Ora di religione: piccolo spazio pubblicità

Ieri sabato 6 dicembre ho accompagnato due delle mie classi al museo interreligioso di Bertinoro. L’iniziativa è partita dall’insegnante di religione ma servivano insegnanti accompagnatori.  La visita è stata interessante soprattutto perché mi ha riportato alla ribalta una domanda che mi faccio da molti anni, da quando ho iniziato a insegnare. E la domanda è: perché si deve insegnare religione a scuola? e se si deve, perché lasciamo che la Chiesa cattolica gestisca un tempo e uno spazio laico e pubblico a piacimento? Perché gli insegnanti di religione sono reclutati dalla curia ma pagati dallo Stato? Perché rinunciamo alla formazione e al reclutamento di questi insegnanti pagati esattamente come tutti gli altri? Abbiamo idea di cosa viene detto ai ragazzi durante l’ora di religione e siamo sicuri che quanto detto sia compatibile con quanto viene loro insegnato nelle materie “canoniche”? Ad esempio che cosa si dice della creazione del mondo? e di Adamo ed Eva? e dei miracoli? della transustazione? della resurrezione? Saranno cose compatibili con lo stato delle cose fino ad ora, con ciò che insegniamo loro durante l’ora di storia e di scienze?

Per rispondere a queste domande faccio un test sulla mia sventurata collega di religione durante la gita al museo interreligioso e le chiedo: credi nella creazione del mondo in sei giorni? Mi dice: veramente erano sette. Ma l’ultimo si riposò – dico io -. E lei: comunque no, penso che sia un mito, una semplificazione. E io allora: quindi accetti la teoria dell’evoluzione? E lei: sì.  Allora insisto: quindi non credi che Dio abbia creato l’uomo e la donna? E lei: no, a questo ci credo. E io: ma la teoria dell’evoluzione dimostra proprio il contrario, che tutto ciò che vive deriva da un pugno di cellule, compresi noi. E lei allora mi spiega meglio: sì, c’è stata l’evoluzione ma ci sono stati degli ‘scatti evolutivi’ e nuove ‘creazioni’ durante i millenni. E io: ma questa non è la teoria dell’evoluzione. La teoria dell’evoluzione, che in realtà ormai è una legge e non più solo una teoria, dice che siamo imparentati con tutto ciò che vive perché tutti deriviamo da un antenato comune, non più che un protozoo. E lei: allora tu pensi che noi deriviamo dalle scimmie? Io non mi sento affatto una scimmia. Io sono una persona. E io: no, guarda la teoria dell’evoluzione non dice che noi deriviamo dalle scimmie, ma che noi SIAMO scimmie, Un ramo evolutivo dell’albero frondoso della storia, come diceva Stephen Gould, o un altro evoluzionista del calibro. Lei mi guarda con compassione cristiana e mi dice: se ti senti una scimmia mi dispiace per te, io non credo di essere una scimmia. No – dico – non è mica questione di credere qui, questa è roba scientifica, c’è il DNA, è roba stradimostrata che ormai la sanno anche i muri.

Ma ormai parlo al vento, alla mia collega di religione non interessa la scienza, lei ci “crede” fino a un certo punto alla scienza. Magari vale per le bestie, ma per le persone no. E infatti se valesse anche per noi, la sua religione, nonchè il suo posto di lavoro per gentile concessione della Curia vescovile, varrebbe quanto la lira dopo il I° gennaio 2011. Dio non avrebbe creato l’uomo e la donna, non li avrebbe messi al centro del tempo e dello spazio, non avrebbe avuto per loro un riguardo particolare, non avrebbe creato più specie umane contemporaneamente per farle soccombere ad una ad una eccetto la nostra. L’esistenza dell’uomo sul nostro pianeta in realtà non sarebbe che un accidente tardivo e temporaneo nella storia dell’universo. Ma la novità è che non per questo, anche senza la promessa di una ricompensa ultraterrena, la nostra vita avrebbe meno senso e valore. “Al diavolo il tesoro. Prua verso il mare!”

32 pensieri su “Ora di religione: piccolo spazio pubblicità

  1. diegopig

    Ma ormai parlo al vento

    Quando mai non lo hai fatto?

    io non credo di essere una scimmia. No – dico – non è mica questione di credere qui, questa è roba scientifica, c’è il DNA, è roba stradimostrata che ormai la sanno anche i muri.

    Prova ad accoppiarti con un orango, vedrai che rivelazione.
    Potresti scoprire che proprio proprio una scimmia non sei, DNA o meno.

