“In realtà io non compio alcun atto” ecco cosa pensa l’asceta unificato che conosce la realtà, mentre ode, tocca, sente, mangia, dorme, respira. Parla, lascia sfuggire o afferra, apri o chiedi gli occhi, ma conserva sempre questa massima: sono i sensi che operano gli oggetti sensibili. Colui che […] abbandona ogni attaccamento, quando agisce non è toccato dal male più di quanto non lo sia una foglia di loto dall’acqua.
BhagavadGita, Canto V 8-10. Adelphi pg. 72
Quante volte bisogna ripetere le cose perché il PontifeSSo si turno le capisca? Troppe, sicuramente troppe. E infatti cosa han fatto i Nostri? Han riesumato l’ennesimo articolo contro lo yoga. Confondendo in tutta tranquillità la pratica ginnica-di rilassamento con la versione originale di ambito Induista… tralasciando per altro che lo Yoga sia praticato anche in ambito buddhista. Complimenti.
Lo yoga viene presentato agli occidentali come una semplice tecnica di esercizi in grado di aumentare la flessibilità del corpo e del tono muscolare. La meditazione orientale come prodigioso sistema atto a raggiungere la tranquillità interiore, rimedio contro lo stress quotidiano, come sistema capace di sanare varie problematiche e ancor di più…
Già: bell’esordio. E indovinate come andrà a finire?
La verità è che lo scopo ultimo dello yoga e della meditazione trascendentale è quello di produrre stati alterati di coscienza
Forse il Nostro sta confondendo lo Yoga con l’invasamento delle Menadi.
No perché che io sappia, a maggior ragione avendo letto una Gita (pron.: Gìita con la a aperta come are) più un’agiografia Buddhista della vita di Gautama posso affermare senza tema di smentita che è invece tutto l’esatto contrario: Lo Yoga servirebbe come meditazione sulle cose senza pensare ad esse e a riconoscere nel tutto il tutto – il famoso Bhraman – ottenendo con ciò quello stato di quiete sopraccitato consistente semplicemente, uso un paragone buddhista, a trattare le ricchezze come granelli di sabbia e la fama come goccia d’olio sul piede, la virtù come un tesoro e la spontaneità come un palazzo cioè a trattare con compassione il ladro e il ricco, il ricco e il povero.
Insomma a pensare senza interferenze a tutto ciò che circonda il praticante nel suo totale.
Il che non mi pare un gran stato di interferenza: sempre che il Nostro non trovi che l’apprezzamento per il silenzio e la calma siano cose da persone con gravi problemi di percezione…
su una linea che, ad un attento esame, risulta essere molto lontana dal Volere di Nostro Signore Gesù. Alterare la coscienza significa tendere a perdere la padronanza di se stessi, difatti, in sanscrito, il termine yoga significa, unione e giogo…con chi e di chi?
Notate come martelli su questo punto? E notate la poca elasticità mentale: dire giogo non significa per forza dire aggiogarsi e aggiogarsi non implica per forza qualcuno a cui aggiogarsi, tanto più che lo Yoga ha come base l’autocontrollo NON il farsi controllare. Siamo fuori strada, ma Wikipedia ci dà una mano in questo senso:
Ananda Coomaraswamy (1877-1947) ricorda in tal senso il brano del Ṛgveda dove viene indicato che l’uomo deve:
« aggiogare sé stesso come un cavallo disposto ad obbedire » (Ṛgveda V,46,1 cit. in Ananda Kentish Coomaraswamy. Induismo e Buddhismo. Milano, Rusconi, 1973, pag. 76)Da qui il significato, posteriore, di yoga come tecnica ascetica o meditativa avente come scopo l’ “unione mistica” con la Realtà ultima e tesa ad “aggiogare”, “controllare”, “governare” i “sensi” (indriya) e i vissuti da parte della coscienza (buddhi).
http://it.wikipedia.org/wiki/Yoga
Peraltro la stessa pagina cita altri Upanishad dove viene espressamente citato il contemplare la divinità, cosa però del tutto assente nel tipo di Yoga citato dall’articolista in questione e invero più simile alla vita ascetica Pitagorica [Θεωρετικη Βιος] e a quella Cristiana che non a chissà quale cosa il Nostro stesse pensando.
Con quella misteriosa divinità che prende il nome di Brama, divinità ambigua ed impersonale della religione indù.
Altro errore impersonale: il Nostro evidentemente pensa che per gli induisti, perché solo per gli induisti possono valere queste magrissime critiche, si raggiunga il Bhraman semplicemente mettendosi lì nella posizione del loto ed espirando ed inspirando tra suoni di Sitar e flauti.
