Alla fine gli slovacchi (ma alla fine tutti gli Europei) avranno la loro croce: sulle monete da due euro per commemorare il 1.150/o anniversario della cristianizzazione della terra slovacca ci sarà l’effige dei santi Cirillo e Metodio con l’aureola e la croce.
Proprio per la presenza dei due santi c’era stato un lungo braccio di ferro con la Commissione europea che, a seguito alle proteste di alcuni Stati membri, aveva chiesto di rimuovere i simboli religiosi: per questo motivo la moneta sarà messa in circolazione a luglio con due mesi di ritardo rispetto al previsto.
La contrapposizione avvenuta tra l’Europa e la Banca nazionale slovacca per la presenza dei due santi sulla moneta commemorativa è solo l’ultima di una serie di discussioni sul ruolo della religione all’interno dell’Unione Europea.
Come riporta il New York Times, Stanislav Zvolensky, l’arcivescovo cattolico di Bratislava, era terrorizzato quando, tre anni fa, era stato invitato a Bruxelles per discutere di misure contro l’Unione europea e si stupiva addirittura che gli era stato permesso di indossare il suo crocifisso.
La pace si è interrotta l’anno scorso quando la Commissione europea aveva chiesto alla Slovacchia di rimuovere l’effige dei due santi dalle monete commemorative da due euro: c’è da aggiungere che sarebbe stato difficile la rimozione dei due santi perché la rievocazione riguardava proprio l’arrivo dei monaci bizantini Cirillo e Metodio in Slovacchia 1.150 anni fa per cristianizzare la regione.La decisione della Commissione europea aveva suscitato la dura presa di posizione dell’arcivescovo di Bratislava Zvolensky: «C’è un movimento in seno all’Unione europea che vuole la totale neutralità religiosa e non può accettare le nostre tradizioni cristiane». Lo stesso arcivescovo si lamentava di come crescesse in Europa il secolarismo militante mentre l’unico elemento comune tra i 28 Paesi della Ue diversi tra loro per cultura, lingua ed economia fossero proprio i secoli di cristanizzazione.
Se la religione è stato un elemento unificante attualmente sembra invece dividere gli Stati più secolarizzati dell’Europa occidentale da quelli in cui sono ancora forti le radici cristiane: secondo un sondaggio di Pew Reseach Center la maggior parte di coloro che non professano nessuna religione sono in Olanda (42,1 per cento), Belgio (29 per cento), Francia (28 per cento), Svezia (27 per cento), Lussemburgo (26,8) e Germania (24,7) mentre i più cristiani sono i rumeni (99 per cento), i maltesi (97 per cento), i polacchi (94,3) ed i portoghesi (93,8 per cento). Percentuali simili per italiani e slovacchi: rispettivamente l’83,3 e l’85,3 per cento della popolazione si definisce cristiana.
In tutta Europa le forze laiciste si contrappongono ai fondamentalisti cristiani: le prime accusano il timido laicismo dell’Unione europea mentre i secondi vedono nell’Europa unita un “agente di Satana”. A queste critiche il funzionario della Ue Katharina von Schnurbein, responsabile Ue per il dialogo tra gruppi laici e religiosi, tiene a far giungere al New York Times la sua smentita: «Vi posso assicurare che la Commissione europea non è l’Anticristo».
In tutta Europa non mancano i segni del passato cristiano: chiese (ora principalmente vuote), monasteri ed accenni a Dio in molti inni nazionali (compreso quello italiano). La stessa bandiera dell’Unione (dodici stelle su campo blu): Arsène Heitz, il suo disegnatore, si sarebbe ispirato all’iconografia cristiana della Vergine Maria. C’è da dire anche che nel Trattato di Roma del 1957 e negli altri trattati che hanno portato alla nascita dell’Unione europea non c’è stata mai nessuna menzione di Dio o del cristianesimo mentre ufficialmente le dodici stelle su campo blu «simboleggiano l’ideale di unità, solidarietà e armonia tra i popoli d’Europa».
