Tempi duri per il cosiddetto movimento pro-life (o meglio “no-choice”) contro la legalizzazione dell’aborto.
Il cattolicissimo Uruguay ha legalizzato l’aborto ed è solo la seconda nazione del continente sudamericano ad autorizzare la procedura.
L’aborto resta illegale invece in Irlanda e le donne irlandesi che volevano abortire sono costrette a ricorrere agli ospedali del Regno Unito o in Europa.
Per le donne irlandesi che volessero abortire da giovedì potranno farlo alla clinica Maria Stopes nel centro di Belfast: essendo la clinica nell’area britannica non si applica il divieto di aborto vigente dal 1967 in Irlanda.
Ovviamente la tensione è alta per l’apertura della clinica e molti attivisti anti-aborto si stanno dirigendo verso Belfast.
I “no-choice” hanno detto che protesteranno al di fuori della clinica e – imitando una forma di protesta dei Radicali italiani – osserveranno tre giorni di preghiera e digiuno.
Proprio per evitare il rischio che gli antiabortisti possano attentare all’incolumità dei dipendenti e dei clienti della clinica il direttore della struttura ospedaliera è stato costretto ad assumere del personale di sicurezza per proteggere l’incolumità di chi dovesse entrare nella clinica.
Allo stesso modo la polizia ha avvisato che non sarà permesso filmare le persone che entrano nella clinica i cui volti dovranno essere pixelati a tutela della privacy.
Certamente la tensione in Irlanda non è alta come negli Usa dove le violenze degli antiabortisti hanno ucciso almeno otto persone: il dottor David Gunn nel 1993, il dottor John Britton e due impiegate di una clinica in cui si praticavano aborti nel 1994, la guardia di sicurezza Robert Sanderson di una clinica abortista nel 1998 a seguito del lancio di una bomba e – nello stesso anno – venne ucciso anche il dottor Barnett Slepian, per ultimo – nel 2009 – venne ucciso il dottor George Tiller.
Oltre a questi omicidi, in base ad un report del National Abortion Federation dal 1977 negli Stati Uniti e Canada ci sono stati 17 tentati omicidi, 383 minacce di morte, 153 episodi di aggressione e tre sequestri commessi contro i fornitori di aborto. Dopo tutto questo possono ancora chiamarsi “difensori della vita”?
Cagliostro
www.alessandrocagliostro.wordpress.com
@Cagliostro1743
La tematica dell’aborto è materia molto complessa. L’unica cosa che mi sento di dire è che non si dovrebbe identificare nei cattolici la “sola voce” a favore della vita. Conosco persone che non credono in alcuna entità metafisico/religiosa, ma che si schierano sempre e comunque dalla parte della vita (e quindi contro l’aborto).
Io ho tantissimi dubbi nel chiamare i “pro-life” (o no-choice) come difensori della vita: anzi credo proprio che sia l’esatto contrario.
Nel momento in cui una rivista scientifica come The Lancet rileva che l’aborto legalizzato comporta una diminuzione del tasso di aborti e della mortalità materna, quando si rileva (sempre su The Lancet) che la contraccezione diminuisce il numero di aborti (come evidenziato anche nel caso di St. Louis) allora non riesco a capire in che modo schierarsi contro la legalizzazione dell’aborto (e contro la contraccezione e l’educazione sessuale) significa essere “dalla parte della vita”.
Aborto è un nome più “gentile” per non chiamare la realtà per quella che è: un omicidio.
E mi pare altresì ovvio che chi decide di abortire, sta sopprimendo una vita umana.
Tu potrai condannare le donne che ricorrono all’aborto: è parte della tua libertà d’espressione e molte persone condividono il tuo punto di vista come molti altri avranno una idea contraria.
A voler essere razionali le strade possibili sono solo due. Possiamo mettere la testa sotto la sabbia per non vedere la realtà, si considera l’aborto come omicidio, lo si proibisce e lo si considera un reato penale (ma a quel punto bisognerebbe proibire anche ogni forma di contraccezione e mettere al bando l’educazione sessuale) ed assistere – impassibili – all’aumento del tasso di aborti (su cui continueremo – come novelli Savonarola – ad esercitare la nostra condanna morale e penale), all’aumento della mortalità materna e delle gravidanze adolescenziali.
Oppure – liberi da condizionamenti ideologici – possiamo puntare su aborto legalizzato, diffusione della contraccezione e seri programmi di educazione sessuale ed assistere – più rincuorati – alla diminuzione del tasso di aborti, della mortalità materna e delle gravidanze adolescenziali così come rilevano le ricerche scientifiche.
Io – personalmente – votò a favore della seconda strategia: poi pazienza se qualcuno mi definirà assassino.
Beh, che l’aborto sia un omicidio, perdonami, ma non è un mio punto di vista. E’ una verità oggettiva. Ci stanno provando in tanti a negare questo, ma certo c’è parecchio da argomentare e parecchio da chiudere gli occhi sulla realtà.
Io parlerei piuttosto di una educazione affettiva delle nuove generazioni, cosa che purtroppo non esiste e che invece aiuterebbe molto ad una sessualità responsabile.
Altrimenti si finisce per entrare nei soliti cliché che, se un comportamento esiste, va legalizzato. Un po’ come le droghe, la prostituzione, e tutto il repertorio…
Non cominciare con le “verità oggettive”, perchè quello che sostieni è tutto tranne che oggettivo.
Non capisco l’utilità di questo commento, non sostenuto da alcuna argomentazione. Suona fastidiosamente intimidatorio, pertanto l’amministrazione si spieghi meglio. Grazie
L’omicidio riguarda la soppressione di un essere umano inteso come “persona”. La persona è una categoria filosofica e la “nascita” di detta persona (cioè soggetto titolare di diritti) è oggetto ancora di discussione (questo a prescindere dalle legislazioni dei diversi Stati che giocoforza stabiliscono limiti e soglie, comunque differenti, a seconda dei casi).
