Ad agosto tutte le attività rallentano, il caldo stempera la voglia di fare. Si tende a rilassare la mente ed a sottovalutare, persino ignorare, le umane miserie. Umane miserie che sono comunque in agguato, pronte a ferire, mordere, dilaniare con la loro infinita cattiveria. Sempre dalla natura umana partono, queste miserie.
E sempre sugli stessi argomenti vertono, se si arriva a raschiare il fondo del barile dal melmoso contenuto: soldi e potere. Chi ha potere in genere ha anche i soldi, e viceversa. Le vie per raggiungere questi traguardi sono infinite, specialmente ora che abbiamo tutti una finestra sul mondo. Internet offre a tutti una grande opportunità di comunicare in libertà, ma la libertà è uno specchio meraviglioso che può offrire sia la possibilità di confrontarsi, migliorandosi, sia il pericolo di subire suggestioni, perdendosi. Dietro alle suggestioni, c’è sempre qualcuno che vuole suggestionare, la domanda è: con quale scopo? A questo non è impossibile ipotizzare come risposta il doppio fine di acquisire potere e, perché no, guadagno, a scapito di chi viene suggestionato. Veniamo al dunque. Alzi virtualmente la mano chi non ha, o non ha mai avuto, paura della morte. Alzi virtualmente la mano chi pensa di poter essere immune da questa paura. Senza vantare doti di divinazione, che non ho io come nessun altro su questo che tra tutti i mondi possibili qualcuno disse essere il migliore, asserisco senza paura che nessuno ha alzato la manina. Tutti abbiamo, abbiamo avuto, oppure avremo, paura della morte. Lo dice la psichiatria moderna, che spiega con questa paura comportamenti patologici anche apparentemente molto slegati dal concetto di mortalità, come ad esempio lo sviluppo di dipendenze da sostanze psicotrope. Senza scivolare nel patologico, per affrontare la paura della morte si sviluppano concretamente le cosiddette credenze. No, non quei mobili antichi che hanno il fastidioso vizio di sviluppare strane macchie di chiara matrice fungina, su cui magari ordire elucubrate pseudo-scientifiche-maligne teorie, no no. Le credenze sono convincimenti che si sviluppano con la finalità di trovare sollievo alle molte domande esistenziali che non possono avere risposte certe. Molto spesso le credenze vengono inculcate nei primi anni di vita e restano saldamente ancorate alla psiche per tutta la vita. Ci sono casi in cui le credenze diventano vere e proprie ossessioni e in alcuni casi veri e propri deliri. Sono tutti quei casi in cui una psiche particolarmente fragile, anche solo del tutto occasionalmente, si confronta con contenuti molto intensi dal punto di vista emozionale. Scendiamo nel concreto. Prendiamo ad esempio una persona che ha appena perso un parente stretto, e poniamo il caso che a questo parente volesse molto bene: la perdita sarà molto dolorosa ed estremamente difficile da accettare. Poniamo il caso che questa persona, equilibrata e senza particolari problematiche psicologiche in corso, navigando in rete, magari anche su siti apparentemente innocui (ce ne sono???), apprenda che il tizio “X” o la signora “Y” riesce a comunicare con i defunti, dietro lauto compenso non richiesto, logicamente. Che cosa può accadere? Sostanzialmente due cose: cambia pagina e non succede nulla, oppure si ferma e legge. Legge, compie altre ricerche, cerca di documentarsi, comincia ad arrovellarsi. Ci pensa sempre più spesso, compra gli immancabili libri che certamente il veggente di turno o chi per esso avrà pubblicato, magari arriva all’estremo e cerca modo e maniera per poter essere messa in contatto col proprio caro defunto. Certo, il mio è un esempio. Certo, magari in questo tipo di trappole ci casca uno su cento, e magari di questo un per cento solo uno arriva al limite estremo. Ma qualcuno ci casca, garantito. Altrimenti nessuno si sprecherebbe a sfornare libri su libri, tenere conciliaboli e conferenzine varie sul tema. E ritorniamo al problema base: con quale etica si gestisce la libertà di pubblicare in rete qualsiasi tipo di contenuto? La censura è quanto di più negativo possiamo augurarci, ma anche la libera circolazione di contenuti privi di qualsiasi riscontro documentato e documentabile è estremamente pericolosa. Per me, per chi legge, per tutti. Se non oggi, domani. Deboli lo siamo tutti, prima o dopo. Soli ci sentiamo tutti, presto o tardi. L’unica possibilità resta la prevenzione. Prevenzione che ci aiuti a comprendere a livello razionale che il web è come una foresta buia e che nell’intrico di alberi si nascondono lupi famelici, pronti a saltare addosso al Cappuccetto Rosso di turno. Prevenzione che diventa informazione, dialogo, etica. Prevenzione che ci aiuti a capire, tutti noi possibili Cappuccetto Rosso, che i lupi del bosco in fondo sono tutti spelacchiati e che una buona legnata sul muso li mette in fuga. Certo, bisogna avere un bel bastone a portata di mano. Bastone che in certi casi non dovrebbe essere metaforico.
La censura è quanto di più negativo possiamo augurarci
Ed allora perchè mi hai inviato il contenuto dell’articolo? 😉
Ti mandiamo il nostro benvenuto. Grazie per il tuo articolo, Remedybrain!
Grazie a voi per aver accettato questo scritto. Segno tangibile che per voi la censura e’ una perfetta sconosciuta 🙂
Scherzi a parte grazie per il gradito benvenuto. Mi onora molto..
Beh tecnicamente non l’abbiamo accettato… Perchè non l’abbiamo voluto leggere prima. Abbiamo accettato i tuoi contributi “a scatola chiusa” 😉
Allora a vostro rischio e pericolo, in ogni caso ormai è fatta, il dato è tratto, non si può tornare indietro e tutti i proverbi che vuoi. Però, tornando ad un briciolo di serietà, mi auguro che chi legge possa trovare esempi di quelli che io ho chiamato “Lupi del Web”, senza scomodare l’illegalità, mi basta ragionare sull’etica che c’è o non c’è dietro alla pubblicazione di un contenuto. Troppo “brain”, forse. Caro Admin, sono i rischi delle “scatole chiuse”, a volte contengono…