evidentemente ai pontifessi oggigiorno piace giocare con i copia incolla, e SENZA verificare la veridicità delle affermazioni che copiano…
visto quindi che ultimamente sono molto paziente e molto in vena di polemica , perchè la scienza NON è UN GIOCO, così come non lo è il tema omosessualità, eccomi qui, nuovamente pronto a smontare ben benino le pontifesserie giornaliere.
“Omosessuali non si nasce Non esistono fattori genetici e/o ormonali che impongano ad una persona di agire necessariamente in modo omosessuale.”
– intanto questa affermazione è priva di fondamento nonchè superficiale.
partiamo dal fatto che l omosessualità è un orientamento sessuale.
quindi la discussione sulla base genetica deve essere analizzata nella sua interezza prendendo l orientamento sessuale in generale.
tale affermazione induce quindi a pensare che eterosessuali non si nasce. cosa alquanto discutibile…chissà che ne pensa lo stalker B.V. ?
comunque, il tutto è ancora in fase di studio, ma che l orientamento sessuale non sia una scelta è un dato di fatto.
peraltro, lo stesso magistero ritiene attendibile il fatto che qualcuno nasca omosessuale.
ovviamente, seppur non ci siano le prove delle geneticità dell orientamento sessuale, etero o omosessuale che sia, l umanità stessa ha dimostrato che non sceglie il proprio orientamento, e che nella stragrande maggioranza dei casi è innato (la restante trattasi o di confusione sessuale al riguardo, che è sempre possibile per chi magari non riesce a comprendere subito se stesso, o di veri e propri traumi che però si affiancano a problemi assai più gravi, e che pertanto non sono rappresentativi di un “induzione”).
io sono nato gay. alle elementari provavo gia attrazione per i miei compagni di classe maschi (senza pensieri sessuali, ovviamente, ero piccolo). è sempre stato così da che ho memoria, e non ho alcuna base psicologica che possa spiegare il fenomeno, dato che vivevo in una famiglia mulino bianco ,con padre e madre presenti senza eccessi o mancanze, andavo a catechismo e via dicendo (seguendo la logica di nicolosi).
l ho gia detto una volta: sono l unico omosessuale PURO? ah!
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“Provare degli impulsi non significa essere costretti ad assecondarli: sia un eterosessuale che un omosessuale sono liberi di non avere relazioni sessuali con un uomo o una donna verso cui sentono attrazione.”
– niente da dire in proposito.una persona è libera di scegliere se reprimere o meno il proprio orientamento sessuale O la sua sessualità.
nel primo caso è psicologicamente non benefico per una serie di stati di stress che ne conseguono. nel secondo caso dipende da persona a persona e da come si riesce a gestire la castità. alcuni ne sono in grado altri meno e con conseguenze particolari a livello psicologico. ovviamente è soggettivo.
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“Quanto agli impulsi, come scrive, per es. J. Nicolosi (Omosessualità maschile, p. 71, cfr. bibliografia), che utilizza numerose ricerche di altri studiosi: «È scientificamente provato che i fattori genetici e ormonali non svolgono un ruolo determinante nello sviluppo dell’omosessualità”. Se ci fosse un gene dell’omosessualità i gemelli omozigoti dovrebbero comportarsi in modo identico, mentre invece ci sono casi di gemelli, uno dei quali è omosessuale, l’altro eterosessuale.”
– frase pretestuosa. mettere poi sullo stesso piano genetica e ormoni non è proprio il massimo, trattandosi di argomenti diversi.
e come si è gia detto, nel primo caso(genetica), non vi è la prova che confermi un gene dell ORIENTAMENTO SESSUALE (è stupido parlare di gene dell omosessualità o gene dell eterosessualità). ciò però non conferma un bel niente, proprio perchè l orientamento sessuale si mostra già prima della pubertà (e io ne sono un bell esempio, e non certo l unico), e senza delle basi ambientali uguali tra loro (ovvero coloro che mostrano un determinato orientamento sessuale gia da bambini non crescono necessariamente nelle stesse condizioni ambientali).
che poi nicolosi basi la sua teoria sulla “non geneticità” sui gemelli omozigoti è assolutamente ridicolo: infatti, gli studi mostrano che una discreta quantità di fratelli omozigoti e non, condividono lo stesso orientamento sessuale (2 etero , 2 gay, 2 bisessuali). ovviamente ciò è confermato dalla realtà.
quindi la cosa rimane in un punto di stallo, perchè i TRATTI genetici non si ereditano al 100%,nemmeno tra gemelli omozigoti. altrimenti non avremmo dei gemelli, ma dei cloni. il che sarebbe inquietante.
