Semel in anno licet insanire

AAA Attentato: qualcuno si è intruffolato nel sito di pontifex.roma per dire cose sensate…

Leggete e meravigliatevi (copio pari pari si sa mai che si accorgono della svista e la cancellano)

La liturgia della Parola della prossima domenica, ci racconta la parabola del fariseo e del pubblicano. Il fariseo, nella sua tronfia superbia, crede di ottenere la salvezza, di passare la… visita, e si prende burla del pubblicano che nel fondo del tempio, chiede misericordia. Dio alla fine perdona al secondo. Chiediamo un parere a Monsignor Francesco Todisco, Vescovo di Melfi in Basilicata. Eccellenza, che cosa dice questa bella parabola? “che Dio guarda al cuore e non all’apparenza, vuole il pentimento sincero. La nostra fede é bella quando ci riconosciamo bisognosi della misericordia e del perdono. Bisogna saper perdonare, saper chiedere perdono”. Che cosa manca al fariseo? “il fariseo pensa che la fede e dunque la salvezza, sia una somma di regole, una serie infinta di precetti da osservare (tipo il colore delle casule ai funerali di Sara? che dici brunello… ci facciamo un pensierino su questa cosa?). Crede che Dio sia il farmacista col bilancino, che tutta la nostra vita sia una somma algebrica del dare e dell’avere e si sbaglia di grosso. Davanti al Signore non esiste chi abbia il diritto di giudicare un altro peggiore, tutti siamo uguali e nessuno ha il monopolio della perfezione”.

Dio guarda al cuore: “certo, Dio guarda al cuore, alla purezza, alla capacità di saper accettare la propria finitezza che é una caratteristica della condizione umana. Il fariseo emana sentenze, dice di non voler essere come quell’altro, lo indica come esempio negativo, ignorando che ciascuno di noi diventa a volte elemento negativo, cade nel peccato(mmmmmm mi ricorda qualcuno brunello mio… ndr)” […]

Bruno Volpe

Brunello brunello… che mi combini?

Qui il prodigio: http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/religiosi/5756-dio-guarda-al-cuore-e-non-allapparenza-sa-essere-sempre-misericordioso-ed-ama-il-peccatore-chi-cade-ha-la-possibilita-di-rialzarsi-col-pentimento

5 pensieri su “Semel in anno licet insanire

  1. Gianfranco Giampietro

    “il fariseo pensa che la fede e dunque la salvezza, sia una somma di regole, una serie infinta di precetti da osservare (tipo il colore delle casule ai funerali di Sara? che dici brunello… ci facciamo un pensierino su questa cosa?). Crede che Dio sia il farmacista col bilancino, che tutta la nostra vita sia una somma algebrica del dare e dell’avere e si sbaglia di grosso. Davanti al Signore non esiste chi abbia il diritto di giudicare un altro peggiore, tutti siamo uguali e nessuno ha il monopolio della perfezione”

    uh uh uh, ATTENZIONE un cattocomunista-massone-satanico-modernista si è intrufolato nella casa del signore (no, non del Signore… intendo del signo Volpe) per seminare insegnamenti sensati… Al rogo al rogo! xD

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    1. stefano

      GG e Simone insieme siete incredibilmente irresistibili.
      No no fermi non intendevo dire che dovreste unirvi carnalmente insieme. Intendevo dire che gli articoli di GG e quelli di Simone, insieme, formano un magnifico antidoto agli effetti collaterali Pontifessi 😀

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  2. diegopig

    Basisco ogni giorno di più, a leggere Pontifex.

    Certo, dopo aver letto il vostro articolo qui si pontilex, mi aspetto un chiarimento del tipo: “ma noi non pretendiamo di essere perfetti, sappiamo di essere peccatori. Ma almeno non siamo froci”. 😀

    E’ come dire a uno che c’ha il SUV: “Oh, ma ha visto quanti idioti c’hanno il SUV” e sentirsi rispondere “Sì, ho visto” (indicando che non gli è passato nemmeno per l’anticamera del cervello di poter essere tra quegli idioti).

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  3. Diego

    io non capisco come facciano a non capire che rivolgendo il senso del vangelo verso di loro capirebbero che abbiamo capito che non hanno capito niente di cattolicesimo. Com’è difficile capire gli altri!!!

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