I controcazzi si dissociano da Deboraconlaccah

Ho ricevuto questa mail dai controcazzi che mi chiedono di replicare, e trovo giusto dare spazio anche a loro. Il comunicato è semplice:

Cari amici di Pontilex, siamo i controcazzi e desideriamo dissociarci dah Deborah. Non intendiamo certamente avallare questi suoi comportamenti.

Se viceversa così fosse, potrebbe essere; e se così non fosse, sarebbe; ma dato che non è, non si dà. È logico.

Se saremo, comunque, ulteriormente accostati ah Deborah, saremo costretti ad adire tutte le vie e le piazze legali possibili ed anche immaginabili.

Chiederemo la perquisizione ed il sequestro dei vostri cervelli e l’arresto in fragranzah di reato. Tra l’altro un’accusah di disastro ambientale non ve lo leva nessuno.

Di seguito la foto di uno dei controcazzi.

60 pensieri su “I controcazzi si dissociano da Deboraconlaccah

          1. Baker Street Boy

            E non capisco com’è che si finisce a parlare di Jeeg Robot e delle “Strade di San Francisco”!! (cit.)

            Sapete che siamo degli idioti, vero??

            Nel gregge rimango soltanto se faccio il pastore tedesco.. (cit.)

  1. admin

    Intervengo pacatamente per chiedere d’ora in poi, maggiore moderazione e pacatezza nel rapportarvi a Deborah.
    Per essere chiari: ignoratela. 🙂

      1. admin

        Andrea, devo tranquillizzarti. L’unica e sola mia paura è che si esaurisca lo spazio nel database per i commenti… 😉
        Ogni volta che arriva lascia una ventina di messaggi… Mi farà esplodere il database entro pochissimo tempo se non la finisce. 🙂

    1. Andrea Miglietti

      condivido il tuo messaggio admin e farò a meno di commentare ulteriormente…
      però… sai quante risate ci siamo fatti qui in ufficio?!? mi mancheràh!

      1. admin

        Grazie… 😀
        Come dicevo in privato ad alcuni, non è una decisione facile: anche io mi sono divertito. Ma come ogni gioco, occorre stabilire il momento in cui smettere. Altrimenti poi “stanca”. E da quello che sento, alcuni di voi ritengono che questo gioco sia già durato troppo.
        Questo ovviamente dipende dalla sensibilità di ogni singolo, quindi non è facile armonizzare le differenze che ci rendono persone diverse.

        Ma ora è il momento di lasciarla andare… meglio per lei e per noi. 😀

        1. Sandro Autore articolo

          ok capo

          Da parte mia ho cercato di non entrare troppo nel merito della discussione, proprio perché condivido con l’idea di non dare troppa importanza al tema, ed intervenendo solo nella fase difensiva finale sia per contribuire a difendere Pontilex nel suo complesso ed i suoi singoli componenti, me compreso, cui sono affezionato ma anche per smentire lo pseudodirittoconlacca e d’altro canto ho cercato di far fare una risata collettiva per sfogare la tensione che ho visto sul volto virtuale di molti presenti.

        2. Deborah

          Allora se ti sei divertito, cosa hai vittimizzato come un paranoico sentendoti oltraggiato?
          La tua stupidità non ha limiti.

          1. Sandro Autore articolo

            In realtà il divertimento è sovversivo quando si collettivizza, altrimenti è mera estrinsecazione del profondo io.

            Mi rendo conto che poi scendiamo in profondi discorsi di psicologia e psicosomatologia applicata (a chi non si sa).

