La tolleranza e la vergogna

Il sangue è rosso. Disumano è chi lo versa, non chi lo porta.

-Yogo Ndjock Ngana

Bruno Volpe è uno di quegli “autori” che, quando li si legge la prima volta, è già una volta di troppo; eppure, eccomi di nuovo qui a parlarne, nonostante già ieri, sia pure in maniera meno circostanziata, lo abbia fatto.

Perché, vi chiederete voi? Perché al buon Volpe non è bastato speculare sulla morte di una povero innocente, e gongolare sulle quasi novemila visite, probabilmente di commentatori inviperiti che solo il “liberale”, visto che tale parola pare piacere tanto alla sua redazione, filtro antispam di Pontifex ha bloccato; no, ingolosito, il nostro ha deciso di tentare un nuovo “colpo gobbo” (sic!), mosso probabilmente da questo ragionamento: se un singolo cadavere ha portato qui quasi novemila persone, allora se mi metto a banchettare sul corpo di due cadaveri, arriverò quasi a ventimila! Un vero e proprio paradiso di pubblicità che, seppure non “beatificante” quanto quello voluto dal buon Dio, è già meglio di niente.

I due morti in questione, ovviamente, sono quelli senegalesi di Firenze, il cui assassino lo stesso sito ha già provveduto a derubricare da “fascista assassino” a “malato mentale”, operazione indispensabile per scansare il rischio che qualcuno si rendesse conto che l’ideologia di Casseri, così come quella di Breivik, lo stragista di Oslo da cui, pure, erano state prese le distanze, in fin dei conti collima in molti punti con quella di questo “blog cattolico non secolarizzato” che, a ben vedere, di cristiano non ha proprio nulla, se si escludono teorie assolutamente anacronistiche e metodi argomentativi che ben poco hanno a che vedere con la logica, e che avrebbe aborrito perfino un gesuita secentesco, perché del tutto mancanti di finezza.

Nell’articolo che intendo commentare, Bruno Volpe da più spazio alle prime che alle seconde; ma anche così, fin dal titolo, che è, nel consueto stile improntato alla più aulica eleganza (ed io, che conosco la netiquette, lo riporto con le maiuscole al posto giusto, e non inopinatamente sparse ovunque): “Firenze. Extracomunitari pregano Allah al Duomo. Rivoltosi accarezzati dalla polizia. Razzismo al contrario”,

si può capire che non è roba per stomaci delicati.

Certo, la prima frase:

Abbiamo visto in Tv, da Santoro, un servizio riguardante le reazioni alla morte dei due poveri senegalesi. Giusto, doveroso, piangere la scomparsa di persone innocenti, vittime di un barbaro gesto inconsulto. Ogni assassinio merita severa condanna, senza ma e senza se

potrebbe trarre in inganno, e far pensare ad un Volpe ravveduto, che si informa con Santoro e la Gabanelli che forse sono un poco meglio di Radio Riconquista Cattolica, che definisce i due morti senegalesi, e dunque islamici, con un aggettivo come poveri, e non commenta: “hanno avuto quel che si meritavano per aver tentato di invaderci”, che addirittura aggiunge “innocenti”, che dice “barbaro” a chi li ha uccisi, e che riconosce, implicitamente, che “anche una guerra santa è una guerra” (citazione di Umberto Eco), e non solo, ma pure che questa non può che essere sbagliata ed incivile. Viene da pensare che questo è un bel sogno, e forse lo è; tuttavia, i sogni hanno tutti un momento tragico, che è quello del risveglio; e, in questa particolare circostanza, quando si aprono gli occhi, ci si fa molto, molto male; e ciò accade subito.

Volpe, infatti, fatto questo capello introduttivo, con ogni probabilità, a giudicare da quanto dice dopo, più per conferirsi un’aria politically correct che per reale convinzione, da una decisa sterzata, e piazzando lì un “però” che stride paurosamente, in senso proprio grammaticale, con il senza ma che lo precede, continua:

però nel servizio abbiamo visto che un Imam dirigeva, per i connazionali delle vittime, una preghiera islamica.

Già qui, si possono sentire i polsi del nostro fremere d’indignazione, sebbene cerchi di trattenersi e di sembrare distaccato; non ci riesce, tuttavia, per molto, ed alla fine sbotta:

Sapete dove la eseguiva, con tanto spazio che esiste in Firenze? Davanti al Duomo. Perché non l’ha fatta davanti alla sede del sindaco Renzi? E il vescovo nulla ha osservato.