    Certo che con insegnanti del tuo calibro c’è poco da stupirsi :
    di notizie come queste

    Rispondi
    1. Gigi

      “Prova ad accoppiarti con un orango, vedrai che rivelazione.”
      Cioè, questa sarebbe la tua argomentazione? Un maestro della dialettica, non c’è che dire!

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      1. diegopig

        Io aborro la dialettica: è solo un paravento per la vacuità di pensiero.

        Il mio accoppiati con un orango è un esperimento che falsifica la teoria “l’uomo è una scimmia”.

        L’homo sapiens è un primate, non una scimmia, tanto per specificare.
        Senza contare che il significato di “essere” non è affatto limitato alle caratteristiche anatomiche.
        Così, tanto per evidenziare la pochezza di pensiero dell’autrice.

        Anche se dopo i due articoli islamofobi di Storri e il memorabile “Io sono una dipendente statale quindi l’art. 18 non mi tocca” devo dire che la pochezza degli autori di questo sito è sempre più evidente.

        Era facile splendere quando il paragone era CDP.
        Adesso che CDP non è più presente, tutto lo splendore se n’è andato.

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        1. Gigi

          Io aborro la dialettica

          E questo era già evidente dalla tua palese incapacità di esprimerti.

          Il mio accoppiati con un orango è un esperimento che falsifica la teoria “l’uomo è una scimmia”.

          Significa che una persona, per assurgere allo status di “essere umano”, deve per forza accoppiarsi con un’altra persona? Quindi chi va in bianco non è un essere umano?
          Oppure ti riferisci al fatto che accoppiandosi con un orango una persona non può procreare? Seguendo il tuo ragionamento, se ne deduce che chiunque non riesca ad avere figli non è un essere umano.

          L’homo sapiens è un primate, non una scimmia, tanto per specificare.

          Vuoi fare il precisino? Vedi di farlo bene, forse scoprirai qualcosa di interessante.
          L’homo sapiens, oltre che all’ordine dei primati, appartiene anche alla famiglia degli ominidi (superfamiglia degli hominoidea, sottordine dei haplorrhini, ecc..)
          Gli ominidi sono noti anche come “grandi scimmie” che, anche se non è una definizione tassonomica vera e propria, è di uso piuttosto comune e molti biologi, parlando ai profani, utilizzano il termine “grandi scimmie non umane” proprio per ricordare che gli esseri umani appartengono alla famiglia delle “grandi scimmie”.
          Wow! Aspetta! Questo vuol dire che quando Alessandra ha scritto “noi SIAMO scimmie” aveva ragione? Pare proprio di sì.

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          1. Caffe

            Ha ragione Diego, questa volta in versione pig; lui non è una scimmia, è ormai accertato che lui è un essere superiore, creato per gioco, dalle mani del buon Dio, in un suo raro momento di buon umore e che nessuno potrà mai classificare: le scimmie, sentitamente, ringraziano.

    2. Saverio Valente

      Non mi risulta che la teoria di Darwin sia stata dimostrata scientificamente, ha molte lacune e buchi non dimostrabili. Mi risulta, ma potrei sbagliarmi, che manchi proprio l’ anello di congiunzione fra il primo uomo sapiens e la scimmia, ad oggi non è stato trovato niente, o no??

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      1. Paolo

        Ti sbagli, ti sbagli, visto che l’evoluzione è una delle teorie più provate in assoluto. La tua frase poi sull’anello di congiunzione è un capolavoro di ignoranza assoluta visto che noi effettivamente “siamo” scimmie in quanto appartenenti alla famiglia degli ominidi, come fra l’altro già specificato in un commento precedente.

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      2. alessandrapiccinini Autore articolo

        Gentile Saverio alla riposta già data da Paolo aggiungo solo che la teoria dell’ evoluzione è assolutamente scientificamente dimostrata soprattutto da quando esiste il Dna tanto che persino la Pontificia Accademia delle Scienze l’ ha recentemente riconosciuta come valida. Insomma dobbiamo proprio rassegnarsi che le specie non sono immutabili ma in continua evoluzione. Noi compresi….

