Buongiorno a tutti.
Da molto tempo non facevo una “rassegna stampa” delle varie pubblicazioni pontifeSSe in rete, quest’oggi (venerdì 29 novembre) mi sono ritagliato un po di tempo per farla e, con mia somma gioia, non sono rimasto deluso: la PontifeSSeria odierna (non proprio fresca, è di giovedì 28 novembre) ci viene offerta da Andrea Piccolo, articolista del blog della nostra cara amica (lato sensu ovviamente) Costanza Miriano.
L’argomento trattato dall’articolo del Piccolo a dispetto del titolo che è
IL VERO BERSAGLIO DEL MATRIMONIO OMOSESSUALE
ricalca in parte quello già affrontato dal nostro Sandro in questa sede http://pontilex.org/2013/11/la-bufala-dei-corsi-di-masturbazione-nella-fascia-deta-da-0-a-4-anni/ , ma, come vedremo fra breve, con idee decisamente più confuse, dato che sin dalle prime righe il ragionamento devia in un’altra direzione.
“Sembra quasi un fatto di costume, una moda, una normale evoluzione delle abitudini e dei comportamenti della popolazione, effetto della costante trasformazione dell’idioma e dei segni utilizzati per comunicare. D’altra parte abbiamo sperimentato tutti l’estrema fluidità del linguaggio e ne è esempio lampante quello gergale giovanile, completamente stravolto e rinnovato nel giro di pochi anni.”
E già qui uno potrebbe dire: “Si, va bene tutto vero ma che c’azzecca con il matrimonio fra persone dello stesso sesso?”
“Pertanto, le iniziative che a breve distanza di tempo si moltiplicano, che da più parti avanzano la proposta di modificare nella forma modulistica varia, sostituendo i termini padre e madre con un generico genitore lì dove apporre la firma, paiono tutto sommato stravaganze di una modernità linguistica cui dobbiamo ancora fare l’orecchio.”
Mi permetta di dissentire, caro Andrea Piccolo: da un lato noi cittadini della Repubblica Italiana troveremmo certamente singolare predisporre dei moduli per le amministrazioni e gli enti pubblici del XXI° secolo con lo stesso stile aulico & altisonante utilizzato al tempo del Regno d’Italia, ma dall’altro dette amministrazioni cambiano le diciture dei moduli tenendo conto del mutato contesto normativo e burocratico nonché per facilitarne la comprensione e la compilazione a chi della modulistica ne fruisce. Non certo per rincorrere le mode del momento…
“Dopo tutto, fa notare qualcuno, tra tanti problemi seri che dobbiamo fronteggiare, la dicitura stampata sui moduli rappresenta un formalismo trascurabile e privo di importanza.”
E, dopo questa premessa, già sento aleggiare nell’aere un gigantesco “MA”, di quelli cui ci aveva abituati il buon Volpasstren in passato…
“Tutto questo sarebbe condivisibile se si trattasse davvero di una evoluzione della lingua, ma una innovazione linguistica si sarebbe sviluppata dall’uso quotidiano popolare; poiché invece il cambiamento ha origine da figure che rappresentano una autorità, ancorchè modesta come la direzione di una singola scuola, esiste una strategia precisa e una esplicita intenzionalità. Inoltre il numero e la localizzazione di proposte apparentemente disgiunte indica una capacità di coordinamento che non è limitato dai confini nazionali.”
Insomma, detto in una parola: GOMBLODDOOOOOOOOO!!!!!!!
“Qualcuno potrebbe trovare esagerato parlare di strategia dietro l’adeguamento di un modulo, ma si possono notare delle particolarità piuttosto significative: ovunque la sostituzione avviene utilizzando i medesimi termini genitore 1 e 2;”
E quali altri termini avrebbero dovuto essere utilizzati di grazia?
“la sostituzione avviene in contesto burocratico, dove siamo solitamente più arrendevoli nel far rispettare i nostri diritti;”
Ma parli per lei, caro Andrea Piccolo! Al sottoscritto, per motivi di lavoro, capita assai spesso di mandare metaforicamente al diavolo funzionari degli enti pubblici!
