Bruno Volpe di Pontifex sulle attiviste di Femen: «Le sberle se le tirano».

Bruno Volpe sul blog cattolico Pontifex commenta la manifestazione dei cattolici francesi che sono scesi in piazza per protestare contro il disegno di legge del capo del governo Hollande che mira ad introdurre il matrimonio omosessuale.

Secondo Volpe «In Francia si nota, con immenso piacere, un risveglio dell’orgoglio cattolico, di quel sano cattolicesimo militante che non si limita solo alla pur doverosa preghiera, ma anche alla dimostrazione pubblica della fede». C’è da essere contenti che Volpe sia contento ma – volendo dirla tutta – gli elettori francesi hanno scelto di affidare il governo del Paese ad Hollande nonostante avesse esplicitato in campagna elettorale il suo progetto di introdurre il matrimonio omosessuale: evidentemente i francesi (cattolici e non) lo hanno votato anche per questo oppure non hanno pensato che questo elemento fosse motivo per non votarlo.

Secondo il giornalista «la Fede ha dimensione pubblica e persino superiore alla politica (la laicità è un concetto di evidente ispirazione illuminista e dunque anticlericale), il resto non ha senso». Forse (per chi è credente) la Fede è superiore alla politica ma, piaccia o meno ai cattolici, viviamo in Stati laici dove esiste una profonda distinzione tra religione e politica e dove ad influire nella vita pubblica sono le decisioni politiche piuttosto che le posizioni religiose. Infatti il matrimonio omosessuale è realtà (nonostante la ferma opposizione della Chiesa) nei Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Portogallo, Canada, Sudafrica, Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Argentina, Messico e nove stati USA: Massachusetts, Connecticut, Iowa, Vermont, New Hampshire, New York, Washington, Maine, Maryland e nel distretto di Washington DC mentre i Pacs (legalizzazione delle unioni civili) sono una realtà in Francia dal 1999.

Volpe continua scrivendo che la «legislazione francese del neo presidente, ha deciso di dare disco verde all’abominio, alla perversione, alla corruzione dei costumi con le nozze gay».
Forse l’espressione «legislazione francese del neo presidente» non è la più indicata. Prima di tutto il disegno di legge di Hollande ancora non è realtà quindi non ha il rango di legge che può far parte della legislazione. Inoltre non esiste la legislazione di Hollande (la legge quando approvata non è legata al proponente) ma al limite l’azione politica di Hollande o il disegno di legge di Hollande. Ben criticabili (e facilmente) l’opinione che le nozze gay siano un “abominio” o una “perversione”.

Secondo Volpe «quel governo ateo e degenere, due gay possono convivere sotto lo stesso tetto avendo riconoscimento statale. Che lo facciano privatamente, liberi loro. Ma che uno Stato possa dare il via libera a questa immondizia sociale (perché tale è), è una porcheria, uccide la famiglia, penalizza la procreazione, offende gli anziani e scandalizza psicologicamente i bambini».
Bisogna rilevare che il progetto di adottare il matrimonio omosessuale non rientra solo nell’agenda del socialista francese Hollande ma anche in quella del conservatore britannico Cameron e molti esponenti di destra dalla chiara matrice cattolica (come l’On. Mussolini in Italia) si sono espressi a favore delle nozze gay.
Volpe pensa che il matrimonio omosessuale sia una “immondizia sociale” ma – gli piaccia o meno – siamo in democrazia. Un candidato quale era Hollande che si presenta agli elettori francesi presentando il suo piano di governo (tra cui il matrimonio omosessuale) una volta eletto ha il diritto/dovere di portare a termine la sua azione politica (tra cui il matrimonio per le coppie dello stesso sesso). Inoltre il matrimonio omosessuale è una realtà da decenni in vari ed importanti Paesi e non sembra proprio che abbia mai “ammazzato la famiglia”, “penalizzato la procreazione”, “offeso gli anziani” e “scandalizzato i bambini”: se Volpe ha degli elementi per sostenere ciò li esibisca pure.

