Omofobia in Italia. Istat: ancora molta strada da fare

L’Istat (Istituto nazionale di Statistica) ha realizzato nel 2011 – con il finanziamento del Dipartimento delle pari opportunità – un’indagine sulle “Discriminazioni in base al genere, all’orientamento sessuale e all’appartenenza etnica” rilevando le opinioni e gli atteggiamenti dei cittadini nei confronti degli omosessuali nonché le difficoltà che questi ultimi incontrano nella famiglia e nella società.

Emerge un quadro di una società consapevole delle discriminazioni che gli omosessuali incontrano ogni giorno ed aperta alle loro istanze ma – allo stesso tempo – una società in cui molti omosessuali sono ancora discriminati in vari ambiti.

Il 61,3% dei cittadini ritiene che gli omosessuali siano ancora molto o abbastanza discriminati nella società contro un 38,7% che ritiene che siano poco o per nulla discriminati.
Per il il 49,6% degli intervistati gli omosessuali hanno meno opportunità di trovare un lavoro (contro solo l’1,6% che pensa che ne abbiano di più), il 55% del campione pensa che abbiano meno opportunità di ottenere una promozione (solo il 2% pensa che abbiano più possibilità) mentre solo il 41,8% del campione ritiene che abbiano meno possibilità di trovare una casa in affitto.
Gli Italiani sembrano condannare nettamente le discriminazioni verso gli omosessuali sebbene ritengano che queste discriminazioni siano più giustificate nel caso dei transessuali.
La stragrande maggioranza degli intervistati (96%) ritiene che sia poco o per niente giustificabile che un lavoratore sia trattato meno bene dei colleghi ma questa percentuale diminuisce all’89,8% nel caso di un transessuale. Il 92,3% del campione ritiene inaccettabile che un datore di lavoro non assuma un dipendente con le qualifiche richieste perché omosessuale ma questa percentuale scende al 75,2% nel caso in cui il dipendente da assumere sia un transessuale. Una percentuale sempre molto alta (92%) pensa che sia ingiustificabile un proprietario che non affitti la propria casa ad un omosessuale ma solo il 77,6% del campione mantiene la stessa opinione nel caso in cui si tratti di un transessuale.
La maggior parte degli Italiani non avrebbe problemi ad avere come omosessuale un collega (79,8%), un superiore (78,4%), un amico (77,2%), un politico (75,2%) ed il proprio medico (71,9%). La percentuale scende molto nel caso di un insegnante di scuola elementare: solo il 58,6% degli Italiani non avrebbe problemi ad avere per i propri figli un maestro omosessuale.
Anche il linguaggio usato per identificare gli omosessuali può rimandare a pregiudizi nei loro confronti e rientrare tra gli atteggiamenti discriminatori nei confronti di questa categoria sociale. Molte parole, infatti, sono utilizzate con una connotazione negativa, se non come vero e proprio insulto. Il 47,4% degli intervistati riferisce di avere sentito spesso conoscenti o amici usare termini offensivi nei confronti degli omosessuali, il 32,6% qualche volta, il 10,5% raramente. Solo il 9,5% afferma di non avere mai sentito conoscenti o amici etichettare con tali termini gli omosessuali.
Ma a una domanda diretta sulla propria personale abitudine a usare i medesimi termini nel parlare di omosessuali, la quota delle persone che afferma di parlare “spesso” o “qualche volta” degli omosessuali con termini offensivi scende, rispettivamente, all’8% e al 23%. Sale invece al 19,9% il numero di chi afferma di fare uso raramente di questi epiteti e al 49,1% chi non li usa mai.
La maggior parte degli Italiani (59,6%) non condivide lo stereotipo che i gay siano effeminati ed il 62% non pensa che le lesbiche siano donne mascoline.
Il 55,9% del campione pensa che gli omosessuali sarebbero più facilmente accettati se fossero più discreti ma solo il 29,7% degli intervistati pensa che un omosessuale dovrebbe nascondere la sua condizione.
Quando si parla di amore le barriere verso gli omosessuali si abbassano: il 65,8% dei rispondenti è molto o abbastanza d’accordo con l’affermazione secondo la quale “si può amare una persona dell’altro sesso oppure una dello stesso sesso: l’importante è amare”: solo il 16,2% si dichiara per niente d’accordo. Nonostante alcune posizioni del mondo cattolico il 74,8% della popolazione non è d’accordo con l’affermazione “l’omosessualità è una malattia”, il 73% con “l’omosessualità è immorale”, il 74,8% con “l’omosessualità è una minaccia per la famiglia”.
La maggioranza degli Italiani (62,8%) ritiene che una coppia di omosessuali debba avere gli stessi diritti di una coppia sposata ma gli Italiani sono ancora in larga parte contrari (56,1%) all’idea del matrimonio tra omosessuali e la stragrande maggioranza è ancora contraria all’adozione da parte di genitori omosessuali (80,6%) o lesbiche (76,6%).
A mostrarsi maggiormente aperti nei confronti degli omosessuali risultano le donne, i giovani e i residenti nel Centro Italia.
Secondo la rilevazione Istat ad essere omosessuali sono una popolazione oscillante tra 889 mila e 1 milione 220 mila (pari circa al 2,4% della popolazione residente).
Come avviene nelle ricerche scientifiche internazionali l’orientamento sessuale è stato rilevato oltre che tramite l’autodefinizione, anche attraverso altre dimensioni, l’attrazione sessuale, l’innamoramento e l’aver avuto rapporti sessuali. Considerando tutte queste componenti, nel complesso si arriva ad una stima di circa 3 milioni di individui (6,7% della popolazione) per coloro i quali si sono apertamente dichiarati omosessuali/bisessuali o che, nel corso della loro vita, si sono innamorati o hanno avuto rapporti sessuali con una persona dello stesso sesso, o che sono oggi sessualmente attratti da persone dello stesso sesso.
Il 40,3% degli omosessuali/bisessuali che sono stati intervistati hanno dichiarato di essere stati discriminati almeno una volta nel corso della vita. Le maggiori discriminazioni sono state nella ricerca del lavoro (29,5%), a scuola o all’università (24%), sul lavoro (22,1%).
La propria condizione sessuale (omosessualità/bisessualità) è stata la ragione di discriminazione nei rapporti con i propri vicini (14,3%), nei locali, uffici pubblici o mezzi di trasporto (12,4%), ricerca della casa o nel rivolgersi al servizio sanitario nazionale (10,2%).
Addirittura il 13% si è dovuto trasferire in un’altra zona o in un altro comune per poter vivere più tranquillamente la propria omosessualità/bisessualità ed il 19,6% ha comunque pensato di farlo.
L’Istat conclude che “se si considerano tutti i diversi ambiti in cui la discriminazione può avere luogo, il 53,7% dei rispondenti omosessuali/bisessuali è stato discriminato nel corso della propria vita in almeno uno dei contesti analizzati”.

