La necessità dell’anti-antifascismo o la necessità di qualche Campari (& De Maistre) in meno?

anpiHo sempre saputo dell’esistenza (purtroppo) del fascismo e dei fascisti e dell’azione (encomiabile) dell’antifascismo e degli antifascisti. Non sapevo che esistesse anche una terza categoria: “l’anti-antifascismo”. Di “necessità dell’antifascismo” scrive Federico Catani sul blog Campari & De Maistre. «L’Italia è il Paese degli enti inutili»: sentenzia Catani che – dopo aver espresso il desiderio di «chiudere alcune procure, come quella giacobina di Milano» arriva dritto al cuore del “problema”. «C’è un’associazione italiana che andrebbe sciolta subito, senza pensarci tanto: l’Anpi, ovvero Associazione Nazionale Partigiani d’Italia»: è determinato Catani a scagliarsi contro l’Anpi ma forse confonde ente (presumo “ente pubblico”) con associazione. Gli enti sono usati dalla pubblica amministrazione (e finanziati con soldi pubblici) per perseguire interessi pubblici mentre le associazioni (come l’Anpi) è l’unione privata di più persone per uno scopo comune e si autofinanziano. Il diritto di associarsi è garantito addirittura dall’articolo 18 della Costituzione secondo cui «I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale». Quindi il desiderio di Catani – laureato in Scienze Politiche alla Luiss e giornalista pubblicista – si scontra con uno dei principali articoli della nostra “Magna Charta”: nessuno può sciogliere un’associazione a meno che i suoi fini non siano vietati dalla legge. Non risulta che questo sia il caso dell’Anpi.
Ad ogni modo è speranzoso l’esperto Catani: «Certamente, il tempo gioca in mio favore e per forza di cose i cosiddetti eroi della cosiddetta Resistenza a breve lasceranno questo mondo. Ma siccome siamo in Italia e a chiudere bottega non ci pensa nessuno, nemmeno il presidente della bocciofila vicino casa mia, non vorrei veder sopravvivere ai suoi stessi fondatori simile organizzazione». Purtroppo sarebbe bastato dare un’occhiata al sito dell’Anpi per accorgersi che «Oltre ai partigiani e a chi ha combattuto contro i nazifascisti» possono essere ammessi all’associazione «coloro che, condividendo il patrimonio ideale, i valori e le finalità dell’A.N.P.I., intendono contribuire, in qualità di antifascisti, (…) con il proprio impegno concreto alla realizzazione e alla continuità nel tempo degli scopi associativi, con il fine di conservare, tutelare e diffondere la conoscenza delle vicende e dei valori che la Resistenza, con la lotta e con l’impegno civile e democratico, ha consegnato alle nuove generazioni, come elemento fondante della Repubblica, della Costituzione e della Unione Europea e come patrimonio essenziale della memoria del Paese». Insomma Catani si deve rassegnare: l’Anpi gli sopravviverà.
Ad ogni modo Catani, da giornalista serio e scrupoloso, ammette la sua conoscenza sull’Anpi: «Tra l’altro, non mi interessa e non so quanto costa l’Anpi e come sia strutturata». Di solito quando scrivo ho solo ed esclusivamente una regola: mi informo prima di buttare giù due righe.
Comunque le argomentazioni del blogger ex Luiss sono a prova di bomba: «Non è tanto questo il problema. So solo che è un’entità rossa come il fuoco dell’inferno e che ogni tanto rompe le scatole con la sua solita retorica da quattro soldi cui purtroppo in molti continuano a credere». Come poter smontare un ragionamento tanto valido ed argomentato? Impossibile.

Catani si cimenta successivamente ad affrontare la dolorosa vicenda dell’eccidio delle Fosse Ardeatine ed ovviamente lo fa con l’occhio distaccato dello storico. Scrivendo di «inutilità e, anzi, (…) dannosità del tristemente celebre attentato di via Rasella» sostiene che «i responsabili di quell’atto (che tutto fu tranne un’azione di guerra, come invece da sempre dicono i reduci partigiani) hanno ucciso, senza alcun motivo e senza alcuna valenza strategica, un gruppo di poliziotti militari altoatesini, niente affatto pericolosi». Il pensiero di Catani è molto coraggioso e direi quasi controcorrente e soprattutto contro molte sentenze passato in giudicato. Ad esempio la prima sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 1560/99 affermava per la prima volta in sede penale la natura di legittimo atto di guerra dell’attacco di Via Rasella rifacendosi inoltre al decreto legislativo luogotenenziale n. 194 del 1945 che ha inserito tra gli atti di guerra ogni «operazione compiuta dai patrioti per la necessità di lotta contro i tedeschi e i fascisti nel periodo dell’occupazione fascista».
Per lo stesso motivo il 7 agosto 2007 la Cassazione ha confermato la condanna al risarcimento nei confronti del quotidiano Il Giornale per diffamazione ai danni di Rosario Bentivegna. Interessante leggere quali elementi furono ritenuti diffamatori. Nell’articolo era stato scritto che il Battaglione “Bozen” fosse costituito interamente da cittadini italiani, mentre per la Cassazione «facendo parte dell’esercito tedesco, i suoi componenti erano sicuramente altoatesini che avevano optato per la cittadinanza germanica». Insomma non erano «poliziotti militari altoatesini» come scrive Catani ma membri dell’esercito tedesco a tutti gli effetti.
Nonostante Catani scriva che erano «niente affatto pericolosi» per la Cassazione erano «soggetti pienamente atti alle armi, tra i 26 e i 43 anni, dotati di sei bombe e “machine­pistolen”».
Per lo stesso motivo la Corte di Cassazione il 22 luglio 2009 ha condannato il quotidiano Il Tempo che aveva definito gli autori dell’attacco di Via Rasella come «massacratori di civili» mentre per la Cassazione quello di via Rasella fu «legittimo atto di guerra contro il nemico occupante». Insomma purtroppo il pensiero di Catani è smentito da diverse sentenze della Corte di Cassazione ma ovviamente c’è da credere che ha ragione il bravo Catani.
Comunque per Catani «questo episodio è l’ennesima dimostrazione di come l’antifascismo becero e militante sia ancora più vivo che mai in questo nostro Paese». E per fortuna: aggiungerei io.

