Sebbene il blog ultracattolico Pontifex sia presente spesso nei media per via di alcuni interventi non propriamente ortodossi, difficilmente me ne occupo trovandolo poco interessante.
Un articolo (“Vasco Rossi: quando diventa difficile rassegnarsi al declino. Una pena”) firmato da Bruno Volpe ha suscitato il mio interesse.
Per Volpe «Vasco Rossi è uno dei peggiori esempi che un uomo (lasciamo perdere il cantante) possa fornire». Non sono un grande estimatore di Vasco Rossi ma è innegabile l’importanza del cantante di Zocca nel panorama musicale italiano. Per quanto riguarda l’esempio di uomo, Vasco Rossi ha avuto problemi di droga ma ciò non ne fa un cattivo uomo: assumere droga è certamente negativo ed è condannabile il gesto ma non di certo la persona che invece merita la vicinanza e l’aiuto di chi gli è attorno. Chi assume droga non è certamente uno spacciatore, un corrotto, uno stupratore, un mafioso, un bancarottiere, un truffatore, un pedofilio, un razzista, uno stalker: sono queste le categorie di persone che rovinano la società. Un drogato è una vittima della società ma non un colpevole dello sfascio della società.Secondo Volpe «A parte il suo vissuto troppo “spericolato” in fatto di regole e polveri, troppo spesso di esempio per giovani e giovanissimi, dobbiamo soffermarci tristemente sul suo presente»: non mi sembra che Vasco Rossi abbia mai fatto l’esaltazione delle droghe ma ha esplicitamente affermato che la marijuana faccia male e l’eroina faccia malissimo e sia necessario starne lontani.
Volpe continua affermando che «un uomo sensato, che sia o meno credente, sa rassegnarsi alla vecchiaia, al peso degli anni, anche alle malattie». Cosa significa rassegnarsi? Significa smettere di fare musica per il semplice motivo di avere sessant’anni? Sarei curioso di sapere cosa ne pensano Mick Jagger (69 anni), Paul McCartney (70 anni), Brian May (65 anni) giusto per citarne alcuni. Inoltre cosa significa “rassegnarsi alle malattie”? Significa smettere di curarsi? Sarei curioso di sapere cosa afferma il magistero della Chiesa a riguardo.
Volpe applicherebbe lo stesso principio di “rassegnazione alla vecchiaia” anche nei confronti del settantasettenne Silvio Berlusconi che non ha mai nascosto le sue avventure romantiche?
«Vasco, emanazione satanica, sembra vivere in un mondo di orgoglio e quello che è peggio pretende di manovrare come un burattinaio, via social network, i suoi fans»: continua Volpe.
Credo che vivere in un mondo di orgoglio ossia di stima e dignità non sia negativo e non credo che Vasco Rossi voglia manovrare i suoi fans. Semplicemente Vasco Rossi – come altre icone della cultura musicale e dello spettacolo – ha un largo seguito: la sua pagina facebook è seguita da più di 3.000.000 di individui. Forse Volpe dovrebbe – se può – domandarsi come mai Vasco Rossi sia tanto seguito e sia diventanto un’icona della cultura popolare.
«Poverini loro, in buona fede, ci credono. E non hanno compreso che si tratta del funereo, meritato, dissoluto canto del cigno di un uomo che a parte qualche strimpellatura, ha denunciato un clamoroso fallimento etico del quale dovrà rendere conto a Dio»: ovviamente gli oltre tre milioni di persone che seguono il suo profilo facebook e i milioni di individui che hanno comprato i suoi 26 album sono solo dei “poverini”. La domanda che vorrei fare è una: chi segue e chi crede a Bruno Volpe?
«Per lui vale la frase pronunciata a Giuda: meglio per Lui non essere mai nato e siccome ha dato e dà scandalo, sarebbe opportuno che si leghi una corda al collo con relativa macina togliendo il disturbo? Queste furono le parole di Gesù, ma senza usare il punto di domanda. Chi scandalizza anche uno dei piccoli dovrebbe scomparire»: credo che questa frase non meriti nessun commento. Mi domando solo quale dei “piccoli” avrebbe scandalizzato Vasco Rossi e se sia più scandalosa una frase che istiga al suicidio oppure delle canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana.
Volpe rincara la dose «Anche per lui, come per altro soggetto, vale: ma non sarebbe stato opportuno a suo tempo, un incidente di percorso alla nascita? Non lo avremmo avuto, la gente non sarebbe diventata stolta appresso alle sue mattane, con esempi di vita a dir poco distruttivi: sai quanti “spericolati” in meno?».
Mi pongo questo interrogativo. Tutti noi sappiamo quasi tutto della vita di Vasco Rossi, sappiamo cosa ha dato alla società attraverso le sue canzoni, conosciamo le sue vicessitudini, conosciamo la faccia e la sua età. Al contrario cosa sappiamo di Bruno Volpe? Non conosciamo quale sia stato il suo contributo alla società (a parte questi articoli), non sappiamo se abbia avuto vicessitudini giudiziarie, non conosciamo la sua faccia, etc.
Allo stesso tempo mi pongo questa domanda: la società avrebbe ricevuto di meno se non fosse nato Vasco Rossi o se non fosse nato Bruno Volpe? A voi la risposta.