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“Inoltre, se i geni e gli ormoni determinassero in modo invincibile le nostre pulsioni, non sarebbe possibile cambiare le proprie pulsioni omosessuali in pulsioni eterosessuali, come invece dimostra la pratica psicoterapeutica, con numerosissimi esempi (ne parla R. Marchesini in questo dossier).”
-difatti NON è possibile cambiare il proprio orientamento sessuale.checchè marchesini parli di un 27% di successo (statistica estremamente BASSA!!e quantomeno ridicola se si pensa che si paga una terapia non scientifica,sperimentale e confermata come dannosa), tale dato è fornito unicamente dall associazione narth , nient altro.
gli studi seri, posti all attenzione delle associazioni internazionali di psicologia, psichiatria, pediatria, e medicina (esteri e non), hanno chiaramente mostrato l inefficacia della terapia riparativa nonchè la dannosità di quest ultima.
ma più nello specifico, la psicologia e la psichiatria nonchè la medicina hanno stabilito che indurre un cambiamento dell orientamento sessuale è dannoso per il soggetto(quindi riguarda anche il rendere qualcuno gay a forza è dannoso, così come rendere un gay etero a forza).
facendo un paragone, è come cercare di curare il mancinismo.
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“Non è vero che l’identità maschile/femminile è indotta dalla società”
-questa frase è ambigua. cosa intende per “identità maschile e femminile”? intende l identità di genere(che non è l orientamento sessuale, per intenderci), o parla del ruolo maschile o femminile?
nel primo caso, è assolutamente vero che l identità di genere non è data dalla società e mi pare anche ovvio; la società non può indurre dei maschi a sentirsi femmine. nel secondo caso invece è una cosa decisamente falsa(sempre che fosse quello il significato che intendeva): in ogni paese che vai, la donna e l uomo hanno ruoli distinti dalla società stessa: in molti paesi dell asia la donna è considerata secondaria all uomo, inferiore e nel peggiore dei casi quasi schiava di esso . in altri paesi invece donna e uomo sono considerati alla pari. se non è un esempio questo del fatto che è la società a stabilire il ruolo della femmina e del maschio…
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“L’odierna teoria del «gender» (genere), (che ha un sua radice prossima in Rousseau ed una remota nello gnosticismo antico) afferma che la nostra identità psicologica maschile o femminile non è legata al sesso con cui nasciamo biologicamente, bensì è indotta dall’educazione e dalla cultura in cui ci troviamo a vivere, perciò ognuno di noi dovrebbe essere lasciato libero di scegliere se vivere e agire come uomo, anche se i suoi organi genitali sono femminili, e come donna, anche se i suoi organi genitali sono maschili.”
ora capisco tutto.
la “teoria del gender”. una sorta di invenzione per contrastare i gay, mi spiace dirlo(anche se l argomento riguarda esclusivamente le trans, peraltro, quindi lo si usa a sproposito).nnon è un caso che a parlarne siano UNICAMENTE i siti religiosi.
gia il fatto di confondere identità di genere con orientamento sessuale è di un superficialità pazzesca..
non è che se io son omosessuale allora mi sento e vorrei esser donna eh. questo fatto mi sembra che sia stato assodato da un bel pò di tempo.
comunque, tornando alla “teoria”, è assolutamente mendace quello che si cerca di supporre da essa.
le persone trans non ritengono di esser “cresciute in ambienti particolari” che abbiano modificato la loro identità di genere. e nemmeno le associazioni gay lo pensano.
dal punto di vista esclusivamente psicologico, i casi di disturbo di identità di genere posson presentarsi o sin dalla tenera età o come vera e propria confusione psicologica. nel secondo caso basta una adeguata terapia psicologica(che esiste gia e da i suoi risultati), nel primo caso invece si tratta di tutt altra faccenda che non trova risoluzione nella psicologia o psichiatria.