Comunque Catani ha le idee molto chiare: «Ma il bisogno di un uomo forte c’è eccome(e non è necessario sia un novello Luigi IX che ci guidi alla crociata, né un nuovo zio Benito che ci porti allo sbaraglio o ci faccia fare ginnastica obbligatoria tutti i sabati, anche perché io, non avendo il fisco, in tutta franchezza non ho molta voglia di fare la guerra). Magari, visti i tempi tristi che viviamo, rispuntasse un Caudillo cattolico per l’Italia. Magari si potessero riprendere alcuni elementi di quei regimi che, unici negli ultimi duecento o trecento anni, hanno garantito l’ordine naturale e la regalità sociale di Cristo (lotta alla massoneria, messa al bando del comunismo, difesa della famiglia, divieto di aborto e divorzio, confessionalità dello Stato, attenzione alle questioni sociali)!». Ma magari anche no direbbe il vostro affezionato Conte di Cagliostro.

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47 pensieri su “La necessità dell’anti-antifascismo o la necessità di qualche Campari (& De Maistre) in meno?

  1. Compagno Z

    «Ma il bisogno di un uomo forte c’è eccome(e non è necessario sia un novello Luigi IX che ci guidi alla crociata, né un nuovo zio Benito che ci porti allo sbaraglio o ci faccia fare ginnastica obbligatoria tutti i sabati, anche perché io, non avendo il fisco, in tutta franchezza non ho molta voglia di fare la guerra).»

    Insomma Catani è il solito ducetto da tastiera…

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    1. Wallace

      una sola domanda: ma voi progressisti lo siete solo nelle idee? Aggiornare la grafica di questi blog tristanzuoli, ferma più o meno al 2003 no eh.. sfido poi che vengono a leggervi in 13

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      1. Cagliostro Autore articolo

        Caro mio, mica siamo come la Chiesa che può rivolgersi a colossi come Saatchi & Saatchi o assoldando artisti come Ennio Morriconi con costi – per le loro campagne pubblicitarie – che si aggirano sui nove milioni di euro.

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      2. Caffe

        Premesso che io sono un semplice utente di questo sito e che non parlo a nome di quelli che questo sito lo hanno creato e lo portano avanti, per il solo e puro piacere di farlo: mi rivolgo a te, Wallace: devi aver pazienza, con noi; a parte le scarse risorse, dobbiamo per forza, limitare l’attrattiva estetica di questo blog, perché, se già così poco accattivanti, riusciamo comunque, ad attirare frotte di cretini “anti progressisti” come te, non oso pensare a cosa succederebbe, se migliorassimo, stilisticamente, il look di questo blog; perché vedi, le nostre forze sono così limitate, che non riusciamo a spernacchiare più di tre cretini alla volta e già così, ci divertiamo moltissimo, perché cambiare? A proposito di cretini e di siti fichi: vai a dare un’occhiata a quelli di Radio spada e ad Azione Kathechon, presumibilmente, ideologicamente, a te più affini: essi appaiono, anche ad un occhio ben disposto, lugubri come obitori e dai contenuti stupidi come una zappa; cosa dovresti dire di loro? Grazie della visita, comunque, e torna a trovarci: qui, chiunque si può presentare, commentando gli altrui interventi, con una argomentazione che sia decente, anche se molto discutibile e non proprio aderente alla linea politico-culturale di questo blog; linea peraltro, abbastanza variegata, in genere, ma graniticamente omogenea, se gli argomenti trattati riguardano la difesa dei diritti umani e civili di chiunque, compresi i detenuti per crimini non abbietti, venga perseguitato e discriminato, per un qualsiasi motivo, su questo schifo di pianeta. Qui non siamo polli allevati in batteria, non siamo tutti uguali, anzi; dunque, se non ti fermi solo alle apparenze estetiche, storcendo il nasino delicato e tranciando (pre) giudizi sprezzanti su chi non conosci; troverai qui, sempre, qualcuno disposto ad interloquire con te, perché, a parte il look, l’apparenza dimessa non significa assenza totale di sostanza e viceversa, qui ci piace discutere liberamente, su tutto: puoi dire altrettanto, senza arrossire, di quei siti dotati di effetti speciali, che tanto ti piacciono?

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  2. alessandra piccinini

    “garantire la regalità sociale di Cristo e…..la confessionalità dello Stato”
    Ma qua ci sono gli estremi per un ricovero coatto

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  3. Faggot

    Una disambiguazione credo sia necessaria. Quando si parla di anti-fascismo non ci si riferisce tanto al fascismo del ventennio mussoliniano, quanto piuttosto a tutte quelle “associazioni o movimenti che perseguono finalità antidemocratiche, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista.” (Legge n. 645 del 1952)
    Insomma, sembrerebbe proprio che fare del sano anti-fascismo significhi anche fare dell’anti-catanismo. Catanismo che, ricordiamolo, propone di: “chiudere alcune procure, come quella giacobina di Milano”, di sciogliere subito l’ANPI, senza pensarci tanto, di mettere al bando il Comunismo, l’aborto, il divorzio. E naturalmente di ripristinare la confessionalità dello Stato.
    Dimmi come la pensi e ti dirò chi sei.

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Non ho capito quesa parte: «Quando si parla di anti-fascismo non ci si riferisce tanto al fascismo del ventennio mussoliniano, quanto piuttosto a tutte quelle “associazioni o movimenti che perseguono finalità antidemocratiche, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista.” (Legge n. 645 del 1952)».. Da quando le associazioni antifasciste perseguirebbero finalità antidemocratiche? Lasciamo perdere il terrorismo rosso ovviamente.

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      1. Paolo

        Intende dire che l’antifascismo odierno per forza di cosa non contrasta certo con il regime del ventennio, bensì con i nostalgici neofascisti attuali (o fascisti del terzo millennio come preferiscono farsi chiamare, anche se in realtà differiscono ben poco da quelli del secondo).

