Progressismo e altre fallacie

I nostri amici PontifeSSi pronti all'ennesimo crociata contro il progressismo!

Non sono mai stato amante di questo genere di discussioni, ma stavolta i Nostri hanno davvero scelto un magro esempio per giustificare la loro tendenza filo-lefevriana. L’articolo che ora commenterò è di una tal Boccenti del Timone, citata dai nostri coinquilini per ragioni a me sconosciuti (a proposito: su internet ho trovato poco o nulla, in genere solo brevi citazioni, se possibile chiedo a chi di dovere di dare un occhiata e farmi sapere 😉 ). Questa breve opera che dir apologetica di bassa lega lo ritengo poco ha ovviamente le solite fallacie logiche senza il quale probabilmente i nostri non l’avrebbero scelta. ma andiamo ad analizzarla direttamente:

E’ il mito di un’umanità che costruisce la perfezione e la felicità lottando contro la cultura religiosa, ritenuta oscurantista. Il fallimento del comunismo ha messo in crisi l’utopia marxista, ma ha aperto la strada al progressismo scientista e libertario.

Ebbene, qui troviamo la solita fallacia, il solito accostamento Ateo = comunista, in secondo luogo si nota l’uso del termine scientista. Il che è tutto un dire… 

In realtà i grandi progressi dell’uomo nascono dal cristianesimo.

Galileo concorda… 🙄

Papa Benedetto XVI, nell’omelia pronunciata in occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II, ricordando la figura e il ruolo giocato nella Chiesa e nella storia dal suo grande predecessore, ha voluto mettere in rilievo, come aspetto centrale dell’opera svolta nel corso del pontificato, la restituzione al cristianesimo della speranza che era stata «ceduta al marxismo e all’ideologia del progresso», e l’inversione, «con la forza di un gigante», della tendenza, che poteva sembrare irreversibile, a collocare il fine della vita umana in un obiettivo storico da raggiungere con cambiamenti materiali.

Strano che i Nostri abbiano citato una fan dell’odierno Papa. Ma non era anche lui un Modernista Comunista? Tanto più non lo solo ne parla bene, ma parla bene anche del suo predecessore! Ma i PontifeSSi controllano quello che citano? Per il resto: mi pare tanta retorica che dimentica i fondamenti della storia: nessuna forza politica cade per un solo motivo, ma queste disquisizioni le lascio a voi…

L’ideologia del progresso, o progressismo, a cui fa …

… riferimento Benedetto XVI, è cosa diversa dal progresso in quanto tale. Il termine progresso, dal latino progredi (andare avanti), di per sé indica l’incessante conquista e accrescimento di conoscenze che consentono il miglioramento delle condizioni di vita umana. Invece, dopo la rivoluzione scientifica e l’Illuminismo, il termine “progresso” è stato sempre più utilizzato per evocare il mito di un’umanità che costruisce la perfezione e la felicità verso cui si dirige, lottando contro ogni ostacolo posto dai residui della cultura religiosa, ritenuta oscurantista e reazionaria.

Ma no, guarda: per niente reazionaria -mi riferisco solo ai vertici in quanto di solito il pesce puzza dalla testa-! Come puoi pensare una cosa del genere dopo le alleanze con il caro Ducetto, e i suoi amichetti spagnoli e tedeschi?! (E non parliamo del Cile…)

Poi, tra l’altro, citato da dei figuri che definiscono Mussolini un dittatore all’acqua di rose… permettete?

 

La parte dopo evito di citarla in quanto dice cose più o meno note -cita i fondamenti del marxismo…-. Ma io vorrei soffermarmi alla confutazione. O almeno al magro tentativo di essa:

Nel marxismo si possono distinguere due aspetti che rappresentano una contraddizione interna alla filosofia della prassi: il primo è l’idea secondo cui la realtà si riduce ad un mondo materiale in continuo divenire, in cui non esistono verità o valori universali

Lungi da me dal voler difendere il cosiddetto Marxismo, che meglio sarebbe chiamare Stalinismo, ma questa visione non è anch’essa figlia di un’impalcatura ideologica che non ha nulla da invidiare ai regimi? Per fare un esempio concreto: per i regimi comunisti che furono c’era Il Partito e solo Il Partito, per i regimi fascisti, o comunque reazionari, c’era il Dittatore e solo il Dittatore. Ora, se qualcuno non coglie la differenza…

il secondo è l’ideale della società senza proprietà e senza classi a cui tendere attraverso la lotta di classe.