Le critiche alla presenza dei due santi nella moneta commemorativa slovacca sono venute sia da Paesi fortemente secolarizzati che da altri in cui non è netta la separazione tra Stato e Chiesa. La “laica” Francia (in cui il concetto di laicità è talmente forte che si pensa addirittura di istituire un’ora di “morale laica” a scuola) criticava la presenza del simbolo religioso nella moneta slovacca perché – essendo l’euro moneta circolante in tutta Europa – avrebbe avuto valore legale anche in Francia. La Grecia, dove Stato e Chiesa sono strettamente intrecciati, ha anche protestato perché considera i monaci di origine greca Cirillo e Metodio come parte del proprio patrimonio e non accetta che la Slovacchia se ne appropri.
Questa disputa è stato un vero pretesto per le forze politiche critiche all’Unione europea che è stata accusata di essere in mano alle forze di sinistra: «Ho bisogno di esprimere un sospetto grave e inquietante: che l’UE è sotto il controllo di Satana o Satanismo», ad esprimersi in questo modo è stato Rafael Rafaj del Partito Nazionale Slovacco, un partito nazionalista di estrema destra. In effetti chi non vedrebbe nell’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi l’immagine di Satana?
A parte queste bizzarre idee non mancano i fondamentalisti cristiani che considerano l’Unione europea come un prodotto di Satana ed usano testi biblici per provare che dissolvendo i confini nazionali si avvicina l’apocalisse.
Satana o meno, nel corso degli ultimi anni c’è stato un cambiamento nell’opinione pubblica europea e la questione è stata affrontata da Lucian Leustean, uno studioso della britannica Aston University ed autore del libro “Representing Religion in the European Union: Does God Matter?”. Il ricercatore parte da alcuni dati di fatto: la partecipazione alle messe è in calo in tutta Europa così come il numero dei credenti. In Gran Bretagna, secondo un sondaggio dello scorso anno, sempre più persone credono negli extraterrestri che in dio mentre nell’Unione europea nel suo insieme, secondo un sondaggio del 2010, circa la metà della popolazione crede in dio rispetto ad oltre il 90 per cento negli Stati Uniti.
I segni che la secolarizzazione nel vecchio continente stia avanzando sono tanti. In base all’ultimo sondaggio Eurotrack condotto da YouGov, il pontificato di Benedetto XVI non avrebbe sortito grandi effetti nelle popolazioni di Gran Bretagna, Francia, Germania, Danimarca, Svezia e Finlandia. Secondo l’ultimo censimento condotto in Inghilterra e Galles, la percentuale dei cristiani sarebbe diminuita del 10 per cento in dieci anni mentre in Germania dal 1990 in poi oltre 100mila tedeschi ogni anno voltano le spalle alla Chiesa cattolica. Secondo una ricerca realizzata sempre da YouGov anche il pontificato di Ratzinger non sarebbe riuscito a fermare la secolarizzazione ed i risultati peggiori si sarebbero registrati proprio in Italia. Infatti neanche il nostro Paese è immune alla secolarizzazione: un fenomeno che secondo il sociologo di area cattolica Massimo Introvigne riguarderebbe addirittura due italiani su tre. Molti studi confermano l’idea del sociologo Introvigne: per l’istituto americano di ricerca Gallup il 23 per cento degli Italiani è lontano dalla religione mentre per l’Università di Chicago in dieci anni sarebbe diminuito del 10 per cento il numero dei credenti nel nostro Paese. Anche gli studi condotti in Italia confermano questo trend: secondo Eurispes nel 2010 il 76,5 per cento degli Italiani si considerava credente con una diminuzione dell’11,3 per cento rispetto a quattro anni prima. La stessa Eurispes nei suoi rapporti 2013 e 2012 ci offre l’immagine di un Paese sempre più distante dalle posizioni della Chiesa cattolica su temi come il divorzio breve, coppie di fatto, fecondazione assistita, pillola abortiva, eutanasia e testamento biologico. Una fotografia oggettiva della secolarizzazione nel nostro Paese viene anche da Istat secondo cui ci si sposa di meno, ci si sposa sempre più tardi, si sceglie sempre di più il matrimonio civile (al nord il rito civile supera quello religioso), aumentano le coppie di fatto e le convivenze pre-matrimoniali e ci sono sempre più bambini nati fuori dal matrimonio (nel 2011 il 24,5 per cento con un balzo considerevole rispetto al 2008 quando erano il 19,6): una situazione talmente grave per la Chiesa cattolica che per l’arcivescovo di Milano Angelo Scola bisognerebbe ripensare l’aconfessionalità dello Stato.
