Secondo i fondamentalisti cattolici, la comunità scientifica sarebbe divisa su domande fondamentali come: gli omosessuali sono malati o no? Sono pericolosi come genitori? Secondo questi integralisti, non secondo la stessa comunita’ scientifica, visto che questa divisione al suo interno semplicemente non esiste, come mostrano i due articoli precedenti sulla ricerca medica e quella psicologica e la prima parte a questo stesso articolo sul settore educativo. Non solo non c’è alcun dibattito. Le organizzazioni professionali, occupandosi di tematiche scientifiche e sociali, hanno risolto la questione da così tanto tempo che ora si affidano direttamente ai codici deontologici per proteggere i pazienti (cioè noi) dall’abuso dei loro colleghi riconoscendo che i loro membri, soggetti a pregiudizi come tutti, possano basare su ciò le terapie anziché sulla ricerca. Questo articolo e il precedente analizzano come il settore educativo risponda alle istanze della comunità Lgbt, come le organizzazioni professionali abbiano non solo bandito l’omofobia dagli ambienti scolastici e familiari. Ma soprattutto come abbiano integrato in modo sistematico i due temi omosessualità e scuola. Nei curricula educativi, nella formazione professionale e in quella familiare. Qui di seguito lo stato dell’arte nel settore educativo a livello internazionale.
Questa e’ la seconda parte di un lunghissimo elenco di organizzazioni professionali, che all’estero sono anche scientifiche, le quali hanno gia’ preso posizione in blocco a favore dei diritti civili di gay, lesbiche, transgender, dopo un lungo dibattito e una riflessione approfondita. Non si tratta di qualche associazione contro altre. Si tratta della totalita’ delle organizzazioni professionali in quella parte del mondo dove la ricerca scientifica di carattere sociale e’ piu’ avanzata. Non e’ semplicemente un lungo elenco di enti. E’ la forza che queste organizzazioni hanno in base alla loro produzione scientifica e al semplice fatto che rappresentano la totalita’ dei professionisti di quel settore, spesso centinaia di migliaia di ricercatori. Vediamo ………
- ASCD (l’associazione che si occupa della formazione professionale del personale educativo), cioè Association for Supervision and Curriculum Development. Un gigante: 175.000 membri da tutto il mondo. Presidi, docenti, ricercatori, educatori, provveditori agli studi. Co-sponsorizzano con molti altri il volume “Just the Facts about Sexual Orientation and Youth”. Co-sponsorizzano un’iniziativa educativa nelle scuole nordamericane chiamata “No name-calling week” (ideata da GLSEN, l’organizzazione di docenti eterosessuali, gay, lesbiche e transgender). Ogni gennaio le scuole lavorano per avere un’intera settimana “priva di insulti omofobi” (le ricerche mostrano come gli insulti antigay siano ascoltati a scuola anche 26 volte al giorno, uno ogni 14 minuti). Un evento a cui aderiscono anche ASCA, ASHA, NAME, NASW, NASP, NASSP, NEA, Planned Parenthood, SSWAA e PFLAG. Nel 2004 ha cosponsorizzato il manuale per presidi “Dealing Legal Matters Surrounding Students’ Sexual Orientation and Gender identity”. E ogni anno nelle sue conferenze generali sono presenti giornate di studio su come creare classi accoglienti per studenti gay, lesbiche e transgender. Come per altre organizzazioni, anche il suo periodico ufficiale “Educational Leadership” pubblica strumenti e interventi per la promozione dei diritti degli studenti lgbt. Qua a sinistra il numero del 2013.
- ASHA (l’organizzazione per la salute nelle scuole di tutti i tipi) cioè American School Health Association. Piccola e molto rispettata. 2.000 membri da 56 paesi diversi, non solo gli Usa. È un’organizzazione multidisciplinare composta da presidi, counselor, educatori alla salute mentale, psicologi, medici scolastici, infermieri scolastici, assistenti sociali (più precisamente “social workers”, che nel sistema nordamericano sono psicoterapeuti). Co-sponsorizzano “Just the Facts about Sexual Orientation and Youth”, Promuovono “No name-calling week”. Il loro periodico scientifico Journal of School Health pubblica spesso studi riguardanti i rischi mortali per gli adolescenti Lgbt causati dal bullismo e dal clima omofobo nelle scuole. Nel 2013 un articolo sull’aiuto che una figura adulta positiva (cioè gay friendly o gay dichiarata) può portare nella prevenzione di suicidio e violenza agli adolescenti omo-bi-transgender vittime di bullismo a scuola.
