Sul blog dei tradizionalisti cattolici dell’Unione Cristiani Cattolici Razionali, si può leggere un articolo di Giuliano Guzzo dal titolo “I sermoni di Stefano Rodotà e l’ossessione per le nozze gay” che ha come oggetto – come si può dedurre dal titolo – l’attività del politico e giurista Stefano Rodotà sulle nozze gay. Questo articolo su Uccr era stato già pubblicato il 21 luglio sul blog personale di Giuliano Guzzo: ovviamente questo non è un elemento di demerito, anche io pubblico i miei articoli su più fonti.
Nel blog di Uccr, Giuliano Guzzo è definito come “sociologo ed appassionato di bioetica”: quindi c’è da sperare in un intervento di un certo livello.
D’altronde Giuliano Guzzo ha scritto molti articoli su Radici Cristiane, la rivista culturale mensile di ispirazione cattolica fondata da Roberto de Mattei in cui scrivono autorevoli rappresentanti del mondo cattolico come Paola Binetti o Massimo Introvigne. Ricordiamo che Roberto de Mattei, fondatore della rivista Radici Cristiane, è uno storico attualmente docente di Storia Moderna e Storia del Cristianesimo presso l’Università Europea di Roma, istituto della Congregazione dei Legionari di Cristo. Nel passato de Mattei, già vicepresidente del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), è stato al centro di alcune polemiche per aver letto e commentato a Radio Maria un brano dello scrittore cristiano Salviano di Marsiglia, in cui l’autore del V secolo sosteneva che l’Impero romano fosse stato punito da Dio per mezzo delle invasioni barbariche anche a causa del supposto dilagare dell’omosessualità.
Ha suscitato molte polemiche anche un intervento dello stesso de Mattei – sempre su Radio Maria – in cui, con riferimento al terremoto del 2011 in Giappone, sosteneva che le catastrofi naturali possono esigenza della giustizia di Dio.
Ritornando all’articolo di Giuliano Guzzo, Stefano Rodotà è definito come «il vero nemico del matrimonio tra uomo e donna». Giuridicamente parlando – ma anche secondo il buon senso – è impossibile che chi sia a favore del matrimonio omosessuale (o del semplice riconoscimento delle unioni civili) sia un “nemico del matrimonio tra uomo e donna” perché – come ha sentenziato la Corte Costituzionale nella sentenza 138 del 23 marzo 2010 sul matrimonio omosessuale – «La libertà di sposarsi o di non sposarsi, e di scegliere il coniuge autonomamente, riguarda la sfera dell’autonomia e dell’individualità, sicché si risolve in una scelta sulla quale lo Stato non può interferire, se non sussistono interessi prevalenti incompatibili, nella fattispecie non ravvisabili». Perciò il matrimonio omosessuale non lede nessun diritto ed ovviamente non lede il diritto di una coppia eterosessuale a sposarsi liberamente.
Secondo il Sig. Guzzo, Stefano Rodotà «ormai da anni, martella puntualmente per le nozze gay con articoli ed interventi vari. Una cosa impressionante» ed a tal proposito richiama sei articoli (senza peraltro affrontarne il contenuto) scritti dal costituzionalista su La Repubblica in materia di nozze omosessuali. Forse Giuliano Guzzo dimentica che sei articoli scritti su La Repubblica (che non è ovviamente una rivista giuridica) sono poca cosa rispetto all’attività di giurista di Stefano Rodotà che ha scritto pubblicazioni sul diritto privato, la responsabilità civile, il diritto dell’informazione, le riforme istituzionali: inoltre il costituzionalista Rodotà viene ricordato principalmente per i suoi interventi sul diritto alla privacy (infatti è stato Presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali dal 1997 al 2005).
Volendo poi spaccare il capello – dei sei articoli citati da Giuliano Guzzo in cui Rodotà scriverebbe di omosessualità – solo tre riguardano effettivamente il matrimonio gay.
Il primo articolo del 7 giugno del 2006 citato da Guzzo riguarda la relazione tra dolore e politica (“Il dolore e la politica”).
L’articolo del 26 giugno 2006 invece riguarda il testamento biologico (“Testamento biologico. Si può scegliere come morire?”).
L’articolo del 10 luglio 2006 invece affronta il tema della rapporto tra politica e temi etici alla luce del confronto tra il Prof. Ignazio Marini ed il compianto cardinale Martini (“Riaprire il dialogo sui valori della vita”).
Prettamente attinenti al tema dei diritti gay sono un articolo del 14 luglio 2010 (Guzzo erroneamente scrive che è del 14 luglio 2006 ma è un errore ben scusabile) intitolato “Matrimoni gay e doveri del Parlamento”, un secondo articolo del 17 luglio 2011 (“Il ritardo dell’Italia sui diritti dei gay”) ed un terzo articolo del 19 luglio 2012 (“Nozze gay. Se per la politica italiana qui diritti sono un tabù”).
