I ridicoli “perché” dei cattolici per opporsi alle unioni civili

Gli attivisti dell’associazione cattolica Uccr (Unione cristiani cattolici razionali) pubblicano un articolo sulle unioni civili raccogliendo vari interventi (tutti – ad eccezione di uno – da Avvenire) contrari a questa introduzione.

Gli uccrociati riportano un articolo di Avvenire secondo cui le unioni civili sono richieste da coloro che «in nome di una libertà assoluta rifiuta il matrimonio (anche solo civile), che avrebbe il torto di regolarizzare il rapporto, ma cui va stretta anche la convivenza, che non dà alcun riconoscimento pubblico. Per chi, in definitiva, non accetta le responsabilità e i doveri di un vero matrimonio (civile o religioso che sia), ma ne esige tutti i diritti, nei confronti del partner, dei figli e dell’intera società. Diverso il caso delle coppie gay, che non sono spinte dalle stesse motivazioni ma che cercano con tale attestato di chiamare “matrimonio” la loro unione e “famiglia” la loro convivenza».
La critica dell’Avvenire sarebbe corretta se limitata alle coppie eterosessuali (che possono regolarmente sposarsi) ma ovviamente non per le coppie omosessuali a cui questo diritto è negato. Anche in Italia le associazioni per i diritti degli omosessuali preferiscono l’introduzione del matrimonio anche per le coppie per lo stesso sesso (con tutti i diritti e doveri annessi) piuttosto che una legge sulle unioni civili. Purtroppo in Italia non si è mai arrivati né ad introdurre il matrimonio omosessuale né una serie legge sulle unioni civili omosessuali (sul modello francese o tedesco ad esempio) anche per l’opposizione della stessa Conferenza episcopale italiana di cui Avvenire è organo ufficiale negando di fatto alle coppie omosessuali di accedere sia alle unioni civili che al matrimonio.

Sempre gli uccrociati riportano – con un po’ di confusione – il pensiero di Pietro Boffi, sociologo (anche se in rete non si trova il suo curriculum) e ricercatore dell’associazione cattolica Centro internazionale studi famiglia.
In merito all’approvazione del registro delle unioni civili a Milano, secondo Boffi con le unioni civili «avremo coppie sposate (in comune o in chiesa), coppie di fatto (i conviventi) e coppie di registro, quelle che vogliono guidare l’auto ma non prendere la patente!». Tale obiezione sarebbe valida qualora anche in Italia esistesse il matrimonio per le coppie dello stesso sesso o una legge sulle unioni civili. In mancanza di queste leggi (osteggiate entrambe dalla Chiesa) alcuni comuni – nell’ambito dei servizi di competenza comunale – hanno adottato dei registri per le unioni civili che non possono applicarsi solo alle coppie omosessuali (sarebbe incostituzionale) ma anche a quelle eterosessuali (nonostante queste possano accedere anche al matrimonio).

Boffi ha proseguito affermando che «occorre interrogarsi se la definizione di famiglia finora valida sia ormai vuota. Io sono convinto di no: maschio e femmina, un padre e una madre, sono categorie che non si buttano in un attimo, non possiamo ignorare l’intera psicologia dell’età evolutiva. Stiamo assistendo a una disarticolazione delle categorie mentali dell’umano».
Boffo – da sociologo – dovrebbe sapere che sicuramente la famiglia per come la conoscevamo sta avendo delle grandi modificazioni: sempre più coppie preferiscono non sposarsi (con tutte le conseguenze del caso), sempre più bambini nascono da coppie non sposate, ci sono sempre di coppie miste (ossia con almeno un partner non-italiano), aumentano il numero delle separazioni e dei divorzi.
Sebbene Boffi affermi che non si può ignorare «l’intera psicologia dell’età evolutiva» forse dovrebbe considerare che non si possono ignorare i diritti degli omosessuali i cui diritti trovano fondamento nella Raccomandazione n.1474/2000 del Consiglio d’Europa, nella Sentenza 30141/04 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nella Risoluzione di Strasburgo sui diritti e la dignità degli omosessuali del 2006, sentenza 138/2010 della Corte costituzionale, nella risoluzione del 13 marzo 2012 sulla parità tra donne e uomini nell’Unione europea, nella sentenza 4184/2012 della Corte di Cassazione oltre – ovviamente – che nell’art. tre della Costituzione della Repubblica italiana.