ovviamente, si suppone che tale teoria preveda di crescere quindi un bambino nel modo in cui esso si sente(se si sente più femmina o maschio).
ma ciò è assolutamente superficiale da affermare.
prima di tutto premetto che sono decisamente CONTRARIO a una tale procedura, ma questo perchè prima di indirizzare il bambino verso il sesso che lui stesso vuole, va appurato psicologicamente il tutto, per stabilire cause e conseguenze.
solo a seguito di un accurato esame psicologico e psichiatrico si potrebbe decidere , non prima.
questo perchè sarebbe ridicolo cambiare drasticamente il bambino per una per così dire “fase”. senza escludere ovviamente la possibilità che non si tratti affatto di una “fase”.
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“Se questa visione fosse vera, basterebbe educare in modo assolutamente identico i bambini e le bambine per ottenere che essi scelgano a loro piacimento attività e ruoli maschili o femminili, a seconda dei gusti. Invece un simile modello educativo è stato applicato ed ha dimostrato il contrario. All’inizio del ‘900 fu attuato in alcuni kibbutz israeliani un esperimento, inteso ad educare in modo perfettamente identico ragazzi e ragazze e gli stessi sperimentatori hanno dovuto riconoscere il fallimento del loro tentativo. Infatti, a dispetto dei loro sforzi, i ragazzi sceglievano di occuparsi di macchine, compiti dirigenziali e altre tipiche attività maschile, mentre le ragazze mostravano un’inclinazione verso l’abbigliamento, la cosmesi, i lavori di assistenza, insomma verso le attività e le mansioni femminili (cfr. Manfred Spiro, Gender and culture: kibbutz women revisited, Schocken Books, New York 1980, pp. 92 ss).”
– non si capisce perchè l articolista si sia messo a parlare di “attività” femminili e maschili e di giochi.
questi non dipendono esclusivamente dal sesso o dall identità di genere. ci sono maschi cui piace la moda (e senza esser gay) , ci sono donne a cui piace il calcio(ma senza esser lesbiche).
insomma, siamo finiti proprio a parlare di altro.
inoltre c è un fattore che si tiene poco in considerazione: la presupposta “teoria del gender” implicherebbe di lasciar scegliere al bambino quale “sesso seguire”. ma sembra quasi che tutti i bambini da questo articolo vogliano seguire il sesso opposto!
invece è una grossa minoranza quella di bambini con una confusione di identità di genere!
quindi, anche se prendi 100 bambini maschi, e li tratti “da femminucce” , ciò non implica che quei bambini hanno o avranno l interesse a esser femmine.
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“E anche «bambini cresciuti […] come bambine da un’onnipotente madre femminilizzante […], amano in cuor loro le cose da ragazzi, anche se il loro comportamento non è proprio da ragazzi». Così come «una ragazza cresciuta con atteggiamenti sprezzanti nei confronti delle cose da donne e del ruolo femminile […] tuttavia può essere impressionata da altre ragazze e donne che irradiano femminilità» (J. Van den Aardweg, Omosessualità e speranza, cfr. bibliografia, p. 82)”.
– embè? è una conclusione logica .
ci sono maschi non molto virili ma che hanno interessi molto “maschili”. ci sono donne non molto femminili ma che hanno interessi molto “femminili”.
quant è vero che ci sono i casi che ho citato qualche riga sopra.
questo non riguarda certo l orientamento sessuale , e a dirla tutta nemmeno riguarda l identità di genere.
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“Un altro esempio lo riporta R. Marchesini (cfr. www.ildomenicale.it/articolo.asp?id_articolo=330), che racconta la tragica vicenda di David Reimer, un bambino gemello omozigote, a cui fu chirurgicamente cambiato il sesso, perché il chirurgo voleva dimostrare che l’identità di genere è determinata dall’educazione ricevuta. I genitori vestivano ed educavano questo bambino come una bambina, gli attribuirono un nome femminile, in modo che credesse di essere una bambina e si comportasse in tal senso. Eppure David si muoveva e si comportava come un maschietto. Lo sperimentatore tentò in vari modi, anche con violenze psicologiche, di farlo comportare come una bambina, ma inutilmente. In seguito a David fu rivelata la terribile verità e, dopo alcuni anni, nel 2004, si è suicidato.”
