Michael Bloomberg: “Le regole religiose non dovrebbero mai dettare le leggi della società”

Michael Bloombergdi Michael Bloomberg, attuale sindaco di New York

In tutta Europa e negli Stati Uniti il sostegno per il matrimonio omosessuale è in crescita e per un semplice motivo: è coerente con la promessa democratica di pari diritti per tutte le persone. Fino a quando il governo avrà il compito di rilasciare le licenze di matrimonio, tutte le coppie – a prescindere dal loro orientamento sessuale – meritano pari dignità davanti alla legge.

Credo che sia solo una questione di quando – e non di se – il matrimonio omosessuale sarà accettato come parte normale e legale delle società democratiche. Qui negli Stati Uniti il cambiamento sta avvenendo rapidamente. Due anni fa, ho contribuito a spingere per il matrimonio dello stesso sesso a New York e siamo stati in grado di approvare una legge con sostegno bipartisan.

Allora, abbiamo discusso molto su questioni che il parlamento britannico ha preso in considerazione nel corso delle ultime settimane e mesi – inclusa la questione se le confessioni religiose sarebbero state costrette a celebrare i matrimoni omosessuali e se “unioni civili” fossero sufficienti per le coppie dello stesso sesso. Alla fine, la maggior parte dei nostri legislatori hanno convenuto che le unioni civili avrebbero relegato le coppie dello stesso sesso ad uno status inferiore e che in sede di approvazione delle licenze di matrimonio il governo non avrebbe dovuto discriminare tra i sessi. Inoltre, la legge è stata scritta per garantire che nessuna confessione religiosa sarebbe stata costretta a solennizzare un matrimonio in violazione delle sue convinzioni. E dal momento che la legge è stata approvata, nessuna confessione lo è stata.

La tolleranza religiosa è una parte vitale di una società democratica. Ma le regole religiose non dovrebbero mai dettare le leggi della società. Alcune religioni proibiscono di mangiare carne di maiale. Altri proibiscono di bere alcolici. Altri proibiscono il divorzio. Questo è un loro diritto. Ma noi rifiutiamo ogni tentativo di imporre tali divieti sulla società, perché la libertà di esercitare tali attività non dovrebbe essere meno protetta. Lo stesso vale per il matrimonio omosessuale.

Città e Paesi che proteggono attivamente queste libertà attireranno persone creative e di talento che vogliono vivere liberamente, promuovendo per questo una cultura – ed una economia – che sarà più forte. Come sindaco, io so che la legalizzazione del matrimonio omosessuale ha affinato il vantaggio competitivo di New York per l’economia globale perché ci ha reso un luogo ancora più attraente per vivere e lavorare non solo per gli uomini e le donne omosessuali ma per tutte le persone che vogliono vivere in una comunità tollerante e libera. E come qualcuno la cui società sta costruendo una nuova sede europea a Londra, posso dire che il matrimonio omosessuale farebbe del Regno Unito un luogo ancora più attraente nel fare affari per le imprese perché la libertà attrae talenti.

In America, il supporto per il matrimonio omosessuale sta crescendo molto al di fuori di New York. Dodici dei nostri 50 Stati membri hanno ormai legalizzato il matrimonio omosessuale. Circa un quinto di tutti gli americani ora vivono in un luogo che ha legalizzato il matrimonio omosessuale. A Washington, la maggioranza dei senatori degli Stati Uniti ha espresso sostegno per l’uguaglianza del matrimonio. E quando il presidente Obama ha detto l’anno scorso che era del parere che alle coppie dello stesso sesso dovrebbe essere consentito di sposarsi il popolo americano lo ha rieletto, anche se c’è stato qualche sospetto che la sua dichiarazione avrebbe danneggiato la sua campagna di rielezione.

Non è avvenuto perché – come i sondaggi dimostrano – la maggioranza degli americani crede che i matrimoni omosessuali dovrebbero avere lo stesso riconoscimento giuridico dei matrimoni tradizionali. Tra gli americani più giovani il distacco è ancora più netto: più dell’80 per cento dei ragazzi dai 18 ai 29 sostengono la libertà di sposarsi. Essi definiranno il futuro. E proprio come i giovani attivisti per i diritti civili negli anni 1950 e 1960 finirono decenni di leggi discriminatorie contro gli afro-americani, i giovani di oggi faranno lo stesso per gay e lesbiche.

I britannici e gli americani stanno cominciando a considerare l’uguaglianza del matrimonio per quello che è: il prossimo passo ragionevole in una storia comune che include l’estensione del suffragio alle donne e la creazione di protezioni legali che vietano la discriminazione. Nel momento in cui Camera dei Lord si accingerà a votare per questa questione, spero che i suoi membri potranno guardare al futuro e decidere a quale lato della storia vogliono essere.