Va da sè che, al di là delle situazioni più evidenti (quelli davvero oggettivi, intendo, che non cadono in zone grigie), i pareri possono essere diversi.
Ahhh, ecco… adesso dobbiamo ricorrere alla filosofia, certo. Quindi tutto questo giro di parole per dire che un embrione non è “persona”? E chi lo stabilirebbe questo? Non di certo la biologia, per la quale dal momento del concepimento, l’essere umano è pienamente tale.
Non di certo la biologia, per la quale dal momento del concepimento, l’essere umano è pienamente tale.
Cioè stai dicendo che per la biologia un embrione è identico, per la biologia, ad uno zigote e ad una morula?
Puoi portare delle fonti a sostegno della tua teoria?
Neppure tu hai portato argomentazioni. Hai solo sostenuto che la tua opinione è una “verità oggettiva”. Confuto questa tua teoria e sostengo invece che si tratti della tua personale opinione. Legittima. Ma personale.
L’intimidazione alberga solo nella tua fantasia.
E in base a cosa la “confuteresti”? Ho detto che è verità oggettiva e non una mia opinione perché è la scienza che lo asserisce. Vedere qui:
http://www.uccronline.it/2010/04/22/la-scienza-dimostra-che-embrione-e-feto-sono-persone-umane/#esseri%20umani
sperando naturalmente che non ci sia a monte il pregiudizio sul sito cattolico.
Citi le opinioni di UCCR. Posso non ritenere attendibile l’opinione dei ragazzetti di UCCR?
Si, posso. Grazie.
Se ti prendessi la briga di leggere il link, vedresti che non sono le opinioni dei “ragazzetti”, ma pareri scientifici. Forse è chiedere troppo…
@cioé
“Pareri scientifici”
Un tantinello di parte in genere, non per altro: ma se son tali non sarebbe stato più consono una rivista scientifica?
Peraltro: la prima parte dello scritto sono per lo più fasi fuori contesto (ad esempio la citazione di National Geografic: non mi sembra si parli d’latro che di DNA, sicché con quei parametri anche un seme può considerarsi pianta),
idem per la seconda, che consta per di più della gravissima pecca di non informare chi e in che occasione quelle date frasi siano state pronunciate.
In sintesi risulta un insieme di concetti presi alla buona per darsi ragione da soli, certo non opinioni scientifiche, qualora in mezzo a quel guazzabuglio di frasi ce ne fosse qualcuna
Beh, non credo che si possa affermare che – oggettivamente – l’aborto è un omicidio. Molte persone pensano il contrario e ciò significa solo che ci sono punti di vista (tutti rispettabili) ma soggettivi.
Sul fatto che si chiudano gli occhi sulla realtà credo che a chiudere gli occhi siano chi non vogliano considerare dati e statistiche oggettive: purtroppo le cifre sono l’unica cosa che non sono soggettive ed – in Italia – da quanto l’aborto è stato legalizzato gli aborti si sono dimezzati (evito di fornire dati che sono facilmente reperibili in internet).
Tu punteresti sull’educazione affettiva: io rispetto il tuo punto di vista ma sono più realista. Le persone – anche giovanissimi – fanno sesso: inutile nasconderlo.
La (non) educazione sessuale nello stato conservatore del Mississippi ha avuto effetti devastanti ed anche loro sono corsi ai ripari.
http://alessandrocagliostro.wordpress.com/2012/09/23/time-educazione-sessuale-nel-mississippi-una-nuova-legge-abbassera-i-tassi-di-gravidanza-tra-i-teenager/
Poi il fatto che le droghe vadano legalizzate (o almeno depenalizzate) ora lo rileva anche la polizia britannica.
http://alessandrocagliostro.wordpress.com/2012/10/16/ricerca-della-polizia-britannica-depenalizzare-il-consumo-di-droga/
Il fatto che molte persone pensino il contrario, perdonami, ma non legittima assolutamente niente. Da quando in qua la scienza è fatta delle opinioni delle persone?
Se sai portarmi degli elementi scientifici che dimostrino che l’aborto non significhi omicidio, sarò ben lieto di valutarli, e se nel caso di ricredermi. Ma dirmi che non lo è perché alcuni pensano che non lo sia… mi pare un po’ carente come argomentazione… non mi risulta la scienza sia fatta da “punti di vista”.
Sul paragone aborto/omicidio faccio mia la risposta di Marcoz che ha dato sopra: non credo potrei fare di meglio.
Per il resto, resta (scusa il gioco di parole) ancora aperto il quesito (a cui non hai risposto): mettere la testa sotto la sabbia o affrontare la realtà? Io preferisco la seconda a tutto vantaggio della vita.
Dipende cosa intendi per affrontare la realtà. Purtroppo questa piattaforma non fa comunicare bene perché con i reply non si capisce nulla, ci si può spostare sotto?
si; meglio.
segnalo tra l’altro che l’obiezione è stata già analizzata qui:
http://www.uccronline.it/2012/09/11/aborto-e-mortalita-materna-le-balle-delluaar/
Francamente non mi va di entrare in quella che è la diatriba di Uccr verso Uaar (quest’ultima non mi sembra li degni di molta attenzione e – ti assicuro – non sono gli unici: noi di Pontilex siamo un’eccezione).
Allo stesso modo non credo che un articolo pubblicato su un blog cattolico possa “smontare” studi pubblicate su riviste scientifiche: è la stessa obiezione che ho fatto in un altro articolo pubblicato oggi qui su Pontilex.
Beh, se il sito riporta dati e ricerche scientifiche, potrà essere pure cattolico, ma bisognerebbe rispondere ed eventualmente confutare nel merito i dati citati.
Quest’idea che, siccome un sito è di matrice cattolica, non può parlare di scienza… non mi pare proprio il massimo, francamente.