“genitore non è una alternativa in “burocratese” di padre o madre, perché se un burocrate avesse voluto generalizzare la modulistica avrebbe usato termini come vicario (chi fa le veci), tutore (chi cura e protegge), delegato (chi è obbligato a un compito), la numerazione sarebbe scomparsa oppure sarebbe diventata virtualmente illimitata e mai avrebbe usato il termine genitore, che è troppo ricco di valenze sociologiche totalmente fuori controllo per una mente burocratica.”
Qui il Piccolo si esibisce in uno degli sport preferiti dai cattolici tradizionalisti: sparlare di diritto senza capirne un’acca. Infatti le alternative proposte dall’articolista creerebbero non pochi problemi dal punto di vista giuridico considerato che:
- il “vicario” (di cui lei, sig. Piccolo farebbe meglio ad andare a rileggersi il significato sul vocabolario) non esiste nel diritto italiano, si parla più genericamente di rappresentante. Un discorso simile vale anche per il “delegato” la cui esatta dizione nell’ordinamento italiano è quella di “mandatario” (con o senza rappresentanza);
- l’istituto del tutore dei minori è disciplinato dall’art. 343 del Codice Civile che recita “Se entrambi i genitori sono morti o per altre cause non possono esercitare la potestà dei genitori, si apre la tutela presso il tribunale del circondario dove è la sede principale degli affari e interessi del minore.”. Non crede, caro Sig. Piccolo, che sostituendo la dizione “genitore” con “tutore” si creerebbe un’inutile confusione?
E poi, perché sostituire con dei termini inesatti, che virtualmente servirebbero solo a creare inutili equivoci, la dizione “genitore” che, aldilà delle non meglio specificate “valenze sociologiche” di cui ciancia il Piccolo, inquadra perfettamente il complesso di oneri e doveri in oggetto?
“Altro aspetto significativo da osservare è che queste iniziative, almeno in Italia, si muovono al di fuori e prima di qualsiasi legislazione o direttiva autorevole in materia (spero si concordi sul fatto che l’auspicio di un ministro non sia ancora una direttiva); le leggi seguiranno, ma l’azione ha preceduto.”
Forse il Piccolo dimentica che le singole amministrazioni locali nonché gli enti pubblici godono di una certa autonomia nello svolgimento delle loro funzioni (ivi compresa la predisposizione della modulistica), senza alcun bisogno di aspettare che sia l’autorità (non l’autorevolezza, che non c’entra niente) centrale dello Stato ad imporgli determinate scelte.
“Molti ritengono che l’abolizione di padre e madre sia un apripista verso il matrimonio e le adozioni per gli omosessuali, ma io non condivido questo punto di vista: lo scopo non è quello.”
Anche perché parlare di “abrogazione di padre e madre” è una cazzata madornale, visto che non si aboliscono per legge le parole né tantomeno il loro significato… E, come ho già detto, non si doveva parlare del “vero obiettivo” del matrimonio fra persone delle stesso sesso? Infatti con quest’ultima frase il Piccolo afferma una cosa completamente diversa cioè che l’utilizzo dei termini “genitore 1” e “genitore 2” non è finalizzato a introdurre il matrimonio fra persone omosessuali… Comunque stiamo a sentire ‘sta incredibile rivelazione, su…
“Innanzitutto va osservato che gli omosessuali non posso essere genitori più di quanto possano esserlo gli eterosessuali, ovvero diventando papà oppure mamma.”
E che accidenti vorrebbe dire questa frase?
“Che sia secondo il modo tradizionale, con una fecondazione in vitro, un utero in affitto o qualche altra incredibile depravazione (qualcuno progetta di gestare i bambini negli uteri di maiali, e non è una iperbole letteraria),”
Ed ovviamente Andrea Piccolo si guarda bene dal citare la fonte da dove avrebbe tratto quest’ultima cazzata…
“alla fine ci sono sempre un uomo e una donna che forniscono metà del patrimonio genetico e quindi, in ultima analisi, un papà e una mamma naturali, genetici per intenderci.”
