Dalla Gran Bretagna arriva un nuovo intervento a favore della legalizzazione e della liberalizzazione delle droghe. Questa volta la proposta proviene da un rapporto pubblicato dalla camera dei Lord e preparato da un gruppo formato da nove parlamentari conservatori, laburisti e liberal democratici con lo scopo di proporre dei cambiamenti alla Misuse of Drugs Act, la legge che da 40 anni regola l’uso e lo spaccio di droghe e che, secondo i parlamentari, ha un disperato bisogno di essere riformata: per gli stessi “pari” (nome che contraddistingue i membri della camera dei Lord) un cambiamento delle politiche britanniche sulle sostanze stupefacenti è necessario «ora più che mai».
Il gruppo era presieduto dalla baronessa Meacher e composto dalla baronessa Stern, Lord Cobbold, la baronessa Hamwee, Lord Howarth of Newport, Lord Low, Lord Mancroft, Lord Norton e Lord Rea.
Nella relazione si propone di cominciare a vendere la cannabis e l’ecstasy in negozi autorizzati e depenalizzare l’uso di tutte le droghe illegali. Dovrebbe restare illegale la vendita delle droghe più dannose mentre i consumatori trovati con modiche quantità di droga (sia leggera che pesante) non dovrebbero andare incontro a sanzioni penali.
A sostegno della depenalizzazione dell’uso di tutte le droghe, nella relazione si prende ad esempio il modello portoghese dove il numero di giovani tossicodipendenti è diminuito drasticamente a seguito della depenalizzazione delle droga.
Nel presentare i risultati dell’indagine la baronessa Meacher ha detto: «La Misuse of Drugs Act è controproducente nel tentativo di ridurre la dipendenza dalle droghe».
Secondo lo studio dei nove membri della Camera dei Lord nei giovani c’è sempre la voglia di sperimentare sostanze stupefacenti ma il rischio aumenta se possono acquistarle dagli stessi spacciatori che hanno l’interesse a spingerli verso droghe più pesanti: gli stessi spacciatori hanno inoltre un chiaro incentivo ad adulterare le droghe per aumentare i loro profitti.
Al contrario se la vendita delle droghe leggere fosse inserita in canali di vendita legali si rispetterebbero alcuni standard fissati ed i venditori autorizzati dovrebbero etichettare i loro prodotti con una chiara descrizione dei loro contenuti, i rischi e le dosi massime opportune: gli stessi venditori autorizzati sarebbero responsabili che le droghe vendute abbiano un «livello concordato di danno limitato».
Nella relazione si legge che la legge in vigore sta causando «gravi rischi per i tanti giovani che sono determinati a sperimentare le droghe» spingendo migliaia di giovani verso la disoccupazione.
Le droghe da liberalizzarsi dovrebbero essere inserite in un gruppo di sostanze dette “Classe D” con etichette dettagliate sui rischi così come avviene per i pacchetti di sigarette. La baronessa Macher ha detto al Times che sarebbe «sciocco» non includere in questo gruppo sostanze come l’ecstasy o la cannabis aggiungendo che uno dei vantaggi della regolamentazione delle droghe leggere è che i giovani potrebbero abbandonare l’uso di alcool.
A BBC Radio 4 ha inoltre aggiunto che ci sono droghe «molto più sicure di alcol e tabacco» che potrebbe essere venduto in farmacia. «Al momento si vendono ogni anno ai giovani 60 milioni di pasticche di ecstasy attraverso tutte le bande criminali e spacciatori», ha detto la baronessa Meacher aggiungendo: «Quello che stiamo dicendo è che se i giovani sono intenzionati a comprarle non è meglio che sappiano esattamente ciò che vi è dentro? Non saranno contaminate perché saranno fornite attraverso canali legali. E i giovani saranno relativamente sicuri».
La commissione d’inchiesta ha preso in esame gli elementi forniti da 31 esperti e organizzazioni tra cui l’Associazione dei capi di polizia (Acpo) e il Consiglio consultivo sull’abuso di droghe.
Alti funzionari di polizia hanno detto alla commissione d’inchiesta che le attuali sanzioni penali per i consumatori di droga non funzionano per ridurre l’uso delle sostanze stupefacenti.
Il capo della polizia Tim Hollis, che presiede l’Associazione dei capi della polizia, ha detto che il Misuse of Drugs Act del 1971 non è funzionale per affrontare lo scenario ben più complesso delle droghe che attualmente esistono in Gran Bretagna.