Traduzione dell’articolo del Guardian “Gay marriage: it’s only fair”

7 pensieri su “Michael Bloomberg: “Le regole religiose non dovrebbero mai dettare le leggi della società”

  1. Compagno Z

    Parole piene di buon senso quelle di Bloomberg, parole che vorremmo sentire anche nel dibattito politico italiano.
    Invece a noi tocca sentire Fernando Fiore, Presidente dei Giovani Democratici del PD (mica CasaPound o i Kotechini!!!) che straparla di “libertà d’odio” e “laicismo titanico” perchè a Sulmona alle scorse elezioni comunali una cittadina non credente ha chiesto che venisse rimosso il crocifisso dal seggio…

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  2. Caffe

    Per una volta, prendo spunto da questo articolo sul sindaco di New York, non per stigmatizzare le idiozie clericali nostrane o estere, quello lo faccio tutti i giorni ed io, su questo argomento, abusando della vostra pazienza, mi sono già ampiamente espresso; oggi invece voglio mettere un po di pepe nella discussione esprimendo qualche considerazione un po fuori dal coro, sul nostro presente di nazione provinciale e cialtrona, alla luce delle dichiarazioni di Bloomberg: in questo articolo, giustamente, se ne loda il buonsenso ed il pragmatismo, tipicamente americano, io non dimentico però, caro Cagliostro, che lo stesso pragmatismo di stampo americano, a me così caro, è strettamente legato al ruolo di super potenza “buona” che l’America si è assunta, pagandone lo scotto, nelle ultime due guerre mondiali per tirarci fuori dai nostri casini europei e, successivamente, aiutandoci nella ricostruzione, oltre che a tenerci di fuori dall’orbita sovietica che tanta prosperità e libertà portò alle nazioni dell’europa orientale. Gli USA ebbero il loro tornaconto, ovviamente, ma io sono contento che sia andata così. Parte consistente della sinistra italiana non la pensa così, specialmente la sinistra nostalgica di Stalin e Togliatti, quella di certi fini intellettuali, pacifisti a senso unico come Agnoletto, Casarini e via bestemmiando, la sinistra degli specialisti del “benaltrismo”, i quali, mentre non fanno un cazzo anche solo di vagamente serio per contribuire a curare i nostri mali, a seconda della tribù di appartenenza, ornati di kefiah o sventolanti bandiere variamente policrome, ormai si limitano quasi unicamente ad indicare l’America come fonte principale di tutti i guai del mondo, atteggiamento curiosamente condiviso dalla destra estrema italiana, da certe frange clericali più reazionarie e, buoni ultimi, i telecomandati grillini, tutti concordi nel denunciare i più sordidi complotti ispirati dalla perfida demoplutocrazia d’oltre oceano. Non sono un ingenuo, gli USA perseguono i loro interessi e, a volte, lo fanno giocando sporco e commettendo tragici errori, come in Afghanistan, per i loro fini hanno appoggiato dittature e cercato di destabilizzare regimi a loro ostili, lo so bene, ma non voglio nemmeno immaginare cosa diverrebbe il mondo se le forze antagoniste degli americani, prendessero il sopravvento. Troppi dimenticano che la democrazia americana ha in se gli anticorpi per combattere queste aberrazioni, che, infatti, vengono sempre, prima o poi, a galla, contrariamente a tanti altri paesi, compreso il nostro: ogni riferimento al miserabile livello dell’ informazione italiana è assolutamente intenzionale. Se abbiamo uno straccio di democrazia al posto del fascismo, se abbiamo goduto di quasi settanta anni di pace e di aiuti allo sviluppo, durante i quali, avremmo avuto modo, se ben governati, di costruire una discreta potenza economica mondiale, è solo merito dell’ombrello americano, può dispiacere constatarlo e non ne vado fiero, ma è la pura verità, solo che, vagheggiando un mondo perfetto, molti di noi italiani, non l’hanno ancora metabolizzato ed accettato. L’incendio della crisi che stiamo affrontando ora, forse è partito proprio dall’America, ma le fiamme hanno trovato facile esca in Paese governato da decenni da una classe politica e dirigente del tutto imbelle, che ha sperperato, negli anni di vacche grasse, tutte le nostre potenzialità, che non ha costruito infrastrutture vitali in tempo di globalizzazione, che non ha avviato nessuna politica seria in nessun campo strategico, dall’ energia ai trasporti, dalla giustizia alla sanità e previdenza sociale; qui potrei continuare per pagine ancora. Mafia, corruzione, evasione fiscale e quintalate di altre cosucce, sono altri nostri mali endemici che nessuno si è mai davvero preso la briga di combattere seriamente; parlando di disgrazie, non posso non dedicare qualche riga ai sindacati, i quali, all’ inizio dell’era industriale, hanno avuto i loro sacrosanti meriti, ma, miopi come talpe, non hanno, in tempi più recenti, azzeccato un’analisi economica che sia una e si sono trasformati lentamente in una entità autoreferenziale, capace solo di alimentare la sua elefantiaca organizzazione e gli interessi delle sue clientele, perdendo così di vista il bene generale. Adesso che ci ritroviamo con l’acqua alla gola e siamo costretti a prendere misure molto più dolorose di quelle fieramente osteggiate a suo tempo dai sindacati, dai partiti di sinistra e dall’ ultra destra: ditemi, la colpa è degli americani? Come se non bastasse, col carico di disgrazie che già ci portiamo addosso, noi abbiamo anche il privilegio di ospitare nei nostri confini lo Stato della Città del Vaticano; con i guai annessi e connessi, questo però, è un problema che, con tutta la buona volontà, nemmeno Dario Fo può attribuire agli Stati Uniti d’America. Potrei continuare ma penso, per oggi, di aver evocato abbastanza disgrazie: se un gatto nero dovesse incrociarmi, io non ho dubbi: sarebbe il gatto nero, tra i due, quello che dovrebbe toccarsi le palle.