            Nel frattempo: oooohhhmmmmmmmmm

  2. francesco t

    credo che stiamo dando troppa importanza all accaduto,e il tutto mentre i pontifessi giocano sulla difendibilità della pena di morte 😛

  3. faunita

    Cioè, un ovulo fecondato 24 ore fa dev’essere difeso, il corpo morto di Eluana andava alimentato a forza… Ma uccidere una persona “perchè ha ucciso, ed uccidere è sbagliato” (o, Bibbia alla mano, per avere subito stupro se donna, per non aver rispettato lo Shabbat, per essere omosessuale, per aver immesso fumo nel fondo del vicino) va bene…. Ohi ohi ohi, amico mio…

    1. stevenY2J

      Beh, cara faunita, mi sembra la tipica coerenza dei “cattolici tradizionalisti” di Pontifex.
      Hai letto le bellissime tesi di Loren, secondo cui la pena di morte dev’essere eseguita, però soltanto in modo umano e caritatevole, lasciando scegliere al condannato come preferisce morire?

      Della serie “ti ammazzo, eh? Però, non ti offendere… io sono buono… niente di personale, é solo correzione fraterna…”

      1. admin

        Io trovo che la pena di morte sia un autogoal della giustizia…
        La massima pena (la pena di morte) viene comminata per sanzionare gravissime colpe (ad esempio, per un omicidio).
        Dunque il messaggio pedagogico è delirante: uccidere è sbagliato, ma io -la giustizia- ti uccido…
        Un cortocircuito che non porta nessuna giustizia (ammazzare un assassino non porta in vita chi è morto).

        Bah …

        1. StevenY2J

          Perfettamente d’accordo con te, admin.
          E come noi la pensano altri come Beccaria e Voltaire, mica pirli qualunque.
          Figurati che l’art. 27 Cost. che io ho citato su Pontifex prevedeva la pena di morte (come residuo) soltanto per i casi previsti dalle leggi penali IN TEMPO DI GUERRA.
          Bene, questo ultimo residuo di pena di morte é stato abrogato, con la conseguenza che, ora, la pena capitale é SEMPRE vietata, in ogni caso, anche in tempo di guerra.

          Gli unici che vogliono ancora la pena di morte sono i “cristiani”. A me – non cristiano – sembra (uno dei tanti) paradossi

        2. GiuX

          io non sono contrario in linea di principio alla pena di morte, una volta che ne sia stata appurata l’utiltà e la necessarietà.
          Secondo me in Europa oggi, la pena di morte può essere considerata assurda, ma in altre situazioni, in altri paesi potremmo anche considerarla accettabile.
          Ma il vaticano non è stato uno degli ultimi paesi dell’europa occidental ad abolirla???

          1. admin

            ma in altre situazioni, in altri paesi potremmo anche considerarla accettabile.
            No. Mai. Barbarie pura. La legge del taglione lasciamola ai cristiani fedeli a Roma.

          2. Caffe

            GiuX, permettimi di dissentire, la pena di morte, oltre che essere una barbarie indegna di un paese civile, provoca una serie di danni collaterali ai quali voglio accennare;
            – errore giudiziario: sempre probabile, come si rimedia se il malcapitato è stato terminato?
            – scarso effetto deterrente: se un criminale sa di rischiare la pelle, tendenzialmente non rinuncia a delinquere, semplicemente toglie di mezzo eventuali testimoni.
            – discriminazione: a rimetterci le penne, magari per errore giudiziario, sarebbero solo quelli che non possono permettersi una difesa efficace in tribunale, gli USA insegnano.
            In definitiva la pena di morte è una forma di vendetta che posso comprendere possano invocare i familiari di vittime della criminalità; uno Stato civile deve attenersi ai principi giuridici maturati nel corso dei secoli e che ha visto proprio noi italiani protagonisti nel formularli.

          3. giux

            dobbiamo intenderci sul fatto di necessarietà, credo che ogni situazione abbia le sue regole, io come questione di principio non mi sento di dire che in qualsiasi situazione possibile, la pena di morte è sbagliata. Poi ovviamente sono d’accordo con tutte le tue obiezioni, in effetti credo sia assurdo applicarla da parte di uno stato organizzato.