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  2. Caffe

    La religiosità è parte della natura umana, essa è nata con i nostri progenitori, al semplice scopo di trovare una spiegazione ed una risposta alle domande che spontaneamente ci vengono in mente, quando ci capita di contemplare noi stessi e l’universo che ci circonda: da dove veniamo e dove andremo a finire; come è nato l’universo ed altre quisquilie del genere. Col tempo, poi le religioni e le credenze, si diversificarono, fino a predicare tutto ed il contrario di tutto; incaricandosi in tutte le culture, perfino di stabilire le regole e le proibizioni da osservare: nacque così la morale e purtroppo, con lei, anche i moralisti, oltre che, naturalmente, la casta dei sacerdoti, i quali, dall’antico Egitto ai giorni nostri, a tutte le latitudini, si sono autoproclamati l’unico e vero tramite tra le entità ultraterrene e noi che ce le siamo inventate, sempre ansiosi come siamo, di credere in qualcosa di sovrumano; a corroborare, a provare le asserzioni di tutte le religioni, esistono un certo numero di libri sacri, detti, non a caso, “sacre scritture”, le quali, ovviamente, essendo parto della poderosa mente di Dio in persona, non possono essere messe in discussione. I millenni passano e l’uomo, inteso come genere umano, malgrado i preti di tutte le religioni, comincia a prendere le misure dell’universo ed i “primi” scienziati, sfidando come minimo la lapidazione, cominciarono a trovare e – orrore – a divulgare, spiegazioni molto più convincenti, (dai fenomeni fisici, alla nostra stessa evoluzione da creature più semplici), di quelle proposte dalle varie religioni, fino ad allora, detentrici uniche del sapere universalmente tramandato. Venendo al tema: qui in Italia, volenti o nolenti, siamo permeati dalla religione cattolica, una delle varianti del cristianesimo, il quale, se parliamo di valori positivi come la tolleranza, la vicinanza agli ultimi, compresi i criminali, e l’amore per il prossimo più in generale, indiscutibilmente, ha formato la base della nostra civiltà moderna e liberale e ispirato pensatori come Voltaire, che questo tipo di civiltà, hanno contribuito ad edificare. Detto questo, però, alzi la mano chi di noi “senza Dio” non ha mai VOLUTAMENTE” partecipato alla processione ed ai festeggiamenti per il santo patrono del Paese, visitato un Santuario od allestito un presepe o un’ albero di Natale. Queste tradizioni sono parte della cultura del nostro Paese ed io, mangia preti assatanato, non le rinnego per niente; io non butto via, con l’acqua sporca, pure il bambino, solo per far dispetto ai preti. E’ per questo che l’esposizione di un crocefisso nelle aule di una scuola o di un ospedale non mi danno alcun fastidio; mi infastidisco e parecchio, quando, con la scusa della loro fede, per esempio, politicanti cattolici, tentano di limitare od inibire in toto, il mio ed altrui diritto di vivere, senza nuocere a nessuno, come cavolo mi pare. Per l’ora di religione, nelle scuole, per me vale lo stesso ragionamento: codesta istituzione è si, un tentativo di indottrinamento, condotto a nostre spese, ma che non avrà nessun risultato tangibile, a lungo termine, come ognuno di noi ha sperimentato; se così non fosse, saremmo ormai ridotti ad una società piena di Ayatollah alla Khomeini: la penso così, per il semplice motivo che la nostra società sta crescendo e ormai trova da sola, in se stessa, gli anticorpi per resistere ad ogni offensiva clericale che vada in verso contrario alla naturale evoluzione dei nostri costumi di vita. La sempre più marcata globalizzazione di questo mondo, attraverso la tecnologia, ha portato gli strumenti di comunicazione alla portata di ogni singolo individuo: ciò può dare luogo anche a conseguenze negative, quale effetto collaterale fisiologico, come certe mode pericolose che si diffondono istantaneamente, specie tra i giovanissimi, che le cronache spesso ci raccontano; ma, alla lunga, è la stessa cultura complessiva della nostra società, quella che ne beneficia di più. In soldoni: non trovo contraddittorio, il comportamento di chi frequenta la chiesa, partecipa ai suoi riti e pretende che i figli frequentino le ore di catechismo, perché poi, giunti al dunque, sono comunque tantissimi, quelli che fanno scelte di vita ed accettano di buon grado, quelle di congiunti ed amici, anche se in contrasto con i precetti cattolici con i quali hanno tentato e tentano di nutrirci. Le nostre tradizioni, anche quelle religiose, non trovo che siano assolutamente un “male” da combattere e sono anzi, per molti, un aspetto irrinunciabile della propria vita: perché intestardirsi, in nome di una ciecamente applicata, presunta “laicità” dello Stato, a cancellarle di botto? Proprio l’altro giorno mi è capitata una cosa che mi ha fatto riflettere: giunto a tiro di due persone, fascicoli al braccio, chiaramente identificabili come Testimoni di Geova, per disimpegnarmi, apostrofai una delle due con una frase che suonava pressappoco così: “senta, non do retta a chi crede fermamente che l’universo abbia circa seimila anni, basandosi sull’albero genealogico di Gesù, percorso a ritroso fino ad Adamo, riportato sulla Bibbia, quando è provato al di sopra di ogni dubbio, che, solo nel bacino del Mediterraneo, fiorivano Civiltà relativamente evolute, già almeno diecimila anni fa!” Ne conseguì, un rapido dietro front delle due, senza ulteriori commenti se non un fuggevole sguardo di sincera commiserazione, per il sottoscritto: perché, a ripensarci, mi sento così verme? Ho realizzato che, ma lo covavo da tempo: non è il fedele, il sincero credente, di qualsiasi religione, il mio nemico; tenere occhi e orecchie ben aperte e denunciare le aberrazioni e le arroganze dei clericali, questo è l’unico imperativo che mi deve muovere, per il resto, vivo e lascio vivere…
    PS: A proposito di evoluzione; le correnti teoriche più accettate, su questo argomento, concordano su un fatto: non è esatto dire che l’uomo discende direttamente dalle scimmie, abbiamo solo uno o più antenati in comune, a partire dai quali, le linee evolutive, divergerebbero drasticamente, il che spiega l’affinità del nostro patrimonio genetico con quello degli altri primati ma lascia insoluti vari problemi, come quello di autentici “salti” nell’evoluzione degli esseri umani, la cosiddetta questione degli anelli mancanti: in questo, come in altri campi, la scienza, nella quale depongo una grande ma non cieca fiducia, ad ogni mistero svelato, ne propone altri come corollario: io col tempo, sono divenuto molto più prudente, nell’affermare che la scienza, prima o poi spiegherà tutto; una prudenza che non tutti, nei contrapposti campi, dimostrano.