In questa situazione di avanzata secolarizzazione sarebbe stata certamente una nota stonata inserire – come richiesto dalla Chiesa cattolica e da alcune forze politiche – il riferimento alle radici cristiane dell’Europa nel Trattato di Lisbona del 2007 che istituisce la Comunità europea preferendo invece omaggiare le «eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa».
Al momento il dibattito principale avviene – anche alla luce di alcuni casi portati davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) – su quali sono i confini della libertà religiosa. Nonostante mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli Stati, sia del parere che sia necessario «difendere le libertà individuali di coscienza e di religione in ogni circostanza» per la Cedu la libertà religiosa può essere limitata in presenza di interessi maggiori.
In una Europa sempre più unita anche dal punto di vista dei diritti, le sentenze della Cedu hanno riguardato anche Paesi dalle forti origini cristiane che sono stati condannati – come nel caso della Polonia – per aver impedito l’accesso all’aborto in violazione di specifici diritti umani.
Il quadro dell’Europa potrebbe ben essere sintetizzata dall’Italia: un Paese con radici cristiane che si sta sempre più allontanando da queste. Non a caso il nostro Paese, dopo aver firmato e trasferito in legge dello Stato l’intesa con mormoni, ortodossi ed apostolici, ha siglato l’intesa con l’Unione buddhista italiana e con l’Unione induista italiana: le prime religioni riconosciute che non provengono dal ceppo giudaico-cristiano. Oltre a queste confessioni il nostro Paese ha intese anche con gli Avventisti del settimo giorno, Pentecostali, Ebrei, Luterani, Ortodossi, Valdesi ed Apostolici oltre ovviamente al Concordato con la Chiesa cattolica: restano per ora esclusi solo Musulmani e Testimoni di Geova. Insomma l’Italia si presenta (come l’Europa) un Paese dalle innegabili origini cristiane ma anche una nazione sempre più multireligiosa, secolarizzata ed aconfessionale in cui gli atei/agnostici sarebbero – secondo il Rapporto Eurispes 2010 – addirittura il 18,5 per cento della popolazione.
Secondo l’arcivescovo slovacco Zvolensky di Bratislava l’Unione europea non potrà mai essere veramente unita se non si darà maggiore spazio a dio: «La religione dovrebbe essere la forza interiore dell’Unione», ha detto. Ad essere realisti sarebbe meglio che l’Unione scelga altre “forze” come elemento unificante. Ad ogni modo presto anche nelle nostre tasche compariranno le monete da due euro con l’effige dei santi slovacchi Cirillo e Metodio. C’è da domandarsi solo se questo denaro potrà essere speso esclusivamente per l’acquisto di prodotti in linea con la dottrina cattolica oppure anche per beni di consumo sconsigliati dalla Chiesa (anticoncezionali o droghe leggere ad esempio): dalla Commissione europea e dalla Banca nazionale slovacca nessun commento a riguardo.
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Il denaro, per un antico detto, sarebbe lo sterco del diavolo, quindi rallegrarsi per aver ottenuto che sulle monete vengano effigiati ben due santi, equivale più o meno ad emulare Pirro, che esultò per una battaglia vinta, la quale, a conti fatti, costò al re temerario, più di una sonora sconfitta; il rapporto della religione cristiana con il vile denaro è stato da sempre particolarmente contraddittorio: dal profondo disprezzo per ogni tipo di bene materiale (Gesù, S.Francesco, tanto per citare qualcuno ), strada facendo, la Chiesa cattolica ci ha pensato un po su, poi ha deciso che pecunia non olet e, dai primi, monti di pietà, che erogavano soldi ai poveracci in cambio di pegni, è arrivata ad istituire le prime vere e proprie banche dell’occidente: per fornire supporto logistico finanziario ai viaggiatori medievali: a partire dalle crociate, venne creata da ordini monastico cavallereschi come i Templari, una rete di “agenzie” in medio oriente e, successivamente, in tutta Europa, che riconvertivano, ove occorreva, lettere di credito acquistate in patria, in sonante denaro contante, mettendo al riparo, le sostanze degli intrepidi pellegrini e mercanti cristiani, durante i loro viaggi, dai molti predoni che infestavano, a quei tempi, molte contrade del mondo: da cosa nasce cosa, così possiamo dire, semplificando un po, ma solo un pochino, che banche ed assegni bancari, sono un’invenzione della Chiesa, se