Per Boffi inoltre «la famiglia non è solo il luogo degli affetti, ma si regge su un patto che garantisce davanti a tutta la società due cose: la stabilità e la procreazione. Da sempre la procreazione è un fatto sociale, esce da un aspetto meramente privato. Ecco perché il matrimonio è un istituto giuridico».
La questione è più complessa. Certamente Boffi ha ragione quando afferma che la procreazione è anche una funzione sociale e – non a caso – i costituenti diedero tutela alla maternità con l’art. 30 della Costituzione. Allo stesso modo la procreazione non è l’elemento istitutivo e fondante del matrimonio così come rileva anche la Corte costituzionale nella citata sentenza 138/2010.

Boffi conclude affermando «occorre chiedersi quanto è utile a noi come società aprire a relazioni deboli, prive di stabilità e di tutele che invece il matrimonio (civile o religioso) garantisce. Perché promuovere un basso impegno e un basso profilo che non giovano a nessuno? Chi non vuole legami, basta che usufruisca delle leggi di diritto privato che già ci sono». Questa obiezione potrebbe essere valida solo nel caso delle coppie eterosessuali che – attualmente – sono le uniche che possono sposarsi. Coerenza vorrebbe che – davanti all’obiezione verso le unioni civili – ci fosse un forte impegno verso l’introduzione del matrimonio omosessuale. La stessa coerenza che purtroppo manca alla Chiesa cattolica.

Gli uccrociati riportano anche l’opinione della psicologa Mariolina Ceriotti Migliarese, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, secondo cui l’adozione di un figlio da parte delle coppie gay «provocherà danni molto gravi a questi minori».
Questo intervento è significativo di quanta confusione ci sia in materia di matrimonio ed adozione omosessuale. Come ha anche affermato la Corte costituzionale nella citata sentenza 138/2010 il matrimonio omosessuale e l’adozione sono due istituti totalmente separati e l’adozione è «un diritto distinto rispetto a quello di contrarre matrimonio, tanto che alcuni ordinamenti, pur introducendo il matrimonio tra omosessuali, hanno escluso il diritto di adozione. In ogni caso, la disciplina di tale istituto nell’ordinamento italiano, ponendo l’accento sulla necessità di valutare l’interesse del minore adottando, rimette al giudice ogni decisione al riguardo».
Ad ogni modo bisogna rilevare che l’Associazione Italiana di Psicologia ricorda che «le affermazioni secondo cui i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre, non trovano riscontro nella ricerca internazionale sul rapporto fra relazioni familiari e sviluppo psico-sociale degli individui» e che «non sono né il numero né il genere dei genitori – adottivi o no che siano – a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano».
Allo stesso modo è importante mettere in evidenza che i figli con genitori omosessuali sono una realtà già diffusa (ma non famosa) nel nostro Paese. Una ricerca realizzata nel 2005 da Arcigay e dall’Istituto superiore di sanità stimava in 100.000 i bambini e ragazzi italiani con almeno un genitore omosessuale: considerando anche i genitori si otterrebbe la popolazione di una città come Venezia. Essendo la ricerca del 2005 questa stima oggi sarà di certo superiore: molte di queste famiglie sono riunite nell’associazione “Famiglie Arcobaleno”.