Aspetta: non mettermi in bocca parole che non ho mai detto (o scritto in questo caso).
Non ho mai scritto che Uccr non possa parlare di scienza: ci mancherebbe altro. Sono liberissimi di scrivere di scienza, storia, politica e qualsiasi cosa vogliono: sono affari loro. Poi qui su Pontilex al limite li critichiamo e contestiamo (ma non solo su loro).
Affermo solamente che un articolo su un blog (Uccr, Uaar, Pontilex, Conte di Cagliostro, etc.) di sicuro non può smontare delle ricerche scientifiche di The Lancet. Se un ricercatore non è d’accordo con quanto pubblicato sul The Lancet o su Obstetrics & Gynecology, credo che debba (per essere preso in considerazione) trovare una rivista scientifica di pari livello per pubblicare le sue idee o i suoi studi: non credo che un articolo su un blog basti.
Tra l’altro – dando un’occhiata a quell’articolo di Uccr che hai linkato – vedo che tra le pubblicazioni ce n’è una edito da “Fede&Cultura”: no comment…..
Continuo qui, perché con i reply non si capisce nulla.
Se anche medici abortisti non hanno alcun problema a sostenere che l’embrione e il feto è una vita umana, e abortire significa sopprimerla (quindi ucciderla) non vedo perché si debba negare questo semplice dato di realtà, peraltro confermato dalla scienza (come se ce ne fosse bisogno).
Secondo me chi mette la testa sotto la sabbia è chi si ostina a voler dimostrare in ogni maniera che non è così.
“Continuo qui, perché con i reply non si capisce nulla.”
Noto con piacere che siamo d’accordo su qualche cosa.
Un primo elemento: i ragazzi di Uccr hanno dato spesso prova di usare in maniera distorta le fonti. Spesso sostenevano degli elementi citando fonti in cui non c’era scritto assolutamente niente di quanto affermato (ti posso suggerire degli articoli a riguardo). Quindi qualche “legittimo sospetto” mi viene.
Restano in piedi due quesiti. Il primo è: l’embrione è vita? Tu riduci tutto alla biologia ma secondo me il discorso non coinvolge solo la biologia ma anche filosofia, etica, diritto.
Sulla questa domanda permettimi di usare parole non mie: «Là dove per il progresso della scienza e della tecnica si creano zone di frontiera o zone grigie, dove non è subito evidente quale sia il vero bene dell’uomo e della donna, sia di questo singolo sia dell’umanità intera, è buona regola astenersi anzitutto dal giudicare frettolosamente e poi discutere con serenità, così da non creare inutili divisioni».
Resta una seconda domanda (di cui deve farsi carico il legislatore) ossia: “In che modo posso io migliorare efficacemente la situazione sanitaria delle donne e ridurre il numero di aborti e gravidanze adolescenziali?”.
A questa seconda domanda credo di averti già risposto.
Non ho problemi a crederlo. Ma nel link da me segnalato poco sopra, al punto 2, sono semplicemente raccolti dati provenienti da varie fonti: medici, biologi, trattati di embrionologia, manuali di medicina, e materiale di questo tipo. Non chiacchiere campate in aria. Come mai non esistono prove analoghe in senso contrario? Se l’embrione non è una vita umana, ciò andrebbe dimostrato…
Il mio punto di vista è questo. Prima di tutto non sono né un medico né un biologo quindi – per i motivi detti prima – non entro in merito in una discussione di cui sono ignorante.
Tu affermi che non ci sono prove che l’embrione non sia vita umana: non lo so. Non è un discorso che seguo e non mi va di “googlare” (non sarebbe neanche onesto).
Il mio punto di vista è molto più semplice e voglio inserire un elemento che unisce il mio pensiero come quello di tutti. Tutti sarebbero contenti che il numero di aborti si riducesse sensibilmente (come sta avvenendo) per arrivare a zero (anche se non avverrà mai). Tutti sarebbero contenti che la mortalità materna si riduca sensibilmente o si azzeri del tutto (forse questo è più possibile).
La domanda a cui sono interessato rispondere è: come fare e cosa fare affinché il tasso di aborti e di mortalità materna si riducano? Credo che i cosiddetti pro-life dovrebbero essere (almeno teoricamente) maggiormente coinvolti a rispondere ad una domanda simile: sarei interessato al tuo punto di vista.
Sicuramente, in tal senso, l’aspetto educativo dei ragazzi e dei giovani è fondamentale. Chi lo nega!
E’ chiaro che in una società perfetta (pura utopia) l’aborto non esisterebbe. Ma io parlo di una educazione ad una affettività responsabile, che credo differisca da quella che intendi tu.
Spiegare soltanto l’uso e le proprietà dei vari anticoncezionali, a mio parere serve a poco, se parallelamente non si insegna ai ragazzi che il mito dei rapporti sessuali facili fa parte di un’ideologia sessantottina che ha molto poco a che vedere con la realtà. E che s-naturare l’aspetto sessuale/unitivo da quello procreativo, significa in ultima analisi de-responsabilizzare gil individui. Ma questo dovrebbe rientrare in un quadro pedagogico un po’ più ampio.
Poi ognuno fa quel che vuole, è ovvio. Ma alcuni filtri critici si dovrebbero avere, mentre pare che il solo fine dell’educazione sessuale sia aderire alla filosofia del godersi la vita liberi da ogni implicazione. Che non mi pare contribuisca alla formazione di coscienze mature.
Cerchiamo di essere realisti perché alla fine – si voglia o no – ci si scontra con la realtà.
Credo che tu (correggimi se sbaglio) intenda un sesso legato alla procreazione. Io non sono dello stesso parere ma qui il mio parere non conta: tu hai una idea che rispetto ed io un’altra che potrai rispettare o meno.
