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Non indurite oggi il vostro cuore (salmo 95)

Mio primo articolo… 🙂

Mi è capitato di leggere l’articolo del buon CdP rigurardo l’omosessualità.
Noto con vivo interesse che è sempre ricco di nuove apostrofazioni con cui definirla anche se nessuna riportara dal Magistero (evviva l’aderenza al Magistero).
Noto con viva gioia l’umiltà di attribuire al proprio testo la qualifica di sintassi dottrinale e noto con ancor più viva gioia che sacerdoti licenziati in teologia si rivolgano ad uno studente universitario in informatica perchè lo illumino proprio su argomenti di teologia… Che forse abbiamo tra noi una nuova Teresa di Lisieux: dottore della Chiesa seppure per nulla erudita in teologia? Il titolo di Teresa però è tutto meritato.

Divenendo seri mi voglio soffermare sulle citazione di Cdp dell’Antico Testamento.

Intanto se si chiama Antico vuol dire che è vecchio e pertanto le cose vecchie difficilmente possono essere trasposte pari pari ai giorni nostri (non fosse altro per la difficoltà di interpretazione legata alle singole parole): non per nulla esistono cose strane come l’esegesi e l’ermeneutica che servono proprio a questo: cercare di portare ai giorni nostri ciò che la Scrittura di millenni fa voleva dire (attenzione non sto dicendo che la Scrittura evolte e muta con i tempi e le mode, ma solo che non si può interpretare alla lettera testi di secoli fa).

E si fa ancor più danno se si estrapolano singoli versetti da un testo senza ulteriori chiarimenti e specifiche.
Prendiamo un esempio qualsiasi: il IV canto del servo di Jhwh (famoso per il fatto di essere proclamato come lettura il venerdì santo: forse qualcuno ne ricorda un pezzettino: …Ecco il mio servo avrà successo, sarà esaltato innalzato, onorato grandemente…). I canti del servo di Jhwh sono 4 opere (cfr. Is 42,1-9; 49,1-7; 50,4-11; 52,13-53,12) che descrivono la sofferenza di questo servo che muore per salvare le moltitudini. Ecco che in questo IV canto, bellissimo e interessantissimo, ad un certo punto leggiamo: …Perciò a Dio è piaciuto prostrarlo con dolori… (riferendosi al servo che in lettura cristologica è il Figlio, il Signore Gesù).
Ora presa da sola questa frase è tanto terribile (Dio gode della sofferenza di un servo perdipiù innocente) quanto falsa.
Eppure… il versetto sembra chiaro: …al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori…, non ci si scappa da lì.
La questione è che il versetto non è solo, ma inserito in un testo che a sua volta è inserito in un contesto storico-culturale-politico-sociale nel quale è stato scritto.
Ora in questo caso la risoluzione dell’equivoco è presto risolta: più avanti si leggerà: …perciò io gli darò in premio la moltitudine, dei potenti egli farà bottino perchè si è consegnato volontariamente alla morte ed è stato annoverato tra gli empi mentre egli portava il peccato di molti ed intercedeva per i peccatori… Ossia questo Dio si compiace non per vedere il servo/Figlio soffrire, ma per vedere l’amore profondo che il servo/Figlio ha per la moltitudine/umanità: un amore che è capace di abbracciare con gioia la sofferenza se questa è utile per la salvezza del mondo.
Ed ecco quindi che l’apparente Dio malvagio e sadico (che si desume dal versetto preso da solo) si scopre per quello che realmente è: un Dio di amore infinito.

Questo esempio per indicare il problema che si corre nell’estrapolare versetti a destra e a manca al fine di supportare le proprie tesi basandosi per di più su una mera interpretazione letterale del testo sacro.

Però se CdP ci tiene a lottare versetto su versetto… cerchiamo di accontentarlo.

Scrive l’amico CdP: nell’Antico Testamento Dio prescrive:
“Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro” (Lv 20,13).

In Levitico 11:10 si afferma (tra le altre cose) che mangiare crostacei è pure un abominio. Quale dei due abomini è più abominevole, e perchè? bha…

Scrive ancora CdP: E la vicenda di Sodoma e Gomorra (Gen. 18,16 seg.) è conosciuta da tutto il mondo:
“…Condannò alla distruzione le città di Sodomia e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente. Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale di quegli scellerati. Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta per tali ignominie…” (2 Pt. 2,6 seg.);
“…Così Sodomia e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all’impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno…” (Gd. 7).

Queste citazioni condannano un comportamento senza specificare quale esso sia avendo gli autori già conoscenza delle colpe di Sodoma e Gomorra; esse possono al limite supportare una condanna di certo non definirla.

