Il Vaticano all’Expo2015. Che dire? In effetti, si potrebbero dire molte cose. ma di primo acchito la mia prima reazione è stata una semplice confusione. Il motivo è presto detto: Esposizione… cibo… ok… ma il Vaticano cosa potrà mai c’entrare?
Vediamo che ci suggerisce il quotidiano della Cei:
«Non di solo pane… Dacci oggi il nostro pane». Si presenta con questo forte richiamo evangelico il padiglione della Santa Sede all’Expo di Milano. Il tema del cibo, del nutrimento, per il corpo e per l’anima, nell’esposizione universale («Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita», dal 1° maggio al 31 ottobre) a cui partecipano ben 145 Paesi. Quattro gli ambiti tematici proposti: «Un giardino da custodire» (la tutela del creato, con tutte le sue risorse); «Un cibo da condividere» (il valore universale della condivisione e della solidarietà); «Un pasto che educa» (per formare le giovani generazioni a una cultura della relazione umana centrata sull’essenziale e non sullo spreco consumista); «Un pane che rende Dio presente nel mondo» (la dimensione tipicamente religiosa e cristiana dell’eucaristia, della mensa della parola e del pane di vita, “fonte e culmine” di tutta l’esistenza cristiana).
Il che mi lascia ancora più perplesso. Non è granché specifico. O meglio potrebbe esserlo, ma solo se si accetta che in una Grande Opera ci sia lo spazio per la propaganda religiosa. Il che poco si abbina con ciò che è uscito dalle recenti polemiche («Fin dall’inizio abbiamo detto che non avremmo avuto un luogo di culto all’interno del sito, non è proprio nella tradizione degli Expo» disse a suo tempo l’AD dell’evento Giuseppe Sala). Ma vediamo se Avvenire ci fornisce ulteriori delucidazioni:
«L’allestimento interno del padiglione è pensato in modo da suscitare l’attenzione dei visitatori su alcuni aspetti e problemi, continuamente evidenziati da Papa Francesco», afferma monsignor Pasquale Iacobone, responsabile del Dipartimento Arte e fede del Pontificio […] Al centro del padiglione ci sarà poi un lungo tavolo interattivo. «Proporrà ai visitatori, soprattutto ai più giovani – continua Iacobone – un itinerario di scoperta dei “tavoli” della nostra vita quotidiana e del legame di solidarietà che si crea perché si possano soddisfare le diverse forme di “fame” dell’umanità». Sull’ultima parete scorreranno infine alcuni video che raccontano «quello che la carità cristiana già realizza nelle “periferie” del mondo dove manca sia il cibo sia ciò che alimenta il cuore dell’uomo: la pace, la cultura, la dignità umana».
Vorrei dire che si tratta di paccottiglia mondana (propaganda politica e religiosa insieme nello specifico), ma potrebbe dipendere dal fatto che non conosco lo svolgimento dell’evento in questione nei dettagli – e a quel che ho saputo dei ritardi nella costruzione non sono probabilmente l’unico -. Dunque vado a vedere sul sito ufficiale, per essere sicuro:
Expo Milano 2015 è l’Esposizione Universale che l’Italia ospiterà dal primo maggio al 31 ottobre 2015 e sarà il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione. Per sei mesi Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori attesi.
(Colore mio) Scremando dunque la palese auto-pubblicità, le cifre iperboliche e il tono messianico se ne deduce che il vaticano dovrebbe mostrare tecnologie per risolvere il problema dell’alimentazione nel mondo. Ma non è che la Santa Sede avrà mica tirato le regole per fare qualcos’altro? Ricapitoliamo: il Tema è mostrare la tecnologia per garantire il cibo dove non c’è, il Vaticano pubblicizza (a che titolo? Stato, organizzazione internazionale…) un itinerario di scoperta dei “tavoli” della nostra vita quotidiana e del legame di solidarietà che si crea perché si possano soddisfare le diverse forme di “fame” dell’umanità. Non so perché ma non torna… dunque scendiamo ulteriormente nei dettagli:
www.expo2015.org/it/partecipanti
Ancora nessuna risposta: vado a vedere la lista dei partecipanti e il Vaticano risulta come Paese. E d’accordo. Rimane comunque il dubbio: quale tecnologia che non sia la vuota retorica unita alle briciole dell’8×1000 (di cui chissà quale quota in traffici illeciti) potrà mai proporre il Vaticano per risolvere questo pantagruelico problema della fame del mondo?