In un simile dibattito gli uccrociati non potevano far mancare la voce del teologo. In questo caso si tratta di Giancarlo Grandis, docente di Teologia morale alla Facoltà del Triveneto, il quale ha ricordato che «il matrimonio ci si realizza nell’alterità vera, cioè nell’altro come diverso da me. Qualcuno sostiene la necessità di un registro per le unioni di fatto come garanzia per le coppie che non intendono vincolarsi tra loro con un matrimonio, ma che ne esigono gli stessi diritti. La questione da porre alla base di questa discussione è: i diritti si fondano sui desideri?».
Con tutto il rispetto per l’opinione di Giancarlo Grandis, forse una raccomandazione ed una risoluzione dell’Unione europea, tre sentenze di diversi tribunali italiani ed internazionali ed un articolo della Corte costituzionale dovrebbero essere un elemento ben più forte per stabilire la fondatezza del matrimonio omosessuale (o al limite delle unioni civili).
Allo stesso modo è molto facile rispondere alla sua domanda “i diritti si fondano sui desideri?”. In un qualsiasi stato di diritto compito dello Stato è garantire i diritti degli individui qualora questi diritti non si scontrino con altri ritenuti più importanti: nel caso del matrimonio omosessuale questi diritti non ne ledono altri come ha inoltre stabilito la Corte costituzionale e la Corte di cassazione.

Un discorso molto più attinente alla questione viene dalla giurista Anna Danovì secondo cui «due persone eterosessuali che convivono hanno già tutti i riconoscimenti: i loro figli godono degli stessi diritti degli altri, se uno dei due muore l’altro ha diritto al trasferimento del contratto d’affitto, eccetera. Direi che solo per gli omosessuali c’è un salto effettivo». Non è esattamente vero che i figli delle persone non sposate hanno gli stessi diritti dei figli delle coppie sposate. Infatti i figli delle coppie non sposate non hanno rapporti di parentela “legali” (ossia riconosciuti dallo Stato) verso gli altri ascendenti (i nonni, etc.) con rilevanti conseguenze in caso di eredità o di adozione nel caso entrambi i loro genitori dovessero morire. Ad ogni modo la giurista Danovì ammettendo «che solo per gli omosessuali c’è un salto effettivo» riconosce quanto sia importante introdurre in Italia il matrimonio omosessuale (o le unioni civili) a tutela delle coppie dello stesso sesso.

Gli uccrociati riportano anche il contributo del professor Alberto Gambino ordinario di Diritto Privato e di Diritto Civile presso l’Università Europea di Roma (università della congregazione dei Legionari di Cristo) secondo cui non sarebbe possibile approvare il matrimonio omosessuale perché «il nostro matrimonio è fondato sulla distinzione tra i sessi. Sarebbe altresì necessario un massiccio intervento di modifica del Codice Civile, oltre che dell’articolo 29 stesso; il quale, a sua volta, si richiama alla concezione del matrimonio presente nel Codice Civile all’epoca vigente, nel ’42, ove veniva messa in risalto proprio la differenza di sesso».
Il professor Gambino ha ragione a ritenere che il matrimonio così come previsto dalla Costituzione è quello eterosessuale in quanto i costituenti non avevano di certo preso in considerazione il matrimonio omosessuale ma – allo stempo bisogna ricordare – che nella citata sentenza la Corte costituzionale rileva che «i concetti di famiglia e di matrimonio non si possono ritenere “cristallizzati” con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore, perché sono dotati della duttilità propria dei princìpi costituzionali e, quindi, vanno interpretati tenendo conto non soltanto delle trasformazioni dell’ordinamento, ma anche dell’evoluzione della società e dei costumi».
Sicuramente sarebbe necessario modificare l’art. 29 del Codice civile mentre non si capisce quali altri articoli del Codice civile debbano essere cambiati. A riguardo infatti è stato presentato il quattro luglio 2012 alla Camera un disegno di legge (iniziativa dei deputati Di Pietro, Donadi e altri) teso proprio a modificare l’articolo 29 del Codice civile per permettere il matrimonio civile anche a coppie dello stesso sesso.

Insomma la visione degli uccrociati (oltre che delle gerarchie vaticane) è ben riassunto dal titolo del loro articolo “No alle unioni civili (per etero e omo): ecco alcuni perché”. Ovviamente – con buona pace dei diritti civili e dei diritti dell’uomo – questo “no” non avviene solo verso le unioni civili ma anche verso il matrimonio per le coppie dello stesso sesso negando pienezza di diritti alle coppie eterosessuali. I loro “perché” sono abbastanza ridicoli ma rendono bene l’idea di quale sia il livello di chi si oppone ai diritti della comunità lgbt.