Informo la povera citata articolista che le classi sono finite ufficialmente nel 1789 come idea e de facto solo in tempi recenti. Sempre che questa povera crista non voglia il ritorno alla società tripartita…

Coerentemente con la prospettiva derivante dal primo aspetto, Gramsci affermerà che l’uomo non ha una natura, ma «è il processo dei suoi atti». In Quaderni dal carcere scriverà: «L’umanità è ancora tutta quanta aristotelica e la comune espressione segue ancora quel dualismo, che è proprio del realismo greco-cristiano. Che il conoscere sia un “vedere” anziché un “fare”, che la verità sia fuori di noi esistente in sé e per sé e non una nostra creazione […] e si rischia di passare per pazzi quando si afferma il contrario». Gramsci non porta alle estreme conseguenze il relativismo espresso nel suo materialismo storico, continuando a mantenere l’idea escatologica di un’era di libertà che coincide col realizzarsi del comunismo.

Oih Tempora, oih Mores! In questo caso mi sento di condividere le idee Gramsciane, in un certo senso quasi Freudiane. Più che altro mi preoccupa la supponenza dell’articolista…

Di fatto l’assenza di valori universali e oggettivi, mettendo in discussione il valore di ogni ideale, implicherebbe la dissoluzione dello stesso progetto comunista di rinnovamento sociale. Il secondo aspetto del marxismo che esprime la deviazione dell’idea cristiana della speranza è tematizzato in modo esplicito dal filosofo marxista Ernst Bloch, nell’opera Il principio speranza, pubblicata tra il 1954 e il 1959. In essa Bloch critica la dimensione individualistica e privata della speranza cristiana, e sostiene che solo il marxismo sarebbe capace di trasformare tale speranza illusoria in una speranza reale, attuando la giustizia nella storia.

Che critica poco intelligente: sarebbe come criticare l’evoluzione partendo non già dalle Teorie attuali ma da Darwin… 🙄

Il fallimento del regime comunista sovietico ha messo in crisi l’utopia marxista, ma, contemporaneamente, ha aperto la strada alla convergenza del progressismo di derivazione marxista con quello di matrice radicale e scientista, nella rivendicazione dell’autodeterminazione assoluta dell’uomo, dando così vita al nuovo ateismo e al nuovo antiumanesimo che caratterizza il progressismo postcomunista.

Far derivare il moderno ateismo direttamente dai regimi Stalinisti sarebbe come far derivare il gatto dalla tigre…

Ma ecco una vera e propria chicca 🙂 :

Augusto Del Noce definisce sinteticamente il progressismo come un Illuminismo dopo il marxismo. Nel saggio L’epoca della secolarizzazione, identifica l’esito finale del progressismo nel totalitarismo compiuto: «La prospettiva prossima nell’eventualità del successo del progressismo è il conservatorismo più dispotico che si sia mai avuto nella storia.

Che è come dire che dal fiume in piena possono solo derivare incendi. Ma mi faccia il piacere mi faccia….

Tale perché il suo assunto è cancellare totalmente l’idea di un’altra realtà, o terrena o celeste. Non mancherebbe infatti, sarebbe anzi necessario, l’accordo con i nuovi teologi dell’età postcristiana, proclamanti la fine di tutti i miti e di tutte le illusioni trascendenti. Ma un regime che mette fine alla speranza è la definizione del massimo a cui può giungere un sistema oppressivo […] il punto finale a cui deve giungere il progressismo è la distruzione delle tre virtù teologali, la fede, la speranza e la carità, e delle loro inadeguate tradizioni laiche».