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    1. Gigi

      A proposito di evoluzione, sulla questiona degli anelli mancanti (e su un sacco di altre cose) ti consiglio “Il più grande spettacolo della Terra” di Richard Dawkins, che la tratta in modo davvero esaustivo.

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      1. alessandra

        Grazie Gigi, Dawkins è uno dei miei miti. Gli anelli mancanti, intesi come gap di informazioni e dati che ancora non abbiamo, sono il fertile humus sul quale crescono le muffe dei creazionisti. Anche in Italia abbiamo un grande scienziato evoluzionista Telmo Pievani che pochi conoscono e che da anni sta combattendo una gran battaglia in favore della conoscenza e della verità (a volte purtroppo sembra invano…)

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      2. Caffe

        Gigi, ma non è che tu mi hai preso per un negazionista dell’evoluzione? Se è così hai preso un granchio, da quel che ho scritto, a meno che anche la lingua italiana sia un’opinione, si capisce che trovo la teoria dell’evoluzione sostanzialmente corretta, alla quale, però, rimangono ancora parecchie caselle da riempire: non è così? Anche il saggio a cui mi hai rimandato, deve ammetterlo, semplicemente perché tutte, ma proprio tutte, le prove del lunghissimo processo evolutivo, non potranno mai essere raccolte del tutto, ma la logica, l’osservazione dell’esistente, le prove già raccolte ed il semplice buon senso, spiegano, che le cose sono senz’altro andate così: ed io sono d’accordo, mica volevo negare l’evidenza!
        Grazie comunque per avermi “costretto” a leggere questo saggio: è veramente interessante.

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        1. Gigi

          Caffè, non ti avevo preso per negazionista dell’evoluzionismo, le tue parole erano molto chiare e infatti non le ho contestate.
          Mi sono semplicemente permesso di consigliarti un saggio che avevo trovato interessante e che parla di un argomento che avevi citato.
          Era un semplice scambio di informazioni, un po’ come quello che c’è stato tra me e Alessandra, dove lei mi ha consigliato il libro di Pievani.
          Non volevo obiettare a quello che avevi scritto, solo consigliare un libro che riempie alcune (non tutte) le “caselle” 🙂

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    2. alessandra

      Scusa Caffè ma il termine fiducia applicato alla scienza non mi sembra il più appropriato. La scienza non ci chiede sforzi di credulità nè di fiducia. La scienza afferma solo ciò che riesce a dimostrare (vedi ad esempio che la terra gira intorno al sole) e non ha mai pretese di conoscere tutto o di spiegare tutto. La scienza continua semplicemente a porsi domande e cercarne una risposta logica, razionale, dimostrabile. A volte ci riesce a volte no.
      PS: Gli scatti evolutivi non sono scatti ma solo informazioni mancanti.

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        1. Gigi

          Comprendere quello che si legge prima di citare a sproposito sembra difficile, vero?

