L’Ad Consequentiam non è una prova…

Alcuni sciocchi dichiarano che il Creatore ha creato il mondo. Ma se Dio ha creato il mondo, dove stava prima della creazione? E se mi dici che Dio è trascendente, e non aveva bisogno di stare da nessuna parte, dov’è adesso? Nessuno può aver creato il mondo: come potrebbe infatti un essere immateriale creare qualcosa di materiale? E un essere divino distruggere le sue stesse creature? E se mi dici che Dio uccide soltanto i cattivi, perché mai li ha creati?
I saggi devono combattere chi crede nella creazione, e sapere che il mondo non è stato creato, è indistruttibile, e come il tempo è senza principio e senza fine.

Mahapurana

 

Oleh! Oggi si parla di evoluzione: Alleluja alleluja! Certo l’articolo citato è di Pennetta, il che come sempre si commenta da sé, ma in tutta onestà mi mancava questa facciaccia tosta dei PontifeSSi. E allora vediamo questa supercazzola:

L’evoluzionismo, darwinista o meno, oltre agli elementi confutabili e confutati delle rispettive dottrine – come il salto da una specie all’altra, l’auto-creazione dell’universo, la lotta per l’esistenza con l’eliminazione del meno adatto e il disprezzo per il malato e “l’inferiore” – possiede degli elementi che costituiscono una sorta di “metafisica” la quale è, ben vedere, in formale contrasto con la Rivelazione divina e con la stessa ragione umana e scientifica.

Gli sarà stato ripetuto mille e mille volta che non è affatto così: ci sono le vie di mezzo sempre: l’ambulocetus, l’Archaeopterix, i Sinapsidi ma niente! Però son divertenti, questo sì 😀

In secondo luogo mi chiedo che diamine c’entri il disprezzo per il malato, sempre non gli vada bene che in natura l’individuo malato ha per forza di cose meno capacità di sopravvivere. In tal caso che cambi universo o s’accechi non vedo molte soluzioni…

Tra di essi spiccano: il materialismo che vede la storia generale come caotica organizzazione della materia (negazione del trascendente e della Provvidenza); il progressismo come tendenza insita nell’avventura umana ad affermare sempre il meglio e ad escludere progressivamente e definitivamente il male (con la negazione del peccato originale, della tentazione, dell’azione di Satana e della lotta incessante tra due città-civiltà rivali ed antagoniste); e il razionalismo, che idolatrando le scienze esatte, dimentica altre dimensioni umane fondamentali (negazione della spiritualità dell’anima, del valore della penitenza e dell’ascesi, becero intellettualismo per cui vale di più il saccente empio che il pio illetterato, etc.).

Davvero divertente questo Ad Consequentiam, tutt’al più che ebbi a più riprese da recriminarlo anche ad Affus/Gladiator/Rosy. Evidentemente chi non sa far appello alla logica, forse perché in cuor suo sa di avere molto torto o comunque non completamente ragione, si affida alle emozioni…

Un aiuto alla demistificazione del darwinismo ci viene dallo studioso romano Enzo Pennetta, grazie a questo suo recente scritto (cfr. Enzo Pennetta, Inchiesta sul darwinismo. Come si costruisce una teoria, Cantagalli, Siena 2011, pp. 215, euro 15,50). L’Autore, professore di scienze naturali, mostra con una certa abilità «le condizioni che accompagnarono la nascita della teoria di Darwin» (p. 13), con ampi passaggi sulla storia sociale, politica ed economica dell’Inghilterra che, non a caso, è divenuta la terra fertile dell’evoluzionismo, dello scientismo e dell’eugenetica (cfr. pp. 17-43). Secondo il Pennetta, per esempio, è innegabile che le teorie maltusiane sulla popolazione costituiscano un «fondamento della teoria dell’evoluzione» (p. 50).

Che idiozia: ha in mente Pennetta quanto poco c’è vissuto Darwin in terra natia?! Sa che egli anche volendo ha solo classificato e dedotto da ciò che ha visto dai suoi viaggi?! Quanti contatti accademici può avere uno che sta sempre in giro ricevendo lettere sì e no solo da sua madre e dai partenti me lo spiega?

Lo statunitense Bowen notava già nel 1879 che: «proprio nel momento in cui questa cupa dottrina di una ‘battaglia per la vita’ [cioè il malthusianesimo] si era quasi estinta in politica economica, essendo stata tranquillamente abbandonata dalla maggior parte delle autorità sull’argomento come indifendibile speculazione, essa fu fatta rivivere nella biologia» (cit. a p. 50).