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  4. giux

    .. Sono d accordo… Anche no!:):) stato confessionale? Eretici e gay al rogo? E si ricorderanno pure di usare il finocchio? Povere piante:) invece ginnastica obbligatoria tutti i giorni tre volte al di mi sta bene:-)http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_good.gif

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    1. Caffe

      Caro Giux,comprendo la tua predilezione per il salutismo, ma io non renderei obbligatorio, per legge, nulla, una volta raggiunta, ovviamente, la maggior età; nemmeno quello che sappiamo essere benefico per la salute, a meno che non si tratti di profilassi idonee alla prevenzione della propagazione di massa di pericolosi contagi: la vaccinazioni per i bambini o l’obbligo di frequenza scolastica, ad esempio, data questa premessa, restano un obbligo doveroso da assolvere, dato che si tratta di tutelare la salute ed il diritto all’istruzione, di persone terze, rispetto a noi stessi, e legalmente ed anche praticamente, incapaci di autodeterminazione: quante volte il pupo, inconsapevole delle conseguenze, si rifiuta di mandar giù lo sciroppo o di andare a scuola? Per gli adulti incapaci di intendere e di volere, vale la stessa cosa. Questo ragionamento da luogo ad interessanti considerazioni: io sono favorevole all’eutanasia, l’obiezione più ovvia dei contrari a questa “soluzione dolce”, tira in ballo la possibilità di possibili abusi, da parte di persone interessate o l’affermazione, in Italia, di politiche eugenetiche, allo scopo di far fuori, legalmente, chi non rispetta certi canoni minimi, per essere tollerato da quel tipo di società. Di qui la necessità, osteggiata così ferocemente da cattolici ed atei devoti, di creare l’istituto del cosiddetto TESTAMENTO BIOLOGICO, primo, dirimente passo verso l’approvazione di una legge che regolamenti e legalizzi l’eutanasia. Il testamento biologico, come sanno tutti, è un atto personale, attraverso il quale, nel pieno possesso delle facoltà mentali e in buona salute fisica, regolarmente accertati, ciascuno indica, la propria effettiva volontà in caso, non fosse più in grado di decidere egli stesso, del suo ultimo passo. Quanta ipocrisia, in questa posizione dei baciapile bempensanti; lo sanno bene che, istituito il testamento biologico, non ci saranno più scuse, per non approvare una seria legge sull’eutanasia. Io ero già a conoscenza di certe realtà, ma ora che le sto toccando con mano, mi rendo ancor meglio conto, di quanto sia feroce ed ottusa questa posizione clericale : ormai da mesi mi trovo in un centro di riabilitazione post trauma, il quale ha annessi, tra l’altro, un reparto geriatrico ed uno per cure palliative: è da mesi che assisto a scene angoscianti, fatte di urla di paura e ribellione di malati in preda da anni, di dolori indescrivibili e coscienti di non avere più nessuna possibilità o di quei pazienti, ormai regrediti allo stato infantile da devastanti malattie mentali, tipiche dell’anzianità molto avanzata, che rantolano flebili lamenti, nei loro letti e tutt’intorno, il desolante senso di impotenza di chi, familiari e dottori, non possono farci nulla. Quanto volte ho sentito, a partire dai miei cari:” voglio campare cento anni, ma non, se ci devo arrivare in queste condizioni…” ; il senso comune, con buona pace dei cattolici militanti, è d’accordo con me, anche se, una legge che unisca rigore e misericordia, questi figli di dio, non potranno mai accettarla. Eppure lo sanno tutti che, a volte, una mano pietosa, col tacito assenso di familiari ed amici, se ne fotte di bolle ed encicliche papali e pone fine, dolcemente, a questo scempio, restituendo a quelle povere membra doloranti, una dignità perduta da anni. Anche in questo momento, da un reparto vicino, odo distintamente una voce di donna anziana che urla, ad intervalli regolari “MAMMA!”: anche per questo, quando incontro un prete, sono io, quello che si fa il segno della croce.

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      1. Claudio

        Parole santissime Caffe, anzi ti rimando (visto che giocoforza non c’hai molte distrazioni:) alla seguente discussione che ebbi sul beneamato sito che ospita il Catani
        http://www.campariedemaistre.com/2012/09/testamento-biologico-io-tifo-per-bersani.html

        eutanasia a me ricorda il ‘progetto eutanasia’, ma il testamento biologico e’ doveroso, e chi si oppone a mio avviso di due una; o non ha mai praticamente meso piede in un ospedale, o al posto della testa e del cuore si ritrova il culo. Che siano poi correligionari miei e’ ancor piu’ terrorizzante….
        Rimettiti!

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        1. Cagliostro Autore articolo

          Scusate di solito non intervengo a riprendere i commenti altru ma credo che il tema “eutanasia” sia parecchio off-topic rispetto al tema di questo post ed è oltretutto un tema forte. Se lo ritenete opportuno posso anche ripostare un articolo che avevo scritto sulle differenze tra suicidio assistito, eutanasia attiva, eutanasia passiva e testamento biologico.

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          1. Caffe

            Hai ragione, Cagliostro, volevo rispondere solo con una battuta scherzosa al commento di Giux; purtroppo, a me succede spesso, sono, incorso in una divagazione che mi ha portato lontano dal tema proposto dal tuo post, posso solo dire di non averlo fatto deliberatamente e comunque, me ne scuso.

          2. Claudio

            sorry Cagliostro, e che e’ un tema che mi interessa parecchio quindi si, mi interesserebbe ovviamente leggere l’articolo….

  5. Remo

    Insomma: la lotta sì, ma tra un porno e l’altro comodamente seduto davanti al pc di casa (chissà se c’ha pure la comoda incorporata nella poltrona?).