– eh ma grazie! ripeto: nessuno , delle asociazioni gay ma soprattutto nessuno delle associazioni trans(che sono i diretti interessati a questa accusa), ha mai supportato l idea che l identità di genere sia “indotta”.
ciò prima di tutto renderebbe l identità di genere come qualcosa che si può sempre e comunque definire in base a determinati comportamenti. non ci vuole molto a capire che ciò è puramente falso.
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“A questo punto abbiamo gli elementi per valutare l’atto omosessuale, che è sbagliato per almeno tre motivi.”
-a questo punto? finora si è parlato di identità di genere che nulla ha a che fare con l orientamento sessuale, e peraltro si è presentata una teoria che nemmeno è supportata dai gay,lesbiche e trans, come non lo è nemmeno dalla psicologia e psichiatria!
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“La biologia ci dice che gli organi sessuali sono chiaramente finalizzati – quando si uniscono con altri organi sessuali – alla procreazione (e a instaurare la comunione tra amanti di sesso diverso, cfr. il prossimo punto); perciò atti sessuali che non possono mai essere generativi (gli atti omosessuali) a causa del loro modo strutturale di esercitarsi (e non a causa di una situazione di infertilità momentanea o sopraggiunta – cfr. continenza periodica, menopausa, ecc. – dei soggetti che li esercitano) sono contro natura (cioè contro la propria finalità) e dunque immorali.”
– modo estremamente assurdo di parlare di medicina, mischiando l ideologia ad essa.
gli organi sessuali servono per riprodursi , tuttavia se ci fosse un minimo di base di sessuologia(trattasi di medicina anch essa), si saprebbe che l unione sessuale ha anche altri scopi,per non parlare dell orgasmo o la masturbazione, che hanno un effetto anche psicologico e di abbassamento dello stress a livello fisico.
l unione sessuale tra due persone , non ha come unico scopo la riproduzione.affermarlo ci renderebbe degli automi che si scambiano dati.
l unione tra due persone è un rapporto di intimità e fiducia , e anche un modo di conoscere il partner intimamente , di stabilire un legame affettivo e forte.
non è un caso che dopo un litigio l unione sessuale sia spesso d aiuto per riavvicinarsi , per dirne una.
inutile poi che l articolista escluda a priori l unione sessuale unita alla sterilità et simila, pur mantenendo l unione omosessuale su base della non procreazione. questa è incoerenza.
infatti, seppur non si possa riprodurre, gli altri eventi che caratterizzano l unione sessuale rimangono.
per inciso, il sentimento affettivo di una coppia sterile in un unione sessuale non differisce da quello omosessuale.
poi l articolista fa un ulteriore errore: parla di “sesso omosessuale”. ma quindi a cosa si riferisce? al sesso anale? o include anche quello orale? perchè tali pratiche sono abbondantemente praticate dagli stessi eterosessuali, e questo perchè la sessualità , in una coppia, si estende ben al di là della riproduzione.
per coerenza, comunque, il suo concetto di immoralità va esteso quindi alla PRATICA SESSUALE del sesso orale, anale, ma anche dell unione sessuale senza fini procreativi(con il preservativo o con la pillola). insomma ce n è per tutti.
ma bisognerebbe dirlo, invece di barcamenarsi su frasi spicciole.
del resto, se su base ideologica avesse da asserire che tali pratiche sono immorali, non ci sarebbe molto da dire, poichè è una questione prettamente ideologica.
ma se si parla di scienza, tali pratiche riguardano la sessualità dell uomo, e quindi si va ben oltre il fine dell organo genitale, ma bisogna analizzare il fine dell UNIONE sessuale, come ho abbondantemente spiegato.
cosa che , superficialmente, l articolista ignora.
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“La fondamentale complementarietà biologica dell’uomo e della donna è indice della loro tendenza ad unirsi sessualmente gli uni con le donne, le altre con gli uomini. «Gli apparati genitali maschile e femminile posseggono una anatomo-fisiologia che è evidentemente complementare […]. La morfologia genitale propria (recettiva per la donna, penetrativa per l’uomo), l’ambiente vaginale […], rendono l’incontro tra i genitali maschili e femminili naturalmente dotato di caratteristiche complementari, non riscontrabili nelle modalità di rapporto omosessuale» (cfr. Obiettivo Chaire, Abc, cfr. bibliografia, p. 41).”
