Informazioni su sandro.storri
Progettista e sviluppatore di software precario (Sandro, non il software). Tipico prodotto delle periferie della capitale (aho!, che me 'mpresti na' sigaretta?). Appassionato di cinema e letteratura, usa l'italiano come un dialetto alternativo alla sua lingua madre, il romanesco.
Sostiene la battaglia per i diritti civili anche se riconosce che spesso tratta la questione con degli incivili. Ha un pessimo senso dello humor e si vede, anche in questa breve biografia.
persona normale? Come me e te??
No, come no no..sicuramente no!
):D
Complimenti, davvero complimenti. Per aver avuto il coraggio di metterci la faccia. E’ questo che rende le persone credibili, indipendentemente da ciò che si vuole sostenere.
Per quel poco che può valere, tutta la mia solidarietà a chi si espone in prima persona per migliorare il peggiore dei mondi possibili.
Hai fatto benissimo a “metterci la faccia” per la seconda volta. Il video è uno strumento che si addice parecchio a vicende come questa, in quanto dà molto più valore alle proprie ragioni rispetto a chi si nasconde dietro ad articoli, specie se sciocchi, estremisti e col martellante leitmotiv dell’indice puntato. Al prossimo, se ci sarà e se mi posso permettere, insisti sul discorso del Sindaco Emiliano. Credo sia estremamente imbarazzante per il signor Volpe, dato che (almeno a mio avviso) pare essere la più palese e provata figuraccia tra le sue più palesi e provate. 😉
Fatemi capire: Volpe non ha capito che se c’è una serie di segni che richiamano un volto (finto-emoticon) o direttamente un gif che parte da questi (emoticon propriamente detto) la frase assume i toni dati da quella?
E, ancor più, non sa riconoscere una frase ironica da una seria?
Legge di Poe, aiutaci tu… –__–”’
starei attento a dire cose di questo tipo.
“qualcuno” potrebbe iniziare a pensare che usare uno smile valga da detrerrente per qualsiasi cosa venga espressa poco prima.
un pò come la frase “senza offesa ma”, che qualcuno utilizza come se la frase in sè cancellasse automaticamente l offesa che segue ma che di fatto c è.
Va be’, era implicito che la mia frase era riferito a chi riusciva a comprendere i limiti della comunicazione, e della differenza tra queste e l’offesa.
Mica mi aspetto che (faccio un esempio a caso) qualcuno che non riesce a comprendere la differenza tra comprensione di un fatto e giustificazione morale di esso riesca a capire pure questo. 😉