Niente di più madornale. Nella visione in cui si dovesse raggiungere questo Bhraman ne passerebbe di acqua sotto i ponti: per dirne una bisognerebbe rinunciare totalmente alla propria vanità e al proprio ego (= super-ego) per acquisire quella parte più spontanea dell’uomo che si ricollega all’Anima Mundi. Sempre secondo l’Induismo però, non per altri: per i Buddhisti già è diverso per esempio, e ho detto tutto. Quest’anima universale, sarebbe il Bhraman. Ove bisognerebbe estinguersi lì, ripeto: sempre secondo questa visione, per rinunciare alla rinascita. Tutte nozioni che ovviamente un occidentale impenitente e sedicente cristiano come il Nostro non può capire. Anzi: se il fine è solo il rilassamento lo Yoga si ridurrà a quello. Solo a quello… Il resto è un Non Sequitur.
Non si può proprio dire quindi che lo yoga sia cosa così innocua e benefica come si sbandiera con tanta superficialità da più parti: lo yoga è un vero e proprio culto a false divinità.
Tralasciamo il fatto che la cosa è discussa quindi fino a prova contraria queste false divinità sono né più né meno sullo stesso piano della sedicente Stella Maris, umh?
Le tecniche orientali di meditazione sono una vera e propria trappola.
Per chi non avesse capito il leitmotiv…
Nella meditazione trascendentale agli adepti viene chiesto di ripetere mentalmente una parola, il cosidetto “Mantra”, che viene dato personalmente come un segreto da non rivelare a nessuno e di cui l’adepto stesso non ne conosce il significato.
Magari nel terzo millennio Ante Cristo, ma nemmeno visto che erano tratte né più né meno dai poemi etnici-nazionali Arii: i Veda. Pressoché noti a tutti e non certo un segreto da difendere a costo della vita.
Da notare poi come con spudorata malafede affermi che un adepto induista non conosca il significato di ciò che reciti: ciò sarebbe del tutto paradossale visto che nello specifico caso del Mantra Yoga i mantra sarebbero sì un’invocazione ma da recitare con profonda coscienza. Non avrebbe senso perché lo Yoga ha proprio come fine la presa di coscienza: se un Buddhista Tibetano recitasse Om Mani Padme Hum senza sapere chi o che è Avalokitesvara si starebbe dando la zappa sui piedi.
Posso capire per un occidentale, peccato che ciò non capiti pressoché mai.
Ma il significato è presto svelato: esistono almeno 108 mantra diversi che corrispondono ad almeno 108 divinità indù diverse alle quali normalmente si rende culto in India.
Ripetere mentalmente fino all’ossesione i nomi di queste divinità, col vuoto mentale che fa da apripista, consente una vera e propria adorazione di questi esseri diabolici fino alla completa sottomissione e soggezione dell’adepto al loro potere occulto.
Qui non so nemmeno da dove cominciare:
- Lo Yoga non ha come scopo il Vuoto Mentale per il Vuoto Mentale, ma l’assenza di pensieri inutili a una meditazione serena sulle cose
- Le divinità Induiste non sono come Bacco-Dionisio che invasano la gente random (questa poi era una scusa dell’epoca per giustificare l’epilessia, tra le altre cose), se proprio, secondo l’Induismo, vogliono manifestarsi lo fanno attraversi gli Avatara: incarnazioni cicliche di esse sempre pronte a rettificare l’umanità. Insomma dei Messia ante-litteram, un po’ come i Saosyant.
- Posto il punto cui sopra, mi riesce davvero difficile ritenere che agiscano sull’assenza di pensiero. Buddha per esempio è (era) considerato in molte regioni un avatar di Krishna/Shiva, ma in tutti i suoi racconti non risulta abbia ottenuto coscienza di sé tramite uno Yoga contrario al ragionamento. Tutto l’inverso anzi.
- Non pensare ma recitare una cosa incomprensibile non mi risulta proprio quel che si dice adorazione, sempre che il Nostro non preghi così. Nel qual caso, auguri..
I risultati sono: strane malattie, problemi psichici, collere ed impulsi sessuali incontrollabili, suicidi, bestemmie, apostasia, eresia, empietà, fallimenti vari….
Perizie, inchieste in merito?
Perché altrimenti questa finisce dritta dritta nei false claim. Anzi: per quel che mi risulta è già entrato in esse quando la citò GG.
Queste tecniche di meditazione orientale sono un’autentica abiura del battesimo e sono un affronto al Volere di Dio, ognuno porga la massima attenzione di fronte a queste insane mode orientali.
Come commentare questa uscita, tale che persino un puritano e stoico da far arricciare il naso a quella buonanima di Catone l’Uticense, per il suo livore contro-producente.
Mi è in proposito sorto un dubbio: non è che rispolverano queste vecchie glorie solo perché non hanno niente più da dire?
Fonte delle false claim, livore e ignoranza spinta. Ma spinta tanto: http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/10888-il-pericolo-della-meditazione-trascendentale-e-delle-mode-orientali
Dopo aver letto queste idiozie assurde, vado alla mia lezione di Yoga del venerdì!