Il Laicista

http://vocelaicista.wordpress.com/

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Informazioni su Cagliostro

Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Balsamo, noto con il nome di Alessandro, Conte di Cagliostro o più semplicemente Cagliostro (Palermo, 2 giugno 1743 – San Leo, 26 agosto 1795), è stato un avventuriero, massone, mago, guaritore, esoterista e alchimista italiano. Dopo una vita errabonda spesa tra imbrogli nelle varie corti europee, fu condannato dalla Chiesa cattolica al carcere a vita per eresia e rinchiuso nella fortezza di San Leo.

16 pensieri su “Omofobia in Italia. Istat: ancora molta strada da fare

  1. Faggot79

    “Per il 49,6% degli intervistati gli omosessuali hanno meno opportunità di trovare un lavoro”
    Perchè, secondo loro ci presentiamo ai colloqui dicendo: “Salve, sono frocio” ? O.O

    Rispondi
    1. StevenY2J

      No, ti fanno scrivere qualcosa su di un pezzo di carta e poi analizzano la scrittura, come hanno fatto con la “scrittura maschia” di Leonardo da Vinci…
      Non si sfugge a queste innovative tecniche della scienza moderna… peraltro, anche le persone con i capelli rossi hanno difficoltà a trovare lavoro perché, chiaramente, sono figli di satana.

      Rispondi
  2. francesco t

    l ignorantone di pietro pubblica un nuovo “guarito dall omosessualità” , che però non era affatto omosessuale! era transessuale!!! aveva problemi di identità di genere! e lo ammette lui stesso!

    ma ovviamente pubblicare titoli falsi per far credere il falso è chiaramente meglio 😛

    Rispondi
    1. francesco t

      e tanto per dire, l altro “gay guarito” al suo fianco , non ammette mai di esser etero e non spiega mai l attrazione per lo stesso sesso.

      parlano sempre e solo di gay come persone con disturbi in ambito familiare che li hanno resi gay a causa della loro sensibilità. PATETICO.

      e l intervistatore andrebbe preso a schiaffi, da quanto è di parte e ignorante.