Frase che contiene tante “stranezze” (non saprei come altrimenti definirle) che non si sa da dove iniziare. Contrariamente a quanto prescrive la buona educazione, inizierò dalla fine, da quel “E il vescovo nulla ha obiettato”: certo che nulla ha obiettato, perché nulla poteva obiettare; la politica italiana, ed anche il suo giornalismo, ci hanno educato diversamente, ma in questo paese non è (ancora, e speriamo che non lo sia per molto tempo) la gerarchia ecclesiastica che detta legge e dice quel che si può e non si può fare. Come anche Volpe riconosce, piazza Duomo è un luogo pubblico e, dunque, è lecito, ed anzi in questo caso direi obbligatorio, che vi si tengano pubbliche assemblee.

Ancora: a Renzi, che, nonostante le, o forse a causa delle, mie simpatie di sinistra, non incontra decisamente la mia stima, bisogna riconoscere che ha provveduto a fare quanto ci si sarebbe aspettati da un buon sindaco, convocando un consiglio comunale speciale e dichiarando il lutto cittadino. Cosa significa quel richiamo alla “sede del sindaco Renzi”? Ma soprattutto, cosa significa “sede del sindaco Renzi”? Bruno Volpe, dove pretendeva che li accogliesse il sindaco quei cittadini, a casa sua? Non avrebbe significato nulla; invece, aprire piazza Duomo ed il Municipio significa affermare che in futuro si sarà “accoglienti” quanto e più di prima (in queste situazioni mi piace sempre richiamare la frase del primo ministro norvegese a seguito della già citata strage di Utoya: risponderemo con più democrazia), e comportarsi come un suo grande predecessore affermava deve comportarsi un sindaco: come un padre dei cittadini. E questo grande predecessore non era certo comunista: era Giorgio La Pira, fervente cattolico e grande devoto della Madonna.

Domandiamoci: che cosa sarebbe avvenuto se davanti alla Moschea di Roma, si fossero radunati a pregare cattolici italiani? Si sarebbero levate voci di (giusta) protesta, in quanto quel gesto è una provocazione, oltre ad essere palesemente blasfemo.

Sorvolerò qui sul fatto che Volpe riconosca come blasfemo un gesto compiuto da cattolici contro islamici, visto che nel caso questo interessa le autorità ecclesiastiche; ma mi fa saltare sulla sedia che un avvocato ignori il significato del principio di eguaglianza.

Infatti, qui Volpe cerca di equiparare due situazioni che equiparabili non sono; se, infatti, accadesse quel che egli immagina, sarebbe in effetti una provocazione, come erano una provocazione, ed ignobile, i “porchetta party” che Calderoli organizzava per rendere impuri i sacri luoghi padani ed impedire, dunque, agli islamici di costruirvi moschee, compiendo quella che a tutti gli effetti è un’occupazione di suolo pubblico.

Ma quella di Firenze era una situazione completamente diversa. Tanto per cominciare, suppongo che fosse un’assemblea organizzata, e dunque autorizzata; in secondo luogo, ricordiamo che quell’incontro, in cui suppongo non ci siano state solo preghiere rivolte ad Allah, è avvenuto in circostanze del tutto eccezionali, e che speriamo non debbano ripetersi mai più; e, infine, diciamo anche che, se non esistessero persone come lo stesso Volpe, come Calderoli, come la Fallaci, che minacciava di piazzarle sotto del tritolo nel caso fossero iniziati i lavori di costruzione di una moschea, insomma se non ci fossero integralisti spaventati dalla religiosità altrui, perché suppongono che, come per loro, anche essa debba sfociare in odio, allora forse tutti quei senegalesi avrebbero avuto un posto diverso dove andare a pregare per i loro morti; cosa che io, non essendo credente, non comprendo, ma che “sarei disposto a morire perché tu possa fare”.

I mussulmani pregavano per il loro Allah, senza sapere che quel Dio non è vero (Cfr. Magistero Chiesa cattolica), che si tratta di fantasticherie e inquietudini di un uomo discutibile come Maometto.

Ed a questo improvviso rigurgito di teocrazia che, come sempre, va bene quando non sono gli altri a praticarla, non si può che rispondere con una battuta: “le guerre di religione sono puerili. Sono un modo per affermare: il mio Dio ce l’ha più lungo del tuo” (Daniele Luttazzi)

Gradirei poi avere spiegazioni: in cosa Maometto fu un uomo discutibile? E, soprattutto, per chi? Il punto di vista è una cosa parecchio importante.