Cagliostro
www.alessandrocagliostro.wordpress.com

@Cagliostro1743

40 pensieri su “I ridicoli “perché” dei cattolici per opporsi alle unioni civili

  1. Remo

    A me questi individui devono ancora spiegare quali “doveri” nascerebbero dal matrimonio, da qual che che so tutti i fantomatici doveri di assistenza ecc. se uno dei coniugi li disattende comportano al massimo una separazione con addebito, ma di certo mica viene un funzionare statale ad obbligarli; l’unico obbligo giuridico vero scaturente dal matrimonio, paradossalmente nasce solo alla sua fine con l’obbligo del mantenimento del coniuge più debole (e sempre paradossalmente è proprio questo il dovere che ferma di più le nuove coppie a contrarre matrimonio). Tutti gli altri “doveri”, sono solo doveri in senso lato.
    Al contrario, però, dal matrimoni nascono tantissimo diritti e vantaggi (uno fra tutti la detrazione per coniuge a carico): quindi mi pare che ciò che loro ascrivono alle coppie di fatto, cioè il volere diritti in cambio di alcun “dovere”, è innanzitutto vero in capo alla coppie sposate.

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Si, in effetti hai ragione.
      I doveri del matrimonio sono ” l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione” ma certamente il fedifrago non è sanzionato penalmente o amministrativamente.
      Doveri di fatto col matrimonio non ce ne sono mentre di sicuro ci sono delle agevolazioni non indifferenti.
      Ovviamente la separazione dei coniugi in caso di matrimonio ha degli oneri più pesanti rispetto ad una coppia di fatto che si separa ma stiamo parlando – come hai fatto notare – della fase della separazione e non di quella di unione.

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    2. francesco t

      io non metto tanto in dubbio il fatto che il matrimonio preveda dei doveri quanto dei diritti.
      però, se tu chiedessi di “quali doveri” si tratta a questa gentaglia, ti risponderebbero in un unico modo : figli. il “dovere” sarebbe fare figli. “ti sposi con il DOVERE di procreare”. va da sè che questa baggianata non ha alcun fondamento. però è l unica a cui possono eventualmente aggrapparsi, poichè i doveri quali “mantenimento del coniuge o del figlio” , sono universali ed è impossibile, per loro, affermare “un gay non può mantenere il coniuge o il figlio”. e allora marciano sul “non possono avere figli” (cosa di per sè anche falsa, considerando la presenza di migliaia di coppie gay e lesbiche con figli in italia). insomma, è inutile: non hanno ragioni, non hanno nessuna scusa socialmente o scientificamente fondata a parte la personalissima ideologia malsana.

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      1. Cagliostro Autore articolo

        Inoltre anche fuori dal matrimonio si ha il dovere (legale) di mantenere il proprio figlio e – come sappiamo – i figli nati fuori dal matrimonio sono sempre di più.

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        1. francesco t

          io per esempio sono figlio di genitori giovani mai sposati (ma la mama aveva gia divorziato in giovane età) ,che poi han divorziato e si sono risposati. e ho anche un fratello da parte di papà.

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          1. Cagliostro Autore articolo

            situazione normale di tante famiglie italiane. Solo i cattolici hanno l’idea della famiglia da “Mulino Bianco” che poi – in alcuni casi – può essere di gran lunga peggiore di altre famiglie come quella che hai descritto.

  2. Priapus

    A me invece non hanno ancora spiegato in base a quale logica la “Sacra Rota” od il tribunale diocesano annulla matrimoni rati e consumati dietro mai dimostrate “riserve mentali”, sempre a danno della parte debole e dietro congrua mazzetta. Meno male che di recente la Cassazione si è orientata sulla non automatica delibazione di tali sentenze da parte della Corte d’Appello.
    Ulteriore dimostrazione di quale sia l’origine di tutte le mafie.

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  3. Remo

    Intanto vedo che l’amico pontileSo, nella sua crociata anti-Caglistro, sta completamente perdendo la brocca: oramai tallona ogni commento che fa; è praticamente ossessionato da Cagliostro.
    Cagliostro, hai praticamente uno stalker virtuale tutto per te! Se come dici, non gli hai rubato la ragazza, forse è lui che è segretamente innamorato di te e, quando hai fatto outing sulla tua eterosessualità, hai completamente infranto suo sogno d’amore.