La corretta dizione sarebbe “genitori biologici” ma lasciamo perdere, và…
“Che poi questo papà e questa mamma siano gli stessi coi quali il figlio coabita è un altro discorso, per cui, se proprio vogliamo essere onesti, a fronte della compagna omosessuale della mamma naturale (caso piuttosto raro) o della nuova compagna di papà (caso indubiamente più frequente e diffuso) la denominazione “madre” o “genitore” non ci azzecca un bel niente in nessun caso;”
Quindi, seguendo questo ragionamento (ammesso e non concesso che sia un ragionamento), nemmeno i membri di una coppia eterosessuale sterile che ha adottato un minore andrebbero considerati genitori (anche se legalmente lo sono) perché non sono i genitori biologici…
“oltretutto nel momento in cui non sono più il padre e la madre a firmare, non si capisce per quale motivo le firme debbano essere due, e spero che nessuno obbietti “per non far sentire escluso o inferiore l’altro convivente” chè poi ci trovermemo a dover stabilire se sia più paritario porre le firme incolonnate o sulla stessa riga!”
Confermo quando ho già detto: il sig. Piccolo di diritto non capisce nulla. In base a cosa stabilisce che “non sono più il padre e la madre a firmare”? Anche se i genitori sono separati o divorziati la potestà genitoriale resta in capo a loro e potrà essere sostituita da quella del nuovo coniuge o compagno/a (sia esso omo o eterosessuale) del genitore naturale solo in caso di morte dell’altro genitore biologico o impossibilità di esercitare la possibilità stessa. E le firme sono due proprio perché detta potestà è attribuita dalla legge ad entrambi i genitori che la esercitano congiuntamente, non certo per puro capriccio di chi ha predisposto il modulo!
“Allora come mai continuano a proporre l’adozione di genitore 1 e 2, quando un semplice ragionamento conduce alla conclusione che non è una scelta rispettosa di quel disagio che vorrebbe celare?”
Ma ma… Quale ragionamento, quale disagio sarebbe celato? Quale è il senso logico di questa accozzaglia di parole messe lì a caso?
“Per quale motivo si vuole rimuovere il riferimento alla paternità e alla maternità mantenendo quello alla generazione, che rimane una palese impossibilità in qualunque nucleo convivente di omosessuali? Se si trattasse della pertesa forma di rispetto per i legami omosessuali avrebbero scelto altri termini; se qualcuno avesse ragionato liberamente, volendo cambiare avrebe suggerito altri termini;”
Magari perché l’esercizio della potestà genitoriale prescinde dall’orientamento sessuale dei genitori e dalla capacità di procreare. Ed io sto ancora aspettando di sapere quali sono questi fantasmagorici termini con cui si può sostituire la parole “genitore”…
“se tanti sparsi nel mondo fanno la stessa proposta irragionevole, è ragionevole sospettare che nasconda una strategia non dichiarata.”
Certo, perché tutto quello che non piace ad Andrea Piccolo è automaticamente “irragionevole” mentre l’andare in paranoia sulla base di un ragionamento svirgolato diventa un “ragionevole sospetto”…
“Ci sono fatti apparentemente non collegati che sono illuminanti sui perché:
L’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha emanato un documento di standard per l’educazione sessuale, di fatto già recepito dall’Unione Europea cui seguirà inevitabilmente l’Italia,”
Qui, oltre alla fallacia logica dell’argomentazione a catena, è presente l’ennesima dimostrazione d’ignoranza del Piccolo: L’OMS infatti non è un organo dell’Unione Europea che pertanto non ha recepito un bel nulla, il documento in oggetto è un complesso di linee-guida che nessuno Stato è costretto ad adottare.
