I metodi contraccettivi non hanno mai riscosso l’approvazione della Chiesa cattolica: una vera e propria guerra persa almeno in Italia dove la maggioranza delle persone non considera immorali gli anticoncenzionali.
Se in Italia poche possibilità ci sarebbero di bloccare la pillola del giorno dopo, in Bolivia il segretario generale della Conferenza Episcopale Boliviana Eugenio Scarpellini ha chiesto al governo di eliminare la vendita della pillola del giorno dopo perché non potrebbe essere considerata un contraccettivo.
Anche in Italia da parte del mondo cattolico la pillola del giorno dopo non è considerata un contraccettivo ma un “intercettivo” così come spiega Anna Fusina su Zenit, l’agenzia di stampa dei Legionari di Cristo. L’intercezione sarebbe «una tecnica che intercetta l’embrione rendendone impossibile l’annidamento nella parete uterina» e perciò non avrebbe «un effetto contraccettivo, ma antinidatorio, cioè abortivo». Un paragone tra contraccezione ed aborto condiviso, sempre su Zenit, da Elisabetta Bolzan secondo cui «anche la contraccezione di emergenza può provocare l’uccisione di un concepito» e per cui «il criterio di decisione che porta alla diffusione della contraccezione d’emergenza e al suo utilizzo è dunque il desiderio che una donna, una coppia hanno o meno nei confronti del figlio, ideale o reale che sia, sopprimendo di conseguenza l’oggettività che si è di fronte a una vita umana».
La pillola del giorno dopo sarebbe abortiva: questo è anche il parere di Renzo Puccetti, membro della Associazione ginecologi ostetrici cattolici italiani, socio nazionale dell’associazione Scienza & Vita, collaboratore di testate giornalistiche come Avvenire e la stessa agenzia di notizie Zenit ed autore di un libro dedicato al rapporto tra Chiesa, cristianesimo e contraccezione. Uno scienziato talmente freddo e lucido da essersi espresso in questi termini a proposito della dichiarata incostituzionalità della legge 40: «Legge sulle coppie di fatto, sul testamento biologico, sull’omofobia, sono terreni ad oggi ancora non del tutto sfavorevoli a chi voglia difendere la legge naturale, prego chi può e deve: non rendiamo le cose più facili ai nemici».
Nonostante tali opinioni l’Organizzazione mondiale della sanità è molto chiara: «la contraccezione di emergenza con Levonorgestrel ha dimostrato di prevenire l’ovulazione e di non avere alcun rilevabile effetto sull’endometrio (…) quando somministrata dopo l’ovulazione. La pillola è inefficace dopo l’annidamento e non provoca l’aborto». Proprio per questo motivo l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha deciso di rivedere il bugiardino che accompagna la pillola cancellando la dicitura «il farmaco potrebbe anche impedire l’impianto» sostituendola con «inibisce o ritarda l’ovulazione»: una decisione presa dopo il parere favorevole del Consiglio superiore di sanità e che ha ricevuto il plauso da parte della Società medica italiana per la contraccezione.
Una decisione che non è piaciuta all’organo dei vescovi italiani Avvenire che ha titolato “Pillola del giorno dopo: cambia la dicitura, gli aborti restano”.
La questione non è solo terminologica. Equiparando la pillola del giorno dopo ad un farmaco abortivo, veniva applicata la legge 194 con possibilità di ricorrere all’obiezione di coscienza da parte dei medici: questo il senso di un ricorso presentato da cinque associazioni cristiane tra cui i famosi Giuristi per la Vita di Gianfranco Amato. Se l’obiezione di coscienza possa riguardare anche la pillola del giorno dopo è un dubbio già risolto nel Regno Unito: medici ed infermieri che si oppongono alla pillola del giorno dopo per ragioni morali o religiose non possono ricevere qualifiche professionali specializzate.
Castità invece di contraccezione: questa è la “ricetta” del mondo cattolico e NotizieProVita, l’organo dei “pro-life” italiani, riporta che «secondo i dati forniti dalla British Pregnant Advisory Service i contraccettivi falliscono o vengono utilizzati male». Una percentuale impressionante per i pro-life nostrani che aggiungono: «il 66% su di un campione più che rappresentativo di 157.000 donne che hanno deciso di interrompere la gravidanza aveva utilizzato un contraccettivo». Purtroppo la stessa British Pregnant Advisory Service riporta che i metodi anticoncezionali (pillola, condom) funzionano ma – come tutte le cose – solo se usate correttamente: non è molto difficile da capire.
Sebbene per alcuni scienziati cattolici italiani la contraccezione favorisca l’aborto, il senatore repubblicano Bill Frist e Jenny Eaton Dyer della Ong Hope Through Healing Hands firmano un intervento sul Time dove evidenziano come un bambino su 39 nell’Africa sub-Sahariana muoia nei primi giorni di vita: nel caso in cui la mamma abbia almeno 18 anni le sue speranze di sopravvivere aumentano considerevolmente.
Molto difficile il compito di chi si scaglia contro l’utilità dei metodi anticoncezionali se si pensa che in base ad recente studio dell’Università di St. Louis pubblicato su Obstetrics & Gynecology (la pubblicazione ufficiale della American College of Obstetricians and Gynecologists) la fornitura gratuita di contraccettivi contribuisce a ridurre drasticamente il numero delle gravidanze indesiderate e degli aborti.
Tutti dati che ovviamente non potranno mai convincere il mondo cattolico a cui la pillola proprio non va giù.
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“un bambino su 39 nell’Africa sub-Sahariana muoia nei primi giorni di vita: nel caso in cui la mamma abbia almeno 18 anni le sue speranze di sopravvivere aumentano considerevolmente.”
Eh ma se i bambini sono già nati non è più affare della Chiesa… La vita è sacra solo nella fase prenatale e nello stato vegetativo…. per il resto sono cavoli nostri
Sono cavoli nostro finché non inizi a sentire i primi pruriti, perché da lì in poi ci hai sempre un prete attaccato a maroni o sotto le lenzuola a controllare il corretto uso dei genitali secondo i voleri divini da loro interpretati.
Sessant’anni fa, quando “si tutelava la vita” i contraccettivi d’emergenza erano aborti casalinghi o infanticidi semiclandestini….