  4. Caffe

    GiuX la materia si presta alle lotte ideologiche e fa presa sull’emotività specialmente a ridosso di fatti criminosi particolarmente efferati; io stesso a volte sono tentato di approvare la messa a morte del “presunto” colpevole, ma poi penso che, alla base dei principi di civiltà c’è, il concetto che anche un criminale, fermo restando che sia messo in condizioni di non nuocere, abbia il diritto di tentare di redimersi, e lo Stato il dovere di aiutarlo in questo percorso. Se uno riesce a cambiare profondamente e riesce a dimostrarlo, sono del parere che debba essere addirittura riammesso nei ranghi della società; in questa ottica, io sono perfino contrario all’ergastolo. E’ dura, lo so, ma una persona civile, secondo me, deve superare l’impulso a farsi giustizia sommaria, scendendo così allo stesso livello dei criminali che si vuole punire.

    1. StevenY2J

      Sottoscrivo tutto quello che dice Caffé.
      Nelle ipotesi estreme in cui il colpevole non può essere reinserito nella società, alla sua “eliminazione fisica” per impedirgli di nuocere si può arrivare tranquillamente con l’ergastolo (ultima spiaggia). La pena di morte é soltanto una vendetta atroce e non necessaria.

      Poi, se devo spiegarlo a un neonazista, okay. Ma é paradossale dover spiegare queste cose ad un “cattolico”.
      Ma come? Per i casi di Eluana e Welby la vita é sacra in ogni suo forma (anche quando sei praticamente un soprammobile da quasi vent’anni) e, poi, invocano la pena capitale? Mah…

      1. giux

        mah…
        E’ cosa così atroce “l’eliminazione fisica” di una persona, non è auspicabile, ma noi esseri umani siamo campioni nel farlo no???
        Io ritengo che la pena di morte sia una non escludibile ultima spiaggia, cioè qualora devo rendere inoffensivo qualcuno e non vi sia nessun altro modo accettabile o realizzabile.
        Quindi sono d’accordo con tutto quanto avete scritto, salvo, non escludere questa cosa come estrema soluzione.
        Invece quando divento un soprammobile a differenza dei cattolici, vorrei evitare di lasciare un pezzo di carne attaccato a una macchina… credo sia offensivo nei confronti della mia dignità!
        Ma non vedo legame tra i due argomenti: pena di morte, sacralità della vita ad ogni costo.

        1. Caffe

          In effetti trovo che hai ragione GiuX nel tener separati i due concetti, sacralità della vita e pena di morte, non so se si è capito, io sono piuttosto anticlericale ma devo riconoscere l’apporto dei cattolici in battaglie per la moratoria della pena di morte nel mondo o per migliorare le inumane condizioni di vita dei carcerati in Italia.

          1. StevenY2J

            Preciso che quando parlo di “cattolico” lo metto tra virgolette e mi riferisco all’utente di Pontifex medio. Ovvero un “cattolico” alla Bruno Volpe o alla Gianni Toffali, pronti a sparare a zero contro gli omosessuali e gli extracomunitari.
            Sono il primo a riconoscere il valore di tanti altri Cattolici, compresi gli ultimi due papi Wojtyla e Ratzinger, nella difesa dei diritti umani. Certo, su determinate posizioni non concordo (tipo, il profilattico) ma queste sono opinioni. Io riconosco che la Chiesa (quella dei fatti e non delle parole) ha fatto e fa tanto, con le missioni, con le caritas, con l’attività di tanti preti che preferiscono darsi da fare piuttosto che sparare le loro condanne su internet.

            Quando parlo di sacralità della vita mi riferisco al fatto che nessun essere umano ha il diritto di toglierla agli altri. E lo dico da non credente.

            Il mio ragionamento é: dal momento che tutti gli uomini sono uguali non esiste nessun uomo (giudice o giuria) che possa dire ad un altro “tu hai sbagliato, io sono migliore di te, dunque ti tolgo la vita.”