– di nuovo, c è un problema di fondo: “rapporto omosessuale” .
il sesso anale è una PRATICA che caratterizza , ripeto, abbondantemente anche gli eterosessuali, così come il sesso orale.
poi, se vogliamo parlare di anatomia specifica, nell uomo , nel retto, si raggiunge la stimolazione della prostata, una sorta di punto g in versione maschile.
non serve che dica come questo punto possa esser stimolato.
poi beh, si tratta di terminazioni nervose che essenzialmente possono o non posson dar piacere, è soggettivo.
non è un caso che NON TUTTI GLI OMOSESSUALI PRATICANO SESSO ANALE. poichè NON A TUTTI PIACE.
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“La complementarietà (come ha scritto la bioeticista C. Navarini, sull’agenzia web «Zenit» del 25.04.05) inoltre, «investe la struttura psicologica, emotiva, intellettuale e spirituale dell’uomo e della donna, rendendoli, proprio attraverso la loro alterità, capaci di donazione reciproca e totale e quindi di amore vero».”
– l amore affettivo, l affinità spirituale , psicologica e fisica, può avvenire anche tra due persone dello stesso sesso.
asserire che solo per il fatto di avere una vagina e un pene davanti, allora si può avere l amore vero e l affinità amorosa con le sue derivate, è si una superficialità unica.
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“Dunque, di nuovo, vediamo che gli atti omosessuali sono contro natura (cioè contro la propria finalità) e dunque oggettivamente sbagliati.”
– mah, tra un analisi superficiale e l altra, non ha dimostrato nulla se non la propria ideologia rispetto a pratiche sessuali che riguardano tutto il genere umano.
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“Proprio l’assenza di tale complementarietà determina la strutturale precarietà, infedeltà e instabilità delle coppie omosessuali, che è molto più ampia di quella delle coppie eterosessuali, con o senza figli: un’ampia ricerca (A.P. Bell & M.S. Weinberg, Homosexualities: A study of diversity among men and women, Simon & Schuster, New York 1978) svolta su un campione americano, mostrava che su 574 uomini omosessuali soltanto tre avevano avuto un unico partner, l’1 % ne aveva avuti 3-4, il 2 % 5-9, il 3 % 10-14, l’8 % 25-49, il 9 % 50-99, il 15 % 100-249, il 28 % 1000 (mille) e più. Lo psicoterapeuta van den Aardweg (Un motivato no al matrimonio omosessuale) lo ha potuto verificare nella sua pluriennale esperienza clinica.”
-iniziamo col dire che è abominevole affermare che ,se due genitali non si incastrano , allora ciò presuppone che non possa esserci un sentimento e una vita di coppia stabile e sincera.
ma si cita poi il bellissimo studio …..non rappresentativo:
A. P. Bell e M. S. Weinberg nel loro studio sull’omosessualità maschile e femminile lasciano intendere che negli anni ’70, nella San Francisco della rivoluzione sessuale in cui tutti copulavano come ricci, uno straordinario CINQUANTASETTE PERCENTO di uomini gay, benché totalmente ghettizzati e discriminati dalla società del tempo, avevano un numero di partner sessuali sufficientemente “nella media” da non necessitare nemmeno di venire menzionato. Grazie del supporto, Bell e Weinberg! curioso, no?
e poi non vorrei dire, ma anche svariati eterosessuali erano su quel tipo di statistica, in quel periodo, in america poi (rivoluzione sessuale, dice nulla?).
io non so, probabilmente in quanto unico gay puro nato così, sono completamente fuori da questo mondo e vivo in una dimensione parallela…
ma io ho amici gay che stanno assieme al proprio compagno dai 5 agli oltre 10 anni.
e non conosco NESSUNO, e sottolineo NESSUNO, gay o etero , che abbia mai avuto più di 100 partner sessuali(non necessariamente relazioni). esclusi gli attori porno, immagino.
sarà che forse i tempi son cambiati? mah.
signori, la fedeltà è soggettiva e non dipende certo dall orientamento sessuale.
che i maschi in genere siano più ..libertini per quanto riguarda il sesso è abbastanza risaputo, ma anche li è una cosa alquanto soggettiva.
in ogni caso, la confutazione l ho fatta.