Inoltre Volpe – da direttore di un blog cattolico – è contrario all’aborto ed appartiene alla cosiddetta categoria dei “pro-life” ma allo stesso tempo afferma che sarebbe stato opportuno un incidente alla nascita del cantante di Zocca: mi sembra molto incoerente. Inoltre non pensa che l’incidente alla nascita che giudica opportuno per Vasco Rossi avrebbe coinvolto anche la madre del cantante? In che modo persone simili possono essere “difensori della vita” e soprattutto essere interlocutori per alcuni prelati?
«Caro Vasco: dei tuoi malanni, veri o finti, non sappiamo che farcene e di cattivi maestri non abbiamo bisogno»: forse potremmo affermare che anche noi non sapremmo che farcene degli articoli di Volpe.
Volpe conclude il suo delirante articolo scrivendo «Rassegnati a declinare e portare la croce e i tuoi mali. Oggi gli italiani sono assillati da altre piaghe e di te vorremmo fare volentieri a meno. Invecchia serenamente e accetta critianamente la croce. Sei una pena». C’è da domandarsi se Vasco Rossi ascolterà il consiglio di Bruno Volpe sul rassegnarsi a declinare: ho qualche dubbio.
Ad ogni modo se Volpe farebbe volentieri a meno di Vasco Rossi credo che la soluzione sia semplice: basta che non lo ascolti. Comunque concordo che gli Italiani (Volpe da bravo giornalista dovrebbe imparare che “Italiani” deve essere scritto in maiuscolo) hanno altre piaghe: un certo odio religioso ed un certo fanatismo ignorante di sicuro sono alcune delle piaghe che assillano gli Italiani. Riguardo al fatto che Vasco Rossi sia una pena credo che molti possano provare lo stesso sentimento leggendo gli articoli di Volpe ed – allo stesso modo – penso che molti vorrebbero essere “penosi” come il rocker emiliano.
Inoltre – dal mio punto di vista – credo che sia ben più penoso pubblicare alcuni articoli approfittando delle notizie sullo stato di salute di Vasco Rossi per guadagnarsi un po’ di (immeritata) notorietà che altrimenti difficilmente riuscirebbe ad arrivare.
Allo stesso modo mi auguro che Volpe faccia proprio il suo pensiero secondo cui «un uomo sensato, che sia o meno credente, sa rassegnarsi alla vecchiaia, al peso degli anni, anche alle malattie». Considerando che Vasco Rossi ha sessant’anni e Bruno Volpe circa 50, ciò significa che tra dieci anni Bruno Volpe smetterà di scrivere i suoi articoli: credo che si sopravviverà facilmente.
Quando arriverà quel giorno tutti noi ci domanderemo solo una cosa: ma Bruno Volpe cosa ha dato alla società?
Inoltre la “Volpe moralizzatrice” degli altrui costumi dovrebbe rispondere alla domanda se è lui la persona arrestata per stalking: nel caso la risposta fosse affermativa, Bruno Volpe di certo non avrebbe nessun titolo per giudicare la moralità altrui considerando che lo stalking è un comportamento di gran lunga più biasimevole dell’aver assunto stupefacenti.
Cagliostro
www.alessandrocagliostro.wordpress.com
@Cagliostro1743
Mi sa che il volpastro semplicemente schiatta dall’invidia. Brutta cosa l’invidia, travolge sopratutto quelli che dalla vita hanno ricevuto sopratutto o soltanto calci
in faccia. Durante la naia ho avuto modo di vedere da vicino il nonnismo ed ho
constatato che era formato da individui che volevano trasmettere a poveracci
incolpevoli i calci che la vita aveva loro riservato. Vorrei quindi nominare Brunello
“nonno ad honorem”
Certo che per invidiare Vasco Rossi bisogna essere messi proprio male!
E’ una delle poche volte in cui mi sento di condividere, almeno in parte, quanto affermato da Volpe. E non perchè a sessant’anni si è troppo vecchi per fare musica, ma piuttosto perchè quando sei artisticamente scoppiato sei scoppiato. Ciò non toglie che comunque Vasco qualcosa di buono, artisticamente e non, nell’arco della propria vita lo abbia fatto. Di Volpe non credo di poter affermare altrettanto.
bravo, bell’articolo!
oh DIO DIO……TROPPE COSE NON SI è CONCESSO QUESTO “VOLPE”…….
Caro Volpe (se così si può dire) ricordati che un tempo gli eretici venivano messi al rogo dalla cara amata chiesa……tu avresti fatto e forse dovresti fare quella fine per le eresie che scrivi!! chiuditi da qualche parte che faresti più bella figura!
E’ evidente che il sig. Volpe ha problemi seri dovuti a qualche conflitto irrisolto (probabilmente irrisolvibile) ed ha estremo bisogno di aiuto. Meno male che la chiesa non è, solo, Volpe e chi la pensa come lui. Basta pronunciare le parole Concilio Vaticano II che vomita verde e ruggisce come bestia – un po come la ragazzina del bellissimo e spaventoso (come Volpe) film di Friedkin. A parte però le turbe psichiatriche del suddetto, la riflessione spontanea, molto opinabile ma non peregrina è sulla democrazia: è possibile e avanzato un sistema per cui i voti siano per forza tutti uguali e con lo stesso peso? Non che il mio debba valere più del menzionato psicolabile, pesi (il mio voto) pure di meno ma non uguale, ma non uguale!!!