Insomma tre articoli su 582 articoli scritti da Rodotà su La Repubblica e davanti ad una produzione editoriale in campo giuridico ben più ampia non fanno di certo un illustre costituzionalista come un “ossessionato dei matrimoni omosessuali”.
Fatta questa piccola (ma doverosa) precisazione, Giuliano Guzzo scrive che «per l’illustre giurista infatti, il vero problema del Paese non è la disoccupazione, la pressione fiscale record, il divorzio, l’invecchiamento della popolazione o altro, bensì “il disagio esistenziale” delle coppie omosessuali che «non possono ricorrere al matrimonio” (“La Repubblica”, 7/6/2006)».
Questo pensiero aiuta a smentire un falso luogo comune: ossia che nel Paese esistono “problemi più urgenti”. Ovviamente nessuno chiede che il Parlamento o il Governo si immobilizzino per approvare il matrimonio omosessuale tralasciando problemi come la disoccupazione o la pressione fiscale (di sicuro il divorzio non è tra i problemi da affrontare) ma chi ha una conoscenza elementare di diritto costituzionale e diritto pubblico e conosce un minimo di organizzazione dei partiti sa benissimo che è un falso problema.
Ogni partito infatti è organizzato in diverse aree (economia, giustizia, comunicazioni, infanzia ed adolescenza, lavoro, cultura, riforma dello stato, politiche agricole, politiche ambientali, politiche sociali, etc.) perciò – in un partito che voglia assumersi responsabilità di governo – chi dovrà affrontare il problema del rilancio dell’economia o della lotta alla disoccupazione non sarà la stessa persona che dovrà redigere un progetto di legge sulle unioni civili o sul matrimonio tra omosessuali.
Chi ha un minimo di conoscenza del diritto costituzionale o del diritto pubblico sa bene che una legge – durante il suo iter di approvazione – viene discussa principalmente nella commissione parlamentare a cui è assegnata (le commissioni permanenti sia alla Camera che al Senato sono quattordici) perciò ciascun parlamentare si occuperà principalmente del lavoro della commissione di cui è componente. Per questo motivo il Parlamentare membro della XII commissione Affari Sociali a cui è assegnata la legge sul matrimonio omosessuale non si preoccuperà – tranne che nella discussione in Aula – della legge sul rilancio dell’economia che è assegnata alla X Commissione Attività Produttive di cui non è membro.
A livello esecutivo – ossia di governo – tutti sanno che ogni governo è diviso in più ministeri e perciò il Ministro per gli Affari Sociali (area di competenza del matrimonio omosessuale) non si preoccuperà se il suo collega assegnato alle Attività produttive sta adottando un provvedimento relativo al rilancio delle attività produttive: sono diverse aree di competenza.
Secondo il Sig. Giuliano Guzzo, dopo il fallimento dell’approvazione del disegno di legge sulle unioni di fatto Stefano Rodotà «non si è arreso»: forse Giuliano Guzzo dovrebbe considerare che secondo l’art. 21 della Costituzione «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione». Per quale motivo Rodotà avrebbe dovuto smettere di intervenire nel dibattito esistente sulle unioni omosessuali?
Giuliano Guzzo scrive che «La ragione di tanta insistenza sta nel fatto che per Rodotà con il riconoscimento delle nozze gay “il diritto comincerebbe a riscattarsi, riprendendo almeno la sua forza simbolica, la sua funzione di legittimazione di comportamenti civili” (La Repubblica, 17/6/2011). Come dire: le coppie gay ci sono, dunque vanno riconosciute ispo facto (sic, ndr). Il diritto ridotto a notaio dalla prassi: ragionamento sopraffino, complimenti. Si vede che c’è dietro un’intelligenza superiore, universitaria». In effetti in uno stato costituzionale di diritto come l’Italia, «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese» (art. 3 Costituzione). In uno stato democratico tutti i diritti che non ledano altri diritti sono riconosciuti: nel caso delle unioni omosessuali la Corte Costituzionale ha stabilito che non ci sono altri diritti lesi e perciò – a livello giuridico ed a livello costituzionale – non ci sono ostacoli ad un riconoscimento giuridico.
Il discorso sarebbe diverso nei cosiddetti “Stati etici” in cui lo stato vuole imporre – con l’adozione delle leggi – la propria visione e la propria morale: gli “Stati etici” sono principalmente quelli dittatoriali (fascismo, nazismo, comunismo) mentre l’Italia non è uno Stato etico ma – basta leggere i primi dodici articoli della Carta costituzionale – è uno Stato democratico.
Secondo Giuliano Guzzo «anche perché se la logica è quella cosa ci impedirà, domani, di regolamentare positivamente la prostituzione, l’eutanasia, il consumo di eroina? Il diritto esercita “la sua funzione di legittimazione di comportamenti” e siamo a posto. Tutti felici e contenti». Dall’analisi delle sue parole sembra di capire che si pone il seguente quesito: se lo Stato dovesse riconoscere i matrimoni omosessuali quali impedimenti ci sarebbero nel regolamentare la prostituzione, l’eutanasia ed il consumo di eroina?