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“Risposta: quando diciamo che gli atti omosessuali sono contro-natura, impieghiamo il termine «natura» nel significato di «ciò verso cui una cosa è finalizzata» (Aristotele: «la natura è il fine: […] ciò che ogni cosa è quando ha compiuto il suo sviluppo noi lo chiamiamo la sua natura», Politica, 1252 b 32). Quindi: a) non impieghiamo il termine «natura» come sinonimo di «mondo animale (o vegetale)». L’uomo è qualitativamente diverso dagli animali, quindi non deve ispirarsi alla natura degli animali per giustificare un suo comportamento, altrimenti, poiché gli animali si uccidono, dovremmo giustificare l’omicidio. Il fatto che nel mondo animale ci siano comportamenti omosessuali non è un buon motivo per imitarli; “
– se il concetto di “natura” si utilizzasse in base alla sua funzione primaria, allora avremmo moltissime cose contronatura.
e in ogni caso, l omosessualità appare in natura non come unico comportamento, ma proprio anche come esclusivo orientamento sessuale(quindi ben al di là della sottomissione al capobranco, cosa peraltro limitata ad alcune specie).
poi, di nuovo, si ignora che il sesso in natura ha una sua utilità al di là della riproduzione.negli animali , il sesso è usato anche come anti stress, come metodo di sottomissione,di conoscenza, di riappacificazione, oltre che ovviamente come gesto di affetto.
in fondo l uomo in quanto animale non è poi così diverso.
comunque, continuando l omosessualità si è gia mostrata utile in vari casi in natura: le coppie omosessuali per esempio in varie specie di animali quali anatre et simila,delfini,antilopi et simila,pecorini ecc, si aggregano alle famiglie con prole costituendo una famiglia allargata, aumentandone così le possibilità di sopravvivenza.
in altri casi, limitano la sovrappopolazione, mentre in altri ancora (comportamento ritrovato specialmente negli uccelli) , la coppia omosessuale prende un uovo abbandonato e lo cresce. avvenimento raro ma esistente.il più comune è l aggregazione a un altra famiglia o all esercitare un ruolo di ulteriore “protezione” del branco/gruppo. questo per quanto riguarda generalmente gli animali che vivono in gruppo, ma non sempre, poichè alle volte anche animali solitari costruiscono un gruppo per garantire maggiori probabilità di sopravvivenza.
che poi si paragoni l omosessualità, che è un orientamento sessuale, all omicidio, che è un ATTO, è ridicolo.
l omosessualità non si “imita” ne si “apprende”. l omosessualità è un attrazione fisica e psicologica per il medesimo sesso.un omicidio è un atto mosso a eliminare (nel mondo animale) una minaccia o per nutrirsi. impossibile paragonare le due cose. si è omosessuali indipendentemente che si decida di fare sesso o meno(poichè l omosessualità non è l atto, ma l essere), mentre si è assassini se si decide di uccidere.
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“la malattia, per definizione, è una patologia che contrasta con le naturali finalità del nostro organismo.”
-falso. malattia- complesso di fenomeni che si instaurano in un organismo vivente quando una causa qualsiasi alteri l’integrità strutturale delle sue parti oppure ne faccia deviare il funzionamento in senso dannoso.
patologia-Studio delle malattie di animali e piante: p. umana, vegetale; in partic., settore della medicina che studia cause, sviluppo ed effetti delle malattie: p. generale, cardiocircolatoria
2 estens. Malattia, disfunzione: p. di origine genetica
disfunzione-1 med. Anomalia nel funzionamento di un organo o nella distribuzione quantitativa di una sostanza: d. cardiaca, ormonale
l omosessualità, non rientra in nessuna di tali definizioni, poichè non danneggia in alcun modo alcun organo o l integrità dell organismo.