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  6. Nonnaccio

    Per la serie revisionismo I love you… questi futili tentativi di infangare la resistenza ci sono sempre stati, non c’e’ da meravigliarsene… per fortuna sono facilmente riconoscibili e smascherabili dopo poche righe, basta cercare alcuni indizi di solito sempre presenti come la parola comunisti o comunismo 😀 Per il revisionista doc i partigiani erano solo la brigata Garibaldi, dimenticandosi per ignoranza o malafede che tra chi fece parte della resistenza c’erano anche per esempio i socialisti, i liberali, i repubblicani, i monarchici, gli anarchici, il disciolto partito d’azione e pensa un po’, persino i democristiani…
    Per come la vedo io, specialmente in questi tempi di crisi dove storicamente tende sempre a ripetersi una maggiore affermazione dei partiti appartenenti alla destra piu’ estrema (come si e’ gai’ visto in grecia) l’essere antifascista dovrebbe essere stampato sulla carta d’identita’, giusto per riconoscere a colpo d’occhio le persone mentalmente svantaggiate dalle altre 😀
    Per chi fosse nei paraggi ricordo che domani sera al museo Casa Cervi di Gattatico, in provincia di Reggio Emilia ci sara’ la storica pastasciutta antifascista, chi vorra’ partecipare chiaramente sara’ il benvenuto.. a patto che non sia nero, ovviamente non di pelle ma di cuore 😉

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    1. Nonnaccio

      Le foibe, nella maggior parte dei casi per come vengono ricordate non sono altro che la dimostrazione di quanto i simpatizzanti del ventennio sappiano la storia fino a meta’, quella che a loro fa piu’ comodo ovviamente 😉

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  7. pao

    Ma sentitelo lui! Luigi IX no.. zio Benito no ( che il nostro Catani non c´ha piú il fisico! )..Hitler non l´ha nemmeno considerato …
    Trovato! Ci vorrebbe un bel “Caudillo cattolico”…eh si, uno che ci liberi dal comunismo, costringa le donne a figliare e con divieto di divorzio che sennó´le mezze seghe come lui restano sole! “confessionalità dello Stato, attenzione alle questioni sociali…” , e olio di ricino, autostrade e lager per i dissidenti.
    A elementi come questo verrebbe voglia di mettergli una pistola in mano e aprirgli le porte delle Cattedrali!
    Invece, noi che siamo creaturine sensibili, raccogliamo il suo disperato grido d´aiuto..si, sei un fallito, non c´hai ne l´etá e ne´il fisico. Scommetto che inveisci contro il divorzio perché hai paura che tua mogliescappi via!(se non l ha ancora fatto). Logico che hai bisogno di un papá Caudillo che ti risolva l´esistenza..ma quei tempi sono passati e faremo di tutto perché non tornino mai piú. Rassegnati e torna a cuccia, niete Caudilli cattolici in vista, bamboccione!http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cool.gif

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  8. Emilio Campodonico

    Non intervengo nel dibattito: il fascismo e’ durato solo 20 anni, l’antifascismo 4 volte tanto; mi permetto di consigliare la lettura di 2 testi che possono aiutare a capire meglio la resistenza: Roberto Beretta – Storia dei preti uccisi dai partigiani – Piemme anno 2005 e Giampaolo Pansa – Il sangue dei vinti -Sperling & Kupfer Editori – 2003 ( e volumi seguenti dello stesso Autore). Buona lettura e sana riflessione.

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    1. admin

      Ma di cosa stiamo parlando?
      La risposta ad un errore non può avere una scadenza.
      Se il fascismo è stato un errore (e spero che nessuno qui abbia dubbi al riguardo), la reazione al fascismo non può avere una data di scadenza.
      Per le letture: la storia di Pansa è nota. Le polemiche che circondano le sue opere, pure.
      http://it.wikipedia.org/wiki/Giampaolo_Pansa
      Inutile infierire.

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    2. Caffe

      Gentile signor Emilio, lei non vuole intervenire in questo dibattito, ma, di fatto, lei lo ha un poco rinfocolato, dando così a me il pretesto di dire la mia, in proposito; di questo le sono grato. Io sono un antifascista, ma non di facciata e nemmeno quello che si beve tutta la retorica che, sull’antifascismo in generale e sulla resistenza in particolare, ogni venticinque aprile mi tocca ascoltare; prima di essere linciato mi spiego meglio: il fatto che noi ci siamo tolti dai piedi il regime fascista, io la ritengo la cosa migliore che si accaduta all’ Italia dal Rinascimento in poi; ma ormai è appurato che vi furono atrocità commesse anche dalla parte “giusta”, cioè la nostra e da parte dei nostri alleati anglo americani: questa constatazione, però, è stata come scoprire l’acqua calda, tanto fosse ovvia e plausibile: non è mai esistita una guerra “pulita”: il contesto bellico è quello più adatto allo scatenamento degli istinti più bassi della bestia che è in ciascun essere umano, come in una solenne sbronza permanente, impegnato per prima cosa a salvare la pelle, se possibile, poi, per la convenzione di Ginevra, si vedrà. Gli effetti “collaterali” sono sempre stati, naturalmente, in qualsiasi guerra moderna, numerosi e sanguinosi; approfittare poi, del far west di una guerra civile, come fu quella italiana, dopo l’otto settembre, in assenza di un potere capace di prevenirli, per regolare vecchi conti e perpetrare miserabili vendette, anche se, con gli oltre vent’anni di odiosa dittatura fascista, alcune di queste vendette, non c’entravano nulla, non ci voleva certo la fantasia malata di Pansa, per figurarsele; qui, le associazioni partigiane, per quanto benemerite, qualcosina da chiarire, ce l’hanno sicuramente. Non dimentico mai, però, che di questo bagno di sangue, da una parte e dall’altra, fu responsabile oggettivamente e unicamente la dittatura fascista, la quale, con oltre un ventennio di piccoli e grandi infamie commesse, sparse i semi dei futuri regolamenti di conti e fece la bestialità, (felice circostanza, vista a posteriori), di imbucarsi, al seguito del folle ex caporale austriaco, pregustando rivincite storiche e conquiste territoriali a buon mercato, in una guerra mondiale, per la quale, non eravamo nemmeno lontanamente attrezzati. Tornando ai giorni nostri, la cosa migliore, sarebbe ammettere, per ciascuna parte in causa, la propria parte di nefandezze commesse a suo tempo, archiviarle per la gioia degli studiosi, come una delle tante pagine della nostra storia e ricominciare a vivere come un paese civile, come fece la Germania nel dopoguerra; ma noi, un paese civile, non lo siamo forse stato mai. Non dobbiamo dimenticare cosa furono Nazismo e Fascismo, ma neanche il fatto, che non furono soltanto loro ad insanguinare le varie contrade del mondo nell’ ultimo secolo: la storia la scrivono i vincitori? Bene, io sono contento di stare da quella parte, il passo dell’oca non fa per me, mi sembra che lei, signor Emilio, non lo sia altrettanto, essendo lei, probabilmente, dalla parte dei vinti; come vede, io le mie riflessioni su quel periodo le ho fatte serenamente, ho qualche dubbio che lei, piuttosto che riflettere, covi un certo risentimento per come sono andate le cose, avrà certamente i suoi buoni motivi, ma mi dia retta: il suo revisionismo sulla storia patria, all’atto pratico, lascia il tempo che trova; quel che è stato è stato, se ne faccia una ragione.