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  3. Faggot

    Ragionamento vergognoso quello di Bloomberg. Concediamo i diritti ai gay solo perchè i gay tirano soldo. Delle decine di miloni di poveri che non possono permettersi l’assistenza sanitaria invece chi se ne frega. Forse qualcuno dovrebbe ricordargli che, prima che omosessuali, siamo delle persone con una nostra dignità.
    Mi spiace ma, pur con tutte le sue contraddizioni, l’italia è ancora dieci spanne sopra agli USA nei diritti civili.

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Caro Faggot,
      Bloomberg non afferma di concedere i diritti ai gay solo perché conviene economicamente: la motivazione economica (che pur esiste) è solo una delle varie ragioni affinché è giusto approvare il matrimonio omosessuale. D’altra parte sono gli stessi oppositori al matrimonio egualitario a sostenere che sarebbe un aggravio per le casse pubbliche quindi a motivazioni economiche è opportuno replicare anche con motivazioni economiche: poi che – a prescindere dalle ragioni prettamente monetarie – sia giusto in ogni caso siamo tutti d’accordo.
      Non credo che il paragone con l’assistenza sanitaria c’entri molto perché la riforma sanitaria di Obama (favorevole al matrimonio gay) va proprio in quella direzione e lo stesso Bloomberg – che pur proveniva dal Partito Repubblicano – ha appoggiato la rielezione del presidente Obama.
      Per il resto è lo stesso Bloomberg ad affermare esplicitamente che tutte le persone meritano pari dignità a prescindere dal loro orientamento.
      Italia dieci spanne sopra agli Usa nei diritti civili? In tema di diritti civili penso che possiamo insegnare solamente per quanto riguarda la pena di morte ma per il resto abbiamo perso nettamente la supremazia che avevamo.

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    2. Caffe

      Stimabile Faggot, con tutto il rispetto, se si facesse un giro all’interno delle carceri italiane, i CIE o, semplicemente, avesse in corso una decennale causa civile, si renderebbe conto che, in fatto di diritti civili ed amministrazione della giustizia, l’Italia, non ha proprio niente da inorgoglirsi; come, ci ricordano ogni giorno, inascoltate, tutte le organizzazioni umanitarie mondiali; quanto alla assistenza sanitaria, io ho la disgrazia di aver passato gli ultimi due mesi in ospedali e strutture riabilitative e la prospettiva di rimanerci per un altro pezzo; non metto in dubbio l’abnegazione del personale sanitario, in gran parte, oltretutto, precario e malpagato, quando viene pagato, ma il resto è un disastro; senza entrare nei particolari, che starei fino a sera a scrivere, ma, tanto per dire: qui taluni farmaci deve portarseli il paziente da casa, oltre che altre cosucce come tutori, sedie a rotelle e via spendendo ed anche alcune altre prestazioni bisogna pagarle a parte, tipo le radiografie; preciso che io non sono ricoverato in una clinica privata, semplicemente, non c’è una lira e la sanità, quasi ovunque boccheggia, annaspando e raschiando il fondo del barile. faccio presente che a me, come a milioni di italiani, ogni mese dai nostri stipendi e pensioni, vengono tolti centinaia di euro di Irpef, a che pro? Sono felice che lei veda l’Italia attraverso gli occhiali rosa dell’ottimismo, solo, mi permetta di dirlo, ho l’impressione fondata che la realtà italiana, forse, è un po diversa dalle sue percezioni. Un altro piccolo appunto, se non la infastidisco troppo, lei definisce “ragionamento vergognoso” alcune frasi di Bloomberg, confondendo il pragmatismo e buon senso con il bieco cinismo, se in Italia, chi di dovere avesse usato pragmatismo e buon senso, al posto della demagogia del “ci vuole ben altro”, che lei sembra tanto amare, saremmo avanti veramente anni luce, in tutti i campi, rispetto al nostro misero, anche umanamente, paesello attuale.

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  4. Faggot

    Signor Bloomberg noto che lei è un fan delle frasi ad effetto. Gliene sparo una io adesso: “Le regole economiche non dovrebbero mai dettare le leggi della società”.
    Le brucia?

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Dubito che Bloomberg possa leggerci…..ad ogni modo il titolo dell’articolo l’ho scelto io estrapolando una frase del suo discorso. Il titolo originario (come ho riportato) era solamente: “Matrimonio gay: è solo giusto” (Gay marriage: it’s only fair).

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