            La pena deve servire a proteggere gli altri esseri umani, non a vendicarsi del condannato. Quindi, delle due l’una:
            – se il reo può essere “rieducato” dovrà essere condannato ad una pena di durata prestabilita, con attività di recupero e sostegno in modo che, scontata la pena, non sia più un pericolo per gli altri
            – se il reo non può essere “rieducato” allora bisogna impedirgli fisicamente di nuocere alla società e, per farlo, non potendolo eliminare dalla scacchiera (per la “sacralità della vita” di cui sopra), l’unica soluzione (estrema e da applicare in rari casi) é l’ergastolo. Che poi, tale non sarà perché se nel corso della pena si nota una riabilitazione del reo, si potranno anche concedere riduzioni e permessi premio.

            Caro Giux, le uniche ipotesi in cui la “pena di morte” é realmente necessaria, sono le ipotesi di “legittima difesa” (che, però, non é una pena), in cui, nell’immediatezza di difendermi da un serial killer che mi assale con un coltello, posso anche provocarne la morte. Ma un conto é la morte, per così dire, “accidentale”, un conto é infliggerla come pena dopo che una persona é stata arrestata, incarcerata e resa, quindi, inoffensiva. In quest’ultima ipotesi non esiste una sola ragione valida per applicare la pena capitale.

            Per quanto riguarda i casi dello Stato Vegetativo Permanente, la mia idea di sacralità della vita rimane anche lì. Infatti, preso atto della situazione irreversibile, io ritengo che una persona possa staccare le macchine e far morire il malato soltanto su RICHIESTA di quest’ultimo (com’é accaduto per Welby e per la stessa Eluana).

            Se, per ipotesi, dovesse trovarsi in SVP un cattolico che, grazie alla sua fede, a malincuore accetta il suo stato (e ci sono diverse persone in SVP che, a differenza di Welby, non chiedono di essere lasciate andare), allora mi batterei per difendere il suo diritto alla vita.

            Alla fine, si tratta sempre di scelte e di libertà di autodeterminarsi. La pena di morte, invece, non è una scelta, ma una condanna.

          2. giux

            ciao allora in realtà il mio pensiero è simile al tuo, quindi facciamo delle questioni di lana caprina in realtà 🙂
            Per pena di morte in effetti, per me legittima solo quando è l’unica alternativa possibile al libero delinquere del soggetto.
            Quindi lasciando perdere il caso di legittima difesa, la pena di morte si ha da applicare in situazioni particolari e stop. Non nel normale svolgimento delle attività sociale di una nazione in stato di pace.

            Per quanto riguarda lo stato vegetativo sono parzialmente d’accordo. Nel senso se tu vuoi stare attaccato a vegetare, la macchina te la paghi tu, non te la pago io con le mie tasse.
            Ritengo lo stato deve difendere i diritti degli individui, non i capricci, e restare in vita in quelle condizioni, quando oramai la vita non cè + è un capriccio, proprio perché non è più vita ma siamo al livello di ossigenare un pezzo di carne inutile

          3. Andrea Laforgia (coi controcazzi)

            “Per pena di morte in effetti, per me legittima solo quando è l’unica alternativa possibile al libero delinquere del soggetto.”

            Il carcere esiste apposta per evitare il “libero delinquere”. Non si deve per forza ammazzare chi commette un reato, per evitare che perseveri.

            “la pena di morte si ha da applicare in situazioni particolari e stop. Non nel normale svolgimento delle attività sociale di una nazione in stato di pace.”

            ??? Cioè, durante una guerra?

            “Ritengo lo stato deve difendere i diritti degli individui, non i capricci”

            Che voler restare in vita sia un “capriccio”, è un tuo personalissimo punto di vista. Lo stato deve difendere la libertà degli individui di autodeterminare la propria vita e, se vogliono, di morire degnamente. Non deve privarli delle cure sulla base di una morale balzana che vede nell’attaccamento alla vita un “capriccio”.

        2. Andrea Laforgia (coi controcazzi)

          “Io ritengo che la pena di morte sia una non escludibile ultima spiaggia, cioè qualora devo rendere inoffensivo qualcuno e non vi sia nessun altro modo accettabile o realizzabile.”

