Diceva Nietzsche: “Crederei nel Salvatore, se voi aveste la faccia da salvati”. Lui sì che aveva il dono della sintesi!
Infatti, nonostante le apparenze che non sempre danno credito a previsioni così ottimistiche, i cristiani si sentono dei “salvati”. E i ciellini “i più salvati tra i salvati”. E’ normale quindi che desiderino a tutti i costi condividere la loro fortuna e trasmettere il loro dono della fede a noi che ancora viviamo nelle tenebre del pensiero razionale, trascinando le nostre grigie vite terrene nell’attesa ineluttabile di una morte senza resurrezione.
Per questo la redazione di Tempi di quando in quando non manca di ricordare ai propri fedeli lettori che c’è una missione da compiere: “portare la gioia di essere cristiani in tutti gli ambienti della vita quotidiana.”
Ecco, detto così a qualcuno potrebbe sembrare una minaccia. Ma ribellarsi è inutile. Dobbiamo abituarci (e già lo siamo) ad essere l’oggetto della mission cattolica, perchè si è appena aperto l’Anno della Fede ed “evangelizzare” guarda caso è la parola d’ordine.
Questa è veramente una sfida che dobbiamo affrontare, perché attualmente non richiamiamo alcun interesse – precisa Julian Carròn, presidente di Comunione e Liberazione – altrimenti sarà difficile che gli uomini si possano interessare a quello che facciamo quando la domenica ci incontriamo per la Messa.
Carròn certamente non è uno da basso profilo: mica uno si sveglia la mattina e va in chiesa per pregare il suo dio nel silenzio, nella pace e nell’anonimato. Gli altri intorno dovranno pur darsene conto. Ma la sfida effettivamente è titanica: l’interesse per coloro che la domenica si riuniscono davanti a uomini in abiti rinascimentali per recitare frasi imparate a memoria, cantare canzoni improbabili e mangiare simbolicamente il corpo di un uomo-dio morto 2000 anni fa e risorto tre giorni dopo, va lentamente scemando. Sarà colpa della maledetta scienza che sembra lo faccia apposta a trovare spiegazioni razionali per fenomeni naturali che immancabilmente smentiscono le verità di fede, sarà che il paranormale non tira più come prima, sarà che prima o poi tutto passa di moda. Sarà quel che sarà, ma le chiese si vuotano e persino i preti ormai scarseggiano, se non fosse per gli africani e quelli dell’Est-Europa.
L’imperativo quindi, ora più che mai, è “evangelizzare, evangelizzare, evangelizzare”.Come dice ancora Carròn: essere presenti, adesso come prima, nell’ambiente, nella scuola, nell’università e nei luoghi di lavoro, dove – con il nostro tentativo sempre “ironico” – cerchiamo di rendere presente il cristianesimo come proposta e testimonianza… L’ironia sinceramente ci sfugge, tuttavia c’è qualcuno vicino a casa mia che ha già messo dei sacchi di sabbia alle finestre, per precauzione, non si sa mai…
preferisco essere salvata da Rin tin tin!! ):D
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A questa frase a me viene una risposta , anzi , una domanda : esticazzi di quello che fate voi quando la domenica vi incontrate per la Messa?
Cattiverie (motivate o meno) a parte , personalmente ritengo “l’evangelizzazione” l’opera più irritante della religione in generale.
Personalmente se un giorno sceglierò di incontrare Dio , se ce n’è uno , sarà una mia scelta , motivata da pulsioni e ragioni tutte mie personali , sicuramente non perchè il saltimbanco di turno è venuto a farmi vedere le sue capriole (etiche e verbali) oppure perchè il mercivendolo strilla affinchè io compri le sue supercazzole.
Il commento mi ha fatto venire in mente la preghiera agnostica del contadino romagnolo:
Oh Signore, se ci siete
Fate che quando muoio la mia anima, se ce l’ho
vada in Paradiso, se c’è
meravigliosa, non la conoscevo!!! 😀