- NAESP (l’organizzazione dei presidi delle scuole elementari e medie) cioè National Association of Elementary School Principals. Eh si, i presidi delle elementari e delle medie inferiori, proprio così. 30.000 professionisti che organizzano la settimana “No name-calling week” nelle loro scuole. Uno dei suoi periodici per aiutare i membri dell’organizzazione si intitola “Middle Matters”. Dovendo prendere una posizione tra bisogni educativi degli adolescenti Lgbt e campagne omofobe di limitazione delle loro libertà, i presidi hanno scelto i primi. Sin dalle scuole elementari e medie, quell’ambiente dove in Italia si ripete – avete presente – “i figli nostri li educhiamo noi eterosessuali”?
- NAIS (l’organizzazione delle scuole private), la National Association of Independent Schools. Si, l’organizzazione che raccoglie le scuole private americane, le scuole che contano, quelle che formano la classe dirigente e che guardano al profitto. Sono 1.400 istituti scolastici e organizzazioni educative che servono circa 560.000 studenti e utilizzano 120.000 tra docenti e personale amministrativo. Con standard altissimi, proprio queste scuole che si avvalgono dei professionisti più accreditati sono in prima linea a promuovere i diritti degli studenti Lgbt. Furono due accademie private, in Massachusetts nel 1988, a inaugurare quella che è diventata un colosso nazionale (e il demonio dei fondamentalisti cristiani), cioè la rete GSA, Gay-and-Straight-Alliance, gruppi di studenti etero e lgbt nelle scuole (nella sola California ci sono gruppi in 900 scuole diverse, tra medie e superiori). Ecco perché questo ente ha scelto di co-sponsorizzare “Dealing Legal Matters Surrounding Students’ Sexual Orientation and Gender identity”, la guida per i presidi. Questa è la loro politica: “Noi incoraggiamo e supportiamo le scuole nel recrutare, mantenere al loro interno e sostenere attivamente gli studenti, le famiglie, i docenti e i componenti degli staff che siano LGBT“. Da tempo in prima linea sulle questioni sociali, ad esempio nel 2008 si interrogavano come prevenire il bullismo omofobo, ma anche come supportare la genitorialità gay-lesbica. Avevano scoperto che le coppie gay e lebiche preferivano investire nell’educazionee quindi iscrivevano i figli alle private, erano più coinvolti nella vita scolastica e si aspettavano che l’ambiente educativo fosse rispettoso e supportivo, onde per cui ne nasceva la necessità di formare adeguatamente il personale scolastico.
- NAME (l’organizzazione principe per l’educazione multiculturale) la famosa National Association for Multicultural Education. Organizzazione multi-disciplinare, su base totalmente volontaria. 2.000 membri solamente, molto combattivi e conosciuti. Partecipa alla “No name-calling week”. Sin dal 2004 ha pubblicato una risoluzione sull’eterosessismo, in cui si impegna a creare ambienti educativi rispettosi e positivi per gli studenti Lgbt. Suggerisce come moltissime organizzazioni professionali PFLAG come risorsa essenziale.
- NASSP (l’organizzazione nazionale dei presidi delle scuole superiori) che sta per National Association of Secondary School Principals; 30.000 dirigenti. Che significa 30.000 scuole superiori. Già nel dicembre 2003, più di dieci anni or sono, prendeva posizione (in associazione con la gemella NASP) con un intervento dal titolo “Making School Safe for Sexual minority Students”, col fine di promuovere scuole piu sicure per studenti Lgbt attraverso la partecipazione di GSA e PFLAG come ospiti (box a destra). In seguito ha co-sponsorizzato “Just the Facts about Sexual Orientation and Youth” cosi’ come “Dealing Legal Matters Surrounding Students’ Sexual Orientation and Gender identity”. Partecipano all’iniziativa “No name-calling week”. Per sua iniziativa è nato NASC (National Association of Student Councils) che a sua volta sostiene “No Name-Calling Week“. Nelle sue pubblicazioni ci sono moltissimi riferimenti alla tematica della protezione e del sostegno degli studenti Lgbt.