          E come dimostri che “non vi sia nessun altro modo accettabile”? Ammazzare una persona non significa solo renderla inoffensiva, significa toglierle ogni possibilità di redimersi. E’ un abuso insensato. Non si può neanche chiamare “pena”, perché in realtà non si punisce proprio nessuno, lo si priva della vita e basta. E’ come tagliarsi la testa quando si ha il mal di testa: non c’è dubbio che il dolore passi. Nessuno è autorizzato a togliere la vita a nessun’altro. Da un certo punto di vista, il codice penale e le normali regole di convivenza civile incarnano già una certa religiosità: la vita è sacra, inviolabile. Oltretutto, se ammettessimo “ultime spiagge”, dovremmo ammettere che le stesse “ultime spiagge” ce l’abbiano quei paesi in cui l’omosessualità è reato: “eh, non riesco a renderlo eterosessuale, non mi resta altro che ammazzarlo!”

          1. giux

            eh si ci avevo pensato… sti omosessualisti impenitenti… tutti morti 😀 😀 😀 e i vestiti al boia 😀 come nel medioevo!

            Cmq per ultima spiaggia, io intendo in situazioni che sono quasi al limite della legittima difesa.

  5. Caffe

    GiuX, lo Stato con le sue leggi deve riconoscere la facoltà ad ogni individuo, di scegliere della sua vita, compreso il fine vita; ora non è così, ma confido che alla fine prevarrà il buon senso, come è avvenuto per divorzio ed aborto. Perdonami ma il discorso che se uno sceglie per propria convinzione, laica o religiosa che sia, di rimanere in vita grazie ad una macchina, questi debba pagarne le spese, per me non sta in cielo ne in terra, se io pretendo il rispetto della mia volontà, devo rispettare la volontà altrui, a prescindere dalle sue possibilità economiche, altrimenti a parità di condizioni si discriminano i cittadini più poveri.

    1. giux

      ma si deve parlare di cose ragionevoli… non di cose irragionevoli quali stare attaccato a una macchina.La scienza medica dice che è uno stato irreversibile, che la mente non cè più, basta tanto deve bastare.
      Non è giusto far sempre prevalere i principi religiosi o ideologici al lavoro dello studioso. Si dimostri che è vivo (mentalmente) e lo mantengo x 1000 anni, lo si dimostri prima.
      Troppo comodo come va ora!
      Vuoi fare i comodi tuoi? Te li paghi! Vuoi un diritto fondato? Te lo riconosco.

      1. Caffe

        Perdonami GiuX, Eluana Englaro non era per suo capriccio se è stata attaccata ad una macchina per tre lustri, anzi, come sai, il padre si è battuto a lungo per far rispettare la sua volontà; grazie al Vaticano ed ai suoi manutengoli, l’italia è l’unico tra le nazioni più avanzate, che non abbia una legislazione in merito, per cui tante volte è un medico pietoso a risolvere clandestinamente, col tacito assenso dei parenti, la situazione. Peppino Englaro ha soltanto rifiutato di adeguarsi a questa ipocrisia ed ha fatto scoppiare il bubbone. Però il discorso vale anche per chi, magari sperando di guarire prima o poi, chiede di non essere privato di cure, questo per me non è un capriccio, è un preciso diritto.