“che, dietro la parvenza dei nobili intenti di una sessualità matura e responsabile, in concreto caldeggia una pubblica istruzione che garantisca una scoperta esplicita della sessualità, fin dagli asili nido e scuole materne.”
Per una disamina più generale del documento in questione rimando all’articolo di Sandro linkato più sopra, qui mi limiterò ad analizzare quanto riportato da Andrea Piccolo
“Magari qualche lettore ha pensato cose sconvenienti, allora mi spiego meglio: nel documento “Standard per l’Educazione Sessuale in Europa” reperibile nella versione ufficiale italiana qui: è stata stilata una matrice dell’educazione sessuale che “è un quadro di riferimento dal quale il formatore/l’educatore può selezionare gli argomenti di particolare interesse per il gruppo al quale si rivolge” (pag 33), ad esempio nella sezione 0-4 anni, per la tematica sessualità, prevede tra le informazioni “gioia e piacere nel toccare il proprio corpo, masturbazione infantile precoce” e tra le competenze “esprimere i propri bisogni, desideri e limiti, ad esempio nel “gioco del dottore”; (pag 38) essendo poi “evidenziati in arancione sono argomenti principali o standard minimi che devono essere presenti nell’educazione sessuale.” (pag 36)
Ora è chiaro che se nella scuola materna di mio figlio si azzardano a fare qualche attività che possa anche vagamente assomigliare a “educazione sessuale”, due minuti dopo sono lì a rivoltare il corpo docente dal primo all’ultimo individuo, dopo di che passo dal dirigente.”
Prima di fare una strage presso la scuola di suo figlio, magari gasando a morte i presenti con l’incenso del turibolo, si fermi un secondo, caro Andrea Piccolo, e si faccia questa domanda: “Ho capito bene quel che ho letto?”.
Decisamente no, perché (ci metterei la mano sul fuoco) è andato direttamente a leggere la matrice per cercare qualcosa che fungesse da prova per la bufala che i cattotalebani come lei stanno diffondendo da circa un decennio ovvero quella della “sessualizzazione dei bambini”. Se si fosse soffermato al capitolo “Come leggere la matrice” ad esempio avrebbe capito che non si tratta di “corsi di educazione sessuale” come quelli che si impartiscono agli adolescenti, ma una serie di indicazioni per gli educatori su come aiutare bambini e ragazzi ad approcciarsi a certi argomenti, senza forzarne precocemente in alcun modo gli atteggiamenti ed il comportamento perché, come scritto più sopra, a pagina 22 del documento, “Gli adulti attribuiscono un significato sessuale al comportamento sulla base della loro esperienza di adulti e talvolta hanno molta difficoltà a vedere le cose con gli occhi di un bambino o di un ragazzo. Tuttavia è essenziale adottare la prospettiva di bambini e ragazzi“.
“Ma se io invece di essere il padre sono soltanto genitore, posso ancora rivendicare il diritto-dovere di decidere l’educazione da impartire a mio figlio?”
Ah, quindi l’utilizzo del termine “genitore” su di un modulo impedirebbe ad un uomo di adempiere ai propri doveri di padre cioè di… genitore? Non si è reso conto dell’immensità di questa idiozia mentre la scriveva?
“Genitore 1 e genitore 2 non hanno la finalità di introdurre matrimonio e adozioni per gli omosessuali ma piuttosto il contrario, mentre la comunità omosessuale sembra prestarsi quale pedina inconsapevole alle mire di un progetto totalitario. Anche il caso del bambino dato in affidamento alla “coppia gay”, in ultima analisi non è un problema in quanto apripista per le adozioni omosessuali, ma in quanto affermazione di una autorità che può decidere arbitrariamente qualunque cosa, a prescindere da qualunque buonsenso e in dispregio del diritto di chiunque.”
Anche se mi sfugge quale sia esattamente il diritto messo in pericolo dal gombloddo degli stampatori di moduli che si riuniscono nottetempo nel cimitero di Praga…
“Per scalzare la famiglia tradizionale, fanno leva sulle unioni omosessuali, ma al totalitarismo non interessa niente né degli uni né degli altri; la sola cosa importante è mantenere il controllo assoluto sulla educazione e sul percorso di maturazione dell’infanzia, per garantirsi generazioni di sudditi obbedienti e remissivi.”