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      1. Emilio Campodonico

        Lungi da me l’idea di riscrivere la Storia, noi Italiani, da sempre, siamo pronti a salire sul carro dei vincitori ( anche prima del Rinascimento…): per chi volesse capire il nostro dna nazionale, basti pensare a Piazzale Loreto a Milano: li’, gli “antifascisti” si dilettarono a sputare sui corpi dei vinti e a dare loro calci addosso, solo una domanda: quei gloriosi “vincitori” che sputavano su dei cadaveri dov’erano stati fino al 25 luglio 1943? Forse sotto il balcone di Palazzo Venezia a gridare ” Viva il Duce?”. In Italia, e lo dico con rammarico, nonostante la crisi attuale, solo le fabbriche di camicie potrebbero far risorgere la nostra economia, perche’ noi Italiani siamo sempre pronti, e lo saremo ancora, a cambiarla, se non altro prendendone un’altra con un colore diverso. Mi permetto solo di aggiungere che la fantasia di Pansa non e’ malata, come lei dice, perche’ basa i suoi racconti sulle testimonianze dei sopravvissuti. Un dato che e’ numerico, ma solo fino a un certo punto: i 130 Sacerdoti uccisi dai partigiani, dal 1944 al 1947, soprattutto nel triangolo della morte in Emilia Romagna, erano tutti stati collusi col Regime? Li chiamavano di notte , con la scusa di assistere dei moribondi, poi quei vigliacchi li massacravano. Per non parlare poi delle foibe. Grazie per l’attenzione. Cordialita’.

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        1. Caffe

          Gentile signor Emilio, mi pare di averlo detto forte e chiaro, che di nefandezze, nella guerra civile italiana del quarantatrè, ne furono commesse da entrambi le parti; piazzale Loreto è una di quelle cose delle quale un paese dovrebbe solo vergognarsi; io non salgo sul carro di nessun vincitore: se fossi già nato a quell’epoca ed avessi avuto l’età per farlo, il fucile, so benissimo, contro chi l’avrei puntato. Io prendo atto che il fascismo ha perso e noi abbiamo vinto (con l’aiuto decisivo degli alleati, grazie al cielo). Io sono convinto che tutte le bestialità accadute, non solo a quel tempo, hanno avuto origine unicamente dall’avvento del fascismo e per sua diretta conseguenza. Gli innocenti uccisi durante quei concitatissimi mesi, se lo ficchi nella zucca, sono morti perché in Italia, con il fascismo si sono perpetrati in un ventennio, tante di quelle infami, piccole e grandi ingiustizie, che, alla resa dei conti, hanno prodotto la scia di morti “innocenti”, che noi sappiamo. Questo comprende anche il clero, che, come sempre, un colpo al cerchio ed uno alla botte, grazie al Concordato, col fascismo del ventennio, erano come culo e camicia; forse non tutti quei religiosi, massacrati erano collusi col regime e anche se lo fossero stati, io esecro comunque queste ignobili esecuzioni, ma comprendo come, in quel clima avvelenato, certe cose potessero accadere. Concordo con lei che la sbornia fascista abbia preso molti italiani (nella mia famiglia, manco uno e ne sono orgoglioso), che osannarono il duce per aver dato loro l’illusione di aver riacquistato la propria dignità di Nazione, dopo le umiliazioni subite nel primo dopoguerra. Era tutto un bluff e se ne accorsero in pochi, quando si era ancora in tempo. I rigurgiti fascisti attuali, che si auto giustificano, citando le morti “dei vinti” per darsi una sorta di legittimazione postuma, mi fanno ridere, se morti innocenti vi furono e ve ne furono, fu solo per colpa del fascismo e dell’infame regime da esso costituito in Italia. Pansa, può darsi che intervisti sopravvissuti, ma curiosamente, solo di quelli che corroborano le sue tesi: io da qualche mese, ho modo di parlare spesso con gente ultraottantenne e, prima di loro con i miei poveri nonni materni ed altri anziani: non mi risulta che ci fosse stata, a quel tempo, una caccia scientificamente pianificata e metodicamente attuata, al fascista o al collaborazionista; gli episodi atroci che pure vi furono, sono più l’opera di pochi cani sciolti, che purtroppo, fecero tanti danni, in un tempo, non dimentichiamolo, di caos generalizzato, quando le armi, oltretutto, si potevano procurare molto facilmente. Per quanto riguarda le stragi delle Foibe,(io ho vissuto qualche anno a Trieste e, da sottufficiale delle trasmissioni, ho installato, qualche volta, l’impianto di amplificazione per le periodiche commemorazioni, alla foiba di Basovizza), esse furono, anche e soprattutto, dovute a violente tensioni etniche locali, esasperate negli anni, proprio dal nazionalismo fascista ed eseguite da un’altra dittatura, quella comunista di Tito, il quale, in vista delle trattative di fine guerra, voleva assicurarsi un certo vantaggio contrattuale nelle stesse; i fatti sono comunque atroci ma in guerra, come ho già detto, queste cose accadono. Sarebbe ora che tutti tirino fuori le nefandezze commesse, ci si metta una pietra sopra e cominciassimo a vivere come si fa in un paese civile; in Germania lo fecero, a suo tempo e senza la palla al piede delle reciproche recriminazioni, lo vediamo tutti, ciò che sono diventati: sveglia italiani! La guerra è finita!