Il giornalista pugliese interviene anche nella vicenda delle attiviste di Femen che «in Francia hanno rimediato qualche sonoro ceffone» da parte dei cattolici radicali dell’istituto Civitas.
Il giornalista specifica che «non ogni ragazza dell’est è per forza di cose una prostituta»: nessuno ha mai pensato che le tutte ragazze dell’est siano prostitute e non si capisce per quale motivo Volpi senta il bisogno di specificarlo. Verrebbe da dire excusatio non petita, accusatio manifesta.
Caroline Fourest, giornalista presente alla manifestazione, così ha descritto la scena: «Una decina di militanti di Femen avevano deciso di inscenare una protesta pacifica e ironica, ma quando sono andate verso i manifestanti degli individui le hanno inseguite, erano scatenati. Le ragazze hanno preso botte e colpi in tutte le parti del corpo».

Secondo Volpe «La violenza va condannata e chi le ha picchiate è un manesco e le donne non si toccano nemmeno con un fiore. Ma costoro le sberle se le tirano e magari rimediano tardivamente quelle che i genitori non hanno dato». Sarebbe interessante conoscere dal blogger pugliese con quale parametro giudica che «costoro le sberle se le tirano»? Specificando che queste ragazze non hanno aggredito fisicamente i manifestanti cattolici, con quale metro di giudizio si può giustificare l’aggressione fisica verso manifestanti pacifici?
Inoltre se fosse “giustificabile” (ed ovviamente non lo è) l’aggressione fisica verso le attiviste di Femen, dobbiamo allo stesso considerare “accettabile” la violenza sessuale nei confronti di una donna avvenente vestita in maniera provocante? Certamente questo sarebbe un abominio e non certamente l’omosessualità. Inoltre un cattolico, la cui dottrina sempre insegna che bisogna reprimere gli istinti in maniera di sessualità, se fosse coerente dovrebbe reprimere gli istinti d’ira piuttosto che assecondarli: purtroppo i cattolici peccano molto in fatto di coerenza.

Volpe continua: «siamo stanchi delle bravate dei circoli gay e dei loro insulti (compresi quelli del calvo di via Bono)». Purtroppo resta un mistero conoscere quali siano le bravate dei circoli gay e soprattutto chi sia il calvo di via Bono a cui si riferisce.

Il giornalista conclude il suo articolo con un invito che mi sento di condividere: «Che aspettiamo, civilmente, ordinatamente e pacificamente, a scendere in piazza?». Mi auguro presto che i cattolici scendano in piazza per due motivi: prima di tutto si misurebbe la loro effettiva forza nei termini di partecipazione (spesso i raduni dei cattolici italiani sono dei grandi flop) ed inoltre avremmo il piacere di conoscere il volto di Bruno Volpe. Speriamo che Pontifex si faccia promotore di una manifestazione.

 Cagliostro
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@Cagliostro1743

Video e foto delle aggressioni dei cattolici

12 pensieri su “Bruno Volpe di Pontifex sulle attiviste di Femen: «Le sberle se le tirano».

  1. FSMosconi

    “non amiamo la violenza ma
    “Riteniamo la cosa giustissima ma!
    “Tutto vero ma
    Volpe dovrebbe fare pace con le avversative, oltre che col suo cervello…
    (Troppo cinico?)

    Rispondi
  2. pao

    Cagliostro: “Mi auguro presto che i cattolici scendano in piazza per due motivi: prima di tutto si misurebbe la loro effettiva forza nei termini di partecipazione”..

    ci aveva giá provato coi rosari riparatori contro il concerto satanico di Bari…
    un successone!!! 😀

    Rispondi
  3. diego

    beh… se hanno manif, estato “vestite” così, ovvio che qualche maschio sessualmente represso, estremamente maschilista, va a metterci le mani sopra. Anche il volpastro avrebbe voluto essere lì con loro!!!

    A Bari le prostitute sono tutte dell’est europa?

    Rispondi
    1. faunita

      Be’ so che per un barese, tal avv. B.V. 50enne del quartiere di Murat è stato sufficiente avere una collega di lavoro appena 26enne (che poteva essere sua figlia!!!) avvenente e che ne rifiutava le proposte oscene per scatenarsi in una incredibile campagna di stalking, molestie e minacce varie…. Ormai essere donne è un filino problematico…

      Rispondi

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