Il punto è uno: se tu vai da un ragazzino di 14 anni in preda ad una tempesta ormonale pensi di poter avere successo nello spiegare che il sesso debba essere legato alla procreazione? Ho i miei dubbi: poi i genitori son sempre liberissimi di farlo.
Visto che questa strada non mi sembra molto efficace (ci hanno provato nel Mississippi ed hanno fallito) una delle strade è certamente spiegare un corretto uso degli anticoncezionali visto che di ignoranza sessuale in Italia ce n’è parecchia tra i ragazzi (c’era una ricerca dei ginecologi italiani a proposito).
Poi se si prova (come rilevato dalla letteratura scientifica) che educazione sessuale, istruzione, uso di contraccettivi ed aborto legalizzato diminuiscono il tasso di aborti, di mortalità materna e di gravidanze adolescenziali tu cosa decidi di fare? Continui la discussione su embrione=vita o affronti questa realtà?
Per aspetto procreativo intendi che se si fa si deve per forza procreare o che se si fa si può procreare?
Non, perché nel secondo caso la cosa è già nota da quel dì: a cosa servirebbe l’educazione sessuale sennò?
“(come se ce ne fosse bisogno)”
Ed invece ce n’è bisogno: non ce ne fosse ma l’opinione maggioritaria scientifica fosse contraria com’è – e qui rimando al succitato The Lancet -, sarebbe millanteria a tutto svantaggio di un diritto altrui su basi inesistenti; se non ce ne fosse bisogno e fosse vero certo la semplice opinione non basterebbe: fuori le pubblicazioni su riviste scientifiche attendibili, se si vuol essere creduti, sennò rimarrà per il resto dell’umanità semplice diatriba sterile; se invece, infine, non ce ne fosse bisogno e fosse vero ci ritroveremmo in quella zona grigia di assunto indimostrabile al pari dei fondamenti della geometria… ma non mi pare questo il caso.
@ Cioè
Posso ricordarti che anche il diritto canonico, sino a non molti decenni fa, vietava di dare il battesimo ad un “nato” che non avesse sembianze umane? Dal diritto romano sino al codice napoleonico e suoi derivati, il “partorito” si è sempre considerato nato il dopo il primo vagito. Puoi spiegarmi come mai una verità eterna ed immutabile cambia al mutar del vento?
Posso inoltre ricordarti che spetta a chi afferma una verità l’onere della prova, cioè, per spiegarmi, tocca a te dimostrare quello che
affermi, non a me dimostrare che stavi sognando quando lo hai pensato?
sua dimostrazione?
(Scusate se insisto, ma scrivo qua sotto perché le colonne di replay troppo strette mi causano un senso di claustrofobia.)
@Cioè
“adesso dobbiamo ricorrere alla filosofia”
Le cose stanno così, non è colpa mia. Ecco la definizione del concetto di persona che è alla base di quanto poi si è evoluto culturalmente in tema di diritti umani e di giurisprudenza:
[per-só-na] s.f.
filos. Individuo quale essere pensante che, attraverso la sua volontà, i suoi sentimenti e l’autocoscienza, rappresenta l’essenza dell’uomo: es. la dignità della p. umana.
Quindi, la biologia può dirci solo se un’entità è umana biologicamente o, al massimo, insieme ad altre discipline scientifiche, illustrarci quali sono le condizioni in base alle quali sussiste la possibilità che la persona (secondo la definizione data) possa sussistere.
Il problema è più a monte: l’omicidio è un fatto di diritto; l’aborto, medico. La scienza non spiega né definisce cos’è una persona o un uomo; quelle definizioni sono date e sono valide semplicemente, per comodo, nel parlare comune. Dibattere della giustezza dell’aborto, della moralità, della sua opportunità con discorsi basati speciose definizioni pseudo-scientifiche su fenomeno che non sono definibili scientificamente , perché di interesse direttamente scientifico, non ha senso.
Come non ha senso rispondere a uno che cita articoli dell’uccr, già noti e rinoti per manipolazioni e stravolgimento e scelta parziale delle fonti, come appiglio per la sua arrampicata sugli specchi.
Si cercava di spiegare a Cioè che la connotazione di verità oggettività che lui attribuisce alla propria convinzione (l’aborto è un omicidio) è inconsistente. A monte, dico io, c’è infatti un problema ontologico (vita umana, persona) che può essere interpretato con sfumature diverse.
Alla fine, qualunque sia la nostra scelta nel tracciare dei confini (come indivudui o come società), per quanto ragionevole possa sembrarci, sarà sempre una scelta convenzionale e arbitraria, così come lo è, per esempio, la regola che a diciotto anni si diventa maggiorenni.
Mio povero cioè
che chi ha sempre rifiutato l’evidenza scientifica, contrapponendole favole da stre goni, peraltro scopiazzate da favole più antiche e vivificate da un soffio di poesia, cerchi ora di piegarla ai propri fini con tesine da studentelli, confezionate in qual che sacrestia od Università del Sacro Cuore, è più comico che assurdo. Non ho nessuna stima in quelle bolge, ho conosciuto due perfetti somari, bigotti e tontolo ni che, laureati alla Cattolica di Milano, e per giunta di ruolo, pretendevano di inse gnare Latino e Greco, senza neanche capirli: Quello che ho dovuto subire, anno scolastico ’60/61 era Lombardo, ci guardava con arie da “badrone biango” ed interrogava col traduttore nascosto in mezzo al libro; inoltre, non aveva neanche il sospetto dell’esistenza di due grandi letterature e relative critiche. Da allora ho perso ogni residua stima nei bigotti e nelle loro facoltà mentali.
Spiega ai tuoi amici che noi siamo tipi strani, ci piace la logica e non prendiamo in considerazione tesi non validate dalla comunità scientifica o che non rispondano ai nostri “arbitrari” requisiti di buon senso.
Come detto prima , finché “pro-life” equivarrà ad “anti-choice” non si andrà mai da nessuna parte e non si otterrà alcun risultato.