        1. giux

          Scusami Caffe, dovrai essere tu a perdonarmi e sopportarmi, perché ancora non mi accontento della tua risposta!
          Tralasciamo Eluana… (x ora)
          Allora! Io credo che ogni decisione sociale vada presa sulla base delle conoscenze che abbiamo nel tempo corrente. Su quello dobbiamo restare. Il resto è un applicare la nostra fantasia alla realtà, si può fare ma va fatto consapevolmente.
          Allora noi dobbiamo decidere, all’atto della redazione di una legge, che cosa dobbiamo garantire, e cosa invece non garantiamo. Anche in base alle risorse disponibili.
          Dunque la scienza medica definisce i casi di morte cerebrale, definisce anche i casi di coma irreversibile. Io sono fermamente convinto che non sia sia giusto garantire cure da parte del SSN qualora le conoscenze mediche indichino una chiara situazione di irreversibilità.
          Ok la speranza dell’impossibile, ma, ripeto non deve pagare lo stato la speranza della gente, lo stato ti paga le cure concrete, che servono a star bene e vivere una vita il più possibile dignitosa.
          Ora nel caso di Eluana, è chiara ed evidente la distorsione, lo stato si basa su principi etici non dimostrabili, su prese di posizione a priori, non valuta le competenze dei medici, in quanto animato da uno spirito (divino) superiore alla scienza medica. Quindi applica queste verità indimostrabili, e quindi ancora più inattaccabili, alla vita dei suoi cittadini, con tutta la violenza tipica degli stati.
          Io invece ritengo doverosa una riflessione, un passo indietro, e un ritorno alla concretezza dei fatti, e legiferiamo sulla base di questa concretezza, non sulla base delle fantasie.
          Quindi, ribadisco, il mio secco NO ad ogni forma di sostentamento in vita nei pazienti che sono clinicamente irrecuperabili e privi di attività cerebrale.

          1. stevenY2J

            Bisogna dire, caro Giux che esistono effettivamente casi in cui la scienza medica ha documentato dei recuperi dallo SVP. Non é quindi, possibile chiudere ogni possibilità.

            Per cui il mio punto di vista é sempre la massima libertà per tutti (ed é lo stesso punto di vista della costituzione, art. 32):
            – se una persona vuole curarsi, devono essergli garantite delle cure (anche agli indigenti)
            – se una persona non vuole curarsi, non gli possono essere imposti trattamenti medici.

            Ti faccio un esempio. Premesso che la scienza medica ammette delle probabilità di uscire dallo SVP, se io dovessi ritrovarmici, vorrei che le macchine fossero staccate, sempre e comunque. Perché, se anche mi risvegliassi dopo 15 o 20 anni (com’é, in effetti accaduto), il mio mondo sarebbe sottosopra e, in più, non avrei nemmeno una vita piena perché avrei comunque danni fisici e cerebrali irreversibili.
            Magari scopro che i miei genitori, nel frattempo sono morti. Mi rendo conto di non poter avere figli oppure di non poter più svolgere il lavoro che facevo prima o l’attività sportiva che mi piaceva.
            E’ un po’ come Capitan America che si risveglia dopo cinquant’anni, con la differenza che io sarei un invalido o giù di lì.
            Per me questo é terribile.

            Però, se una persona non vuole abbandonare questa speranza, é giusto e doveroso curarla. E’ un suo diritto, non un capriccio.

            Il tuo discorso può diventare molto pericoloso, quando si “monetizza” la salute. Perché, così ragionando, allora si potrebbero negare le cure mediche anche agli obesi o ai malati di AIDS (come sostengono gli utenti del lato oscuro del Ponti-ex).
            Perché ad esempio, io che faccio la mia buona attività fisica tutti i giorni e non mangio da McDonald’s potrei rifiutarmi di pagare le cure per te (te ipotetico) che hai trascurato la tua salute.
            Oppure, siccome io non cambio partner tutte le sere della settimana, potrei rifiutarmi di pagare le cure per te (ipotetico) che hai contratto l’AIDS saltando da una parte all’altra.

            E’ un discorso che rischia di diventare davvero grave: se hai i soldi ti puoi curare e se non li hai (contro)cazzi tuoi.

            Come ho scritto più volte sul sito oscuro della luna, il problema economico dell’Italia non é certo dovuto alle cure mediche per chi sta veramente male o al mantenimento dei detenuti (altro argomento che qualcuno usa e abusa per sostenere la pena di morte).
            I problemi sono molti altri. Queste spese non sono sprechi, ma investimenti necessari, se fatte con il cervello e non col culo.

