Pontifex si tira una nuova zappata sui propri piedi

Interessante intervista al sacerdote e teologo Don Renzo Lavatori, “Gli ebrei pensavano ad un altro liberatore, in armi e potente, furono delusi. Anche oggi molti lo rifiutano e lo disconoscono, vagando nel fumo di Satana .

Nell’intervista tanto per cambiare si domanda al sacerdote di turno qualche vecchio buon motivo per pensare che gli ebrei sono “perfidi”… Come mai gli ebrei non riconobbero Gesù come loro Messia? Come mai lo fecero crocifiggere?

Leggiamo:

Il Prologo al Vangelo di Giovanni che leggiamo questa domenica ci dice una cosa allarmante. I suoi non lo accolsero, che magari sarebbe opportuno dire, non lo capirono. Gli ebrei di quel tempo, come storia insegna, si attendevano un altro genere di liberatore specie dalla dominazione romana e da questa visuale é del tutto fuorviante chiamarli deicidi. La loro fu una errata impostazione storica che in un certo senso aveva contagiato gli stessi apostoli e forse il Battista. Ne parliamo con Don Renzo Lavatori, teologo e sacerdote. Perché non lo riconobbero?  “ha ragione lei, per la semplice ragione che per loro, gli ebrei, Cristo era una entità diversa, una specie di Batman capace di cacciare a calci i romani, di liberare dalla schiavitù. Ecco, questa fu la prospettiva errata degli ebrei che non potevano al contrario immaginare il re come umile, piccolo, indifeso e semplice”. Dunque una prospettiva diversa: “ecco, questo é pensabile. Gli ebrei erano oppressi e pensavano che l’Unto fosse un trascinatore anche bellico e non avevano capito che Cristo veniva per altro genere di liberazione, quella dal peccato, dall’errore, dalla cattiveria. Insomma, la rivoluzione di Cristo si chiama conversione”.

E mi viene spontaneo commentare “ma infatti!”

Le cose stanno esattamente così. La concezione ebraica del “Mashìach” era, ed è, molto differente da quella posteriore di origine cristiana. Il Mashìach atteso dagli ebrei è una figura “regale” ed è legata all’idea non solo del trionfo e della riunione di tutti gli ebrei nella “Terra Promessa” di Israele, ma anche all’idea che con l’avvento del Mashìach inizierà una età dell’oro di tutta l’umanità.

Uno dei concetti fondamentali dell’Ebraismo, oltre ai principi basilari: Dio, Israele, la Torà, è quello del Messia. “Messia” è la traduzione della parola ebraica Mashìach, che significa “unto”. Infatti, anticamente, quando si eleggeva un re o un sommo sacerdote, lo si ungeva, ad indicare che egli era stato scelto di mezzo al suo popolo, per adempiere importanti cariche.

Mashìach è colui che verrà scelto dal Signore e, seguendo la Sua ispirazione, redimerà Israele e introdurrà una nuova era di pace, di felicità, di bontà fra gli uomini di tutta la terra. Col suo avvento, infatti, cesseranno le sofferenze, le distruzioni, le guerre; il malvagio sarà punito e il giusto premiato. Israele, che per tanti secoli è rimasto in esilio, sparso in tutto il mondo, potrà finalmente tornare alla terra dei suoi Padri e, cosa molto importante, tutti i popoli riconosceranno la sovranità del Signore, Dio Unico.

Nel Talmùd, vi sono centinaia di riferimenti al Messia e alla sua missione; di questi si è detto: “All’inizio della creazione del mondo il Re Messia era già nato, perché egli entrò nella mente del Signore prima ancora che il mondo fosse creato” (Pesiktà Rabà, 15).

Molti profeti, nelle loro profezie, accennarono all’avvento del Messia, che essi indicarono come discendente della Casa di Davide. Così ne parla Isaia: “Uscirà un ramo dal tronco di Isciài (padre di Davide) e un rampollo spunterà dalle sue radici, e riposerà su di lui lo Spirito del Signore… Egli giudicherà con giustizia i miseri e deciderà con dirittura a favore degli umili della terra… Allora dimorerà il lupo con l’agnello; si coricherà il leopardo con il capretto, e il vitello e il leone staranno assieme e un piccolo ragazzo li guiderà. La mucca e l’orso pascoleranno, assieme giaceranno i loro piccoli e il leone come il bue mangerà paglia… Il Signore radunerà gli esuli di Israele e raccoglierà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra….

Il Messia non è inteso come un essere soprannaturale o divino, ma come un uomo. Egli però sarà ispirato dal Signore e avrà il compito di portare il Suo messaggio sulla terra e di rendere tutti i popoli degni del Suo Regno, mediante l’opera del popolo ebraico.

Inizierà così l’era messianica, in cui si effettuerà il “Regno di Dio”, Malkhùth Shaddài, e il mondo sarà meraviglioso, perché non esisterà più il male e vi saranno pace e felicità per gli uomini.

