«Lasciate che i bambini vengano a me»: così disse Gesù ai suoi discepoli. E c’è da credere che queste parole sono state ben applicate nel corso dei secoli. I bambini – quando ancora riescono solo a piangere – sono battezzati e diventano cristiani a tutti gli effetti, la maggior parte di loro andrà in un asilo (spesso cattolico e gestito da suore) e – quando più grandicelli – cominceranno a frequentare ore ogni settimana di catechismo per accostarsi alla comunione prima ed alla cresima poi. Ovviamente, sin dalla prima elementare, dovranno sorbirsi un’ora settimanale di insegnamento della religione cattolica per tutto il loro corso di studi. Un indottrinamento in piena regola che spesso ha come unico risultato quello di allontanare i giovani dalla religione e dal cattolicesimo.
Ovviamente questo indottrinamento istituzionalizzato non spiace ai cattolici che però cominciano a storcere il naso nel momento in cui i bambini cominciano a ricevere altri tipi di insegnamenti.
Tommaso Scandroglio sulla Nuova Bussola Quotidiana storce il naso davanti al “Palermo Pride Bimbi”: «Per i piccoli balilla del credo omosessualista niente carri-girelli mascherati e gattonamenti per le strade palermitane in costumi adamitici tuttalpiù resi più pudichi da pannolini colorati, bensì laboratori artistici, musicali, teatrali e letture di fiabe la cui impronta dominante è quella dell’inclusività e della valorizzazione delle differenze degli orientamenti sessuali. A pilotare il progetto c’è Famiglie Arcobaleno, un’associazione di famiglie omosessuali». Continua Scandroglio: «La mossa dei gay siculi è manifesta in quanto a scopi: è più facile vergare la superficie immacolata della mente e dell’anima dei bambini con i segni distintivi dell’ideologia del genere piuttosto che incidere a duri colpi di scalpello le personalità già formate dei loro genitori».
Scandroglio non è il solo ad avversare l’uso dei bambini nel Palermo Pride. Gli fa eco anche la “Manif pour Tous Italia” come riporta Zenit: «In risposta al lancio del Palermo Pride Bimbi, ennesima iniziativa a sostegno della teoria del gender, sostenuta della Famiglie Arcobaleno, e alla proposta di legge sull’ora obbligatoria di “educazione all’affettività” nelle scuole, la Manif Pour Tous Italia ha messo in guardia le famiglie italiane. Si tratterebbe, infatti, di “iniziative legislative che portano nelle classi ideologie totalmente prive di riscontri scientifici e psico-pedagogici e radicate nei soliti filoni culturali del femminismo più scriteriato”, si legge in un comunicato. Secondo la Manif Pour Tous, tali progetti sono “capaci solo di creare confusione nei bambini in un momento delicato della loro formazione personale” e “il fatto che queste proposte vadano a braccetto con gli ambienti più pervasi dall’ideologia di genere, come le Famiglie Arcobaleno, è un motivo in più per agire affinché non trovino mai attuazione”. Inserito nel più ampio contesto del Gay Pride, il Palermo Pride Bimbi mira ad educare i minori secondo gli assunti delle più radicali teorie del genere, secondo cui il maschile e il femminile sono stereotipi culturali che non hanno nulla a che vedere con i “ruoli” genitoriali».
La “libertà educativa” è uno dei “pezzi forti” del mondo cattolico: una “libertà educativa” che chiede di essere finanziata dallo Stato, una “libertà” che pretende di entrare nelle scuole – come a Verona ed a Vigonovo – per vigilare sui programmi che possano “aggredire” la famiglia naturale. Una “libertà educativa” che permette che i bambini vengano usati nelle manifestazioni delle frange più estremiste dell’associazionismo cattolico ma anche una “libertà” pronta ad alzare le barricate quando genitori omosessuali decidono di avviare i loro bambini in un percorso di rispetto e tolleranza. Poco da dire: uno strano concetto di libertà.
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