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“Amare significa volere il bene dell’altro (Aristotele, Retorica 2,4), «ti voglio bene» significa «io voglio il tuo bene». Così, l’atto sessuale è buono se è un’espressione di amore vero, se è una forma di donazione di sé, che instaura la comunione tra soggetti che lo esercitano perché si vogliono bene e questo affetto se lo esprimono nell’atto sessuale anche perseguendo il piacere reciproco. Nei casi in cui l’atto sessuale abbia come intenzione solo lo scopo di ottenere il proprio piacere, è una forma di strumentalizzazione dell’altro, dunque è egoistico e, perciò, ingiusto. Infatti, il piacere di per sé è buono, ma, come dice per es., Kant, nessun uomo può mai essere reso strumento di un altro, cioè bisogna sempre rispettare la dignità umana, in quanto l’uomo non è una cosa, bensì ha un valore inestimabile.”
– contradditorio. affermare che un unione sessuale è espressione anche di affetto che viene poi dimostrato anche nel piacere reciproco, per poi affermare che l omosessuale strumentalizza e basta, è denigratorio e orripilante.
implica una negazione all omosessuale di poter provare affetto, come dire “tu sei omosessuale, non puoi provare affetto per il tuo partner perchè sei omosessuale; a te interessa solo il piacere”.
e invece no. come una coppia eterosessuale prova affettività e ciò li porta anche all atto sessuale, lo stesso vale ugualmente per la coppia omosessuale.
ovviamente, i casi specifici in cui si parla di solo piacere fisico riguarda al sesso privo di coinvolgimento sentimentale, e questo riguarda tutti, etero o gay
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“Ebbene, il rapporto omosessuale è eticamente cattivo, perché non instaura la comunione bensì è un rapporto di reciproca strumentalizzazione (cosa che può avvenire, in certi casi, ma non certo sempre, anche nel rapporto eterosessuale, il quale in altri crea invece la comunione interpersonale). Non ce lo stiamo inventando, lo dicono psicologi, come, per es., van den Aardweg: «i partner […] rimangono chiusi nel loro egocentrismo, l’uno sfrutta l’altro e se ne lascia sfruttare» (Un motivato no al matrimonio omosessuale, p. 169); oppure come Nicolosi (Omosessualità maschile, pp. 86 e 89): «l’interesse primario [degli omosessuali] rimane il sesso e l’infatuazione iniziale non si trasforma mai in amore maturo», anche se magari alcuni di essi desidererebbero proprio un rapporto di amore. Così «attraverso la ricerca di partner occasionali all’esterno della coppia e la sessualizzazione dei suoi rapporti, l’omosessuale tenta di integrare la parte perduta di sé. Poiché è un’attrazione che nasce da un deficit personale, egli non è mai completamente libero di amare, e continua a considerare gli altri in funzione di ciò che gli possono dare. Il dono di sé gli sembra più un’occasione di impoverimento che di crescita personale».”
-banalissimo e falso. un omosessuale è in grado di dare il medesimo amore di un eterosessuale. il sentimento, questo sconosciuto, è universale per tutti gli esseri umani, non solo per gli eterosessuali.
affermare poi che la coppia omosessuale è composta solo da strumentalizzazione è falso , poichè si riduce il tutto a un istinto animalesco senza sentimento, quando invece, laddove c è di fatto la COPPIA, vi è un affinità psicologica e affettiva che riguarda tutti i sentimenti umani.
negare quindi la possibilità del sentimento all omsoessuale, vuol dire negare la sua umanità, e renderlo una sorta di uomo senza sentimento.
ovviamente, ciò è falso.
del resto, io , quando amo, provo le stesse cose di un eterosessuale, e nessuno al mondo può negare tutto questo.
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“Insomma, non c’è bisogno di seguire l’etica cristiana per esprimere la riprovazione morale dell’omosessualità, basta la ragione per biasimarla.”
-si, la stessa ragione che ha portato a render un unica cosa identità di genere e orientamento sessuale. se è così, apriti cielo.
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“Così, se è vero che alcuni (meno di quanto solitamente si pensi) greci erano favorevoli all’omosessualità, già Platone (nonostante alcune ambiguità nel Simposio) la condanna ne Le Leggi, ed Aristotele è molto chiaro e forse molto duro: «fare all’amore tra maschi» è uno dei «comportamenti bestiali» (Etica Nicomachea 1148, 24-30).