Bisogna precisare che la prostituzione in Italia non è reato: non è reato né prostituirsi né andare con una prostituta (è reato solo se la prostituta è minorenne). Sono proibite solamente le attività collaterali alla prostituzione (favoreggiamento, induzione, sfruttamento, etc.).
Un cliente che andasse con una prostituta sarebbe accusabile solo di atti osceni in luogo pubblico se la prestazione venisse svolta all’esterno ma se la stessa attività fosse svolta all’interno di un’abitazione non ci sarebbe nessun reato.
Nel caso del consumo di eroina forse Giuliano Guzzi dovrebbe chiarire cosa intende per “regolamentare positivamente”. Forse gli sfugge che – secondo la legge 49/2006 (detta legge Fini-Giovanardi) – è permesso l’acquisto e la detenzione di sostanze stupefacenti (ivi compresa l’eroina) qualora la quantità posseduta sia inferiore al quantitativo previsto da alcune tabelle allegate alla suddetta legge. Chi detiene e consuma sostanze stupefacenti (anche in quantità inferiori alle suddette tabelle) è sottoposto a sanzioni amministrative (sospensione della patente, del passaporto, etc.) ma non incorre in un reato penale. In ogni caso anche la sanzione amministrativa non è rispettosa del referendum popolare del 1993 in cui gli Italiani si erano espressi a favore della non-punibilità del consumo di sostanze stupefacenti: infatti fino al 2006 i consumatori di sostanze stupefacenti non andavano incontro a nessuna sanzione (neanche di ordine amministrativo) e perciò il legislatore potrebbe benissimo abrogare la legislazione esistente (sarebbe auspicabile).
Per quanto riguarda l’eutanasia forse a Guzzi sfugge che l’eutanasia passiva (ossia il diritto a rifiutare le terapie) è prevista addirittura dall’art. 32 della Costituzione nella previsione secondo cui «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge» e compito del legislatore sarebbe solamente proteggere questo diritto che ha fondamento addirittura nella Costituzione.
Sebbene un paragone tra situazioni tanto diverse tra di loro come il matrimonio omosessuale, la prostituzione, il consumo di eroina e l’eutanasia sia fuorviante, Giuliano Guzzo ha ragione su un punto: negli stati democratici e negli stati costituzionali di diritto, ogni diritto deve essere protetto laddove non leda altri diritti.
Guzzo conclude il suo articolo su Uccr scrivendo che «il problema è che finché nel Belpaese non saranno legalizzate le nozze gay, ci toccherà sorbirci i pistolotti del professore cosentino. Che anche poco tempo fa ha pensato bene – nel caso qualcuno, dopo cento articoli, avesse ancora dubbi sul suo pensiero – di tornare a spiegarci perché è giusto il “matrimonio tra persone dello stesso sesso” (“La Repubblica”, 19/7/2012). Ora, c’è un limite a tutto, adesso basta: urge approvazione tempestiva del matrimonio gay. Onorevoli, fate presto, svelti. Fatelo per Rodotà e per tutti noi, prigionieri dei suoi sermoni».
Se Guzzo ha tanta repulsione verso gli interventi del costituzionalista Rodotà, la soluzione è più che semplice: basta che non li legga. In Italia l’offerta informativa è ampia e quindi Giuliano Guzzo o i membri dell’Unione Cristiani Cattolici Razionali possono anche leggere qualcosa che è a loro più congeniale: la democrazia consiste proprio in questo.
Per il resto nel nostro Belpaese oltre a vigere il citato articolo 21 della Costituzione ci si può ispirare benissimo alla massima di Voltaire: «Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere». Forse Voltaire – essendo illuminista – non riscuote la simpatia dei cattolici tradizionalisti ma mi sento di condividerla in pieno. Non condivido affatto molte idee provenienti dal mondo cattolico (e di sicuro non quelle espresse dall’Unione dei Cristiani Cattolici Razionali) ma mi batterei (forse non sino al prezzo della mia stessa vita) affinché i cattolici possano esprimere liberamente le loro idee. Allo stesso modo sarei curioso di sapere se Giuliano Guzzo fosse pronto a battersi (ovviamente non al prezzo della vita) affinché Rodotà e chi la pensa come lui siano liberi di esprimere le loro idee: ho qualche dubbio.
Nel frattempo che questo dubbio sia chiarito continueremo a leggere – con grande piacere – i “sermoni” del Professore Rodotà.
Cagliostro
http://alessandrocagliostro.wordpress.com/
@Cagliostro1743
Loro di 5 cose hanno l’ossessione: l’omosessualità, l’evoluzione, gli atei, l’aborto e l’eutanasia.