«La soluzione alle particolari sfide delle sostanze illecite non consiste nell’allungare inesorabilmente la lista delle sostanze illecite», disse Hollis. Secondo la polizia la velocità con cui le nuove sostanze vengono prodotte e messe in commercio supera gli strumenti delle leggi vigenti.
Il gruppo trasversale a favore della legalizzazione delle droghe comprende 83 membri della camera dei Comuni e di quella dei Lord tra cui l’ex direttore generale del servizio segreto britannico MI5, la baronessa Manningham Buller.
Il premier britannico Cameron ha respinto la proposta della commissione d’inchiesta: «Io non supporto la depenalizzazione. Abbiamo una politica in Gran Bretagna che in realtà sta già funzionando». Di parere opposto il suo vice Nick Clegg secondo cui l’attuale politica non funziona.
Il parere della commissione d’inchiesta della camera dei Lord è solo l’ultimo intervento in ordine di tempo che proviene da ambienti tradizionalmente “conservatori”. Sempre dalla Gran Bretagna uno studio della Uk Drug Policy Commission aveva evidenziato l’opportunità di depenalizzare il consumo di droga, l’organizzazione non governativa internazionale per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch aveva rilevato come fossero inutili gli arresti per possesso di droghe leggere nella lotta alla criminalità mentre sul Wall Street Journal il premio nobel per l’economia Gary Becker e l’economista Kevin Murphy hanno sostenuto che è persa la guerra contro la droga.
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Continuo ad avere i miei dubbi sul fatto che la legalizzazione delle droghe leggere faccia diminuire la tossicodipendenza, non vorrei che in Portogallo la reale causa del calo sia stato semplicemente la crisi: meno soldi hai meno ne puoi acquistare.
LIberalizzare ciò che crea problemi non dà più libertà, creasolo maggiore dipendenza e disagio sociale: da quando hanno liberalizzato il gioco d’azzardo il numero di ludopatici è esploso così come quelli che vi si sono giocati tutti risparmi.
In risposta ai tuoi dubbi ti suggerisco questo articolo su una ricerca pubblicata sul Wall Street Journal da parte di due economisti (tra cui un premio Nobel): http://contecagliostro.com/2013/01/09/the-wall-street-journal-tempo-di-alzare-bandiera-bianca-nella-guerra-alla-droga/
Ed inoltre la posizione di Human Rights Watch: http://contecagliostro.com/2012/12/03/human-rights-watch-studio-cannabis-criminalita/
Parola di uomo della strada : a un tossico della crisi non gliene potrebbe fregare di meno , i soldi per l’eroina saltano sempre fuori , rubacchiando in giro , chiedendo l’elemosina , battendo il marciapiede , non è un problema. Fidati.
Parlando di droghe leggere : se si è dipendenti da cannabis o similia si rientra automaticamente nella categoria “dementi” , quindi converrebbe spendere i soldi in qualche terapia “riparativa” , magari a base di elettroshock.
Se si è dipendenti da cocaina o similia si rientra invece nella categoria “coglioni” , l’unica terapia che funziona è quella a base di pedate nel culo.
Mi sembrano molto sagge le conclusioni della commissione; la guerra alla droga è stato il maggior regalo alla malavita organizzata e gli Americani, quando scivolano su posizioni “texane”, evangeliche o veteropuritane, poi finiscono nelle sabbie mobili; ci erano già cascati col proibizionismo all’alcool che rasformò Al Capone, da pappone di periferia, nel padrone di Chicago e la mafia nella vera padrona degli States.
Sembravano rinsaviti, ma ci ricascano sempre, come la follia di esportare la democrazia con la guerra e non con la propaganda, la cultura ed il buon esempio.
queste sono le cose che mi rendono orgoglioso di vivere in UK…l’assoluto pragmatismo dei politici (di chiunque faccia politica, dal livello universitario a quello ‘alto). C’e’ un problema, si cerca la soluzione, se la soluzione crea piu’ problemi e -o si rivela inadeguata se ne cerca un’altra, senza strepiti stracciamenti di vesti senza raccontarsi stronzate e mettersi a fare lo stato etico delle banane….speriamo bene!
Ma questa corsa al politically correct ad ogni costo, sino a riconoscre la sharia nell’ambito delle comunità islamiche, ti sembra sensata?
Chi proteggerà donne e bambini da violenze fisiche e morali?