Ma vi è di più. Con solenne facce toste, i connazionali delle vittime, hanno marciato per le vie di Firenze mettendo a rischio la pubblica incolumità.

La Polizia presente ha abbozzato solo una timida reazione, quando sarebbe stato il caso, di caricare a testa bassa disperdendoli e arrestando i facinorosi.

Anche qui, sorvolo sulle piccolezze, come il fatto che il “solenne” non concordi con il “facce toste” che lo segue; ma non posso tollerare che tali affermazioni vengano proferite senza dare spiegazioni e, per di più, da un uomo che, come si è ricordato, è un avvocato.

In che modo il corteo ha messo a rischio la pubblica incolumità? Non abbiamo avuto notizie di danni o scontri con la polizia, ed un pubblico corteo, di per se, non mette a rischio proprio un bel nulla, ma anzi è una prova che esiste ancora la libertà d’espressione; ma se per Volpe un semplice raduno di persone rischia di mettere a repentaglio la sicurezza di una città, da oggi in poi dovrebbero essere impedite le processioni i cui partecipanti, per altro, sono non di rado forniti di armi improprie, come grossi ceri e statue in cartapesta.

In secondo luogo, troverei molto divertente, se non fosse tragico, che l’assertore di una pretesa superiorità della nostra “civiltà” invochi metodi barbari e da dittatura sudamericana per disperdere una pacifica manifestazione, solo perché dissente dai suoi punti di vista.

Domanda 1: quando morì Carlo Giuliani, seppur colpevole di tentato omicidio, quale fu la reazione della Polizia? Manganellate, colpi di pistola e pestaggi contro chiunque, senza guardare in faccia a nessuno.

Vorrei lumi su questa, che mi sembra una collezione di non sequitur, ma che senza dubbio ricorda un periodo oscuro della nostra democrazia; a detta di Amnesty International, che se ne intende, la più grande sospensione di diritti umani in un paese occidentale in tempo di pace. Io ci andrei coi piedi di piombo ad offrirlo come esempio. Anzi, non lo farei affatto.

Senza considerare che i due eventi non sono minimamente paragonabili.

Domanda2: se un gruppo di italiani, si fosse abbandonato a gesta del genere, che cosa avrebbe fatto la Polizia? Sprangato.

Ancora: a gesta del genere. Di quale genere? E che la polizia distribuisca “sprangate” a destra ed a manca è un semplice sopruso; ed una frase del genere, pronunciata da chi trova offensive delle semplici critiche, è semplicemente ridicola.

I signori della protesta, hanno inveito contro l’Italia, con urla di vergogna, come se il killer pazzo fosse stato mandato da tutti gli italiani. Si vergognino loro.

Il fatto è che il killer non era affatto pazzo: era il prodotto di una lunga epoca di razzismo, in cui si è detto che gli stranieri vengono in Italia solo per rubare, stuprare le nostre vergini ed instillare in noi i loro valori sbagliati. Ed è a questa Italia che quei manifestanti gridavano vergogna.

E la sa una cosa, signor Volpe? Quando io penso che, nel 2011, quest’Italia qui esiste davvero, io sono d’accordo con loro; e, sì, mi vergogno.

8 pensieri su “La tolleranza e la vergogna

  1. Compagno Z

    “I signori della protesta, hanno inveito contro l’Italia, con urla di vergogna, come se il killer pazzo fosse stato mandato da tutti gli italiani. Si vergognino loro.”

    E’ incredibile come Brunello non si accorga di stare criticando una argomentazione, girata al contrario (se un mussulmano ammazza un “occidentale” allora rappresenta tutti i mussulmani), da lui stesso (e non solo da lui) usata in abbondanza in passato.
    Dire che è senza vergogna è troppo poco…

    Rispondi
    1. admin

      Senza vergogna? No, senza la capacità di ragionare e di riflettere sulle sue stesse azioni.
      Inoltre il caro Brunello non era certo a Firenze. E se si appoggia alle ricostruzioni fatte da “Libero di dire stupidate” o “Il Giornale dei Berlusconi” allora la frittata è fatta… 😀

      Rispondi
      1. diego

        potrebbe essere una risposta ai senegalesi che hanno protestato a Firenze. Ci vuole un gran coraggio e una gran forza per prendere a sprangate un tredicenne, degna prova di forza di qualunque pontifesso.

        Rispondi

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