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Ah si? Mi spiace che sia ossessionato da me e che sia uno stalker solo virtuale. Se fosse reale gli potrei offrire un caffè e magari vedere se ha il coraggio di dirmi in faccia gli insulti che scrive. Va beh….il mondo è pieno di coglioni.
      Non credo di avergli rubato la ragazza poi – per carità – tutto è possibile. Poi ha qualche anno meno di me (lui poco più di venti) quindi è difficile che sia successo.
      Inoltre non credo che lui abbia questi desideri (di avere una ragazza intendo) visto che ci sono delle foto che lo ritraggono vestito da prete: credo abbia fatto voto di castità.
      Sul fatto che sia segretamente innamorato di me non so cosa dirti. Di sicuro io sono eterosessuale ed – in ogni caso – non mi sentirei di avviare altre relazioni ora.
      Sul fatto che lui sia omosessuale non so cosa dirti. In rete ci sono dei video che lo ritraggono in una camera d’albergo assieme ad un altro ragazzo ma ciò non vuol dire automaticamente che il nostro amico sia gay.
      In ogni caso gli auguriamo di ritrovare la serenità e se posso essergli essere d’aiuto in qualche modo sono a disposizione.

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      1. Remo

        Dunque lei sa l’identità del Nostro, o la presume soltanto? Può svelarla, visto che sembra pubblica? ovviamente senza violarne la privacy, come, invece, lei e l’amministrazione siate soliti fare, sgranocchiando tra un cosciotto di bambino e l’altro. http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gif

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        1. Cagliostro Autore articolo

          Caro Remo,
          diciamo che è una presunzione molto fondata. Sono dati pubblici e quindi non ci sarebbe nessuna violazione della privacy ma ci sarebbe una violazione del mio codice etico.
          Il nostro amico è un ragazzino (seppur maggiorenne) cresciuto in un ambiente profondamente religioso che deve avergli chiuso il cervello: infatti credo sia molto raro trovare un ragazzo vestito da prete.
          Non è pericoloso: è solo una vittima di un certo indottrinamento quindi mi fa anche un po’ di tenerezza.
          Esporlo al ridicolo sarebbe fin troppo facile ma resto fedele al manifesto dei blogger tedeschi che all’art. 15 prevede: “Cio’ che è in rete rimane sulla rete”. Quindi meglio lasciar perdere.
          Io e l’admin sgranocchieremmo cosciotti di bambino? Credo che neanche l’admin lo faccia più ma nel mio caso ho smesso: avevano troppo il sapore di prete pedofilo.

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  4. faunita

    Quel che turba i nostri amici uccrociati (come provai a fargli notare, beccando una valanga di insulti) è fondamentalmente sempre quello: una coppia “convivente”…. fa sesso senza essere sposata… Esatto… Fa sesso senza matrimonio…. E senza sensi di colpa, né riprovazione sociale alcuna, grazie al cielo…. Questo li fa inviperire. Gente che vive insieme (liberamente, senza costrizioni, senza minuetti di ruoli tra “padrone” e “sottomessa” e non parlo di BDSM ma dei ruoli che il cattolicesimo impone agli sposi… Gente che vive insieme, cresce i figli, si occupa dei parenti, si tratta a vicenda con rispetto e affetto…. E non è sposata!!!! Allora il matrimonio-in-chiesa non fa sorgere alcun diverso, ulteriore amore… Allora è una questione di decisione libera e non di portare gioiosamente croci (come spesso viene consigliato alle mogli pestate, finché non arriva il carro funebre)!!!

    Ecco cosa li turba. Il sesso, il letto.