- NEA (l’organizzazione nazionale più grande, diffusa e importante di docenti di ogni scuola americana) la celebre National Education Association. Oltre a cosponsorizzare “Just the Facts about Sexual Orientation and youth”, oltre ad aver copubblicato “Dealing Legal Matters Surrounding Students’ Sexual Orientation and Gender identity”, in aggiunta a promuovere “No name-calling week”, ha una lunga storia di collaborazione con l’associazione di genitori con figli gay, lesbiche e transgender PFLAG. Sostiene ufficialmente un progetto nazionale di Pflag, “Straight for equality” (letteralmente “eterosessuali per l’uguaglianza”). Sin dal 2004, nel suo periodico “Focus On” pubblicizza PFLAG e la sua guida per genitori religiosi. Ha pubblicato tre manuali educativi (qua a destra) per promuovere l’integrazione degli studenti Lgbt, la loro difesa e il loro supporto incondizionato.
- PTA (l’organizzazione di tutti i genitori americani, il corrispettivo dell’italiana Age, ma seria, reale, democratica, diffusa in ogni singola scuola in tutte le scuole di questo paese di 320.000.000 di abitanti e non di soli isterici cattolici conservatori come da noi). È la Parents Teachers Association; nessuna famiglia ne ignora l’esistenza, è alla base della stessa cultura americana. Non si può mai sottovalutare l’importanza di questo colosso composto da 22.000 associazioni affiliate. PTA è la più grande organizzazione di volontariato per la difesa dei bambini, e la più grande agenzia di coinvolgimento dei genitori nelle scuole americane. Più di 6.000.000 di genitori, insegnanti, cittadini. Fece scalpore nel 2005 la sua scelta di impedire l’accesso nel suo congresso nazionale a PFox, l’associazione di genitori omofobi (si definiscono letteralmente genitori di ex-gay e gay), preferendo invece collaborare con PFLAG.
- NSBA (l’organizzazione di tutti i consigli di istituto di tutte le scuole americane) che sta per National School Boards Association. Ogni distretto scolastico che coordina più scuole ha uno School Board, un consiglio scolastico di solito molto potente, dove i componenti sono eletti come i consiglieri comunali e i senatori. Questa organizzazione raggruppa le organizzazioni che in ogni stato raccoglie questi consigli distrettuali. Rappresenta 95.000 membri dei consigli di istituto che dirigono 15.000 distretti scolastci che a loro volta servono piu’ di 47.000.000 di studenti delle scuole pubbliche. Nel 2004 pubblicò la guida per i presidi “Dealing Legal Matters Surrounding Students’ Sexual Orientation and Gender identity”. Ovviamente ha un regolamento che vieta la discriminazione basata su orientamento sessuale e genere. Ovviamente.
La mole di materiale educativo di tipo scientifico prodotto dalla stragrande maggioranza di queste organizzazioni è straordinario. Non sono mere prese di posizione sull’onda di una moda presunta a favore dei diritti gay ma decisioni consapevoli di aderire a battaglie civili proprio a partire da ciò che la ricerca sociale ha mostrato loro. Provveditori, ricercatori, presidi di scuole superiori, medie ed elementari (si, persino quelle elementari), genitori e docenti insieme, scuole pubbliche e private, tutti ma proprio tutti aderiscono alle richieste di parità civile e legale del movimento lgbt, come negli articoli precedenti e’ stato mostrato per il settore medico e quello psicologico e psichiatrico. Aderiscono da una parte per motivi deontologici, in quanto la missione delle loro professioni è preparare bambini, adolescenti e famiglie a vivere nel mondo civile, che è laico e plurale. Dall’altra aderiscono per motivi “opportunistici”, perché psicologia e sociologia mostrano che un ambiente dove le persone si sentono libere di vivere la propria identità e specificità senza timori e nascondimenti, ciò aiuta il gruppo a crescere, a imparare a relazionarsi con le persone invece che giudicare i comportamenti. Anni luce dalla richiesta di bloccare i progetti sulla cultura delle differenze di genere e gli orientamenti sessuali dei politici italiani del 2014. Anni luce dai paesi sviluppati. Ricordiamocelo quando i fondamentalisti omofobi utilizzano gli slogan sull’educazione familiare e scolastica che secondo la loro visione misera a razzista non deve includere le tematiche Lgbtq. Se poi il bullismo esiste, è grazie alla irresponsabilità di quei delinquenti.