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          1. Cagliostro Autore articolo

            Solo un semplice commento: io di Piazzale Loreto non mi vergogno affatto. E’ stata la naturale reazione di un popolo messo in ginocchio da Mussolini e dai suoi scagnozzi. Mussolini è stato sputato e preso a calci? Mi sembra francamente un male minore rispetto a tutto il male che ha fatto (personalmente non ho mai conosciuto mio nonno perché morto nella guerra di Grecia). Esporre Mussolini alla folla era più che doveroso per far vedere che il Paese stava voltando pagina ed alle volte i popoli voltano pagina solo uccidendo i dittatori: inutile nasconderselo. Se ha ricevuto qualche sputo non mi sembra un grosso problema: sempre troppi pochi rispetto a quanto ne meritava quell’assassino. Inoltre è stato issato proprio per renderlo visibile alla folla ed allontanarlo dalla folla. L’unico errore che fecero i Partigiani è stato quello di non bruciarne il cadevere e disperderne le ceneri: e nessuno mi venga a parlare di rispetto di morti o di sentimento di pietà anche verso la sua famiglia. Non ne ho affatto. Per quanto riguarda i fatti commessi dopo il 1945 non mi nascondo dietro un dito: se avessi subito un’angheria durante la guerra da parte di qualche fascista (e ne sono state subite tante) ed avessi avuto la possibilità di regolare i conti durante quel periodo travagliato non avrei pensato tanto a prendere un fucile ed a farmi giustizia da me. Quindi – per favore – non giudichiamo le reazioni (diverse dalle azioni) commesse in quel determinato periodo storico con l’ottica di chi ha avuto la fortuna di nascere e crescere (grazie ai partigiani) in un periodo di pace. Onore ai Partigiani!

        2. Paolo

          “noi Italiani, da sempre, siamo pronti a salire sul carro dei vincitori ( anche prima del Rinascimento…)”

          Per curiosità, me la spiegherebbe questa frase, in relazione appunto al periodo storico ?

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          1. Emilio

            Occorrerebbe troppo tempo, per citare i vari esempi di…passaggio di campo, ma e’ sufficiente leggere un testo di storia per le Superiori ( consiglio il Saitta, anche se un po’ datato, perche’ non e’ di destra) : fermandoci solo al XX secolo, senza risalire al Rinascimento ( o lei forse voleva dire Risorgimento? ) , basti ricordare che abbiamo iniziato due guerre mondiali avendo degli alleati, contro i quali abbiamo poi combattuto ( vincendo solo nella prima guerra mondiale): piu’ voltagabbana di cosi’? Per cio che riguarda invece il Ventennio sarebbero utili i volumi di Renzo De Felice, con la sua rivisitazione storica del Fascismo , o anche Ruggero Zangrandi ( di sinistra) con i suoi due volumi sul Ventennio, Buona lettura.http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_mail.gifhttp://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_mail.gif

  9. Caffe

    Caro Cagliostro, qualsiasi esecuzione, compresi quelle di dittatori sanguinari, Mussolini come Gheddafi e Saddam Hussein, così efferata e feroce, a me mette sempre sgomento: cosa ci differenzia dai tiranni sanguinari, se ci comportiamo come loro? Capisco il desiderio di vendetta di coloro che sono stati vittime di questi criminali o legati strettamente ad esse, ma sono fermamente convinto che i diritti umani vanno garantiti comunque, anche a quelli che li hanno calpestati per primi; solo così, possiamo arrogarci il diritto di giudicare e punire, secondo Giustizia, i colpevoli di tali crimini; questo discorso dovrebbe valere, a maggior ragione, anche per i normali criminali che invece, qui in Italia, vengono trattati peggio delle bestie da macello. Tornando ai nostri defunti dittatori, l’esecuzione sommaria di questi criminali, oltretutto, ha fatto di loro, dei martiri, per i loro seguaci, come sappiamo bene, qui da noi, fornendo loro gratis, l’alibi per continuare a portare avanti un’ideologia senza senso; avrai seguito il discorso di questo signor Emilio, beh, se tieni le orecchie bene aperte, tra le chiacchiere da spiaggia, in ufficio o al bar, saprai che sono in tanti a pensarla come lui. Capisco il tuo risentimento, quindi, caro Cagliostro, ma per me l’espressione: “nessuno tocchi Caino”, rappresenta quella sottile linea che separa la barbarie dalla civiltà, confondere la vendetta con la giustizia, non fa parte dei miei principi e se ci pensi bene, non dovrebbe far parte nemmeno dei tuoi. Per il resto, anche io ho affermato che, se mi fossi trovato nelle condizioni di dover reagire alla tirannia, avrei saputo bene, dove puntare il mio fucile, ho affermato che certi eccessi è normale che si verifichino in queste condizioni; le mie divergenze da te, consistono praticamente solo nel fatto che tu rivendichi con orgoglio, un atto che fu solo inutile barbarie; io, che, travolto e coinvolto dagli eventi, probabilmente avrei partecipato all’operazione di appendere il duce per i piedi, di tutto avrei provato, a posteriori, tranne che l’orgoglio di avervi partecipato.

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Gentile Caffe,
      mi rifaccio al pensiero di Beccaria contenuto in “Dei delitti e delle pene”. Secondo l’illuminista la pena di morte è ammissibile nel caso il cui il condannato “quando anche privo di libertà […] abbia ancora tali relazioni e tal potenza che interessi la sicurezza della nazione; quando la sua esistenza possa produrre una rivoluzione pericolosa nella forma di governo stabilita”. Quindi è più importante la vita di un dittatore sanguinario o la legittima aspirazione di un popolo di trovare pace e democrazia? Per me la vita del dittatore passa in secondo piano in questo caso.
      Nel caso di Mussolini possiamo pensare che la sua esistenza in vita avrebbe potuto avere effetti destabilizzanti? Credo proprio di sì visto il successo politico di neofascisti nella storia repubblicana degli ultimi sessant’anni. Per lo stesso motivo venne previsto l’esilio per i membri di casa Savoia. Per gli altri dittatori che hai citato (Gheddafi, Saddam Hussein, etc.) non mi pronuncio visto che non ho un’idea chiara se sia stato meglio ucciderli o meno: nel caso di Mussolini non ho nessun dubbio. La sua esecuzione è stata giusta ed utile così come l’esposizione a Piazzale Loreto: il popolo doveva sapere che giustizia era stata fatta per voltare pagina soprattutto per evitare illazioni sul destino di Mussolini.
      Per il resto l’esecuzione di Mussolini non è stata affatto sommaria ma rispondeva ad un decreto del Clnai del 25 aprile.
      Discorso diverso per i criminali detenuti nelle carceri italiane le cui condizioni sono lontanissime dall’essere considerate umane.