Divertente. Anzi meglio: ridicolo. Anche fosse, come avrebbe potuto questo influire sull’osservazione diretta delle varie specie? E neanche il padre avrebbe potuto influire su questo punto dato che era medico

Ma è stato soprattutto il progresso scientifico (vero, non ideologico o addomesticato) a rendere obsolete le ipotesi evoluzioniste. «A distanza di un secolo e mezzo le testimonianze fossili non hanno ancora mostrato un gradualismo nell’evoluzione e, al contrario, hanno invece evidenziato che la regola è la stasi interrotta da bruschi cambiamenti» (p. 55).

Mi chiedo se Pennetta sua diverso da suo nonno ho da suo padre: se infatti c’è una lunga stasi nell’ordine di milioni di anni così non dovrebbe essere… Ma scherziamo?

Molto interessanti nel libro sono i legami, ben rintracciati, tra darwinismo e la filosofia sociale di Comte (pp. 65-72), tra darwinismo scientifico, darwinismo sociale ed eugenetica (pp. 72-78) e infine il meno noto collegamento tra darwinismo e la Fabian Society. Il darwinismo come visione del mondo aspira a poco a poco ad essere il collante sia del liberalismo più anarchico che del socialismo più materialista, e infondo di tutte le ideologie secolarizzate del Progresso e dell’Umanità…

Uh, complotto complotto!

Viene tutt’al più da chiedersi se sia serio o sia una celia, tutt’al più che non mi risultano affiliazioni di questo genere, anche perché Darwin bene che vada ebbe interessi politici veri e  propri dopo il suo ritorno (d’altronde come avrebbe potuto avere contatti con i movimenti studenteschi s’era a classificare gli uccelli?).

Piuttosto, come giustifica Pennetta la Wedge Strategy?

http://en.wikipedia.org/wiki/Wedge_strategy

Oggi, esso è divenuto un dogma nelle università e nei centri di ricerca più prestigiosi del mondo intero, dogma evidentemente né scientifico né religioso, anzi chiaramente anti-scientifico e anti-religioso. Il saggio di Pennetta contribuirà a far cadere la mitologia del darwinismo anche se, nell’argomentazione, a volte si cedono spazi importanti all’avversario, come quando si professa equidistante da evoluzionismo e creazionismo (cfr. p. 7), cioè dalla favola di Darwin e dalla più pura tradizione biblica, fatta passare per fondamentalista dai i marxisti e dalla grande stampa.

Con scappellamento o senza?

Insomma: potevano impegnarsi di più, ma apprezzo il pensiero…

 

Fonte delle immani stupidaggini: http://www.pontifex.roma.it/index.php/libri/35-libri-cattolici/9467-recensioni-librarie-come-si-costruisce-la-qteoriaq-darwinista

3 pensieri su “L’Ad Consequentiam non è una prova…

  1. Simon Gamal

    MM… vediamo:

    “I saggi devono combattere chi crede nella creazione, e sapere che il mondo non è stato creato, è indistruttibile, e come il tempo è senza principio e senza fine.”

    Bene, interessante. Quindi l’universo è trascendente, in pratica è come un Dio.
    Però pochi minuti fa, era stato scritto:

    “E se mi dici che Dio è trascendente, e non aveva bisogno di stare da nessuna parte, dov’è adesso? ”

    Ok, posso abbandonare questo sito. E’ stato molto interessante..

    Rispondi
    1. Paolo

      Alè, l’ennesimo necrofilo che interviene a cazzo su di un post vecchio di anni ! Un’ulteriore conferma della teoria di Paolo !

      Rispondi
  2. Caffe

    Emhhh.. vediamo: a quasi quattro anni dalla stesura dell’articolo, dopo esserti spremuto per bene, partorisci ben sei righe basate sulla citazione che precede l’articolo, ignorando l’articolo stesso; sei righe o poco più, senza un senso compiuto: non si capisce a chi ti rivolgi ma soprattutto, non si capisce cosa cavolo volevi dire, interessante..
    Ti faccio i miei complimenti, Simon, a parte i protagonisti del film Amici Miei, inventori della supercazzola, mica ci riescono tutti a mettere uno dietro l’altro, una manciata di non sensi, dando tuttavia l’impressione di dire cose molto intelligenti.

    Rispondi

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