          “Dalle correnti creazioniste proviene una storpiatura strumentale delle obiezioni sollevate dal modello degli equilibri punteggiati contro le imperfezioni del modello sviluppato nella teoria sintetica dell’evoluzione, tali storpiature mediaticamente vengono impiegate al fine di screditare l’insieme delle teorie dell’evoluzione conseguenti alle ipotesi formulate da Darwin. Tuttavia il modello degli equilibri punteggiati ed i lavori scientifici che ad esso sono legati non rimettono in causa i fondamenti della teoria dell’evoluzione di Darwin e non discutono la validità ed il ruolo della selezione. Il modello degli equilibri punteggiati non ammette la confusione tra modelli scientifici che si basano sulla ricerca, sulla sperimentazione e sulla verifica continua, con atteggiamenti di natura fideista.” http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_degli_equilibri_punteggiati#Abusi_ideologici

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      1. Caffe

        Perché, io ho affermato qualcosa di diverso? Cara Alessandra, mi sono forse espresso male, ma è chiaro che io ho una formazione positivista e molto più incline ad apprezzare la Scienza e le sue conquiste, piuttosto che il pur simpatico Branko ed i suoi oroscopi: il punto è non diventare fanatici al contrario, è prendere atto che per un mistero risolto, la scienza si ritrova ad averne altri dieci da risolvere, è tenere conto che quasi ogni scoperta scientifica può essere potenzialmente usata in modo sbagliato, è sapere che molte branche della fisica, e l’intera epopea aerospaziale, hanno potuto svilupparsi, solo grazie ai finanziamenti riservati dai vari governi, alla ricerca per fini meramente militari e strategici: con questo, ho solo rivolto un invito a tener conto dei risvolti etici che le biotecnologie e la ricerca medica, vanno a sfidare ed in sintesi, che, pur essendo io persona aperta alle novità che il progresso scientifico ci propone, capisco benissimo le inquietudini che questo solleva in ambienti molto più vasti di quel che pensi, della popolazione mondiale e che non è il caso di incentivare diffidenza e timori verso la scienza, con l’atteggiamento di chi bolla come bieco oscurantista, l’interlocutore che certi problemi se li pone. E’ questo, gratta gratta, quello che ho detto; in maniera forse troppo implicita, ma l’ho detto: positivista si, ma senza paraocchi. Tutto qui.

        Rispondi
  3. Paolo

    Un paio di appunti, per Alessandra:

    1) Tecnicamente noi non siamo scimmie bensì primati, dunque loro “cugini”;
    2) Nella scienza la “teoria” è il grado più alto che si possa avere, e dunque sorpassa anche il concetto di legge;

    e per diegopig:

    3) Il modello del Punctuated Equilibrium non è ancora pienamente accettato nè è comunque compatibile con le istanze semi-creazioniste dell’insegnante di religione.

    Rispondi
    1. alessandra

      Certo la conversazione era non più che una semplificazione. Rispondevo semplicemente alla collega che allo stesso tempo 1) negava la discendenza dell’uomo dalla scimmia e 2) affermava la “novità” dell’uomo rispetto a tutto quanto già esistente, facendo in questo modo due errori nella stessa affermazione . Infatti: 1) noi non siamo discendenti delle scimmie. Le scimmie che vediamo negli zoo sono animali moderni, proprio come lo siamo noi. Semmai noi siamo loro parenti stretti (semplificando sarebbe cioè più corretto dire che siamo noi stessi scimmie piuttosto che dire che discendiamo da loro). In realtà siamo non più che un ramo evolutivo parallelo dell “albero frondoso dell’evoluzione”. Darwin infatti aveva disegnato l’evoluzione proprio così, come un albero molto ramificato e non come una linea retta tutta finalizzata all’apparizione dell’uomo sulla terra, furba stortura clericale dell’evoluzionismo che vorrebbe salvare capra e cavoli accettando le conclusioni scientifiche ma piegandole comunque al volere divino che mette proprio l’uomo, la sua creatura preferita, al centro del tempo e dello spazio (ricordiamo il sole che girava intorno alla terra?)
      2) sulla “novità” dell’uomo rispetto a tutto quanto preesistente davvero non ho voglia di parlare…

      Rispondi
  4. Compagno Z

    Lasciando da parte per un momento le dissertazioni scientifiche, a mio parere il problema è prettamente etico-politico: si continua a prevedere nei programmi scolastici (anche se è stata resa facoltativa) l’IRC (e non venitemi a dire che in quell’ora nelle scuole si fa “storia delle religioni” perché è una cazzabubbola colossale) in virtu’ di quel pregiudizio positivo indimostrato ed indimostrabile secondo il quale tale insegnamento sarebbe necessario per formare cittadini migliori. Per avere la prova di quanto sia sbiellato questo ragionamento basta guardare a buona parte dei più anziani fra i rappresentanti più anziani della classe politico-imprenditoriale italiana: tutti cresciuti quando l’ora di religione era obbligatoria, tutti sedicenti paladini del Cattolicesimo e tutti, a vario titolo, con molti scheletri nell’armadio…

