Uccr: “Le Pussy Riot hanno spezzato una croce di legno”. Ma non erano le attiviste di Femen?

Dear friends,
come sapete spesso i contributi del blog dell’associazione ultra-cattolica Uccr (Unione cristiani cattolici razionali) catturano l’attenzione di questo blog.
A volte è stato sottolineato come gli uccrociati siano soliti riportare mezze verità mentre altre volte riportano frasi che non sono state mai dette da taluni esponenti politici.
Questa volta è il turno di un articolo dal titolo “L’ipocrisia dei media (e di Augias) nella censura del film anti-Islam”.
Sono contento nel constatare che Augias sia definito soltanto come “l’ateologo di Repubblica” senza aggiungere “da strapazzo” come avevano fatto in un precedente articolo: un insulto di cattivo gusto.
L’articolo affronta il tema del confine tra rispetto della religione (o più genericamente blasfemia) e la libertà d’espressione.
La domanda posta nell’articolo – bisogna ammetterlo – è interessante: come mai è permesso offendere simboli religiosi cattolici come il crocifisso in nome della libertà d’espressione mentre si invoca il rispetto della religione nel momento in cui si prende in giro l’Islam con vignette o film? Non è una domanda del tutto assurda e forse la risposta proviene proprio da quell’insegnamento di morale laica del ministro francese Peillon che avrebbe il compito di formare cittadini tolleranti.
Purtroppo gli uccrociati scivolano sulla classica buccia di banana scrivendo: «Quando una Pussy Riot spezza con una moto sega una croce di legno in memoria dell’Olocausto (….) è legittima protesta politica».
A voler essere pignoli la “moto sega” non so cosa possa essere (forse un tipo di moto dal nome “sega”?) mentre invece esiste la motosega che non spezza ma taglia o – appunto – sega.
Ad onore della verità (“verità” richiamata spesso dai cattolici”) le Pussy Riot non hanno mai spezzato nessuna croce. A realizzare quell’azione è stato il gruppo delle femministe ucraine di Femen che ha inscenato una protesta a Kiev a seguito dell’arresto delle tre attiviste russe come si può vedere dal filmato (chi non si fidasse del filmato essendo proveniente dal mio canale youtube può cercare su altre fonti d’informazione).

Quindi siamo passati dal riportare frasi mai dette al riportare azioni mai fatte da una specifica persona: un bel passo in avanti.
Forse è meglio che gli uccrociati rattifichino quanto scritto: c’è il serio rischio che Putin leggendo quell’articolo condanni le Pussy Riot anche per qualcosa che non hanno mai fatto.

Cagliostro
www.alessandrocagliostro.wordpress.com
@Cagliostro1743

8 pensieri su “Uccr: “Le Pussy Riot hanno spezzato una croce di legno”. Ma non erano le attiviste di Femen?

  1. Alessandro M.

    Essendo un sostenitore sia della lingua italiana che della correttezza delle informazioni, mi permetto soltanto di dire che una motosega non “spezza” ma “sega”, o al limite “taglia”.

    A parte quello concordo in pieno con quanto sopra, ma considerando il travisamento della realtà che ha più e più volte caratterizzato gli “”””articoli”””” degli uccrociati, questo mi sembra un peccato veniale, dopotutto. In un organo di informazione serio sarebbe una cosa seria, ma considerando di chi stiamo parlando…

    Rispondi
    1. Cagliostro Autore articolo

      Hai ragione Alessandro: lo avevo notato anche io ma non volevo inferire. Poi non credo che esista la “moto sega” (a parte una moto che si chiami “sega” forse) ma esiste invece la “motosega”.

      Rispondi
  2. diego

    va beh, ma il discorso di fondo è giusto: perchè testate che criticano i simboli cristiani si appellano alla censura quando si offendono simboli musulmani?? in fondo i simboli religiosi son tutti ugali.

    Rispondi
    1. Cagliostro Autore articolo

      Ma si: concordo perfettamente con te su questo.
      Infatti l’ho detto che la domanda è interessante. Purtroppo alla domanda non segue la risposta. Il punto è che bisogna difendere il simbolo religioso sempre o comunque oppure si può esercitare la critica, la satira, etc.? Secondo me prevale la libertà d’espressione: poi certamente alcune espressioni artistiche possono anche non essere condivise (e mi riferisco a quelle che hanno per oggetto simboli cristiani) ma anche in quel caso credo che bisogni vagliare se siano espressioni d’arte oppure pura blasfemia. Questo non si può fare a priori ma credo che sia compito della comunità artistica quella di autoregolamentarsi.
      Nel caso specifico le vignette pubblicate dal periodico francese (non ricordo il nome) non mi sembravano particolarmente gravi né tantomeno il film (se non lo hai visto lo trovi sul mio blog).
      La risposta quindi non credo sia nella difesa a tutti i costi dei propri simboli religiosi (tranne nei luoghi sacri ovviamente) ma in quella laicità che significa spazio aperto di critica, confronto, tolleranza, rispetto.
      Certamente i cattolici (che ormai sono ampiamente secolarizzati) son ben più tolleranti di quei folli che hanno assaltato l’ambasciata Usa ma non dimentichiamo che sui simboli religiosi cristiani – sebbene con toni diversi – si sono alzati dei muri anche da noi e ricordo un politico di centrodestra (La Russa se non sbaglio) che disse: “Possono pure morire ma noi il crocifisso non lo leviamo”.
      Poi mi domando se tutti i popoli siano pronti a sopportare il peso della democrazia ma questo è un altro discorso.

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      1. Compagno Z

        Personalmente credo che non bisogna limitarsi al fatto in sè (le vignette od il film) ma guardare anche l’intenzione. L’autore delle vignette ed il suo editore non intendevano certo offendere nessuno (al massimo si può stigmatizzare la tempistica della pubblicazione) e chiamare in causa la libertà d’espressione è più che motivato. Gli autori del c.d. film anti-Islam invece non intendevano fare satira o esprimere la propria opinione, considerando sopratutto che hanno fatto recitare agli attori un copione che poi in fase di doppiaggio hanno completamente stravolto e hanno cercato di farsi passare per israeliani quando in realtà erano un gruppo di copti, evangelisti e un fanatico ex Marine fondatore di un’autoproclamata milizia cristiana. In questo caso non c’è libertà d’espressione che tenga, solo un atto a dir poco criminale dallo scopo oramai ben chiaro: suscitare le proteste dei mussulmani per poi cavalcarle mediaticamente. Operazione, purtroppo, riuscitissima basta guardare come i giornalisti italiani hanno raccontato le manifestaioni di questi giorni…

        Rispondi
  3. Priapus

    @ Cagliostro
    Ma Ignazietto La Rissa è un ex picchiatore, un microcefalo al livello di Gasparri & Giovanardi, il pazzo che voleva mandare i soldati a pattugliare le città, cosa non prevista in nessun paese occidentale e per la quale i soldati non sono addestrati.
    Infatti, sono addestrati a sparare e colpire; hai idea di cosa possa succedere in una città se ti metti a sparare con un’arma capace di perforare i mattoni forati? La Ris sa dovrebbe aver fatto la naia, ma evidentemente non ha imparato o capito un tu bo. E’ proprio a livello di Uccretini, ma sembra proprio che alle prossime elezioni personaggi di quel livello non ne passeranno più, anche se la nostra politica sia quasi tutta ad un livello impresentabile.

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