Questa speranza è espressa nelle profezie di molti profeti; Isaia e Michà dicono con parole molto simili fra loro: “Saliremo alla Casa del Dio di Giacobbe, affinché Egli ci ammaestri sulle Sue vie… Egli giudicherà fra le nazioni… le quali spezzeranno le loro spade per farne vomeri e le loro lance per farne falci; nessun popolo alzerà la spada contro l’altro e non impareranno più la guerra.

Anche in una delle nostre più belle preghiere, l’‘Alénu, dopo aver esaltato il Signore che ha eletto Israele e lo ha allontanato dall’idolatria, è espresso l’ideale che anticipa il giorno in cui il Signore sarà il Dio unico di tutte le genti e sarà attuato il trionfo della Sua onnipotenza. [tratto da questa pagina del sito Morasha.it ]

Riconoscere il Messia atteso dagli ebrei è quindi piuttosto semplice…

– Sarà un discendente della stirpe di Davide

– Sarà un normale uomo, e non un essere soprannaturale. L’idea che un singolo uomo possa essere il Dio unico incarnato è una idea completamente estranea all’immaginario religioso mediorientale (provate a chiederlo ad un ebreo o ad un musulmano). Tale concetto lo ritroviamo invece nelle religioni orientali sotto il concetto di “avatar” o “avatara”. Ecco, c’è da specificare che il Messia atteso dagli ebrei NON è un “avatar”, non almeno nella religione ortodossa (nell’ebraismo mistico ed esoterico invece sì, ma è un discorso che vale per tutti i misticismi… in tutti i misticismi la divinità non è solo esteriore all’uomo, ma anche e soprattutto interiore)… Un uomo che dice di essere Dio nelle culture mediorientali è inconcepibile, scioccante e scandaloso come dire ad un cristiano che Dio è una bella gnocca bionda in bikini e ieri sera le ho offerto da bere un drink…

– Durante la sua vita saranno riuniti in Israele tutti gli ebrei dispersi del mondo

– Tutti i popoli riconosceranno il Dio di Israele come l’unico vero dio

– Durante la vita del Messia potremmo riconoscere il suo avvento dal fatto che non esisteranno più guerre e violenze nel mondo

Leggendo in molti forum ebraici, ho letto che quasi tutti gli ebrei rispondono nel seguente modo, quando si chiede loro perchè non hanno riconosciuto Gesù come loro Messia e loro Dio:

– Non lo hanno riconosciuto come loro Dio perchè nella cultura religiosa mediorientale è completamente estranea  e sconosciuta l’idea che Dio possa farsi uomo. Non è citato inoltre in nessun loro testo sacro. Non è piuttosto strano che Dio non abbia avvertito in nessun modo il suo popolo di un dettaglio così importante, ovvero che si sarebbe incarnato come uomo ? Non lamentiamoci se poi il popolo ebraico non riesce a riconoscere il proprio Messia se non è stato informato su dettagli così importanti !

– Durante la vita di Gesù il mondo non ha universalmente riconosciuto l’unico Dio. Il mondo non ha cessato di farsi guerre. Le violenze e le ingiustizie nel mondo non sono finite. Il popolo di Israele non ha conosciuto la pace promessa, anzi tutto il contrario.

Mancando queste premesse fondamentali, è impossibile riconoscere il Messia tanto atteso in Gesù. Non solo, non è possibile riconoscerlo in nessuna persona vissuta fino ad oggi.

Questo secondo il punto di vista degli ebrei. E anche secondo il punto di vista delle loro scritture originali.

Qui non si vuole discutere “teologicamente” e fideisticamente la cosa. Non mi interessa stabilire se la “verità” è quella che pensano di possedere i cristiani o gli ebrei (ma anche forse nessuno dei due). Personalmente, se devo esprimere la mia simpatia, ho un debole per le figure non “istituzionali”. L’idea di un Dio che si incarna tra gli umili e i deboli, in una figura libera e “qualunque” alla maniera di uno Chuang Tzu, è decisamente più simpatica di quella di un sommo ierofante incoronato “Re del mondo”. Poi a me l’idea di un unico “Re” che si siede sul trono di tutto il pianeta con tutti che devono inchinarsi a lui mi suona molto di “nuovo ordine mondiale”. Ora però non si accusino gli ebrei, perchè sono davvero tante le religioni che covano l’ambizione egocentrica di un dominio egemonico totale sul pianeta, guidati dal proprio “Mashìach”, dal proprio “Cristo Re”, o dal proprio “Mahdi”. Purtroppo spesso la conseguenza logica del monoteismo nelle menti di molti sembra tradursi nell’idea poco democratica e molto “borg” di “un solo Dio, quindi un solo re, un solo pontefice, una sola cultura, una sola religione, un solo governo, una sola legge, un solo e unico modo di pensare”. Non ci affrettiamo quindi a dire degli ebrei che sono “il popolo che aspira al nuovo ordine mondiale”, perchè in realtà sono molti a covare questa ambizione… solo che non possiamo perdonare il fatto che altri possano avere la stessa pretesa.