notate, i nomi di alcune banche (Banco di S.Spirito, S.Paolo) ne tradiscono l’origine. Che i preti siano più pragmatici delle sacre scritture che essi predicano, lo dimostra l’Istituto Opere di Religione, la banca vaticana, che, per il denaro, contrariamente a Gesù e S.Francesco, ha sempre mostrato un deferente rispetto, non disdegnando di accogliere e ripulire anche quello di dubbia provenienza, a scanso di querele, quest’ultima affermazione, non sono solo io a farla, ma trova conferme in decine di libri e pubblicazioni, scritti da molti altri signori certamente più attendibili e qualificati di me. (anche più ricchi, se è per questo, che querelino loro, io non ho una lira).Vengo al dunque, scusandomi per il pistolotto iniziale, dovete sapere che io, attualmente, c’ho tanto tempo da perdere e la curiosa voglia di farlo perdere anche agli altri; questa faccenda della moneta con i santi effigiati sopra, per me, parafrasando Fantozzi, è una cagata pazzesca: si faccia avanti chi ricorda precisamente, in ogni dettaglio, quello che è inciso sulle monete che usiamo tutti i giorni; questa polemica mi richiama alla mente la ridicola diatriba riguardo al crocefisso esposto nei luoghi pubblici: non vedo perché l’effige su una moneta, come altri oggetti o manufatti dei quali veniamo in contatto quotidianamente, avendo un valore simbolico per alcuni, debbano essere per forza, assolutamente insopportabili per altri. Io sono un feroce anticlericale, eppure non mi sogno nemmeno lontanamente, per questo, di demolire tutte le chiese d’Italia e deportare il clero in qualche luogo inospitale; il crocefisso, i numerosi santini che qualche mano devota ha appiccicato sui muri della stanza d’ospedale che, al momento, costituisce la mia dimora, non mi provocano nessun tipo di orticaria, sono del tutto indifferente a queste immagini; ma vedo bene che, per alcuni compagni/e di sventura, essi sono di una qualche consolazione ed alimentano in essi la speranza: solo una mente bacata, una aberrante ideologia, concepirebbe di togliere di mezzo questi simboli dell’altrui fede per legge, considerando inoltre, che questi simboli di devozione sono così diffusi, da passare del tutto inosservati a chi fedele non è e sia ragionevolmente sano di mente; fanno cioè parte di un paesaggio a noi del tutto familiare. Concludo, sintetizzando, questo mio vaniloquio: una effige, una chiesa, una montagna, per me, fanno parte di un paesaggio che si è formato per stratificazione, come in certe rocce, nei millenni della nostra storia, ciascuno di questi elementi può essere considerato sacro da alcuni, indifferente o addirittura nefasto per altri, ma (e questo millenni di storia non ce lo hanno ancora insegnato), ogni elemento di questo paesaggio va rispettato: quale mentecatto, pretenderebbe oggi di abbattere il Colosseo, perché due millenni or sono, ivi si massacravano i cristiani? L’altare della Patria è un obbrobrio architettonico, ereditato dall’era fascista, ma fa parte del paesaggio di Roma ormai da tanto tempo, che è diventato caro ai romani ed ai turisti: ve la sentireste di demolirlo senza pietà?
Tagliando corto brutalmente, il succo del mio pensiero sull’ argomento di questo post, il caro Cagliostro non me ne voglia, è:
Due santi su una moneta: e sti cazzi? Per me, su una moneta, possono effigiare di tutto, tranne ovviamente, coloro che hanno tradito il genere umano con la loro follia omicida; criticabile e risibile resta, l’atteggiamento trionfalista di chi ha ottenuto che l’immagine di due santi fosse impressa su oggetto destinato ad un uso così profano come quello di una moneta a corso legale; come ho scritto all’inizio di quest’incubo: se il danaro è lo sterco del diavolo..
mah, contenti loro…
Per eventuali fascisti di passaggio: il mio discorso di tollerante buonsenso, ove non fossi stato sufficientemente chiaro, vale per i reperti di un regime che la storia ha spazzato via, queste opere fanno parte ormai integrante dell’arredo urbano delle nostre città e lo teniamo caro, come certi brutti ricordi di una giornata che fu; lo stesso, non vale per i nuovi fascistelli che stanno rialzano la cresta: chiunque vagheggia di stermini, di deportazioni e di segregazione di esseri umani in base a ad abominevoli pregiudizi razziali, si pone, automaticamente ed inesorabilmente, al di fuori di ogni consorzio umano, quindi, non merita nessun rispetto e, comunque, da me, non ne avrà mai.
