Vorrei sottoporvi le dieci domande del settimanale Tempi a proposito delle dimissioni dell’amico ciellino Lupi dopo l’ennesimo inciucio tra politica e affari (rolex) d’oro, così magari potete divertirvi anche voi a rispondere.
1. Perché un ministro non indagato si deve dimettere?
2. Se un ministro non indagato si deve dimettere, significa che oggi i sottosegretari del Pd indagati si dimetteranno?
3. Se le “colpe” dei figli (Luca Lupi che ha accettato in regalo un orologio) ricadono sui padri, significa che le “colpe” dei padri (Tiziano Renzi, indagato per bancarotta fraudolenta) ricadranno sul figlio
4. Chi comanda in Italia: Matteo Renzi o le Procure
5. Chi comanda in Italia: Matteo Renzi o i giornali istruiti dalle Procure?
6. Se bastano pm e giornali, a cosa servono giudici, processi, tre gradi di giudizio? Non sarebbe meglio abolirli in nome della spending review?
7. Costano di più due anni di intercettazioni o un «vestito di alta sartoria» da 700 euro?
8. Avete mai inoltrato via email il curriculum di un giovane disoccupato? Occhio, è una cortesia che potrebbe essere usata contro di voi.
9. Cari colleghi giornalisti, avete mai raccomandato in tv o sui giornali un libro, un dvd, un ristorante? Occhio, è una cortesia che potrebbe essere usata contro di voi.
10. Che cosa ci resta a fare Ncd in questo governo?
Avrei voluto rispondere in prima persona, ma perché fare tanta fatica quando un commentatore spiritoso li sistema così:
Logi Luca
1.perché ha fatto la figura del pirla
2. che se ne vadano
3. magari
4.5. evidentemente comanda Incalza
6.non fate domande da pirla anche voi
7.se la cavano con un abito da 700 ma incassano miliardi
8.mai curriculum di figli di ministri ai relativi appaltatori
9.ma mi faccia il piacere
10.ho perso la lente di ingrandimento, dove è ncd?
Bravo Luca!!
Tirannosaurus Renxii non gode certo della mia incondizionata benevolenza: ma è determinato a cambiare le cose e lo fa con la spregiudicatezza che è necessaria, vista la resistenza delle varie cricche fino ad oggi padrone della cosa pubblica e l’abitudine radicata in tutti quelli che l’hanno preceduto e di quelli che lo vorrebbero sostituire, di dare un colpo al cerchio ed un altro alla botte, cercando solo di vivacchiare, senza avere in realtà, la volontà di cambiare un cazzo oppure, all’opposto, di favorire veri e propri salti nel buio, dai quali, si salverebbero solo i soliti noti. Quindi, vediamo le alternative: solo Grillo e Salvini, sono ancora in grado di mobilitare un discreto numero di babbei che pendono letteralmente dalle loro labbra, essendo ormai il Silvio nazionale, divenuto materia di studio, non certo per gli storici, ma, tuttalpiù, per gli psichiatri. Montanelli, che ho odiato visceralmente, ma che poi, quando ho letto e soprattutto capito i suoi articoli, ho cominciato a stimare sinceramente; lui era si, un uomo di destra, ma capace di rispondere picche al suo potentissimo datore di lavoro (Berlusconi); lui diceva in anni lontani di votare la DC, pur turandosi il naso: solo a posteriori, quando mi è stato chiaro il quadro storico e politico di quegli anni, ho dovuto riconoscere che tutti i torti non li aveva: allo stesso modo, spinti dalla pressione populista di teppistelli analfabeti, dovremmo buttare a mare Renzi per dei cavilli dei quali i governi a trazione leghista di Berlusconi, se ne sono sempre fottuti altamente. Evviva, soluzione trovata, ci prendiamo come duci Grillo o Salvini, solo per la tigna di ritenersi ancora, solo perché appartenenti alla sinistra italiana, detentori di una specie di primato morale, che la storia di questi anni ha già fatto a pezzi ma che, tuttavia, non si svende, nemmeno con gli Unni alle porte dell’Urbe; io dico che sarebbe meglio essere colpiti da un cancro alla prostata; ma questo, è un paese democratico ed io sto scrivendo le mie solite stronzate…