Attenti al giender

gender

So perfettamente che il problema sono io: che dovrei tenermi lontano da certe letture. E ve lo giuro mi impegno per farlo. Poi un giorno apro la posta della mia pagina facebook (non è spam gratuita: ho letto di qualcuno qui su Pontilex che mi chiede “e tu NAZISTA chi saresti?” Ecco, giusto per), dicevo, apro la mia posta e scopro che qualcuno mi ha linkato un sì piacevole articoletto da leggere.

Ed uso il termine “piacevole” considerando come alternativa un’appendicectomia in anestesia omeopatica.

“Provate a chiedere a un bambino se vuol giocare alle bambole. Nove volte su dieci risponderà di no e si ritrarrà scandalizzato.”

“Scandalizzato”.

Ora, non so Marcello Foa quella percentuale di un bambino su dieci dove sia andato a trovarla, ma facciamo che la prendiamo per buona, ok? Perfetto, ora ho una confessione scottante da fare a tutti quanti voi. Siete pronti? Sicuri?

Right, da bambino giocavo coi bambolotti. OMFG! E non pago di cambiar pannolini avevo pure una cucina giocattolo dove preparavo loro finti pranzi. Normalmente a base di foglie strappate a random in giardino, oleandro con contorno di stramonio probabilmente.

Già, da bambino giocavo a “fare il papà”. Ero io quel bambino su dieci. Il dramma vero?
E come se tutto ciò non bastasse ho un’altra confessione bruciante da fare. Questa ancora più incredibile.

Nonostante da bambino giocassi col Cicciobello ora a 30 anni mi ritrovo eterosessuale! E pure senza figli (ringraziandoilprodigiosospaghettovolante).

Credo che un Foa qualsiasi leggendo queste cose potrebbe avere un attacco epilettico, invece una persona normale potrebbe benissimo comprendere che un bambino o una bambina possono scegliere con quali giochi giocare ed in quale modo, il tutto indipendentemente dal fatto che da adulti preferiranno portarsi nel letto Ken, la Barbie o entrambi.

D’altronde di questo è convinto anche Foa, e lo conferma fra le righe nella medesima frase: sembrerebbe davvero incredibile se uno non si fermasse a riflettere che su dieci bambini, lo dicono le statistiche, molto più di uno si rivelerà omosessuale con la crescita. Quindi fra i nove maschietti su dieci, di cui parla Foa, che alle bambole preferiscono virili soldatini, maschi fucili a ventosa… si nascondono diversi futuri adulti che crescendo passeranno dal pupazzo in plastica del rude G.I. Joe dal pettorale e dal pacco gonfio (giocattolo squisitamente etero solo nella mente contorta di un editorialista de Il Giornale) direttamente alla sua versione in carne ed ossa.

L’articolo continua poi con le solite balle riguardo la cosiddetta “ideologia del gender” (che nulla ha a che spartire con gli “studi di genere”).

La “ideologia del gender”, per chi non lo sapesse, è l’equivalente moderno di quello che era la caccia alle streghe per i bigotti di qualche secolo fa: le stesse menti aperte ed illuminate oggi si sono dovute ridimensionare ed hanno ideato qualcosa di parimenti credibile alla donna che in una notte di luna piena solca i cieli a cavallo di una scopa. Secondo questi complottisti-sessuali infatti esisterebbero società occulte che, avendo agganci lobbistici con governi ed enti pubblici, si stanno muovendo segretamente per “omosessualizzare” i bambini nelle scuole. Vi suona davvero poco credibile? Beh questo perché voi non siete pagati per scrivere di tali stronzate.

Fortunatamente la “ideologia del gender” è già stata più che ampiamente sbufalata da persone con molto più coraggio del sottoscritto (fatemi passare un’altra serata a farmi interrogare dal mio agente della digos preferito nella questura di Bergamo piuttosto che a leggere le cazzate di simili cialtroni) e quindi vi posso lasciare alle parole di “Bufale un tanto al chilo” (sito specializzato nello smontaggio di moderne leggende metropolitane) dell’Huffington Post, qualcuno è addirittura riuscito a sbugiardare direttamente il presidente di “Provita”, una delle maggiori fabbriche di balle sull’argomento. Potete anche semplicemente leggere qualunque articolo recuperiate online cercando semplicemente “ideologia del gender bufala”.

Ecco quindi Foa ricordarci che “Come narrato nei giorni scorsi dai giornali,* in alcune scuole italiane, ad esempio, i bambini vengono costretti a travestirsi da femmine e a giocare alla mamma, mentre alle bambine vengono imposti giochi di ruolo decisamente maschili”.