Scrivono almeno un articolo al giorno su almeno uno di questi argomenti …
E il giorno in cui capiranno che :
– l’omosessualità c’è , esiste , non è una malattia e piano piano agli omosessuali verranno riconosciuti tutti i diritti che oggi vengono ancora loro negati
– evoluzione = scienza , creazionismo = risibili puttanate
– gli atei ci sono e continueranno ad esserci a meno di eliminarli fisicamente tutti
– l’aborto si combatte con le campagne di sensibilizzazione non con il divieto
– l’eutanasia non ha niente a che vedere con l’andare in motocicletta senza casco (e svariate altre ignobili minchiate che ho letto al riguardo sul sito UCCR)
sarà un bel giorno per l’umanità.
Dato però che questa gentaglia vive e perservera ragionando sempre all’interno delle 4 mura mentali che danno loro la sicurezza di raggiungere il regno dei cieli… prevedo ancora tempi bui per gli esseri umani.
Attento alberto, loro non negano l’omosessualità, loro danno la possibilità di cambiare negata dalle lobby!!!
Loro non sono creazionisti, sono evoluzionisti solo che l’evoluzione “non spiega”.
Mica loro sono contro gli atei, sono gli atei ad essere dei mostri cattofobici laicisti.
Loro fanno compagnie di sensibilizazione, che inducono al divieto.
Eh ma che ne capisci tu di eutanasia, non vedi che parla il professorone bioetico con 500 anni di esperienza alle spalle, laureato, ricercatore docente alla migliorum universitatum mundialis of bioethics and sapiens mirabila?
Che poi basta guardare quante stupidaggini hanno in testa:
http://www.uccronline.it/2012/07/26/esiste-davvero-il-cervello-gay/
Un tal Piero scrive: 26 luglio 2012 alle 18:55
“basta semplicemente guardare la TV!
Essere gay e’ fico, e’ ganzo, lo sono moltissimi attori di Hollywood, cantanti, nei film il gay e’ sempre il piu’ saggio, il piu’ sensibile, il piu’ bravo”
E continuano sempre e costantemente a non capire che non esiste il disturbo di gay che si curano per diventare etero,esiste il disturbo dell’identità di genere che rappresenta tutto o parte di una non raggiunta autodeterminazione di sè ed a questo dovrebbe mirare il lavoro terapeutco,indi per cui se uno entra in terapia da omosessuale “disturbato” può uscirne omosessuale,bisessuale o eterosessuale(molto improbabile a mio avviso) non più disturbato con autodeterminazione di sè.
Come si fa a dire che quasi quasi tanti son portati da propaganda,da tv etc..a diventare gay??
Che poi,mi pare,scusate se sbaglio,che va ancora provato un caso “reale” ed oggettivo di un gay che sia “tornato” o diventato etero dopo la terapia.
Certo che se uno riceve indottrinamento papalino e gli viene fatto lavaggio del cervello(quando era considerata malattia psichiatrica davano anche le scosse per “curarla”)può anche arrivare ad affermalo ma non penso che non gli piacciano più gli uomini(o le donne,insomma quelli del suo stewsso sesso)
Vorrei sapere che tv guardano…..
A parte Philadelphia o Brokeback Mountain mi sembra che il gay sia raffigurato sempre in chiave caricaturale: poi forse mi sbaglio io…..
Purtroppo non fanno altro che seguire l’agenda della Chiesa cattolica: non mi sembra che Avvenire proponga molti altri temi anche se di sicuro varia un po’.
Di certo si può anche essere contrari al matrimonio omosessuale (rispetto tutte le idee) ma forse bisognerebbe cercare di dire cose sensate se si può.
non capisco il senso della frase dell’essere il vero nemico del matrimonio tra uomo e donna… E’ come che se uno favorevole a costruire un nuovo ospedale sia il vero nemico di tutti gli ospedali esistenti.
Ma forse il senso non lo capisce neanche chi ha scritto
Mah…..io lo capisco benissimo….
Proviamo ad immaginare una società molto immaginaria in cui l’80% degli individui sono omosessuali o lesbiche che si sposano in Chiesa, che le Chiese sono distrutte per far posto a Moschee, che si approverà la bigamia, la poligamia e l’incesto.
Martella questi rischi giorno dopo giorno e descrivi chi sostiene il matrimonio tra omosessuali come un “nemico” della “famiglia tradizionale”. Ripetilo 10, 100, 1000 volte e poi prova a parlare di diritti civili per gli omosessuali, di matrimonio omosessuale o unioni civili, di laicità dello Stato, di diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia……impresa molto ardua se qualcuno ti ascolta.
L’idea del “nemico” è sempre molto efficace: lo faceva Hitler con gli ebrei, Mussolini con i disfattisti (alias antifascisti), i leghisti con i meridionali prima e con gli immigrati poi, Berlusconi con i comunisti, Bush con i musulmani, etc.
