Tutto sto macello per un spot sulla pasta? Per una frasetta alla radio dal presidente di una multinazionale, chiunque abbia un’opinione su qualunque aspetto di questo caso si scatena a postarla ovunque? Due parole di troppo e si strilla all’omofobia? Chiariamo, in quanto gay e in quanto educatore penso che il movimento gay possa tranquillamente ringraziare Guido Barilla per quella svista perchè ha permesso di capire molte cose sulla libertà di parola, la questione gay in Italia, i diritti civili e se c’è omofobia o no. Queste sono le lezioni principali di questa esperienza:
1. In italia l’omofobia non esiste. Punto. Dato che abbiamo definito l’omofobia come pestare un gay effeminato a scuola, è chiaro che poi l’omofobia non ci sia quasi mai. Il clima culturale eterosessista (ecco la parola giusta che spiega dove stia il problema ma gli attivisti gay mica fanno la fatica di usarla, no?) è fatto dalle denigrazioni continue sul valore umano di due ragazzi che si amano, dallo sminuire la capacità educativa di due donne con una figlia, dal ripetere ogni giorno almeno settanta volte le parole ricchione, frocio, culattone, finocchio, rottinculo, paragonate a qualcosa di umiliante e schifoso. Tutto questo crea il terreno per la violenza e intanto isola e rende disperate le persone omosessuali. E’ l’omofobia moderna ed è come il razzismo moderno, quello che non grida piu’ “negro di merda”, non ti pesta, ma non ti assume, non ti affitta una casa, e chiede le tue dimissioni da ministra per qualsiasi fatto che riguarda uno con la pelle come la tua. Fare una distizione è difficile, si capisce. D’altronde viviamo in una nazione di analfabeti etici dov’è normale pensare che un ragazzo innamorato che bacia due labra maschili commetta un abominio contro la natura umana e vada combattuto con le stesse parole che si usano per Hitler. Con queste premesse, sapere cosa sia l’eterosessismo, cioè un apparato ideologico che denigra gli e le omosessuali e celebra solo gli e le eterosessuali (esattamente quel che ha fatto Guido Barilla) è praticamente impossibile. Forse c’è da lavorare su questo fronte.
2. In Italia la libertà per gli omosessuali esiste. Punto. L’han detto fior di eterosessuali che non hanno alcuna esperienza. E gli omosessuali non sono liberi di negarlo. Non si può neanche discuterne. Dire che gli omosessuali non sono liberi di essere se stessi è una follia in un paese con quattro mafie diverse e molte ricerche che collegano la cultura mafiosa proprio al bullismo (soprattutto omofobo). invece gridare alla mancanza di libertà per gli eterosessuali, la mancanza di libertà del 93-95% della popolazione italiana farebbe ridere chiunque perchè solo nel regime di apartheid sudafricano si poteva pensare. Ma siamo in Italia, dove tutto è possibile, compresi ciellini in TV che parlano di etica mentre metà della loro Compagnia delle Opere è cosi’ religiosa che passa il tempo a San Vittore e Regina Coeli…
3. In italia il rispetto verso gli omosessuali esiste. Punto. Gli omosessuali che non lo ammettono non rispettano la verità e quindi pretendere il rispetto (cio è la non intromissione nella propria vita) è solo arroganza e prevaricazione, Cioè gli eterosessuali possono entrare nella vita di qualcuno, giudicandoli capaci o incapaci di crescere figli a partire dal parametro profondissimo della quantità di peni e vagine nella coppia, ma lo fanno solo con tanto tanto tanto rispetto, delicatamente quasi. Le persone gay, lesbiche, transgender non possono dire niente, sennò limitano la libertà degli eterosessuali di sindacare sul valore delle vite degli altri.
4. Gli eterosessuali sono superiori, hanno una marcia in più. Si vede chiaramente. Non c’è stato mai prima d’ora alcun momento in cui gli eterosessuali abbiano dimostrato la loro indubbia superiorità morale per giudicare dall’alto le vite degli omosessuali. Sono più razionali, più naturali, più fertili, e questo li rende superiori. Evidentemente le teorie che esistano esseri umani completi e quelli a metà sono molto diffuse (come in Europa negli anni ’30). Altrimenti non si capisce perchè tanti tra loro abbiano questa fregola ormonale di dire la propria sulla vita di altri esseri umani che non conoscono. Come loro, infatti, il signor Barilla non ha espresso un’opinione. Il signor Barilla ha espresso un’opinione sulla vita di un intero gruppo di esseri umani, (si chiama stereotipo e non è razionale mi pare di ricordare dalle lezioni di Sociologia dei Processi Culturali). Ed esprimere uno stereotipo su una minoranza è molto diverso da quanto la Dichiarazione universale per I Diritti Umani (eh si, scomodiamola ogni tanto, va là) all’articolo 12 recita che “nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia… né a lesioni del suo onore e della sua reputazione”. Chissà cosa sarà un’interferenza arbitraria? Sindacare sulla assenza di sacralità di un’unione, sulla incapacità educativa di genitori e genitrici omosessuali è o non è una lesione dell’onore di queste persone? Capiamo tutti d’altronde che degli esseri superiori eterosessuali (e cisgender) possono tutto, ma il rispetto è soprattutto non intromettersi nella vita di altri esseri umani.