*Volendo a tutti i costi definire “giornali” pezzi di carta stampata quali “Il Giornale” o “Tempi”. Questo perché parlare di “in alcune scuole italiane” giornalisticamente parlando ha la stessa valenza di “in alcune redazioni” nella frase: “in alcune redazioni giornalistiche ci sono persone che scrivono pezzi sull’ideologia gender mentre penetrano oralmente capre imbalsamate che tengono sotto la scrivania“. Se il caro Foa specificasse in quale scuola dei bambini sono costretti a sottoporsi a qualcosa che non sia l’assunzione della pastiglia di fluoro per i denti (si usa ancora?) qualcuno potrebbe chiedere se i legali di quella scuola hanno qualcosa da ridire in merito. Ma chissà perché preferisce restare sul vago. Sul misterioso. Esattamente come il sottoscritto che non vuole specificare in quali redazioni si trovino quei necro-zoofili: ovvero per evitare una condanna per diffamazione.

“Nel frattempo si impongono modelli che tendono a sradicare identità centrali insite nella natura umana. In certi Comuni italiani ed europei (…)  quando si iscrive il proprio figlio a scuola o all’anagrafe le autorità non richiedono più di indicare padre e madre, bensì genitore 1 e genitore 2.”.

Foa preferisce non ricordare che da anni in quei moduli la voce era già stata modificata in “genitore o chi ne fa le veci”. Per quello si accanisce tanto contro questa modifica: a lui la parola “veci” lo faceva morire dal ridere. Gente allegra il ciel l’aiuta.

“E qui dobbiamo intenderci : chi scrive sostiene da sempre l’emancipazione degli omosessuali, non solo in teoria ma – ed è l’aspetto più importante – nella quotidianità. In famiglia abbiamo amici gay e lesbiche e mai sul lavoro ho giudicato una persona considerando le sue tendenze sessuali, rimandando al mittente qualunque pettegolezzo. Non mi importa se un collaboratore è omosessuale per la semplice ragione che non sono affari miei.”

Facciamo un giochino, pronti? Prendiamo questa frase e sostituiamo alla parola “omosessuale” la parola “persona di colore”.

“E qui dobbiamo intenderci : chi scrive sostiene da sempre l’emancipazione delle persone di colore, non solo in teoria ma – ed è l’aspetto più importante – nella quotidianità. In famiglia abbiamo amici di colore e asiatici e mai sul lavoro ho giudicato una persona considerando la sua razza, rimandando al mittente qualunque pettegolezzo. Non mi importa se un collaboratore è di colore per la semplice ragione che non sono affari miei.”

Esattamente quale tipo di residuato bellico si metterebbe secondo voi a fare un discorso del genere? Semplicemente quel genere di persona che sente il bisogno di giustificarsi. Difficilmente una persona viene tacciata “casualmente” di omofobia. Di solito succede quando la tua coda di paglia viene a cadere. E lì ti toccano le scuse patetiche, quelle accompagnate dal rumore di unghie che perdono la presa dal vetro su cui ti stai arrampicando.

Incolpare le persone di voler “costringere” i bambini a giocare solo con determinati giochi quando sono gli omofobi paranoici come loro che strabuzzano gli occhi se una bambina si azzarda a giocare con le macchinine, o un bambino coi bambolotti. Per fortuna io sono cresciuto con genitori normali.

 

Questo articolo è stato pubblicato in Omofobia, Pastafarianesimo e taggato come il da

Informazioni su Nazista dell'Illinois

Anno 2029: un computer chiamato Gaynet sta lottando contro un gruppo di resistenza umana, dopo aver distrutto l'umanità nel 2016. Gaynet manda nel passato uno dei suoi guerrieri, un cyborg di sembianze umane chiamato Giampietro Belotti, per omosessualizzare il mondo partendo da Bergamo. La resistenza manda un guerriero di nome Mario Adinolfi nel 1984 per proteggere Sarah Connor, che giustamente si domanda: "cazzo vuole 'sto panzone?".

6 pensieri su “Attenti al giender

  1. pao

    Cari omofobi,
    se volete vedere una bambina scandalizzata, ma veramente scandalizzata, andate a dire alla mia nipotina di tre anni che non puó giocare con la scavatrice perché é “un gioco da maschietti!”

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  2. pao

    “Ideologia del gender” .. ebbene si, anch´ io ho una confessione da farvi:
    ai bei tempi dell´asilo, quando le suore, per castigo mi mettevano a forza il grembiulino azzurro e mi facevano sedere tra i maschietti.
    Non sono diventata lesbica, ma sono diventata bigottofoba…e mi piace giocare con le macchinineeee
    http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gif

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  3. Faggot

    Considerando che statisticamente gli omosessuali costituiscono il 2-3% della popolazione mondiale (non è infatti né etico, né scientificamente corretto includere in codesta statistica gli ambigui, i curiosi, quelli che hanno avuto esperienze) sarei stupito nel constatare che anche un solo bambino su dieci si scoprirà omosessuale, figuriamoci di più!

    Rispondi
  4. Faggot

    Comunque da piccoli io e la mia amica giocavamo a spogliare Barbie e Ken e a farli scopare fra di loro. Davanti alle facce divertite dei genitori di lei, naturalmente.
    Solo che poi la mia amica si è sposata, io invece ho continuato a peggiorare. 😀

    Rispondi

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