L’idea del “nemico” è sempre un ottimo deterrente per non cambiare nulla.
per proporre un nemico si può dare la colpa agli omosessuali della diffusione dell’AIDS portando come prova le statistiche di 30 anni fa, si può dare la colpa agli omosessuali della scarsità di sicurezza nei bagni pubblici, si può dare la colpa agli omosessuali della diffusione della droga, ma definire un politico nemico del matrimonio tra uomo e donna perchè vuole legittimare le coppie omosessuali mi sembra eccessivo, comico, e sinceramente penso si potrebbe ottenere l’effetto contrario
Ho fatto un salto sul sito, niente da fare…riaffiora l’ossessione per i gay, per le unioni gay, perchè aprirebbero la strada a di tutto di più…ma almeno aprissero la strada sulla prostituzione, toglieremmo le donne dalle strade, si controllerebbe chi realmente lo fà di propria volontà o perchè ha i magnaccia dietro le spalle, e si farebbero pagare le tasse ai cosidetti “clienti”. Ma l’ipocrisia regna sovrana, mettere la testa sotto la terra come gli struzzi e credere che, se non ci fossero i gay le famiglie prolifererebbero a una squadra di calcio per coppia
Sai cosa succederebbe se si approvasse il matrimonio omosessuale? Un bel niente: le persone neanche se ne accorgerebbero.
E’ la solita strategia del terrore (questa è psicologica) che in Italia ha creato dei grandi disastri.
L’altro giorno Avvenire titolava contro il registro delle unioni civili a Milano dimenticando che un simile registro è attivo in 88 città italiane.
http://alessandrocagliostro.wordpress.com/2012/09/07/avvenire-e-quel-testardo-di-pisapia/
E’ sempre la solita musica: guerra psicologica….
Scusa Cagliostro, non è che sei stato contagiato dalla pontifessite acuta? No perchè in un paragrafo affermi che non è illegale andare a prostitute e in quello seguente che è reato il favoreggiamento della prostituzione.
Mi spieghi come è umanamente possibile, per il cliente, andare a prostitute senza favorire il fenomeno? 😀
Per favoreggiamento della prostituzione, penso s’intenta qualcosa tip affittare a una persona un appartamento, sapendo che questa vi svolgera dentro attivita di meretricio. Personalmente non capisco come il favoreggiamento di una attività che non è reato possa esserlo, ma penso che faccia tutto parte della consuere ipocrizia italiana (di matrice cattolica).
Si hai ragione,
il discorso nasce che in Italia esiste il “modello abolizionista”. Lo stato non regolamenta la prostituzione come avviene in Olanda (dove le prostitute sono soggette a controlli, pagano le tasse, etc.) ma neanche la proibisce (in teoria la prostituzione è vietata nei Paesi dell’est, nei fatti….lasciam perdere).
Il modello abolizionista in vigore in Italia tende a scoraggiare la prostituzione (magari qualche comune adotterà delle sanzioni amministrative per chi si ferma nelle aree dove ci sono le prostitute, etc.).
In effetti è un po’ un approccio “da struzzo” forse erede di una certa cultura.
Il cattolicesimo può essere rilevante ma – per dirla tutta – la legge che ha eliminato i bordelli in Italia viene da una senatrice socialista (la senatrice Merlin). Al tempo credo fosse un provvedimento giusto perché i bordelli erano veramente un covo di malattie: oggi credo sia meglio ripensare al problema anche se non credo si farà mai.
Come ogni fenomeno “tabù” che coinvolge diritti civili, in Italia c’é un bel po’ di confusione legislativa.
E’ legale esercitare la prostituzione e, per il cliente, andare a prostitute (salve, come sottolinea bene Cagliostro, eventuali sanzioni amministrative comunali introdotte, apparentemente, per altre ragioni come evitare congestioni del traffico).
Sono reati:
– lo sfruttamento della prostituzione (leggi: il magnaccio)
– il favoreggiamento della prostituzione (ovvero mettere a disposizione della prostituta mezzi o strumenti che le consentano di prostituirsi o, comunque, agevolino la prostituzione).
Per quanto riguarda gli UCCRociati, e questo signor Guzzi, al di là dei contenuti (condivisibili o meno – secondo me meno) é molto triste costatare la mancanza di rispetto per un uomo che ha contribuito a far evolvere il diritto in Italia (specialmente in tema di privacy) e che va soltanto ammirato per l’intelligenza, la cultura e, soprattutto, l’umiltà.
Faggot,
per favoreggiamento della prostituzione si intende lucrare (ossia guadagnarci sopra) sull’attività della prostituta (prendere una percentuale, organizzare un giro di prostitute, etc.). Il cliente della prostituta favorisce il fenomeno ma non favorisce (non essendo coinvolto direttamente) l’attività delle singole prostitute.