5. Il vittimismo è un’arma straordinariamente efficace. I gay dovrebbero imparare dagli etero a fare le vittime, i cosiddetti “martiri dell’esselunga”. Appena passata una legge che imporrebbe di non insultare una minoranza, dopo che uno ne diminuisce il valore umano (che è in senso lato un insulto) e dopo che i gay reagiscono chiedendo rispetto, cosa succede? Che la maggior parte della gente (eterosessuali) ha chiesto il rispetto di Barilla (legittimo) che ha parlato sugli altri ma non ha voluto dare ai gay lo stesso diritto di parola su se stessi. Insomma la maggior parte ha fatto ai gay quello di cui ha accusato i gay di aver fatto, cioè impedire di parlare. Ma ha strillato alla discriminazione cosi’ efficacemente da intimidire l’intero movimento LGBT. Forse c’è da imparare anche su questo fronte.
6. Il Bar dello Sport è l’istitutzione culturale italiana per eccellenza. Soprattutto il lunedì mattina quando anziani avvinazzati col bianchetto davanti insegnano al mondo come guidare una nazione o la nazionale di calcio. In questo specifico caso gli avvinazzati hanno spiegato ai gay con la stessa competenza sociologica e pedagogica tante cose sui gay stessi, le lobby LGBT, la natura, la procreazione, e persino le tecniche di marketing. A titolo di eesempio, ecco un articolo della rivista Forbes che spiega la grande stupidaggine che ha fatto Guido Barilla, come risposta ideale a tutti quelli che han pontificato che era solo marketing.
7. In italia se uno ti chiede scusa, tu non puoi rifiutare le scuse. Punto. Barilla ha parlato senza che i gay avessero fatto nulla. Poi ha chiesto scusa. Punto. I gay non hanno il diritto di discutere e neanche di rifiutare le scuse di un sano eterosessuale. Le scuse le hanno accettate gli etero (che per inciso non erano quelli a cui eran rivolte quelle parole) per tutti gli altri. Questa strana fretta di archiviare la faccenda è parallela alla famosissima richiesta di scuse alle donne da parte di Giovanni Paolo II per quel che han subito in due millenni. Nessuno ha aspettato la risposta delle donne, nessuno ha mai chiesto loro se le avessero accettate. L’importante è il gesto, si dice. E invece no. Se uno urta un altro, gli chiede scusa. Chiedere non significa poter pretendere.
Insomma, tutto sommato Guido Barilla ha fatto un piacere enorme a tutti. E’ stato uno sciocchino a farsi tirar dentro sta menata. Non ha detto niente di veramente intelligente, non ha portato alcun contributo alla ricerca o alla discussion civile, non ha aiutato questo paese ad accettare o integrare le minoranze (anche se poi va riconosciuto che nel Codice Etico della Barilla USA c’è il divieto di discriminazione verso le persone omosessuali). Ma ha portato in superficie tutto lo squallore etico degli italiani. Capisco che in un deserto morale come l’Italia, rispettare le minoranze non significhi niente. E da pedagogista gay, il solo pensare che un ragazzino gay di dodici anni possa aver sentito un’altra denigrazione corale del suo essere inamorato di un compagno, la dice lunga su quanto razzisti, omofobi, xenofobi, misogini e violenti siano gli italiani, Al contrario della favoletta che gli italiani siano brava gente (chiedetelo a ebrei, Rom, Sinti, immigrati, poi vediamo…). Ma dopo questa esperienza, se il movimento gay ignorasse pasta e pastai, unioni civili, conce e scalfarotti vari, e iniziasse a imparare dagli eterosessuali omofobi come fare le vittime, come gridare alla lesione della libertà di pensiero, e costruire seriamente programmi di inclusione delle minoranze e delle diversità a scuola, sarebbe la perfetta risposta morale a tutta sta inutile baracconata e cambierebbe un po’ questo paese molto molto molto provinciale.
Insomma…
Guido Barilla paladino della libertà VS Guido Barilla vergognosamente omofobo
Siamo di fronte all’ennesima dicotomia di massa.
Guido Barilla non è nessuna delle due cose.
Guido Barilla è soltanto un patetico ruffiano.
Da buon imprenditore
Però sinceramente non ho mai ben compreso una cosa. Se i gay rivendicano (legittimamente!) il diritto di sposarsi, crearsi una famiglia e adottare bambini, perchè mai poi si lamentano di vivere in una società eterosessista? Cosa c’è di più eterosessista della fedeltà di coppia, del matrimonio, della genitorialità?
Forse è una visione eterosessista, quella che vede il matrimonio, la fedeltà e la genitorialità legate all’eterosessualità e non ai bisogni/tendenze dell’individuo in quanto tale e non X-sessuale.