Durante i sei mesi dell’Expo il padiglione della Santa Sede si animerà di iniziative ed eventi: il 19 maggio, giornata realizzata con la Caritas Internationalis; l’11 giugno, il National Day della Santa Sede, con un momento istituzionale e un «Cortile dei gentili»; il 5 settembre la giornata del Creato, in collaborazione con la Cei; il 27 ottobre sarà dedicato al dialogo interreligioso, a cura dell’arcidiocesi di Milano.
L’Università Cattolica Milano proporrà due momenti di riflessione: il 19 settembre («Right to food, food safety and security») e il 7 ottobre («A tavola con Dio»). E l’ospedale pediatrico Bambino Gesù (istituzione della Santa Sede) ha in programma vari incontri sul rapporto tra bambino e cibo/alimentazione. Un luogo e tante iniziative per accogliere e nutrire il cuore del viaggiatore globale di Expo.
Chiude il suo articolo Avvenire. E noialtri ancora nessuna risposta, ma ancora più domande… già, perché nella confusione alla fine risulta che le stesse autorità cattoliche facciano pubblicità più o meno esplicita all’evento:
Nel suo Breviario tedesco Brecht ironizzava: «Per chi sta in alto discorrere di mangiare è cosa bassa. Si capisce: loro hanno già mangiato!». Questa volta, però, anche coloro che stanno in alto hanno compreso che è necessario parlare di una realtà quotidiana com’è il cibo e l’Expo di Milano ne è un’attestazione esplicita. Anche a livello alto si è, infatti, consapevoli che il cavaliere nero dell’Apocalisse (6,5-6), che regge una bilancia per misurare le derrate alimentari, continua ancora oggi a correre per tante regioni del nostro pianeta ove, purtroppo, spesso convivono quelli che hanno più cibo che appetito e quelli che hanno più appetito che cibo.
Pubblicità pessima ma pur sempre pubblicità. Intendiamoci: quale pubblicitario sveglio tratterebbe di un’evento da pretese universalistiche con questo tono aristocratico? Al che la coscienza sociale potrà venire stuzzicata: ma il Vaticano, che pubblicizza la carità verso soggetti lontani, esterni, possibilmente vaghi e senza voce penserà mai a cosa accade sotto i suoi occhi? Saranno al corrente del lavoro gratis per l’evento, delle infime nuove tipologie contrattuali (con lavoratori sottopagati e precari), delle polemiche sulla cementificazione, dei giri con la malavita e quant’altro… o è solo interessata ad aggirare le regole dell’evento?
Vado alla rinfusa: partendo dalla Regione Lombardia, che ospiterà l’evento, notando il fatto che la stessa, ha avuto l’onore di essere governata da personaggi come Formigoni prima, come dire: Comunione e Lottizzazione e Maroni, al momento attuale, il leghista dal volto umano e dalla coscienza nera, visto il suo operato al Ministero degli Interni. Le prove generali dell’Esposizione, sono consistite nell’organizzazione, da parte dello stesso Maroni, del famoso convegno sulla famiglia, con Adinolfi e Costanza Miriano in prima fila ed un prete pedofilo che tutti hanno fatto finta di non aver notato e specialmente, di non aver mai conosciuto, sugli spalti: FS Mosconi, date queste premesse, io mi sarei meravigliato, se il Vaticano, NON avesse messo le sue belle zampacce sull’avvenimento EXPO’ 2015, mica del contrario..
In effetti le mie sono tuttalpiù domande retoriche…
O forse sono solo pignolo: in fondo se il convegno è stato accusato di aver abusato del simbolo dell’evento, qui si tratta del lecito fuori di ogni ragionevole dubbio.
Non avevo dubbi, Caro FSMosconi, data la tua puntuale ed esauriente esposizione e non solo da oggi, un tipo come te, non si può certo accusare di ingenuità: ho solo esposto una mia considerazione rileggendo la quale, in effetti, per come era scritta, poteva, nelle ultime parole, sembrare insinuare ciò: è successo perché non rinuncio quasi mai a ad inserire frasi apparentemente fuori contesto, nonsense, freddure e paradossi, per “condire” un po’ i miei interventi e questo mi mette spesso nei guai, perché non sempre, chi legge e non per colpa sua, riesce a capire quando scherzo o ironizzo o quando invece faccio sul serio, anzi, serissimo; colpa delle mie passate, stravaganti letture. Comunque mi scuso per il piccolo equivoco, la prossima volta starò più attento.
PS: forse, nella tua replica, dove è scritto “qui si tratta del lecito fuori di ogni ragionevole dubbio”, intendevi scrivere “illecito”? Altrimenti non riesco ad interpretare il significato della frase.
Intendevo che del convegno omofobo è stata contestata la forma ufficiale (mentre magari ufficiosamente era tutto apposto), mentre di questo fatto la formalità è inattaccabile (mentre è l’ufficiosità a destare sospetti).