    Peraltro ieri hanno come sempre citato Luca Di Tolve “perseguitato dai gay” (contestare qualcuno e/o obiettare a quel che dice o farne notare le contraddizione sarebbe dunque persecuzione??? Allora io ed i miei colleghi ci “perseguitiamo” oralmente e per iscritto tutti i giorni, in studio e in tribunale!!!http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wacko.gif) che ora è sposato con lei… Anche se nel caso di specie (a proposito, Luca che fine ha fatto? Nelle foto su FB appare sempre in compagnia dei ragazzi della parrocchia e del gruppo Lot, non uno straccio di foto con la moglie salvo quelle del matrimonio, peraltro copia-incollare da Oggi… Manco una, che so, mentre mangia un gelato con lei, mentre passeggiano assieme… Curioso!!!) mi domando che genere di matrimonio (cattolicamente parlando) sia quello in cui, posta la sieropositività (a volte definita guarita, a volte con elenco dei farmaci che deve assumere e delle malattie che l’affliggono) di uno dei due ed il divieto di utilizzare il profilattico, non é possibile avere rapporti, ovvero “consumare”….

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Prima di essere bannato totalmente dal blog Uccr osai fare questa domanda.
      “Voi siete per la castità prematrimoniale. Sapete dirmi (anche sfruttando l’anonimato del web) se – in caso non foste sposati – siete ancora vergini o meno?”. Mi risposero solo in modo evasivo: “Ossia non siamo vergini ma queste sono decisioni personali però siamo a favore della castità prima del matrimonio”. Bella ipocrisia!
      Per il resto il loro approccio è facile da sintetizzare: sposati e sii sottomessa!
      Su Di Tolve non so cosa dirti ma ho il dubbio che quella storia gli abbia fatto un po’ fortuna.

      Rispondi
      1. FSMosconi

        D’altronde essendo vicini a CL non ci poteva aspettare granché…
        sempre non siano Memores Domini. Cosa che a quel che ho capito può provocare “danni” ben peggiori di una semplice avversione al sesso pre-matrimoniale (vedi la sezione delle interviste ai Ciellini e dei fuoriusciti, con tanto di sezione psicoanalitica, del libro La Lobby di Dio)…
        Non che quelli dei Movimenti Carismatici stiano mediamente meglio per carità!
        http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wacko.gifhttp://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wink.gif

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      2. Xodroont

        Il fatto che utilizzino sempre le stesse e ridicole contestazioni significa che non hanno argomenti validi e che sperano che qualcuno caschi nei loro tranelli prendendo per oro colato tutto quello che affermano.
        Questo significa che sanno di mentire spudoratamente, anche a loro stessi, quando è necessario.

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    2. AlbertoB

      Eh… prova te ad essere sposata con un tizio che pubblicamente dovrebbe essere ormai un perfetto campione di mascolinità , mentre in privato ti ruba il rimmel , il mascara e il rossetto… che non ha occhi per le altre donne non perchè è un innamorato fedele , bensì perchè gli occhi li usa per guardare gli altri uomini.
      La situazione dopo un po’ credo che tenda a diventare un po’ pesante …

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  5. diego

    Per chi, in definitiva, non accetta le responsabilità e i doveri di un vero matrimonio (civile o religioso che sia), ma ne esige tutti i diritti, nei confronti del partner, dei figli e dell’intera società.

    A parte che ci sono discorsi finanziari da farsi, visto che ormai per sposarsi si deve fare un mutuo, e il divorzio è un privilegio dei ricchi, una persona che sta parlando di coppie e viene fuori con la frase “nei confronti del partner” ha una vaga idea di ciò che sta parlando? Una coppia convivente chiede diritti per la coppia in se, non il diritto di un elemento di una coppia di prevaricare diritti dell’altro elemento. A parte diritti di eredità o pensionistici, si deve pensare agli eventuali figli, che in una coppia non sposata non hanno i nonni, assistenze varie ecc.ecc.

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    1. faunita

      Poi magari gli amici uccrociati (la più simpatica è una ragazza che crede che il mondo sia colonizzato da atei e satanisti… O ha visto troppi documentari sulle bestie di Satana, dove di diabolico c’era solo la quantità di stupefacenti consumata da quei ragazzi, o ha letto troppo quel libro pornografico sulla tizia fuggita dalla setta satanica, con tanto di effetti speciali tipo l’Esorcista e visite ginecologiche che salvano l’illibatezza!!!) votano senza problemi per l’ex Pres. del Cons., ex piduista e sospettato a torto o ragione di troppe amichevoli frequentazioni mafiose oltreché due volte divorziato e puttaniere perché lui sì che difende la famiglia tradizionale (non convive con nessuna delle tipe reclutate per gli spettacolini e, in cambio delle loro castità sessuali foraggia debitamente le famiglie che gliele cedono)!!!!