Un solo appunto per Caffè…. nel colosseo non furono mai massacrati cristiani per la loro religione.
forse alcuni erano cristiani ma andarono al colosseo per altri reati.
come dire che sulla sedia elettrica in USA ci vanno tantissimi martiri cristiani.
solo il papa polacco ha affermato pubblicamente una sciocchezza del genere.
Gentile signor Enzo, ho avuto un senso di straniamento, quando ho letto il suo appunto: da sempre io, come miliardi di persone in tutto il mondo, abbiamo creduto che nell’Anfiteatro Flavio, si siano svolti, oltre agli spettacoli consueti per l’epoca; ovvero, combattimenti tra uomini, combattimenti tra uomini ed animali, battaglie navali e di esecuzioni pubbliche di malfattori, anche il martirio dei primi cristiani, una convinzione alimentata da centinaia di libri, di film, da una antica tradizione orale della nostra gente ed inculcata nel mio cervello, me lo ricordo bene, fin dalle scuole elementari e medie. Per questo ho usato il Colosseo, nel mio commento, quale luogo simbolico per gli appartenenti al cristianesimo: davo, insomma, come fatto acquisito, nella mia personale cultura, che in quel posto fossero avvenuti massacri di cristiani. Dopo la sua replica, ho fatto qualche ricerca, forzatamente sommaria, condizionato in questo dall’aver quasi raggiunto il tetto di traffico mensile gratuito del mio smartphone, unico modo che ho, attualmente per navigare in internet; la mia perplessità non ha fatto che aumentare: su Wikipedia, si afferma che: “La tradizione che lo vuole luogo di martirio di cristiani è destituita di fondamento[3 “ rimandando, come fonte, ad una guida (?) del Touring club italiano; una vera autorità storica, come sappiamo tutti; su un altro sito (http://www.romaviva.com/colosseo-fori-imperiali/storia-colosseo.htm) leggo: “Generalmente al Colosseo vengono associate anche le persecuzioni subite dai martiri cristiani, anche se, secondo recenti studi, non esistono prove documentali che dimostrino l’effettivo svolgersi di massacri ed eccidi fra le mura dell’Anfiteatro Flavio. “ naturalmente, di questi “studi recenti” non se ne menziona l’autore e nemmeno dove e quando siano stati pubblicati.
Su altri siti si riportano le varie persecuzioni che hanno subito i cristiani a Roma, ma, ahimè, non affermano ne smentiscono che siano avvenute al Colosseo; l’altra parte in causa, quella cattolica, trabocca di antiche testimonianze di martirii consumati proprio lì: un sito a caso: http://www.josemariaescriva.info/opus_dei/colosseo.pdf .
Giustamente, lei obietterà che la chiesa cattolica ha il suo interesse a mantenere viva questa tradizione ed ogni testimonianza da lei prodotta suona come sospetta, però le faccio presente che neanche lei ha corroborato la sua affermazione con il citare le fonti della stessa, inoltre le oppongo una considerazione logica: appurato che persecuzioni contro i cristiani ve ne furono, per quale diavolo di motivo, esse non potrebbero essere state, in parte, consumate, in quello che era il più grande e maestoso stadio dell’epoca? Comunque sia, anche ammettendo che lei abbia ragione, questo non inficia le fondamenta del contenuto del mio commento, perché, volenti o nolenti, tradizionalmente, il Colosseo, resta un simbolo fondamentale per i cristiani di tutto il mondo, non a caso, ogni anno viene qui celebrata la via crucis per ricordare oltre che il sacrificio di Cristo, anche quello dei primi cristiani, questo lei non può negarlo ed io, appunto, nel mio commento parlavo del Colosseo, assieme ad altri simboli. come di luogo emblematico, sacro per una certa parte dell’umanità. Grazie comunque per la provocazione; lei mi ha fornito un’altra curiosità da soddisfare, quando potrò farlo.
qui c’è lo zampino revisionista della superpotente lobby gay-massonica!!