Il movimento gay rivendica i diritti umani, tutti insieme. E tra i diritti c’e’ la possibilita’ di essere protetti e non combattuti dagli stati in cui si vive e per cui si contribuisce.
Che poi pochi o molti vogliano prender quella strada che e’ tipicametne etero, e’ questione sociale piu’ che legale ed etica. Anche la’ dipende da dove si vive. Proprio ieri Repubblica postava un articolo sull’ultimo matriarcato cinese, un villaggio di qualche decine di migliaia di persone con le donne in posizione di potere, le donne che scelgono gli uomini per una notte o per anni interi, eccetera, senza distinzione.
E’ un modo piu’ libero e non “eterosessista”, ma poi si legge bene e si nota che in quel “non-eterosessismo” non c’e’ traccia di relazioni tra donne. Quindi la domanda che sorge potrebbe essere’: e’ eterosessismo avere le relazioni sanzionate (aka matrimonio), o poter scegliere liberamente con chi sanzionarle?
Personalmente credo che mr barilla abbia mentito 2 volte
1) volta quando ha detto che loro sostengono la famiglia tradizionale
2) volta quando si è scusato
Per i seguenti motivi :molti prodotti barilla ( sughi,e schifi in busta)sono destinati proprio a single e famiglie
Non “tradizionali”dove entrambi i coniugi lavorano e non possono/vogliono cucinare,l’immagine della pubblicità e solo uno spettro di una famiglia morta da almeno 17 anni, ovviamente la pubblicità deve creare una sospensione della credulità, che alla lunga fa più danni che altro, motivo? Vendere, tirato in ballo sul tipo di pubblicità sessista impiegata, per difendere l’ovvio devia la questione sulle famiglie non tradizionali
(ancora non esistenti) se si fosse espresso negli stessi termini di coppie non sposate, sarebbe stato buttato
Fuori da una finestra dal suo stesso consiglio di amministrazione,capito in ritardo di avere detto una fesseria per giustificare una menzogna ha dovuto correre hai ripari, motivo sempre i soldi, perciò dico che mente 2 volte, spero di essermi espresso i modo chiaro ,ma mi manda ai pazzi chi fa lezioni di morale sulla dignità altrui con la calcolatrice pensando pure di fare bella figura
E’ vero. Ha ragione!
I prodotti Barilla sono tra i piu’ profilati per famiglie dove lei non puo’ permettersi di fare la casalinga. O per singles. O coppie dove la parita’ di genere e’ cosi’ pacifica che non c’e’ nessuna serva pronta a casa. Non avevo preso in considerazione il vero target del prodotto, ma solo il target ideale delle campagne pubblicitarie. Direi che hanno fatto un bel lavoro perche’ non ci ho riflettuto neanche per un istante, ho bevuto quel che han detto. Marketing perfetto, dire.
Grazie per questo contributo.
Esiste in Italia, specie nei settori più ehmmmmm, “di stretta osservanza” una sindrome che mi permetto di chiamare “sindrome di Tommaso Moro, ovvero dell’irrefrenabile desiderio d’apparire come martiri”. Chi ne è affetto tende a scrivere molto e copiosamente è soprattutto a bramare talmente tanto il martirio da essere disposto persino a frugare nei letti altrui pur di passare come martire. Ad esempio, per aver ricevuto critiche o cose del genere (massimo rispetto per Sir Thomas More, intendo, anche se ebbe la grazia di un rapido colpo di mannaia per alto tradimento, anziché lo strazio del rogo come eretico che ebbe Giordano Bruno, 70 anni più tardi, nello stato Pontificio)…
Aggiungo un dato curioso: a tanti cittadini italiani rispettabilissimi, onesti, buoni, NON importa un bischero se uno è gay o etero, se ha il ragazzo o la ragazza. Tanti italiani perbene hanno amici gay altrettanto perbene. Conniventi con la “mafia omosessualista” come direbbe qualcuno?
Ed infine: l’infermiere che ti salva la vita e ti tiene la mano quando soffri, il macellaio che ti riserva sempre un certo taglio di vitella perché sa che ti piace, il conoscente che incroci in ascensore e ti saluta, l’idraulico che arriva anche a mezzogiorno del giorno di Natale a sturare i tubi, la parrucchiera che ti rimette in sesto la criniera, la ragazza dello sportello in banca che ti chiede sempre come stanno i marmocchi, la pasticcera che ti lascia da parte le sfogliatelle, il commesso del market che ti cambia la banconota, persino l’odontotecnico che si sorbisce le lamentele della nonnina e il barista che ti prepara “il solito” tutti i giorni… Ciascuno di loro potrebbe essere gay. O etero. O Bisex. O asessuato. In primis, è una brava persona che, in questo o quel momento, rende la vita un po’ più gradevole, un po’ meno pesante.
Dite che i paladini della Sessualità Come Deus Lo Vult l’avranno mai considerato?