      Peraltro, quando i cari amici ricorrono alle solite metafore su pedofilia ed incesto, senza nemmeno scomodare i preti pedofili (le cui atrocità non sono deplorate con un decimo della forza che uccr scaglia contro donne che lavorano, aborto, contraccettivi, convivenze) mi domando se alludano per caso al biblico Lot, l’ex cittadino di Sodoma che prima offrì le giovani figlie agli “angeli” (“oi angheloi”, messaggeri) inviati dal Signore, e poi, sfuggito alla distruzione della città, ma ormai vedovo, ebbe rapporti con le figlie (nubili e quindi, per le usanze dell’epoca, dobbiamo ritenere poco più che pulzelle) onde generare figliolanza maschia…

      Rispondi
  6. Marcello

    Non ho letto i commenti quindi probabilmente sto scrivendo cose già dette e stradette…

    Ritengo l’argomento non proprio semplice, e soprattutto va analizzato caso per caso. Riporto le mie idee:

    1) Coppie di fatto eterosessuali (o unioni civili): pur non stroncando l’idea a prescindere, mi viene da pensare che non è molto corretto pretendere tutti i vantaggi di un matrimonio ma non gli svantaggi. Mi spiego: sono sposato, in un futuro auspico l’arrivo di un figlio. Ma se dopo il figlio arriva un divorzio sono casini! Sono allora per la parificazione TOTALE delle unioni civili ai matrimoni.
    2) Coppie di fatto omosessuali: sono d’accordissimo sull’unione di due persone fatte dello stesso sesso, assolutamente! ma a questo punto tanto vale istituire il matrimonio (civile) per gli omosessuali. Ognuno deve essere libero di vivere la propria vita con chi vuole, anche se dello stesso sesso, e condividere vantaggi e svantaggi in toto come nelle coppie eterosessuali.

    Piccola postilla: trovo, però, allucinante quando due omosessuali manifestano il desiderio di sposarsi in chiesa secondo il rito cattolico. Allucinante perchè la Chiesa è chiara su questo argomento, e non si può entrare in casa altrui pretendendo di dettare legge. E’ palese che la Chiesa è omofoba, è contro gli omosessuali, li considera peggio dei pedofili. Auspicate, invece, a un bel matrimonio civile, dove acquisite i diritti e doveri difronte allo Stato. Per la Chiesa sarete sempre e solo degli eretici!

    Rispondi
    1. admin

      Non ho letto i commenti quindi probabilmente sto scrivendo cose già dette e stradette…

      Marcello noi adoriamo ripeterci… Ci aiuta ad aumentare il numero di commenti ai nostri articoli 😉

      Rispondi
    2. Cagliostro Autore articolo

      Caro Marcello,
      i latini dicevano “repetita iuvant” (e non Juventus….) quindi ben venga ripetersi.
      1) Sulle unioni civili hai ragione. Le coppie eterosessuali possono sposarsi quindi alla fine a loro portata di mano hanno sempre una soluzione. Poi – come sappiamo – il matrimonio è in crisi e quindi introdurre un sistema come quello delle unioni civili con meno diritti e doveri (altrimenti c’è il matrimonio) che possa servire le coppie più indecise verso il matrimonio non sarebbe un’idea da scartare a priori: magari qualche coppia eterosessuale proverebbe una unione civile per poi sposarsi. Insomma se ne può parlare.
      Però dobbiamo ricordare che il discorso delle unioni civili (Pacs, Dico e compagnia cantante) fu introdotto proprio per affrontare la regolamentazioni delle unioni omosessuali. Siccome non si voleva parlare di “matrimonio omosessuale” (anatema!!!!) si usò la formula delle unioni civili. Ora gli stessi che si oppongono al matrimonio omosessuale, si oppongono anche alle unioni civili perché “comporterebbero minori doveri rispetto al matrimonio”…….si decidessero…..
      2) Non mi sembra che ci siano molte rivendicazioni da parte degli omosessuali nello sposarsi in Chiesa. Comunque questo è un discorso che riguarda al limite solo i credenti e lo Stato sarebbe escluso da una simile decisione (ogni religione si regola come vuole). Allo stesso modo ci sono alcune confessioni che ammettono il matrimonio omosessuale religioso e quindi introdurre quello civile sarebbe rispettoso verso queste confessioni.