            Ciauz

          2. giux

            ok, se cè una possibilità di recupero è differente…anche una possibilità piccola da diritto cmq a un tentativo….
            Però non dev’essere un tabù parlarne e tantomeno non dev’essere un eresia considerare di staccare la spina.
            Qualora non vi fossero speranze la spina DEVE essere staccata, e inoltre dev’essere rispettata la libertà dell’individuo di non volerla.
            Io per esempio, per quanto mi riguarda, non voglio nel caso mi succeda restare appiccicato a una macchina. Giammai!!!
            Neanche se ci fosse la CERTEZZA di svegliarsi dopo POCHISSIMI anni..
            figurati l’ipotesi:)

      2. Andrea Laforgia (coi controcazzi)

        La scienza medica dice che è uno stato irreversibile, ma il corpo comunque non è privo di vita. A questo punto, cosa sia ragionevole e cosa non lo sia attiene solo alla sensibilità personale, al volere della persona inchiodata al letto, ai propri valori e a mille altri fattori SOGGETTIVI. Se tu avessi un parente caro immobile in un letto, stai sicuro che prima di staccare la macchina e decretarne ufficialmente la morte ci penseresti un milione di volte. Sai che significa decidere di uccidere, di fatto, un’altra persona? Non è facile farlo neanche quando lo stato non ti condanna e la scienza medica ti avalla, sai? In un paese come il nostro in cui la società intera si prende in carico l’onere di accudire i malati, devi essere curato dal primo giorno in cui entri in un letto d’ospedale, fino a quello in cui emetti l’ultimo respiro. Come già detto, bisognerebbe solo prevedere che il malato, o chi decide per lui, sia libero di “uscire” da questo mondo in punta di piedi, decidendo lui (non i medici, né lo stato).

        1. giux

          ehi ma non dimenticare che cmq il corpo è solo un pezzo di carne …. che ha importanza solo quando è contenitore della mente.
          Io per esempio non vorrei mai che il mio corpo sopravvivesse alla mia mente… o viceversa.
          Per me mente e corpo sono un tutt’uno integrato. ehi però sto andando fuori tema….. 😀
          alla fine ho capito l’appunto 🙂 Grazie 😀

          1. Andrea Laforgia

            “il corpo è solo un pezzo di carne”

            Giux, questo è quello che pensi tu. Altre persone, magari credenti, potrebbero non pensarlo. La vita non è un argomento semplicissimo; la questione sulla fine della vita è complicata e dibattuta proprio perché si cerca di conciliare le diverse visioni. E comunque non perché uno ritenga che siamo fatti di sola carne e non possediamo uno spirito, debba anche ritenere che la vita non abbia più valore nel momento in cui non funzioniamo più al 100%. Ti ricordo che sulla base del principio “il corpo è solo un pezzo di carne”, 70 anni fa sono stati fatti esperimenti genetici su dei bambini e nei campi di sterminio tedeschi 6 milioni di “semplici pezzi di carne” sono stati eliminati in quattro e quattr’otto.

  6. Caffe

    Si sta sviluppando un dibattito interessante tra voi, mi permetto di intervenire anche io perché sento in modo particolare questi argomenti; Dissento da giux quando sostiene che, per meri motivi economici, se constatata l’inutilità di qualsiasi cura, la spina vada staccata automaticamente: la cosa è pericolosa, chi decide, in base a quali parametri? Esempio banale, ma se ne possono fare altri: un Signore molto facoltoso è in coma, finché non decede i suoi beni vengono congelati o fatti gestire da una terza parte; cosa impedirebbe agli aspiranti eredi di fare “promesse” a qualche membro della commissione che dovrà valutare il caso? E se ci fosse bisogno di organi da trapiantare? Casi estremi? L’esperienza ci dice che “casi estremi”, una volta aperto il varco, avvengono tutti i giorni, perché aprire quel varco? Il fatto che questo parlamento di baciapile non riesca a varare una legge sul testamento biologico, sul fine vita, o addirittura, per la regolamentazione dell’eutanasia, non aiuta, la decisione ultima dovrebbe spettare a noi e solo a noi, attualmente chi se lo può permettere, va a morire dignitosamente in un paese civile, chi no, crepa piamente, possibilmente tra atroci dolori in Italia.

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