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        1. Cagliostro Autore articolo

          Caro Caffe,
          bella domanda la tua. Metto subito le cose in chiaro: credo che Claretta Petacci non dovesse morire. Nonostante la Petacci e la sua famiglia fossero stati molti vicini a Mussolini non credo che abbiano avuto colpe tali da meritare la morte. Detto questo non posso neanche condannare chi la uccise (a differenza di Mussolini non uso il termine “esecuzione”) soprattutto perché – come ben sai – ci sono ancora alcuni punti non chiari sulla morte di Mussolini. Quindi, non sapendo come si svolsero i fatti, mi è difficile condannare chi la uccise.
          Detto questo bisogna sottolineare che la Petacci seguì Mussolini durante la sua fuga in Svizzera accettando in questo modo i rischi di quell’azione. Non dobbiamo dimenticare che un ultimatum del 19 aprile del Clnai prevedeva la fucilazione per chi non si fosse arreso. Probabilmente la Petacci non conosceva tale ultimatum ma sembra che dei partigiani che intercettarono la colonna di automezzi con cui viaggiava Mussolini le offrirono una via di resa che lei rifiutò. Non intendo affermare che tutto questo fosse un motivo per meritare la morte (al contrario di Mussolini) ma inevitabilmente anche lei non fece molto per evitare quel tragico destino.
          Infatti non dimentichiamo che il 25 aprile Mussolini incontrò nella sede dell’arcivescovado il prefetto di Milano ed una delegazione del Cln. Le sorti della guerra erano ormai ben chiare e l’Italia era ormai completamente liberata. A Mussolini venne proposta la resa incondizionata (non vedo cos’altro avrebbero potuto offrire) in cambio dell’incolumità per lui ed i suoi familiari ma la rifiutò. Non riesco a capire come mai non venne arrestato immediatamente ma questo resta uno dei punti oscuri di quel periodo. Insomma di possibilità di salvezza ne vennero date anche a Mussolini e – anche per questo (ma non solo) – non mi scandalizzo di certo per la sua esecuzione e per Piazzale Loreto.
          Non dimentichiamo che – oltre alla possibilità di resa per Mussolini – i familiari di quel sanguinario dittatore vennero salvati, ricevettero la salma del loro congiunto ed ebbero la possibilità di fare della sua tomba non un luogo per un privato ricordo familiare (come sarebbe stato giusto e comprensibile) ma – molto più irrispettosamente – un luogo dove fare apologia di fascismo: anche per questo sono convinto che la morte di Mussolini sia stata giusta e l’errore sia stato non disperdere le ceneri. Inoltre non dimentichiamo che – a sottolineare che non c’è stato nessun accanimento – i figli di Mussolini ebbero tutti la possibilità di realizzarsi professionalmente. Il figlio Romano divenne un affermato pianista jazz (e sposò Anna Maria Scicolone, sorella di Sofia Loren da cui ebbe la famosa Alessandra), Anna Maria Mussolini divenne una conduttrice radiofonica alla Rai, Vittorio Mussolini divenne uno sceneggiatore e produttore cinematografico. Figura a parte quella di Edda Mussolini (Ciano). Della nipote di Mussolini, Alessandra, credo non ci sia molto da dire che già non sappiamo. Insomma non mi sembra proprio che ci sia stato un particolare accanimento (in altri Paesi sarebbero stati esiliati) e se errori ci furono, avvennero a causa della particolarità di quei giorni. Forse io e te non avremmo saputo fare di meglio. Scusa per la lunghezza della risposta.

          Rispondi
          1. Caffe

            Non hai proprio nulla da scusarti, gentile Cagliostro, se parliamo di prolissità, al mio confronto, tu sei un dilettante; anzi, perdona il mio colpo basso di citare la Petacci, riguardo Piazzale Loreto; a costo di sembrare lo scemo del villaggio, ribadisco quanto segue: sono perfettamente conscio che, in una guerra accadono fatti terribili, ma, a volte, essi vengono in certe condizioni di caos generalizzato e vuoto di potere, tipico delle guerre civili, perpetrati anche dai “buoni”; ho anche detto che la responsabilità unica ed esclusiva, morale e materiale, di quanto accaduto, è del fascismo e dei suoi gerarchi, che hanno di fatto, innescato la reazione a catena che ha prodotto quei tragici avvenimenti. La punizione per quanto accaduto, quindi, è da considerarsi sacrosanta e doverosa; noi divergiamo dai modi: tu stesso hai detto che, in certi episodi ci sono lati oscuri, mai chiariti pienamente; nessuno mi toglie dalla testa che Piazzale Loreto, (e non solo), oltre che una inutile barbarie, fu anche decisamente deleteria dal punto di vista tattico e storico, in vista di una successiva riconciliazione nazionale, a meno che tu non giudichi giusto sterminare, coi gerarchi, anche qualche milione di italiani, i quali, in buona fede, senza macchiarsi di alcun crimine, aderirono al fascismo. Questi veleni, ammorbano tuttora il nostro presente e sarebbe ora di chiudere tutte queste diatribe, invitando i protagonisti superstiti, a mo di seduta psichiatrica, con la promessa dell’immunità, a tanti anni da quei fatti, a svuotare una buona volta, tutto il sacco delle rispettive malefatte, non per mettere in galera qualcuno, ma per collocare finalmente, una bella pietra sopra a quei tragici fatti, togliere ai nostalgici qualsiasi alibi ai loro deliri e cominciare finalmente a vivere come un paese normale, purtroppo, un discorso del genere riguarderebbe solo singoli individui, dubito che partiti ed associazioni, laverebbero pubblicamente, i loro panni sporchi.

