Il risultato è tutto tranne che incoraggiante.
Ma và a laà la cua ai asen!
Posso chiederti di chiarire il significato di questa frase per il resto dell’Italia? 😉
Partendo dal fatto che non esiste una disposizione giuridica che definisce chiaramente chi sia un “pregiudicato”, tutto dipende dal contesto, dalla preparazione di chi scrive e soprattutto dalla buona fede. Foxy si rifà a quella definizione comunemente accettata dalla giurisprudenza (è pregiudicato in senso stretto solo chi è ha subito una condanna che sia passata definitivamente in giudicato). Tuttavia dal punto di vista linguistico non è nemmeno sbagliato dire che è chi ha subito una condanna penale (senza precisare ulteriormente) è un pregiudicato perchè questa è la definizione che dà il dizionario. Pertanto fra un Bruno Volpe che scrive putinate perennemente in mala fede e un Admin che fa un’imprecisione in buona fede, preferisco “assolvere” te. In fondo è un articolo per Pontifex.org, mica lo scritto del concorso per entrare in magistratura!
P.S. : Ma và a laà la cua ai asen!
Traduzione dal bergamasco: Ma vai a lavare la coda agli asini!
E’ praticamente l’equivalente del lombardo “Và a ciapà i ratt!”. Lo si uso all’indirizzo di persone che si reputano intelligenti ma in realtà talmente stupide che sono buone solo ad occuparsi di compiti insignificanti come appunto lavare a coda agli asini.
Qualcuno ha notato lo stupendo commento posto in coda all’articolo da Cielo? Al di là delle solite incoerenze (chissà perché mi viene in mente PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE), ci sono due gemme che, da sole, meriterebbero la trattazione di qualche insigne linguista. Per la precisione:
1) “avranno ciò che si meritano dal buon Dio, anche se si son fatti l’idea che Dio essendo amore li perdonerà comunque…..si c….sic….e ancora sic…”
Cosa dovrebbe significare, esattamente, “….. si c….sic….e ancora sic”? Sic, in latino, significa così, ed è la parola da cui deriva il nostro “sì”; si utilizza, a seguito di una citazione, per dire che la si è riportata tale e quale dalla fonte, senza interpolare o correggere nulla. L’unica cosa che si può dire di tutti questi sic, invece, è che si meriteberro una bella risposta a base di “non, non e ancora non!”.
Non parliamo poi del modo barbaro in cui vengono utilizzati i puntini di sospensione; che, secondo tutte le grammatiche (che, ancora, per fortuna, non contemplano le forme di cui si servono i quattordicenni per comporre i propri sms e status Facebook), non possono essere in numero superiore a tre, con diritto di apparizione solo in quei contesti in cui si lascia qualcosa di non detto perché scontato, non conosciuto, o volgare. E tu, con tutti quei puntini, cosa volevi dirci, cara Cielo?
2) “Chi vuol fare quello che vuole, infischiandosi del male che producono, non merita ne comprensione e ne misericordia ……parole sante di un altrettanto Santo Sacerdote”
Il sacerdote sarà stato anche santo (no, Cielo, non è tedesco: non bisogna scrivere tutti i nomi, anche quelli comuni, in maiuscolo. Senza considerare che “santo”, in questo contesto, è un aggettivo), ma di sicuro ha bisogno di un veloce ripasso d’italiano. Il pronome “chi”, infatti, richiede l’accordo con un verbo al singolare, e non al plurale (in italiano non esiste la “costructio ad sententiam” cara ai latini), ed infatti, giustamente, tu scrivi “vuol fare quello che vuole” e poi “merita”. Perché, allora, nella subordinata introdotta da “infischiandosi” (sorvoliamo che anche qui c’è una piccola imprecisione, ed “infischiandosene” sarebbe stato senza dubbio più adatto), passi ad un assurdo ed incoerente “producono”?
“Ne”, infine. Che, se vuoi che significhi, come credo, “e non”, va scritto con l’accento sulla e, e non nel modo in cui l’hai scritto tu; soprattutto, non va fatto precedere dalla congiunzione “e”, visto che la contiene già in sè (ripeto: “nè” significa “e non”).
Con ciò, il professore d’italiano ha finito di correggerti fraternamente. Ma io correrei via prima che, viste le idee che professi, compaia in classe il professore di educazione civica.
P.S.: Admin, se ho comesso errori di battitura, per cortesia, falli sparire. Sarebbero una vergogna, in un commento del genere! 😀