Se invece si facessero delle corrette campagne di sensibilizzazione e se si facesse un’adeguata educazione sessuale nelle scuole ritengo che le cose potrebbero essere MOLTO diverse.
Invece: condom? Brutto e cattivo , è peccato!
Educazione sessuale? Sporco e maiale , niente sesso prima del matrimonio e magari neanche dopo!
Scelta? Niet , qui non si sceglie , si fa ciò che dice il prete che glie l’ha detto il vescovo che glie l’ha detto il Papa che glie l’ha detto la Bibbia.
Coscienza? Se ti adegui ai dettami della Chiesa una coscienza ce l’hai , altrimenti sei un peccatore nel migliore dei casi , nel peggiore sei Satana in persona.
Semplificando la situazione è questa.
Tutta questa discussione mi ha fatto venire in mente il mio esame di diritto privato: all’esaminanda appena prima di me la professoressa titolare chiese come prima cosa “Allora, mi parli dell’art. 1 del Codice” e quella rispose “Be’, l’art. 1 è contro l’aborto e lo proibisce”
Cagliostro@ l’utente cioè non risponderà mai alla tua domanda sulle due strade possibili per l’aborto; certa gente non ammetterà mai che, anche nell’ipotesi l’aborto sia un omicidio, legalizzando il fenomeno questo diminuirà notevolmente. Giusto sul tema dell’ipocrisia cattolica.
però questi “”pro-life””… uccidere persone per i propri dubbi ideali!!
Faccio un rapido riassunto…
Aborto: no, omicidio
Contraccezione (pillola): no
Preservativo (uomo): no, figuriamoci, i più radicali lo credono un omicidio di massa
Preservativo (donna): ancora non classificato
Spirale: penso proprio sia proibita se non altro per la sua forma peccaminosa a S (come il serpente del peccato)
Ergo, cosa rimane? I metodi naturali (che causano comunque peccato mortale) o la vasectomia per i maschi/chiusura tube per donne. E naturalmente l’astinenza.
In tutto questo, una piccola nota: vorrei far notare che l’omicidio compiuto dagli antiabortisti (come i vari dottori) o la pena di morte sulla quale i cattolici non dicono nulla (eppure, nessuno tocchi Caino, o sbaglio?) è molto, MOLTO più grave dell’estinzione di una mera possibilità. Eppure, dato che non si parla di un potenziale piccolo, indifeso (?) infante, nessuno fiata. a me sembra aberrante difendere i feti, al confine con la non-vita, rispetto agli adulti, per quanto mostruosamente abbiano potuto comportarsi.
@cagliostro:
a parte che non è stato provato scientificamente ciò che tu dici, ma il dibattito è ancora aperto, ci sono anche delle prove in senso contrario.
Ma un ragazzino di 14 anni in preda ad una tempesta ormonale, dovrebbe essere educato anche al fatto che non è obbligatorio che l’assecondi, questa tempesta ormonale. Non sempre assecondare i bassi istinti, gli impulsi, le pulsioni, è cosa buona. Altrimenti dovremmo insegnare ai ragazzi che se sentono l’impulso di dare un cazzotto ad un compagno che li contraddice, lo possono fare.
Quello che sto dicendo io è un altro discorso: che l’educazione sessuale dovrebbe passare anche attraverso una conoscenza della sessualità umana nei suoi aspetti più intimi: l’affettività, l’aspetto psicologico-relazionale, per poi passare all’integrazione della sessualità all’interno della propria personalità. Non soltanto la genitalità e l’apparato riproduttivo (che pure vanno conosciuti).
Se si spiega ai ragazzi solo che hanno a disposizione l’anticoncezionale, il messaggio che passa è: “puoi fare sesso quando vuoi e con chi vuoi, senza preoccuparti delle conseguenze, e ricorrendo a soluzioni chimiche, mediche o chirurgiche”. Mi chiedo: è giusto questo insegnamento?
E non è faccenda di cattolici o non cattolici, la psicologia attuale sta sempre più scoprendo quanto sia delicata e fragile la psiche all’interno dei legami affettivi e sessuali. Il sesso sfrenato è bello, piacevole, divertente, mica dico di no. Ma siete tutti così sicuri che un approccio alla sessualità così impostato non abbia alcuna ripercussione? Io non tanto…
Usa indirizzi email reali. Sarebbe un peccato interrompere questo dialogo per uno stupido cavillo.
sono su un altro pc, e non ho a disposizione un secondo indirizzo email da utilizzare. chiedo scusa
Non ricordi a memoria il tuo indirizzo email?
Non capisco la tua risposta. Ti ho solo invitato ad indicare, quando lasci i tuoi commenti, un vero indirizzo email e non uno evidentemente farlocco.
Caro Cioé,
sul fatto che la legalizzazione dell’aborto, la contraccezione, l’istruzione e l’educazione sessuale comportino una riduzione dei tassi di aborto, della mortalità materna, delle gravidanze adolescenziali non so cos’altro poterti offrire di più di ricerche pubblicate su The Lancet e Obstetrics & Gynecology: sei libero di non prenderle in considerazione (mica possiamo obbligarti) ma al tempo stesso ti prego di non presentarci degli articoli pubblicati su blog cattolici di pessimo livello che in molti casi hanno preso fischi per fiaschi oppure pubblicazioni edite da case editrici come “Fede & cultura”
Tu scrivi che «un ragazzino di 14 anni in preda ad una tempesta ormonale, dovrebbe essere educato anche al fatto che non è obbligatorio che l’assecondi». Vero: ma chi dovrebbe educarlo? Se lo fa la famiglia certamente sono più che liberi di farlo ma quando si parla di educazione sessuale implicitamente (anche se non l’ho specificato) si rimanda al ruolo della scuola.