Uuuuh! Mortemiseriadistruzione!

Questa prospettiva è stata allontanata dal poderoso sforzo d’inversione culturale compiuto da Giovanni Paolo II, sforzo che ancora continua nel pontificato di Benedetto XVI. La realizzazione del patrimonio culturale insito nell’insegnamento del Concilio Vaticano II, il cui messaggio centrale è stato: l’uomo è la via della Chiesa e Cristo è la via dell’uomo, è condizione per proseguire in questa inversione di tendenza, facendo chiarezza sui tanti luoghi comuni accettati acriticamente, secondo cui il progresso della società occidentale sarebbe legato alla contrapposizione tra laicità e religiosità e alla competizione tra fede e scienza, e riproponendo una nozione corretta di progresso, che ricordi come il miglioramento non è ineluttabile, ma affidato alla scelta del bene e quindi strettamente unito alla dimensione religiosa ed etica.

E la guerra è pace, e libertà è schiavitù…

Come ha documentato Rodney Stark in La vittoria della ragione, le più significative innovazioni politiche, scientifiche ed economiche introdotte in Occidente nel secondo millennio sono riconducibili al cristianesimo e alle istituzioni ad esso collegate. Il cristiano, infatti, «immagina Dio come un essere razionale che crede nel progresso umano e che rivela se stesso più a fondo quando gli uomini acquistano la capacità di comprendere meglio. Inoltre, dal momento che Dio è un essere razionale e che l’universo è una sua personale creazione, esso possiede necessariamente una struttura razionale, legittima e stabile che attende maggiore comprensione umana. Questa fu la chiave di molte imprese intellettuali, tra cui la nascita della scienza».

Devo proprio commentare?

Il resto è solo una citazione di scarso interesse con un bel Ricorda posto sopra a bella posta, degno delle locandine dell’Esercito Americano degli anni che furono…

Fonte dello Sdegno: http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/8720-il-progressismo-ultima-ideologia-il-mito-di-unumanita-che-costruisce-la-perfezione-e-la-felicita-lottando-contro-la-cultura-religiosa

6 pensieri su “Progressismo e altre fallacie

      1. admin

        Interessante il pensiero di questa Boccenti. Anche lei parla della “legge naturale universale”. Deve essere per forza la stessa legge naturale di cui parla Affus, di cui parla la Lalli, di cui parla Carletto. Deve essere la stessa (altrimenti viene meno l’universalità).

        http://www.circolomaritain.it/documenti/riflessioni/Legge_naturale_universale_-_dopo_Boccenti.rtf

        E’ interessante leggere i punti che cita la Boccenti perchè arrivano direttamente dalle parole dell’eretico GPII (eretico secondo gli amici Pontifessi). Ed è interessante perchè non si fa alcuna menzione all’orientamento sessuale dei soggetti. Quindi quando afFuso oppure i suoi amichetti Pontifessi parlano di “legge naturale”, a quale parte della stessa fanno riferimento? E se non è quella di cui parla la Boccenti, di quante leggi naturali possiamo parlare? Quante domande…
        Sarebbe bello un confronto: Affus vs Lalli vs Boccenti … Siamo sicuri che Affus non perderebbe occasione per dimostrare prima i suoi modi “gentili” nei confronti delle due pulzelle. Ed in un secondo tempo l’alcool che costantemente permea il sangue di Uffas avrebbe la meglio. Ore ed ore a discutere su quale sia la vera legge naturale! 🙂

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        1. admin

          E parlando di pensieri interessanti. Tra i commenti della pagina Facebook degli amici Pontifessi si legge:

          “I militari sono il cuore della nazione. Che Dio vi benedica e San Michele vi protegga.” (statement ufficiale di chi gestisce la pagina).

          Nello stesso momento sul sito Pontifesso (e poche righe più sotto sulla pagina Facebook) si legge:

          “Sono i figli il motore della ripresa”

          Evviva, evviva, evviva 😀

          Rispondi

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