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          1. admin

            Marcello il “controcagliostro” non può vedere i vostri indirizzi IP. Quindi ignorando questi dettagli (e molte altre cose) si inventa una realtà parallela e la propone come l’unica possibile. Contento lui. 🙂

      1. Marcello

        “Insomma se ne può parlare”: si, infatti non precludo l’argometno a prescindere, era solo una considerazione molto vaga sul concetto matrimonio/unioni civili.

        “Non mi sembra che ci siano molte rivendicazioni da parte degli omosessuali nello sposarsi in Chiesa” : non so quante ce ne siano, però in passato leggendo su vari siti/blog ho trovato (e non raramente) gente omosessuale che auspicava ad un matrimonio cristiano/cattolico. Vivendo in Ita(g)lia, mi sono limitato alla sola religione cristiana-cattolica in quanto è quella che ci interessa più da vicino. Per me è una cosa allucinante, ma non perchè abbia qualche remora su questa idea, ma per il semplice fatto che per la chiesa è una cosa assurda! Sarebbe come ammettere il sesso prematrimoniale… 🙂

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        1. StevenY2J

          Ciao, Marcello. Hai perfettamente ragione per quanto riguarda la Chiesa (e i cattolici/credenti in generale). Le posizioni della Chiesa su eutanasia, omosessualità, aborto, divorzio… sono chiare e vanno rispettate, a prescindere che le si condivida o no.

          Nessuno pretende che la Chiesa cambi idea. Tuttavia, dal mio punto di vista, forse sarebbe auspicabile una maggior apertura verso determinati temi.

          La Chiesa sta perdendo fedeli e questo é indubitabile. Mi sembra che si interroghi molto poco sui motivi e forse sarebbe ora che cominciasse a parlare una nuova lingua. Com’é emerso in altri commenti, sarebbe forse ora che le gerarchie ecclesiastiche (non i singoli sacerdoti perché, per la maggior parte, sono già in prima linea) facessero sentire in modo molto più vigoroso la loro voce autorevole sui veri mali della società attuale, come la mafia, la corruzione, la povertà in aumento.

          Fare la voce grossa contro gli omosessuali, contro la famiglia di una ragazza in coma da 17 anni, contro persone che si separano spesso in seguito a decisioni sofferte, negare i funerali a Welby… Tutto questo sa molto di ipocrisia e non comporta significativi cambiamenti nella società, se non qualche sterile dibattito politico a Porta a Porta o qualche invettiva di Sgarbi.

          Io sono convinto che se la Chiesa ragionasse in modo meno dogmatico, ad esempio, sull’omosessualità (senza per questo arrivare ad ammettere i matrimoni, al massimo) e prendesse a cuore, con la stessa forza, altre questioni come la lotta alla mafia, ne guadagnerebbe moltissimo in termini di credibilità e fedeli.

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          1. Marcello

            La Chiesa dovrebbe recuperare su tante e tante cose, ma ritengo che la Chiesa, con tutta la “buona” volontà che potrebbe metterci, non potrà mai aggiornarsi. Le loro regole arcaiche non potranno mai ammorbidirle

  7. Remo

    “trovo, però, allucinante quando due omosessuali manifestano il desiderio di sposarsi in chiesa secondo il rito cattolico” mi fai un esempio di omosessuali che vogliono il matrimonio con rito per forza cattolico, io non ho mai sentito nulla del genere. Sono solo i cattos a paventare questo spauracchio perché pensano che tutto il mondo giri attorno alla loro acquasantiera.

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