Ora che una scuola debba insegnare che il sesso sia legato alla riproduzione mi sembra scorretto per due motivi. Prima di tutto i ragazzi si butterebbero a terra dalle risate (io per primo) e secondo la domanda che pongo è: fare sesso – nel rispetto dell’altra persona – senza finalità procreative e senza che ci sia neanche un rapporto di coppia è sbagliato? Tu sei dell’idea che sia sbagliato ed io rispetto questa idea mentre io (faccio outing) che ho fatto sesso senza voler procreare (quindi con contraccetivi) e con donne maggiorenni e consenzienti con cui non ero legato sentimentalmente non mi sento affatto un criminale ma una persona adulta e responsabile che si è voluto godere (e vuole ancora farlo) alcuni piaceri che la vita offre.
Perciò la scuola può insegnare ai ragazzi una visione del sesso legata alla procreazione? Secondo me no perché è un discorso di parte ed alle volte (come nel caso del sesso) seguiamo i nostri istinti (basta ovviamente che ci sia il rispetto dell’altra persona).
Il discorso del cazzotto dato al compagno non c’entra nulla. Io posso avere l’istinto del dare un cazzotto ma mi devo frenare perché ci sono delle regole sociali (oltre che giuridiche) che mi proibiscono di farlo. Invece se io incontro una donna ed entrambi (anche se non siamo fidanzati) abbiamo l’istinto di fare sesso (senza procreare) lo faremo: poi tu mi giudicherai male ma nel frattempo io seguirò il mio istinto che – a differenza del cazzotto – non lede nessun diritto altrui.
Quindi la scuola prima di tutto deve informare. Insegnare una visione etica – in uno stato non etico (ossia non dittatoriale) – non è di competenza della scuola ma solo della famiglia, della parrocchia, etc: se queste ultime vogliono dare questa visione, liberissimi di farlo ma la scuole deve offrire conoscenze ed informazioni non visioni della vita.
A prescindere da ciò che la scuola deve insegnare, vediamo un po’ la situazione. Come evidenziato nello stesso Rapporto sullo Stato di Salute delle Donne del ministero della Sanità la diffusione di contraccettivi è inferiore rispetto agli altri paesi europei. Allo stesso modo aumentano le esperienze sessuali tra i giovanissimi spesso mancando una vera educazione sessuale: infatti una ragazza su cinque ha già avuto rapporti sessuali prima dei quindici anni di età.
Secondo un sondaggio condotto dall’ Osservatorio nazionale sulle abitudini sessuali e le scelte consapevoli che ha coinvolto oltre 600 medici iscritti a SIGO e SIMG: il nostro Paese si attesta agli ultimi posti in Europa per mancata volontà di utilizzare metodi anticontraccettivi (53%), mancata conoscenza (38%) o errato utilizzo; solo lo 0.3% delle giovani italiane sotto i 19 anni ha una buona educazione sessuale, il 26.5% sufficiente e ben il 72% insufficiente.
Ovviamente gli effetti della mancata educazione sessuale tra le giovanissime sono evidenti. Infatti ben l’8,3% delle donne che ricorrono all’aborto hanno tra i quindici ed i diciannove anni ed il 18,4% hanno tra i venti ed i ventiquattro anni: segno che con una corretta educazione sessuale questa percentuale potrebbe diminuire ulteriormente. Vedi un po’ tu se si può ancora affermare che la (mancata) educazione sessuale tra i ragazzi sia efficace.
veramente l’educazione sessuale si fa proprio così a scuola
io ricordo ancora gli opuscoli del ministero “chi non conosce il mondo lo subisce”… erano proprio ben fatti..
Caro cioè,
ritorno per un momento sul discorso embrione=vita.
Su questo quesito molte discipline – come già scritto – possono intervenire: filosofia, bioetica, diritto, medicina, etc.
Ovviamente il diritto ha una parte fondamentale e forse la più importante perché il punto qui non è se sia giusto o meno abortire ma se sia giusta una legge che consenta l’aborto.
Faccio una domanda ed offro una risposta: l’embrione è degno di tutela? Si, l’embrione ha dei diritti (anche ereditari in alcuni casi) e ciò è stato sancito anche dalla Corte costituzionale con la sentenza 27/1975 con cui pur ritendendo che la tutela del concepito ha fondamento costituzionale, consentiva il ricorso alla IVG per motivi molto gravi.
Questi motivi poi vennero riassunti nella legge 194 in cui si riconosce (art. 1) che lo Stato «tutela la vita umana dal suo inizio».
Questo diritto – nel caso dell’embrione – non è mai assoluto ma è limitato dalla tutela della vita della donna. Infatti – nel diritto – nessun diritto è mai assoluto ma è sempre limitato da altri diritti: il diritto ad esprimere il proprio pensiero viene limitato dal diritto a non essere diffamati o ingiuriati, il diritto alla privacy viene limitato dal diritto all’informazione e così via.
Nel caso dell’aborto la tutela dell’embrione viene limitato davanti a «circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito».
Perciò lo stato – come per qualsiasi diritto – fissa dei limiti al diritto dell’embrione (serie circostanza per la salute fisica o psichica della donna) ma fissa dei limiti anche per la donna che non può abortire dopo i novanta giorni.
Tutto questo parte dalla nostra Costituzione che – ci piaccia o no – tutti ci dobbiamo rispettare.
Caro Cioé,
scusami se torno al paragone aborto=omicidio ma sentivo di dover sottolineare un punto.
Tu hai affermato che l’aborto è un omicidio. Questo significa che nel 2010 ci sono state 115.981 assassine (ossia le donne che hanno abortito) ed ovviamente saranno “colpevoli” anche i ginecologi che hanno effettuato gli aborti e tutti coloro che difendono il diritto delle donne ad abortire. E saranno colpevoli anche quelli che pensano che sia meglio un aborto praticato da un medico piuttosto che dalle “mammane” o – peggio ancora – autoprocurato ingerendo acido. Perché – per chi non lo sapesse – soprattutto al sud si abortiva ingerendo l’acido muriatico.