    Rispondi
    1. alessandrapiccinini Autore articolo

      Hai ragione Compagno Z, te lo dico con cognizione di causa. E poi se fosse “storia delle religioni” perchè non potrebbe insegnarla un insegnante con relativo titolo di studio proprio come fanno in Germania ad esempio? Perchè gli insegnanti devono essere selezionati dalla curia? Infatti gli alunni di religione non cattolica generalmente escono dalla classe durante l’ora di religione. La verità a mio parere è che si utilizza l’insegnamento della religione per due scopi essenziali: indottrinamento degli alunni e riempimento della scuola pubblica di insegnanti cattolici attraverso il perverso meccanismo dei punti.
      PS: sapevi che ogni insegnante di religione ci costa doppio? sì perchè in quasi tutte le classi ci sono alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica e che hanno diritto in quell’ora ad un insegnante di materia alternativa… E dire che non abbiamo soldi per gli insegnanti di sostegno e alcuni dei nostri alunni devono uscire prima dell’orario….

      Rispondi
      1. Compagno Z

        Cara Alessandra, come ben saprai, oramai non sono solo gli alunni non cattolici ad uscire durante le ore di IRC: nei licei, secondo I dati del Ministero stesso, a disertare l’ora di religione sono mediamente il 70% degli studenti. Ed proprio questo, guardando all’aspetto economico della questione, che, citando Peter Griffin, mi fa girare gli ingranaggi: visto che l’IRC ci costa 1 miliardo l’anno ma la maggior parte degli studenti non se ne avvale e considerato che l’ora alternativa è una chimera, cosa aspettiamo ad abolire questo relitto del medioevo ed a sostituirlo con un’ora in più di scienze e storia alle elementari, un’ora (immensamente più utile) di economia domestica alle medie ed un’ora di educazione civica alle superiori?

        Rispondi
        1. Caffe

          Tornando a Darwin e citando me stesso solo di striscio: LORO si stanno estinguendo da soli, perché assumersi la responsabilità di far la parte dei carnefici? I soldi in Italia, come ci dimostra la cronaca di queste ore, vengono sprecati, rubati e mal utilizzati da TUTTI; caro compagno, pensando anche a certi ambienti sindacali ed a certe cooperative: chi è senza peccato, scagli la prima pietra! Amen. Domandone da mille euro: “ci costa 1 miliardo l’anno ma la maggior parte degli studenti non se ne avvale”: ma le minoranze che hanno diritto di scegliere, sono solo quelle che stanno dalla nostra parte?

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          1. FSMosconi

            Se vuoi la mia opinione ricordo l’esistenza dell’ora alternativa all’IRC.
            O per meglio dire: ci dovrebbe essere l’ora alternativa dato che “fatalmente” molte scuole a) si rifiutano di attivarla pur con i soldi b) fanno in modo di non attivarla dirottando i soldi all’IRC (per qualche dato: http://www.uaar.it/laicita/ora-di-religione ).
            Ciò detto, sono sempre stato contrario alla giustificazione dell’ingiustizia sistematica: non è che mal comune mezzo gaudio.
            Se una data attività costituisce ingiustizia – ingerenza in questo caso – non capisco perché in nome del quieto vivere non si dovrebbe fare le proprie rimostranze. I prigionieri di Guantanamo dovevano stare zitti e muti in quanto colpevoli?

            Sulle cooperative e sindacati vorrei invece tentare di dirimere un poco di nebbia invece.
            La prendo alla lontana: mai sentito parlare di CL? Conosci la Compagnia delle Opere? Sei a conoscenza che le Coop sono il trait-d’union tra CL e l’ala destra del Pd? Sai delle azioni antisindacali (per la precisione contro i Cobas) delle Coop?
            Non penso che tenendo conto di questo si possano mettere insieme Coop e sindacati… a meno che tu non intenda quelli confederati (ad esclusione della FIOM), svendutisi dal berlusconismo in poi per manifesta impotenza.
            Che è come dire che la questione è un po’ più lunga e non è che alla fine le colpe si distribuiscano in modo proprio uguale uguale. Come potrebbe essere il carnefice anche vittima o meglio: come può pretendere il carnefice di essere vittima?