Cosa è successo a Sodoma e Gomorra?
Intanto sarebbe opporutno leggere il testo (Genesi 18-19)
Dio manda due angeli a Sodoma, dove Lot, nipote di Abramo, li convince a fermarsi da lui. Ora i vicini di Lot gli chiedono di far uscire i due ospiti perchè li possano conoscere. Il temine ebraico usato, yadha, in genere significa «avere una conoscenza completa» che in molti casi indica la conoscenza carnale. Se così fosse – ed è l’interpretazione più attestata – il racconto si riferirebbe a un tentativo di stupro di gruppo.
Nell’antichità, si sottoponevano gli stranieri o le popolazioni vinte alla penetrazione fallica, usata come segno di sottomissione.
Ma Lot sa che già Abramo, intrattenendo due stranieri, aveva in realtà ospitato due messaggeri di Dio (Genesi 18,1-15). Per non permettere dunque questa abietta violazione dei codici d’ospitalità, Lot cerca di proteggere i suoi ospiti offrendo alla folla impazzita le proprie due figlie. Certo un’azione ingiustificabile e deplorevole secondo la nostra sensibilità, ma che non viene commentata nel testo. Comunque, la gente di Sodoma rifiuta l’offerta, e gli angeli li rendono ciechi. Lot e la sua famiglia vengono messi in salvo dagli angeli, e Sodoma e Gomorra vengono distrutte.
Innumerevoli commenti sono stati fatti a proposito di questo racconto. Perché Dio condanna queste due città ancor prima di questo terribile incidente? Se il problema era di natura prettamente sessuale, sorge una serie di domande.
Nei capitoli successivi, Lot commette incesto con le fìglie (Genesi 19,30-38). Il tabù nei confronti dell’incesto è uno dei più forti in moltissime culture, dall’antichità a oggi. Se Dio distrugge Sodoma e Gomorra perché condanna l’omosessualità, e protegge Lot che prima offre le fìglie vergini per essere violentate dalla folla e poi ha rapporti sessuali con loro, vuol dire che la violenza sulle donne e l’incesto sono comportamenti sessuali accettabili?
Inoltre, quando in altri passi biblici si fa riferimento a questo testo, non si parla mai semplicemente di omosessualità. Se anche i Sodomiti volessero proprio violentare i due stranieri, questo atto di violenza di per sé non avrebbe nulla a che vedere con l’omosessualità in generale.
Il libro del profeta Ezechiele fa riferimento al racconto della distruzione di Sodoma: al capitolo 16 Dio si rivolge così alla città di Gerusalemme: …Questa è stata la colpa Sodoma: era orgogliosa di vivere nell’abbondanza e nella sicurezza. Non aveva preoccupazioni, tuttavia non ha aiutato i poveri e gli oppressi. È diventata arrogante e ha commesso azioni che io detesto. Allora io l’ho fatta scomparire dalla faccia della terra… (Ezechiele 16, 49-50).
È chiaro che il peccato di cui si parla in questi versetti si riferisce all’ingiustizia e all’idolatria (cfr. Omosessualità, Claudiana editrice).
Dirò un’altra cosa: la tradizione ebraica successiva alla distruzione del Tempio di Gerusalemme associa Sodoma non tanto al peccato di sodomia, quanto ai peccati di mancanza di ospitalità, egoismo, avidità, e di un atteggiamento molto particolare: l’osservanza meticolosa della Torah, la Legge divina, allo scopo di nuocere agli altri esseri umani. In altre parole, il “peccato di Sodoma” consiste nell’interpretare alla lettera la Torah (che è una parte dell’Antico Testamento) allo scopo di tradirne lo spirito.
Cito la tradizione ebraica non per chissà quale motivo ma perchè essendo l’AT “roba loro” nel senso che ne sono stati i primi custodi e conservatori… credo possano darci una buona mano per interpretare in modo corretto questi testi.

Scrive ancora CdP: In alcuni testi della Bibbia per omosessualità si intende la prostituzione sacra, esercitata nei luoghi sacri, durante culti orgiastici:
“Non vi sarà alcuna donna dedita alla prostituzione sacra tra le figlie di Israele, né vi sarà alcun uomo dedito alla prostituzione sacra tra i figli di Israele. Non porterai nella casa del Signore tuo Dio il dono di una prostituta né il salario di un cane, qualunque voto tu abbia fatto, poiché tutti e due sono abominio per il Signore tuo Dio”(Dt. 23, 18-19);
“Inoltre nel paese c’erano prostituti sacri, i quali rinnovarono tutti gli abomini dei popoli che il Signore aveva scacciati davanti agli Israeliti” (1Re 14, 24);
“Demolì le case dei prostituti sacri, che erano nel tempio, e nelle quali le donne tessevano tende per Asera” (2Re 23, 7);

Non ho capito che attinenza abbiano questi versetti con l’omosessualità… bha…

Scrive ancora: ed in maniera molto più esplicita il Signore specifica:
“Se avrai con maschio relazioni come si hanno con donna è abominio” (Lv 18, 22).

Sempre il Levitico recita: …se uno commette adulterio con la moglie d’un altro, se commette adulterio con la moglie del suo prossimo, l’adultero e l’adultera dovranno esser messi a morte. (Levitico 20:10)
O ancora …Chi bestemmia il nome del Signore deve essere messo a morte…(Levitico 24:16)
Se badassimo al Levitico… da mò che l’umanità sarebbe estinta (alla faccia del siate feceondi e moltiplicatevi).

Quindi l’interpretazione letterale della Scrittura, per di più per pezzetti presi di qua e di là, penso sia chiaro che non porta da nessuna parte, indurisce il nostro cuore all’ascolto della Parola, impedisce allo Spirito di soffiare…
Non facciamo come i farisei che si credevano tanto bravi perchè applicavano alla lettera la legge (quell’elenco di 613 precetti) quasi la fede fosse solo un “ce l’ho” e un “mi manca”… per non dover scoprire poi che, in realtà, i farisei faranno una brutta fine!

Concludo con una citazione della Dei Verbum:
…Poiché Dio nella sacra Scrittura ha parlato per mezzo di uomini alla maniera umana, l’interprete della sacra Scrittura, per capir bene ciò che egli ha voluto comunicarci, deve ricercare con attenzione che cosa gli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole… (DV, 12).