E’ lo stesso discorso che esiste tra consumatore di cannabis e spacciatore. Il consumatore favorisce il fenomeno ma ad essere punito (mettiamo da parte le sanzioni amministrative di cui ho scritto) è solo lo spacciatore e non il consumatore.
Buonasera a tutti,scusate ma qualche anno fa..
11 settembre 2008.
Tale ddl modifica la legge del 1958, la c.d. legge Merlin, soprattutto riguardo la prostituzione di strada.
L’art. 1 recita:
“All’articolo 1 della legge 20 febbraio 1958, n. 75, sono aggiunti, in fine, i seguenti commi:
«Chiunque esercita la prostituzione ovvero invita ad avvalersene in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con l’arresto da cinque a quindici giorni e con l’ammenda da euro 200 a euro 3.000.
Alla medesima pena prevista al secondo comma soggiace chiunque in luogo pubblico o aperto al pubblico si avvale delle prestazioni sessuali di soggetti che esercitano la prostituzione o le contratta».”
Quindi in Italia per strada…sul marciapiede,nei parchi etc..è reato sia per prostitute che per clienti adesso..o no?
Per quanta riguarda le affermazioni se i gay si sposano poi scoppia il finimondo sono ridicole..addirittura d recente sostenevano che riconoscendo il matrimonio gay poi si sarebbe dovuto a rigor di logica favorire e legittimare incesto e pederastia…da pazzi..
Ma anche riguardo l’aborto..che sia un essere umano nessuno lo nega,ma siccome non è riconosciuto persona e la società è solidale in questo,che invitino a non abortire(se ci tengono) ma non che dicano che è reato..
Idem per le altre fesserie..
Giustissimamente caro Cagliostro, con molta precisione, scrivi:
” come ha sentenziato la Corte Costituzionale nella sentenza 138 del 23 marzo 2010 sul matrimonio omosessuale – «La libertà di sposarsi o di non sposarsi, e di scegliere il coniuge autonomamente, riguarda la sfera dell’autonomia e dell’individualità, sicché si risolve in una scelta sulla quale lo Stato non può interferire, se non sussistono interessi prevalenti incompatibili, nella fattispecie non ravvisabili». Perciò il matrimonio omosessuale non lede nessun diritto ed ovviamente non lede il diritto di una coppia eterosessuale a sposarsi liberamente.”
Doi fatto,per “burocrazia” serve un provvedimento del parlamento,ma a fatti non riconoscere il matrimonio a gay,una volta che è ufficialmente lasciato passare che non sia ne una malattia ne un disturbo secondo tutte le accezioni del termine,è senza tanti discorsi una discriminazione.
Perchè altrimenti devono mostrare una ragione per la quale ciò non potrebbe avvenire,ma come si vede è impossibile..
Mi sembrerebbe scandaloso e anticostituzionale anche l’eventualità di farci un referendum a riguardo..
E’ una cosa che per come stanno le cose ,anche ci fosse il 99,9% della popolazione contraria andrebbe permesso..altrimenti ripeto dovrebbero mostrare quale sia l’impedimento che lo rende infattibile,che danni arrechi e a quali membri della società..etc.
Allora,
il testo che tu hai citato era parte del Decreto Carfagna (perché Mara Carfagna aveva presentato il decreto quando era ministro del precedente governo Berlusconi) sulla prostituzione ed in effetti doveva punire sia il cliente che la prostituta. Secondo me ci sono anche molti punti dubbi: ad esempio come fai ad individuare una “prostituta”? So che è una domanda che può far sorridere ma ma non esiste mica una “divisa” da prostituta. Una persona accusata di esercitare la prostituzione può anche dichiarare che era ferma sul ciglio della strada in abiti sexy (e non credo sia un reato stare fermi in abiti succinti). Anche se il cliente e la prostituta fossero stati trovati a “consumare” avrebbero anche potuto dichiarare che erano due fidanzati ad esempio.
Al limite l’arresto poteva scattare con i cosiddetti “agenti provocatori”: ossia agenti in borghese che facendo finta di essere clienti scoprivano chi fosse dedita alla prostituzione ma con le preoccupazioni che hanno i nostri poliziotti non credo avrebbero potuto dedicare molte energie.
A parte queste considerazioni, dal decreto Carfagna erano scomparse le pene relative al cliente (qualche maligno disse perché nel frattempo era scoppiato il caso D’Addario sul giro di escort a Palazzo Grazioli ma ovviamente erano i soliti comunisti….) e questo testo era stato inserito nel decreto sicurezza di Maroni: poi il governo è caduto e quindi è stato un nulla di fatto.
Il testo che hai citato resta parte di un disegno di legge che credo sia fermo al Senato ma – comunque – non è in vigore.
Per strada si può essere accusati di atti osceni in luogo pubblico. Poi magari ogni amministrazione comunale applica delle misure per scoraggiare. Magari nelle zone frequentate da prostitute è vietata non solo la sosta ma anche la fermata ed i trasgressori ricevono una foto a casa con la multa (ti lascio immaginare la reazione di mogli e compagne….). Ma sono provvedimenti che possono essere applicati in singole amministrazioni comunali comunque non è reato.