Allora avete capito? Quei kattivoni della Ka$ta del NWO non useranno più le scie kimike per controllarci ma dei moduli trattati con il tapìa tapìoco della supercazzola kosì dove non ci chiamano “padre e madre” ma “genitore 1” e “genitore 2” che poi noi ci sconfondiamo e dobbiamo passare tutto il giorno a guardarci nelle mutande per ricordarci se siamo il papà o la mamma e loro intanto sostituiscono la sana ignoranza cattolica con cose assurde e massoniche tipo matematicastoriaegeogràfia! GOMPLODDOOOOOOOOO!!!!!
“Esagerazioni? Vaneggiamenti?”
Non avrei potuto descriverlo con parole migliori!!!
“In Francia già si tengono convegni dove relatori molto vicini a chi sta organizzando la legge famiglia, il passo successivo al matrimonio per tutti, propongono di separare genitorialità e relazione coniugale in modo che i bambini fin dalla nascita, giusto passato il tempo dello svezzamento, alternino la residenza in cui vivono ( anche l’audio ma tutto in francese).
Pensate un attimo che il numero di bambini con sei mesi di età che ha i genitori separati è praticamente zero; poi pensate a cosa stanno veramente dicendo che vorrebbero fare dei nostri bambini.”
Questa proposta di legge interesserebbe ovviamente solo per i bambini che hanno genitori separati o divorziati in modo che i bambini possano meglio relazionarsi con entrambi, facendo prevalere così il ruolo di “genitore” (con gli annessi obblighi e responsabilità) su quello di coniuge. Il tutto nel maggiore interesse dei minori. Ma se in un video, quello a cui si riferisce il Piccolo, i noti pataccari della Manif pour tous hanno detto che è una cosa sbagliata allora sarà certamente così no? Guai a farsi un’idea per conto proprio… (per il link andate direttamente all’articolo di Andrea Piccolo)
“La prossima volta che ti fanno osservare che cambiare padre in genitore è un formalismo e non si vede perché fare difficoltà, rispondi che se è un formalismo può restare così com’è adesso.”
E mi raccomando ricordatevi anche il cappellino di stagnola così la CIA non può leggervi il pensiero!!!
“E scusate se ho concluso dando del tu…”
Guardi Andrea Piccolo, vista la marea di cazzate che ha scritto in precedenza direi che l’aver dato del tu è l’ultimo dei suoi problemi…
Fonte della nuova rivelazione gombloddista: http://costanzamiriano.com/2013/11/28/il-vero-bersaglio-del-matrimonio-omosessuale/
Direi che hai spolpato il pollo con chirurgica maestria, Compagno..
Qualcuno avverta la scuola materna del figlio del Piccolo: niente disegnini con api e fiori, per caritá!
Troppo buon@, O vessatissim@!! Buona parte del lavoro del lavoro l’aveva già fatta da sé Andrea Piccolo, slogandosi il cervello nel costruire questo arzigogolo di nonsense!!
Se è per questo non è che l’unica cantonata che hanno preso sul sito della sottomeSSa http://costanzamiriano.com/2013/11/26/gli-psichiatri-usa-sdoganano-la-pedofilia-da-malattia-a-orientamento/
Marea di fesserie sapientemente smontate.
La signora Miriano, abitualmente, da molto spazio a sciocchezze di tal sorta.
In tema di omosessualità: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/12/02/news/congedo_matrimoniale_per_il_prof_gay_l_universit_dice_s_alla_sua_richiesta-72543425/
Preparo i pop corn per le risposte della stampa cattolica
Volete ridere (per non piangere)?
Eccola li:
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/12/12/miriano-giornalista-tg3-aborto-va-proibito-gay-geneticamente-modificati/257901/