Ricorda:«[…] è giusto che i maschi non si uniscano con i maschi o con i ragazzi, come se fossero donne, nell’unione sessuale […] perché questo è contro natura». (Platone, Leggi, 836 C)”
-cioè , fatemi capire. il titolo è “valutazione filosofica e morale dell omosessualità”, e l UNICA PARTE FILOSOFICA E MORALE è composta dall 1% dell articolo?
prendendo poi una singola, misera affermazione di un singolo filosofo?
viva la sueprficialità, insomma.
come se nell articolo non ce ne fosse stata gia abbastanza, eh.
Condivido tutto. Io sono etero. Ms. Qualche anno fa, in mio amico gay mi ha aperto gli occhi con un esempio molto pratico. In quel momento passava una bella ragazza, e lui mi ha chiesto “se quella li ti chiedesse di uscire con lei, tu ci staresti?” io ho risposto SI. E lui molto semplicemente, indicandomi un tipo palestrato mi ha detto “io uscirei con lui”. Insomma, omofobi del cavolo, VIVETE E LASCIATE VIVERE
Omosessuali non si nasce Non esistono fattori genetici e/o ormonali che impongano ad una persona di agire necessariamente in modo omosessuale
Forse mi sfugge qualche dettaglio. Esistono fattori genetici e/o ormonali che impongano ad una persona di preferire le fragole alle ciliege? Esistono fattori genetici e/o ormonali che inducono i bimbi a fagocitare la Nutella? Esistono fattori genetici e/o ormonali che costringono alcune persone a frequentare Ikea oppure preferire il mobilificio sottocasa?
Certi ragionamenti puzzano di marcio fin dalle prime righe. Come questo articolo Pontifesso.
Da notare l’argomento non dimostrato:
In natura esiste la finalità
Dal canto mio posso dire che è palesemente falso: solo perché quella roccia può essere scagliata significa che è quello il suo fine? E perché non un’altro?
Insomma, la solita fallacia (gius)naturalistica: http://www.fallacielogiche.it/index.php?option=com_content&task=view&id=25&Itemid=39
Su Aristotele mi sa che han preso un granchio: posto che quella definizione mi pare più consona all’Atto che non alla Natura, ponendo anche che si riferisse ad essa dobbiamo conoscere perlomeno il termine chiave utilizzato dai Greci che ne delimita il concetto, nel qual caso si potrebbe tradurre sic et simpliciter anche il nascere o ciò che nasce, essendo il termine Φύσις derivato da φύω che appunto significa crescere, nascere (in genere riferito alle piante)…
In questo senso mi sa che il concetto in maniera aristotelica delimitava unicamente ciò che è nato e che quindi non è Potenza ma che ha come fine il Motore Immobile. Tutte considerazioni troppo complicare per essere scritte da chi utilizza di Aristotele solo la fama per ottenere ragione.
Su Aristotele mi sa che han preso un granchio
Nooooo ma che strano! Non l’avrei mai detto! 😉
una domanda mi sorge spontanea, questi mi fanno vedere un grande esempio di autoreferenzialità.
Qualcuno scrive una cavolata, per niente documentata, per esempio l’amico famoso per la sua omofobia Van den Aardweg.
Questi hanno idee che partono da assunti religiosi, non volendo passare per preti, sostituiscono il termine Dio con il termine natura, fanno una serie di iperboli buone per ogni situazione per giustificare la loro conclusione.
Questa non è scienza, è semplicemente un esercizio di retorica, anche male impostato, perchè nei loro testi cadono in aperta contraddizione.
Ma pontifex ci presenta un “articolo” “scientifico” in cui fa riferimento a passi di questi testi.
Questo mi pare un circolo autoreferenziante tra omofobi.
Ormai sono monotoni gli amici non secolarizzati nel proporre mirabili discettazioni sul tema omosessualità… Come mai tnta insistenza? Si potrebbe interpretare in modo ambiguo….
Una relazione è un rapporto intimo, fra due o più soggetti, della durata variabile dall’amplesso di una sola notte all’arco di un’intera esistenza e in cui la famiglia del Mulino Bianco costituisce soltanto una delle molteplici variabili implicate.
Curioso come Carletto prima disserte su natura e contronatura e poi, virando vertiginosamente, dirotta il suo ragionamento e si mette a sciorinare lodi sulla monogamia; che è una dellle cose più innaturali di questo mondo.