          2. Compagno Z

            Caro Caffe, io non ne sto facendo un discorso di minoranze e maggioranze. Molto più semplicemente sto affermando che, partendo dal principio che l’ora di IRC a nulla serve (se non alle gerarchie vaticane per marcare il territorio) e nel programma scolastico di uno stato laico nemmeno dovrebbe esserci, I primi ad essersi accolti di tale inutilita’ sono proprio gli studenti che quell’ora, cosi come viene condotta oggi, la disertano in massa. Se l’IRC venisse sostituita da una autentica ora di “storia delle religioni” in cui si stimolano bambini e ragazzi al confronto con altre culture, allora mi andrebbe benissimo, sarebbero soldi ottimamente spesi. In caso contrario si abolisca questo inutile baraccone che, oltre ad essere un catechismo imposto e mascherato, è anche un enorme spreco di denaro pubblico.

            Quanto alla minoranza di cui tu ti preoccupi, non credere che chi sceglie di partecipare all’ora di religione lo faccia per genuina vocazione cristiana: la maggior parte di questi lo fa per semplice pecoraggine e/o conformismo o per paura di vedersi abbassare la media dei voti (perché l’IRC non viene valutata pero’, per qualche misterioso motivo, fa media ugualmente). Ci sono poi, minoranza nella minoranza, quelli che (come il sottoscritto ed una sua compagna di classe al liceo) partecipano per il puro gusto di vedere il prete arrampicarsi sugli specchi dopo averlo messo in difficoltà con le loro obiezioni.

  5. Caffe

    A quanto pare ho scatenato un putiferio: “quieto vivere”; non è esattamente quello che intendevo ed io, il quieto vivere non so neppure cosa sia: più semplicemente intendevo dire che, se le cose non vanno bene, invece di distribuire colpe o millantare meriti, facciamoci tutti un bell’esame di coscienza; per decenni e ci ho creduto pure io, la sinistra italiana, ha vantato, rispetto alla destra, una immocolatezza, il cosiddetto “primato morale”, un preteso status che, come tutti ormai sappiamo, non era del tutto fondato, di qui il mio invito a darci una regolata e smettere di ostentare ancora, una verginità che abbiamo perso da un pezzo (la sinistra, intendo). Ricordo bene che proprio qui scoppiò una polemica sul diritto dei genitori ad educare i figli come meglio credono; il discorso riguardava più che altro le scuole private che in Italia, guarda caso, sono quasi tutte di stampo cattolico, ma possiamo allargarlo anche all’ora facoltativa di religione; le facoltà, i diritti, anche dei miei avversari, io le rispetto ed anche se dite che l’ora di religione è solo una forma di indottrinamento occulto, pagato a caro prezzo dalla collettività tutta, io dico che sono d’accordo con voi al cento per cento ma anche che una cosa non esclude l’altra, ovvero che si possano varare programmi di studio diversificati, fermo restando che matematica e storia non cambiano con la tendenza politica od esistenziale di chi insegna ed impara, per il resto, adattati alle singole sensibilità e tendenze; ci costerebbe un botto? La democrazia ed il pluralismo, oltre che la pubblica istruzione, non sono cose delle quali si contratta il prezzo: e se si deve tagliare, in base a quale criterio e soprattutto chi, dovrebbe stabilire cosa? Dobbiamo solo decidere se vogliamo veramente una scuola moderna e plurale oppure no; plurale, non devo dirvelo io, è quella cosa che accoglie tutti e non solo quelli che mi stanno simpatici. Io, dal mio canto, ribadisco che non intendo comunque privare di nessuna facoltà neppure al mio peggior nemico e questo non è certo per “quieto vivere”, è semplicemente una delle regole fondamentali che deve darsi qualsiasi Stato, se vuole essere considerato civile. Forse vi sembrerò un marziano, ma dovete capire che io da giovane poppavo Voltaire, il quale, evidentemente, da Carlo Marx, lo divide una qualche differenza..

    Rispondi
    1. FSMosconi

      Infatti non si è proposto
      a) di rendere illegale il battesimo
      b) rendere illegale il catechismo
      c) rendere illegale la comunione
      d) rendere illegale la cresima
      e) rendere illegale la frequentazione infantile delle messe
      Non lasciamoci prendere la mano. Proprio perché i cattolici hanno già questo, oltre che fior fior di scuole, licei e università cattoliche, non si capisce perché oltre al braccio si debbano prendere anche la mano. Ancor più che a pensarci bene, fatti i conti, cosa gli costerebbe in più: troppo peso portare i figli a catechismo? Perché allora farlo pagare a tutti? E se proprio devono pagarlo tutti perché solo i cattolici ne beneficerebbero?