Tra i ginecologi che praticano gli aborti c’è una donna: si chiama Elisabetta Canitano.
Molti ignorano chi sia Elisabetta Canitano. Elisabetta Canitano è una dottoressa, una ginecologa. Crede fortemente che le donne abbiano il diritto ad abortire ed è a favore ovviamente della pillola del giorno dopo.
Ma Elisabetta Canitano si occupa anche del secondo livello della prevenzione tumori per la ASL RMD, è Presidente dell’Associazione Vita di Donna Onlus e socia fondatrice dell’Associazione Differenza Donna che si occupa delle Case antiviolenza.
L’associazione “Vita di Donna” ha fondato la “Casa Internazionale delle Donne di Roma” all’interno del quale c’è un ostello riservato alle donne, un ristorante, un ambulatorio di ostetriche, e aiuta le donne, italiane e straniere, ad usufruire del Servizio Sanitario Nazionale.
Dall’ottobre del 2003 attua un progetto per la protezione delle madri e dei bambini dopo il parto intitolato “Cara mamma ti accompagniamo a casa” finanziato dalla Provincia di Roma ed inoltre offre tutela legale alle donne: insomma aiutano nel concreto le donne che vogliono partorire (non solo a parole).
L’associazione “Differenza Donna“, associazione di donne contro la violenza alle donne fondata nel 1989, gestisce due centri antiviolenza, una casa di accoglienza per donne che sfuggono dalla prostituzione o da altre attività illecite ed il Cento “Maree” per donne in difficoltà
Allora io ti faccio questa domanda: secondo te è più pro-life una donna come Elisabetta Canitano che offre tutta sé stessa per proteggere altre donne (donne che fuggono da mariti violenti, prostitute, donne che soffrono, donne in difficoltà) oppure i tanti cattolici che non fanno nulla di concreto ma sanno solo ripetere che l’aborto è un omicidio?
Magari poi vai da una donna che ha abortito e dille in faccia che è una assassina.
Scusatemi se mi inserisco con un commento che molto probabilmente troverete banale, ma comunque penso di dover contribuire a questo argomento.
Ho 29 anni, sposato al comune, sono ateo, sono anticlericale. Sono assolutamente favorevole all’aborto, sono assolutamente favorevole all’educazione sessuale nelle scuole per una formazione NON DI PARTE, sono assolutamente d’accordo con Cagliostro quando dice che la legalizzazione dell’aborto unita ad una formazione ad hoc contribuisca alla diminuizione dell’aborto stesso.
Però, entrando nel personale, se in passato, da fidanzato, mia moglie (ovvero fidanzata) fosse rimasta incinta, io a coscenza non avrei mai pensato all’aborto.
Mi spiego: pur essendo favorevole alla pratica della IVG, il feto, che ancora non è una persona, è comunque destinato a diventarlo. Si sta troncando comunque una vita a prescindere. Sono dell’idea che, essendo persone mature e con un certo grado d’intelligenza, sarebbe più corretto prendersi le proprie responsabilità e non fare le cose con leggerezza. Per dirlo con un francesismo: vuoi scopare? bene, ma fai attenzione a non sprusciare.
Io stesso sono stato un agglomerato di cellule, così come mio fratello e tutti noi.
Detto questo, massima stima per il vostro blog, vi seguo ogni giorno. Saluti 🙂
Ma infatti sono gli antiabortisti quelli convinti che chi è favorevole all’aborto va in giro a imbottire i panini delle signore incinte con la RU-486.
Si ha sempre la difficoltà a capire che la migliore strada è sempre la formazione e la cultura.
Il semplice “proibizionismo” non solo non serve, ma lascia le porte aperte ad una formazione “fai da te” che spesso e volentieri crea gravissimi danni…
Caro Marcello,
il tuo commento non è affatto banale e grazie per averlo condiviso.
Molti – trovandosi nella situazione che hai descritto – avrebbero agito come te mentre molti altri avrebbero agito in maniera contraria: son sicuro che – trovandosi nella situazione – persone pro-aborto legalizzato come te possano decidere di portare a termine la gravidanza mentre alcuni “pro-life” possano decidere di abortire. Ovviamente bisogna trovarsi nella situazione ed è importante essere liberi di decidere per il presupposto costituzionale che ho detto prima.
Poi concordo con te quando scrivi che «sono dell’idea che, essendo persone mature e con un certo grado d’intelligenza, sarebbe più corretto prendersi le proprie responsabilità e non fare le cose con leggerezza» però le persone (anzi i ragazzi) devono anche essere aiutati a maturare con una corretta educazione sessuale che insegni anche e soprattutto l’uso dei contraccettivi: non dimentichiamo che una larga percentuale di donne che abortiscono sono minorenni.
Grazie per il commento e per seguirci.
Sono assolutamente d’accordo… i ragazzi devono essere aiutati a maturare, e lo si fa appunto con la formazione nelle scuole, con l’educazione sessuale, l’uso dei contraccettivi, etc.
Infatti il mio ragionamento partiva proprio da questo presupposto 🙂
La leggerezza in certe fasce di età consiste nella tendenza a sottovalutare il rischio* di incorrere in una gravidanza, non certo nel non voler affrontare determinate “responsabilità”.
Se uno non vuole avere un figlio, non lo vuole e basta. Non è che perché uno spermatozoo sfugge ai controlli ci si deve convincere che abbiamo una “responsabilità” in più. Noi tutti, per quella microscopica parte della infinita catena di eventi che porta alla nascita di un individuo, siamo “responsabili” sia quando scopiamo senza barriere, sia quando mettiamo il preservativo, sia quando ci dedichiamo all’astinenza. In tutti i casi la nostra scelta contribuirà, in una certa misura, a quello che sarà o che non sarà.