      Rispondi
      1. StevenY2J

        Io ho conosciuto alcuni ragazzi gay che mi hanno spiegato di aver avuto diversi rapporti con ragazzi etero, felicemente fidanzati, che volevano solo provare “un’avventura”.
        Ora, a parte il comportamento vergognoso di questi ultimi (se sei fidanzato e sei onesto, resti con la tua fidanzata oppure prima la lasci), questo mi basta per avere la conferma – del resto, spiegata dalla psicologia moderna (quella vera, non fatta a base di preghiere e incontri spirituali) – che non esiste l’eterosessualità e stop e l’omosessualità e stop. Esiste un range, una specie di barra di posizionamento tra etero e omosessualità. Ogni persona é, al tempo, sia etero che gay, poi prevale l’una o l’altra tendenza oppure entrambe, anche a seconda delle fasi di vita.
        I presunti “traumi” infantili o il rapporto con il padre o con la madre sono scemenze e tutti coloro che provano rapporti omosessuali solo “per avventura” e una tantum sono esattamente la conferma di questo.
        Altro aspetto é l’aumento di rapporti omo tra i carcerati, provato dalle statistiche e dovuti all’astinenza forzata dal sesso che spinge i detenuti (anche chi, in precedenza, ha avuto solo rapporti etero) a cercare altri tipi di rapporti. Certo, Bruno Volpe potrebbe rigirare la frittata dicendo che tutti i gay sono delinquenti e finiscono in carcere… la superficialità e il pressapochismo per sentito dire di cui, di solito, sono infarciti gli editoriali lo rende probabilissimo.

        Rispondi
        1. francesco t

          più semplicemente,steven , l atto sessuale non determina l orientamento sessuale. un gay puà far sesso con una donna ma esser comunque gay (e sappiamo benissimo che accade, soprattutto per i mariti velati), così come un etero può far sesso con uno del suo stesso sesso ma rimanere etero.

          alla fine, per un erezione il 90% del lavoro lo fa la stimolazione fisica sul pene.

          Rispondi
          1. StevenY2J

            Certo, era proprio quello che intendevo. Ma su Pontifex ragionano per compartimenti stagni: se vai con donne sei per forza etero, e non può essere altrimenti. Se vai con uomini, sei per forza gay.

            La realtà dimostra che non é così e questo manda a farsi friggere le varie teorie sull’assenza di papà e la presenza di mamma: come mai, se così fosse, un ragazzo etero e, magari, “sciupafemmine” prova il desiderio anche solo di un’avventura con persone dello stesso sesso?

            E’ ridicolo. Però, tenendo conto anche della storia sulla scrittura di Leonardo DaVinci, non mi stupisco più di nulla.

          2. francesco t

            aggiungici che se sei casto, allora sei guarito dall omosessualità, secondo il loro abnorme pensiero.

          3. StevenY2J

            Più che casto, direi represso.
            Io non comprendo la castità (tipo quella di preti o suore) però se una persona ritiene di dover essere casto per adempiere ad una missione (quella del sacerdozio), rispetto la sua scelta.
            Ma un omosessuale che non é sacerdote ma uomo comune e non asseconda la sua natura per una specie di strano “senso di colpa” o lavaggio del cervello, non lo fa per una missione o una convinzione.
            E’ un represso e basta, con problemi psicologici legati al senso di colpa e al condizionamento esterno.

  3. pao

    TOTALMENTE OT (scusa Laicista):
    Da quando i nostri pontizombies hanno istituito la bella trovata del “commento a pagamento” ovvero 1€ per esprimere le proprie opinioni (purché in linea con il diktat pontifeSSo), incassano si e no una 20€ al giorno… che sicuramente dichiareranno i al Fisco.. ehm…vero? Come funziona?
    (non sono io a pensar male, é Satana che mi vessa!)

    Rispondi
    1. StevenY2J

      mah, non so come funziona. Paghi un euro ogni volta che commenti o paghi un euro per registrarti? Nel secondo caso, penso abbiano guadagnato 5 Euro, visto che sono rimasti in quattro gatti a commentare (facciamo conto che uno abbia donato 2 euro, dai…)… Se poi ipotizziamo che gli amministratori del sito e i collaboratori tipo Di Pietro non paghino, mi sa che hanno raccolto ben poco… Una specie di mancia, a livello fiscale…

      Rispondi
      1. pao

        Steven: “Paghi un euro ogni volta che commenti o paghi un euro per registrarti?”

        e a me lo chiedi?Mboh..
        Non ci entravo quando era gratis ..figuriamoci adesso!

        Rispondi
      2. giux

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  4. admin

    La scienza conferma quello che abbiamo sempre affermato: l’astio evidente e plateale di Carletto e di Brunello nei confronti degli omosessuali, unito all’educazione “di destra” che ci ha descritto il Maldestro stesso con tanta dovizia di particolari, combinati con le loro note vicende sentimentali ci danno l’impressione che i due siano preda di un grave problema: non accettano la loro sessualità.

    http://www.giornalettismo.com/archives/317026/chi-odia-i-gay-deve-farsi-curare2/

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