Lasciamo perdere il discorso del legame tra matrimonio gay, incesto e pederastia: ci ho già dedicato un articolo. Idem per altre fesserie dette in quel blog: credo che molte persone ignorino proprio l’abc del diritto e della storia.
Son d’accordo che non riconoscere il matrimonio omosessuale sia una discriminazione: non posso trovare altri termini anche perché – come dici bene – non esistono elementi per proibirlo.
Non si può fare un referendum: in Italia i referendum sono solo per abrogare una legge (o parti di legge). Al limite ci potrebbe essere una proposta di legge di iniziativa popolare (50.000 firme se non sbaglio) ma stai sicuro che non arriverebbe mai nella discussione in aula: ce ne sono già altre per altre materie ferme da tempo.
Sul fatto che dovrebbe essere permesso anche nel caso la popolazione sia contraria non sono molto d’accordo: resto sempre dell’idea che la volontà popolare debba essere rispettata e cerco anche di essere realista (nessun partito appoggerebbe un provvedimento di questa natura su cui gli Italiani sono contrari).
Attualmente (se vuoi ti posso dare dei dati), la stragrande maggioranza della popolazione italiana è a favore dell’istituzione del registro delle unioni civili (sul modello francese o tedesco), gli Italiani sono ancora leggermente contrari (51% mi sembra) all’istituzione del matrimonio omosessuale (anche se il favore verso il matrimonio omo sta crescendo rispetto agli anni precedenti) e sono nettamente contrari all’adozione gay.
Per questi motivi, se ci fosse un governo serio, si potrebbe benissimo istituire subito il registro delle unioni di fatto sul modello francese o tedesco, aspettare qualche anno per istituire il matrimonio omosessuale (per aspettare che il parere degli Italiani cambi) mentre per l’adozione – come scritto già – credo sia meglio una cautela maggiore.
Grazie della risposta Cagliostro..
Ah non sapevo che il decreto Carfagna si fosse arenato..in effetti nel concreto ad ogni modo non sarebbe semplicissimo dimostrare che una è una prostituta e che uno è un cliente..anche se basta un appostamento e qualche foto..magari anche mentre pagano fatte da agenti..però giustamente troppo spiegamento,e comunque per come funziona in Italia verrebbe da pensare che non sarebbe lo “Stato” a dover dimostrare che ha avuto luogo prostituzione in luogo pubblico,ma gli interessati che dovrebbero dimostrare che era altro..e nel caso di maritato o fidanzato o altro penso preferirebbe pagare nell’annimato più completo..
Per le unioni civili..se definiamo queste ,in generale,come quelle forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici, che non accedono volontariamente all’istituto giuridico del matrimonio, o che sono impossibilitate a contrarlo, alle quali gli ordinamenti giuridici abbiano dato rilevanza o alle quali abbiano riconosciuto uno status giuridico..
Sarebbe da considerare la seconda parte(quelli che non sono possibilitati a contrarlo),dal momento che gli altri se volessero certe cose “potrebbero” sposarsi,ma non vogliono..è un po’ comodo voler diritti e allontanarse doveri..comunque il matrimonio è bello,è tante cose ma è anche comunque un contratto fra due persone con ciò che ne consegue..
In Germania per esempio è un’ipocrisia..perchè è concessa(se non erro) solo agli omosessuali..praticamente hanno doveri e diritti degli sposati ma non sono sposati..
Immagino che in Italia i favorevoli si riferiscano (o abbiano in mente ) un modello simile..ma allora c’è comunque ipocrisia,perchè essere d’accordo a questa unione unicamente per gay come in Germania e contrari al loro matrimonio rasenta l’assurdo..hanno anche la reversibilità,il cognome..tutto..è il matrimonio gay considerato come cosa a parte e nomato con un mome a parte..
Come ho detto,mi ripeto,scusate,negare il matrimonio gay è una discriminazione verso quei cittadini,che non sono un gruppo di persone che si conta sulle dita..ma una “minoranza” importante.
E,da come ho detto,risulta facile vedere che anche concedergli quell’unione sul modello tedesco..un matrimonio chiamato diversamente è in fondo discriminatorio..
L’opinione della maggioranza vale,si,ma non qualora vengano fatte discriminazioni,lesi diritti o arrecato danno a cittadini,altrimenti è anticostituzionale….
E’ evidente che qi coi sono in gioco elementi politico-economici e “papalini”,di riflesso ideologici.
Anche se un italiano fosse personalmente contrario al fatto che due gay possano sposarsi dovrebbe comunque volere che lo stato riconoscesse loro il matrimonio,in difesa della legge,della democrazia e della libertà ed uguaglianza dei cittadini.
Non facendolo calpesta questi valori per qualche ideologia personale.