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      1. Caffe

        Qui si parlava dell’ora di religione nella scuola PUBBLICA, cioè, quella accessibile a tutte le tasche e non di praticare riti e sacramenti cattolici in classe; per essere più chiaro e non pretendendo di spacciare le mie parole per oro colato, preciso che il mio discorso, in realtà, lo si potrebbe definire un sogno: nel sogno io vedo la scuola pubblica come una istituzione la cui offerta formativa sia la più plurale e variegata possibile; una istituzione che non impone a tutti le linee guida INFLESSIBILI di una maggioranza, utili solo a suscitare inutili dispute; una istituzione aperta alle novità in campo pedagogico, ma che non rinunci ad impartire a tutti, una base educativa comune solida, fatta di materie ed argomenti indiscutibili, come, che so, lo studio delle lingue o l’informatica. Si tratta insomma di riorganizzare tutto, coprendo anche quelle nicchie a tutt’oggi trascurate, per venire incontro alle diverse esigenze di fasce minoritarie di utenti, cercando di evitare di buttare a mare quel che c’è oggi di buono, come purtroppo avviene di solito, nelle rivoluzioni. Come corollario del mio sogno, ovviamente, tutti capiscono che, in un Paese, dotato finalmente di un’offerta formativa degna di questo nome, la quale, tra l’altro, non discrimina tra cattolici e chi, cattolico non lo è, si può poi applicare senza troppi drammi, quello che mia mamma sintetizza magnificamente quando le capita di esclamare: “chi vuole Cristo, se lo prega!”; ovvero, chi vuole proprio rincoglionire i figlioli, mandandoli presso scuole private, cattoliche o meno, SE LE PAGA; semplicemente perché non potrebbero più usare l’alibi della discriminazione dei cattolici nella scuola pubblica o quello della scarsa qualità generale di quest’ultima; allo stesso modo: non ci sarebbe più motivo che lo Stato, cioè noi, si accolli l’onere di sostenere questa sorta di istruzione parallela che è la scuola privata e dunque: che si arrangino con le rette pagate da chi vuole usufruirne! Che poi, detto tra noi: l’istruzione privata, non deve essere proprio il massimo della vita: un recente studio, che non dovrebbero essere sfuggito a nessuno, ha misurato la “somaritudine” degli studenti italiani e.. guarda guarda: i più somari sono risultati proprio quelli che frequentano le scuole private, suppongo perché, dato che sono paganti, gli studenti di queste scuole, si aspettano promozioni generose e quindi studiano con l’impegno di un bradipo; se è vero, poi, che la maggioranza delle scuole private, sono quelle ispirate dal Vaticano; fate un po voi…
        Tutto molto costoso, è vero e non potrebbe essere altrimenti, ma l’istruzione, per ogni Paese, è un settore strategico, ne va insomma del nostro futuro ed io, investendo sul mio futuro, non sarei troppo tirchio…

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        1. FSMosconi

          Ok, forse mi sono espresso male e qualcosa non si è capita. Vediamo se posso rimediare:
          non si chiede l’abolizione dell’IRC perché si vuole negare a una categoria/classe/gruppo/religione/come-vuoi-definirla il loro spazio. Il punto è proprio questo: ripeto la mia domanda:

          se proprio devono pagarlo tutti perché solo i cattolici ne beneficerebbero?

          Implicito nel discorso è che se si vuole fare questa cosa è proprio d’obbligo che valga per tutti o per nessuno. Da qui a definirla una regola inflessibile ne passa. D’altro canto servirebbe se non altro qualche chiarimento in cosa ci sarebbe di “buono” nell’IRC così com’è.

          Per il resto: lungi da me dal giustificare l’assurdità del finanziamento pubblico alle scuola private. Sono il primo a dirlo. Ciò non di meno (di nuovo) parlando di IRC non posso non considerarle dato che in queste è obbligatoria alla faccia del pluralismo e della parificazione all’insegnamento pubblico.

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          1. Caffe

            Evidentemente non brillo per chiarezza di eloquio neanche io: eppure mi pareva di aver premesso nell’ultima replica che, nel campo della Pubblica Istruzione, come stanno le cose, non sta per niente bene neanche a me ed ho solo prospettato come, ipoteticamente, dovrebbe essere riformata l’istituzione scolastica, a mio modesto avviso, per superare tutte quelle problematiche che nascono appunto, dall’ingerenza del Vaticano, negli affari, anche profani, di questa disgraziatissima Nazione, pur salvaguardando il diritto dei cattolici di rincoglionire i loro figlioli come pare a loro.

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