Poi, a parte questo aspetto dalle connotazioni cosmiche (se mi passate il termine), c’è ovviamente l’aspetto più pratico, che è quello per cui è da deficienti pensare di affidarsi all’aborto per mettere a posto le cose, solo per il semplice motivo che è oltremodo stupido mettersi e mettere nelle condizioni di dover subire un’operazione chirurgica evitabilissima. Spero che siano davvero pochi quelli che lo fanno consapevolmente.
* come è noto, la natura bastarda si dà un sacco da fare per “convincerci” ad abbassarre la guardia con subdoli mezzi chimici, in particolare da giovani, quando si tratta di procreazione.
“Sono dell’idea che, essendo persone mature e con un certo grado d’intelligenza, sarebbe più corretto prendersi le proprie responsabilità e non fare le cose con leggerezza” Ti viene mai in mente che forse chi abortisce lo fa anche per senso di responsabilità: non mettere al mondo un figlio già gravemente malato con una ipoteca per tutta la vita; non mettere al mondo un figlio che non potrà mantenere; oppure che giunti a una certa età e magari con già due figli, non si abbia più voglia di ricominciare da capo con un terzo figlio per questioni sia economiche sia di forze?
I catto paventano l’uso dell’aborto come di un contraccettivo di extrema emergenza, personalmente non conosco nessuna donna che abbia mai usato l’aborto come contraccettivo, ma semplicemente per spirito di responsabilità verso il nascendo.
Concordo con te ed aggiungo che – nell’ultimo rapporto sulla legge 194 – emerge che l’88% delle donne che ha abortito nel 2011 non aveva mai abortito prima: segno che l’aborto non è usato come contraccezione.
Peraltro, anche donne cattoliche usano contraccettivi ed abortiscono. Checché ne credano i soliti amici, il divieto di sesso prematrimoniale e/o contraccezione o anche di aborto, è il meno rispettato.
Confesso tuttavia che quando su certi siti leggo tirate violentissime contro il sesso prematrimoniale, mi vien voglia di postare loro qualche foto dei delitti del mostro di FIrenze (le vittime “prima” sorridenti e piene di vita, le vittime “dopo” coperte con teli per nascondere le mutilazioni bestial) chiedendo che ne pensiamo, se ritengano che quei poveri ragazzini abbiamo avuto la giusta punizione e che quello sciagurato tutto sommato rendesse un servizio morale alla comunità!!!!
Vorrei ricollegarmi al commento di Marcello che sembra un po’ il riassunto anche della mia vita. Sono abortista (o meglio sono a favore della legge 194) ma non ho mai abortito, nemmeno quando un’ulteriore gravidanza si prospettava per me come una catastrofe. Tuttavia la mia scelta di non abortire era il frutto di una condizione privilegiata: una donna adulta, benestante, appoggiata dalla famiglia. Non abortire a volte è un lusso che non tutti si possono permettere e non semplicemente il capriccio di una ragazza irresponsabile. Ma vedo che siete tutti uomini in questo dibattito, non sarà che vi sfugge qualcosa…
Cosa ci potrebbe sfuggire Alessandra? Magari è vero che ci sfugge qualcosa.
non prendetevela, non era necessariamente una critica, Volevo solo ricordare che, comunque la si pensi, a favore o contro, non si deve mai perdere di vista che questa è una partita che si gioca nel corpo delle donne.
Agli antiabortisti (soprattutto se maschi) vorrei chiedere: se io sono una donna cattiva cattiva e voglio abortire a tuti i costi, tu che fai? mi sequestri il corpo? mi metti le guardie svizzere fuori dalla porta (come diceva il grande Corrado G), mi arresti?
Ma nessuno se la prende: noi amiamo la critiche .
Comunque la risposta è presto detta: vorrebbero cominciare a riconsiderare l’aborto come un reato penale come era prima della legge 194 (da uno a quattro anni di galera).
“Ma vedo che siete tutti uomini in questo dibattito, non sarà che vi sfugge qualcosa…” potrà anche sfuggirci qualcosa, ma in fondo non facciamo altro che dire che spetta alla donna decidere.
mah, preghiamo per le persone che hanno ucciso gli abortisti, affinchè la giustizia li tratti con umanità: la loro è stata senz’altro un’azione dettata dallo sconforto e per questo meritano misericordia: beati i misericordiosi perchè otterranno misericordia!! tutto sommato, proteggere i medici abortisti dalle possibili reazioni degli antiabortisti, reazioni peraltro difficilmente condannabili da un punto di vista morale, costa anche dei soldi alla comunità. inoltre penso che le parole del beato giovanni XXIII non debbano essere applicate alla difesa di persone dannose alla società come sono appunto gli abortisti.
Scherzi o hai fumato roba pesante?
Io prenderei in considerazione un’altra eventualità, cioè che il sig. Angius ha potuto scrivere quel che ha scritto solo perché un infermiere non gli ha fatto indossare a regola d’arte la camicia con le maniche senza aperture.
allora preghiamo anche per quelli che uccidono i gay perchè sconfortati dal rosa, preghiamo per quelli che picchiavano i neri perchè sconfortati dal nero e preghiamo per quelli che uccidono e maltrattano gli stranieri perchè sconfortati dal fatto che rubano il lavoro! ma chi è questo pazzo?
e vogliamo considerare il dettaglio:
“proteggere i medici abortisti dalle possibili reazioni degli antiabortisti, reazioni peraltro difficilmente condannabili da un punto di vista morale, costa anche dei soldi alla comunità.”? Ergo: proteggere una vita umana da dei pazzi scatenati che si dicono “contro l´aborto e per la vita” (guarda caso sempre quella quella non nata, che facile!) costa soldi alla comunitá, quindi uccidiamo tutti quelli che vanno contro la morale… Evviva la schizofreniaaa!! ):D