Il discorso è un po’ complesso.
Nella maggior parte dei casi le unioni civili (in Francia ed in Germania) riguardano solo le coppie omosessuali e questo istituto giuridico prescrive gli stessi diritti e doveri del matrimonio etero. Infatti l’on. Concia afferma di essersi sposata in Germania sebbene in quel Paese non esiste il “matrimonio omosessuale” ma una forma di unioni civili.
Detto ciò, possiamo affermare che la differenza è solo terminologica? Si. Resta una questione terminologica perché – soprattutto in Italia – si è contrari all’idea del “matrimonio omosessuale” ma magari si è a favore ad un istituto giuridico con gli stessi diritti e doveri del matrimonio. La vogliamo chiamare ipocrisia? La chiamerei “pruderie” ma la sostanza è quella.
Mi sembra di capire che tu sei contrario alle unioni civili per le coppie etero. Secondo me bisogna capire cosa si intende per “unione civile”.
L’unione civile può essere un istituto solo per le coppie omosessuali che non possono accedere al matrimonio per la “pruderie” di cui abbiamo detto.
Però si potrebbe pensare all’istituto delle unioni civili come un istituto – sia per coppie etero che omo – più “snello” rispetto al matrimonio ma che non preveda gli stessi diritti e doveri. Davanti alla crisi del matrimonio queste “unioni civili” possono essere un “trampolino” per la solidità della coppia per passare al matrimonio vero e proprio. In questo caso però bisognerebbe istituire il matrimonio per le coppie dello stesso senso.
Negare il matrimonio vero e proprio alle coppie gay è una discriminazione? Si, concordo in pieno.
Che ci siano elementi ideologici come affermi tu credo sia lampante.
Non concordo che negare il matrimonio omosessuale sia anticostituzionale perché – se faccio riferimento alla citata sentenza della corte costituzionale (e scusami ma non posso ignorarla visto che la cito spessissimo) – la Corte ha stabilito che il Parlamento potrebbe adottare anche altre soluzioni (unioni civili ad es.) e ciò sarebbe perfettamente costituzionale. In effetti – a parte la differenza di nome – lo Stato risponderebbe in pieno a quanto previsto dall’art. 3: cambierebbe il “contenitore” ma il “contenuto” sarebbe identico. Comunque è un discorso molto lungo.
Sono d’accordo che la classe politica non debba sempre seguire l’opinione della massa però – essendo realista – la soluzione prospettata mi sembra la più realizzabile.
” La vogliamo chiamare ipocrisia? La chiamerei “pruderie” ma la sostanza è quella.”
Mi fa piacere constatare che siamo concordi su questo.
Ad ogni modo,io,preferisco chiamare le cose col loro nome,anche solo per non confendermi,così preferisco chiamarla ipocrisia.
Il decreto Carfagna era assurdo ed assolutamente cattolico per la sua ipocrisia, un
pò come quel cardinale palermitano che tuonava contro la mafia ma affittava alle
escort gli appartamenti di via Maqueda.
Pur non condividendo l’articolo di sopra mi preme precisare che nè la Binetti nè Introvigne hanno mai scritto su Radici Cristiane. Fate tanta ironia sulla poca preparazione di Guzzo ma nemmeno voi siete così bravi nel riportare correttamente i fatti.
Se l’On. Paola Binetti ed il Prof. Massimo Introvigne non hanno mai scritto su Radici Cristiane, credo che dovrebbe esprimere la sua rimostranza a Radici Cristiane considerato che nel sito della rivista è riportato il contrario.
Per quanto riguarda l’On. Paola Binetti:
http://www.radicicristiane.it/autori.php/id/244
http://www.radicicristiane.it/contenuti.php?ref=4
Articolo: “La ricerca scientifica, la legge sulla fecondazione artificiale e i referendum” – N. 4 di Radici Cristiane dell’aprile 2005
Per quanto riguarda il Prof. Massimo Introvigne:
http://www.radicicristiane.it/autori.php/id/169
http://www.radicicristiane.it/contenuti.php?ref=43
Articolo: “Plinio Correa de Oliveira e la via della bellezza” – N. 43 di Radici Cristiane dell’aprile 2009
Sebbene l’errore sia sempre in agguato Le assicuro che – prima di scrivere qualcosa su persone precise ed identificabili – non mi assicuro solo una volta ma dieci.
Per il resto nessuna ironia (non sono così spiritoso e non appartiene al mio stile) sulla preparazione (se sia poca o molta lo giudicherà chi legge) del Dott. Giuliano Guzzo ma solamente una legittima critica ad una legittima (ma almeno da me non condivisibile) opinione sulla base del diritto e della giurisprudenza.
Cordialmente
Si può dire incredibili sciocchezze anche con grande preparazione… Tuttavia di solito chi le dice rivela di non essere granché preparato. Questo Giuliano Guzzo onestamente scrive cose che suscitano misericordia…