          2. Cagliostro Autore articolo

            Caro Caffe, condivido ogni singola parola di quanto tu hai scritto soprattutto nella parte (che io ho dimenticato di sottolineare) che i fatti terribili realizzati anche da quelli che giustamente consideri “buoni” sono responsabilità esclusiva del fascismo. Questo è quanto anche ribadiva il Clnai che, in un comunicato subito dopo la fucilazione di Mussolini, ribadiva che “Dell’esplosione di odio popolare che è trascesa in questa unica occasione da eccessi comprensibili soltanto nel clima voluto e creato da Mussolini, il fascismo stesso è l’unico responsabile” sottolineando anche l’importanza che “tali eccessi non abbiano più a ripetersi”. Perciò lo stesso Clnai se da una parte stigmatizzava quanto avvenuto a Piazzale Loreto dava la colpa esclusivamente al fascismo: il tuo punto di vista coincide con quello del Clnai.
            Secondo te Piazzale Loreto è stato dannoso per una successiva riconciliazione nazionale. Non so che dirti a riguardo. Faccio mie le parole dello storico Alessandro Cutolo secondo cui “Con i se non si fa mai la storia, e nessuno può dire con serietà quello che sarebbe avvenuto ove la storia non avesse camminato come effettivamente ha camminato”.
            Per quanto riguarda la pacificazione io son d’accordo con te però ad una condizione: è importante che si ribadisca – senza se e senza ma – che il fascismo era il male assoluto e Mussolini un dittatore sanguinario. Al momento questa condizione la vedo molto lontana.

  10. Caffe

    Del fascismo si può approfondirne tutti gli aspetti, signor Emilio; a partire dalla sua rivisitazione del corporativismo di origine rinascimentale, cui fa riferimento già la chiesa (Rerum Novarum del 1891) e preso come modello di organizzazione sociale ed economica del regime, per superare la lotta di classe tra marxismo e capitalismo, del quale portiamo tuttora il peso, con le nostre caste, dai medici ai magistrati, potentissime e virtualmente intoccabili. Il fascismo cercò di rinnovare la società italiana con metodi perlomeno discutibili: per esempio, effettuate le sacrosante bonifiche delle zone paludose, specialmente nel Lazio, “invitò” (il termine più consono sarebbe “deportò”) su quelle terre, veneti e friulani, per coltivarle, arrivando a fondare una città, Littoria, che Dio perdoni l’Italia, la città più brutta che sia mai stata costruita. Il fascismo tentò anche di dotare di un certo welfare state, la provinciale Italia; costruì ospedali, ponendone i costi a carico dei comuni per aumentare il consenso e ponendo le basi per l’enorme, vorace macchina della sanità italiana e l’onnipotenza dei vari “baroni” di medicina. Costruì anche le prime autostrade: insomma ci provò; ma va notato quanto segue: i benefici, se ve ne furono, furono appannaggio soltanto delle classi medio alte, i miserabili, tali restarono, per tutto il ventennio; la politica aggressiva del regime e le conseguenti sanzioni internazionali, dovettero sciropparsele solo le classi subalterne. Insomma, se rimaniamo a quanto fin qui detto, Mussolini non fu molto peggiore di Berlusconi, il quale, pure ha avuto parole d’elogio, per il mascelluto predecessore: quello che veramente ha caratterizzato il fascismo, tanto da legittimare una legge che colpisca duramente ogni singola persona o movimento che ad esso si richiami, è stato il regime di polizia asfissiante, invadente ed onnipotente di cui si era dotato, per stroncare ogni possibile opposizione, è stata la scellerata alleanza con il pazzo per eccellenza, che ci ha trascinato a varare le infami leggi razziali ed a partecipare, nel nostro piccolo, alla vergogna che fu l’olocausto degli ebrei. Per un “posto al sole” non esitammo a commettere autentici genocidi nel corno d’Africa, per procurare un impero a questo nostro Re “Sciaboletta” da operetta. Per lo stesso motivo, aggredimmo Grecia e Albania. Convinto Mussolini, che la guerra lampo che Hitler aveva scatenata, avrebbe ben presto, assoggettato l’intera Europa, egli si aggregò, entusiasta, desideroso di conquiste territoriali a buon mercato, al carro tedesco, col risultato di scaraventare l’Italia in quell’immenso tritacarne che fu la seconda guerra mondiale. La fine della stessa, portò, dopo l’otto settembre, ad una autentica guerra civile in Italia, nella quale furono commesse nefandezze da una parte e dall’altra: ma la colpa, se lo ficchi bene nella sua durissima capoccia, fu solo ed esclusivamente del fascismo, che innescò la miccia che portò a tutti i disastri successivi; il nocciolo è tutto qui: fascismo? No, grazie: tutti i revisionismi possibili ed immaginabili, non cancellano minimamente nessuna delle vere, innegabili infamie, delle quali fu responsabile il partito fascista: con le pagine dei bei libri dei quali lei ci consiglia la lettura, per quanto mi riguarda, lei può anche nettarcisi le chiappe.

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  11. Paolo

    “Occorrerebbe troppo tempo, per citare i vari esempi di…passaggio di campo, ma e’ sufficiente leggere un testo di storia per le Superiori ( consiglio il Saitta, anche se un po’ datato, perche’ non e’ di destra) : fermandoci solo al XX secolo, senza risalire al Rinascimento ( o lei forse voleva dire Risorgimento? ) , basti ricordare che abbiamo iniziato due guerre mondiali avendo degli alleati, contro i quali abbiamo poi combattuto ( vincendo solo nella prima guerra mondiale): piu’ voltagabbana di cosi’? Per cio che riguarda invece il Ventennio sarebbero utili i volumi di Renzo De Felice, con la sua rivisitazione storica del Fascismo , o anche Ruggero Zangrandi ( di sinistra) con i suoi due volumi sul Ventennio, Buona lettura.”

    Mio caro, inutile che mi citi i testi delle superiori con aria da saputello quando studio storia con la media del 30 netto.
    Riguardo alla questione Rinascimento o Risorgimento, LEI ha scritto proprio Rinascimento: adesso non si ricorda manco più quello che scrive lei stesso ? Siamo messi bene.
    Se lei avesse prestato un minimo di attenzione avrebbe notato che la mia era una domanda ironica e che ho parlato esplicitamente di “periodo storico” (e se lei ha scritto Rinascimento e io ho scritto Rinascimento, quale periodo storico potrà mai essere ?) , ma siccome lei o per sbaglio o per ignoranza non ha saputo rispondermi la ripeto: è in grado di illustrare la sua tesi, non citando libri a casaccio (chiunque è in grado di procurarsi una bibliografia, anche su wikipedia) bensì con argomentazioni circostanziate e precise, in relazione a fatti storici ben determinati ? Fatti storici che, preciso, possono essere prima o dopo il Rinascimento da lei citato, ma tralasciando l’età contemporanea i cui avvenimenti conoscono anche cani e porci ?

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