Ad ogni modo qui non si vuole discutere di teologia. Volevo solo fare notare ai pontifessi come questa volta si siano dati da soli la zappa sui piedi. Infatti il sacerdote intervistato ha involontariamente affermato una realtà che io più volte ho espresso: gli ebrei non potevano riconoscere Gesù come loro Messia perchè la loro religione e la loro tradizione attende da sempre qualcosa di diverso, e con segni assai diversi da quelli “dimostrati” da Gesù.

Per quanto io stesso provi simpatia per la figura storica di Gesù, devo riconoscere il fatto che il Gesù cristiano è concettualmente estraneo alla cultura ebraica. Estraneo alla cultura ebraica (con eccezione degli esseni, molto più mistici) è l’idea che il Dio unico si incarni in un singolo uomo. Estraneo alla cultura ebraica e dei profeti è l’idea che il Messia e Dio siano la stessa cosa. Estraneo ai segni attesi dagli ebrei è la venuta di un messia la cui venuta non segni la pace e l’età dell’oro tanto attesa (e mi dispiace davvero per Gesù, sicuramente persona fantastica, ma la sua venuta non ha segnato nessuna epoca di pace universale, e nessuna nuova età dell’oro… quello che purtroppo è seguito è da considerarsi “età dell’oro” solo per i pontifessi, che rimpiangono i bei vecchi tempi del medioevo).

Gli ebrei non possedevano alcuna scrittura e tradizione per riconoscere come “messia” e soprattutto come “Dio” un uomo come il Gesù di Nazareth. Loro attendevano un glorioso sovrano, un nuovo Davide o Salomone, non un “filosofo” e un umile sapiente dei semplici e degli umili.

Se Gesù fosse nato in India, nessuno avrebbe avuto molte difficoltà a riconoscerlo come uomo illuminato e sapiente, e persino come avatara della divinità. Ma questa idea era ed è, ripetendo ancora una volta che l’unica eccezione è rappresentata dai misticismi del medioriente, completamente estranea all’immaginario mediorientale ortodosso. Dire di essere Dio è considerato bestemmiare agli occhi di molti mediorientali.

Sicuramente non possiamo considerare e giustificare civile il fatto di uccidere una persona pacifica e innocente, questo non possiamo farlo (ma rimproverare di questo soltanto gli ebrei è ridicolo… quale popolo della Terra non ha le mani macchiate di sangue di innocenti?).

Ma non c’è nulla di sorprendente nel fatto che gli ebrei non abbiano saputo riconoscere qualcosa di estraneo alla loro cultura, cosa che invece i pontifessi con maleducazione e accuse rimproverano sempre agli ebrei. Insomma, complimenti per la zappata sui piedi 😀

Gianfranco Giampietro

7 pensieri su “Pontifex si tira una nuova zappata sui propri piedi

  1. admin

    Appena mi riprendo dalla frustrante esperienza derivante dalla lettura delle mail di Brunello (che non si riposa neppure in queste ore e continua a produrre mail, mutando orientamento come una bandiera nella bufera) leggerò con attenzione il tuo capolavoro … E commenterò adeguatamente 😀

    Rispondi
    1. Gianfranco Giampietro Autore articolo

      Un piccolo rimprovero admin… per quanto lusinghiero, non accetto complimenti per qualcosa di mio che non è ancora stato letto 😉
      Noi “pontilessi” dobbiamo distinguerci dai pontifessi per l’approccio scientifico, empirico e diretto alle cose. Dobbiamo giudicare solo ciò di cui abbiamo esperienza e sapere diretto, non supposto, come fanno spesso e quasi sempre su Pontifex (basti vedere l’altro ultimo articolo che ho scritto, che mostra come i pontifessi abbiano l’abitudine di sparare vaccate e giudizi su cose che nemmeno hanno mai veramente toccato e verificato di persona). Anche se statisticamente siamo praticamente sempre d’accordo riguardo certi argomenti, non si deve mai dare per scontato che quello che io scrivo sia giusto e condivisibile. Dobbiamo mantenere quel livello di oggettività e di verifica prima dei giudizi che ai pontifessi manca completamente 😉

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      1. admin

        Hai ragione… Quindi appena mi riprendo dallo sconforto prodotto da Foxy leggo con calma il tuo articolo e poi ti faccio i complimenti. Per ora non li faccio ancora, quindi 😉

        Rispondi
  2. admin

    Oh .. finalmente posso affermare di aver letto tutto… Ora il mio grazie è accettato? 🙂

    Bello, bellissimo. Articolo come al solito ben documentato e che “fila liscio”.
    Come non notare la similitudine tra il Messia ebraico e quello Pontifesso? Altro che “tradizionalisti”. Potrebbero fare un pensierino all’ebraismo! 😉

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