Così gravi sono gli effetti, quando si ha una fede preconcetta
Celso; Discorso Vero, liber III 38
Buongiorno mondo, oggi mi dedicherò a un’articolo degli uccrociati. Lo so: è passato molto tempo da quando ho pubblicato un’articolo su di loro, ma, diamine, c’è anche da dire che oggi in casa PontifeSSa c’è un piattume assoluto. Insomma: sfornano gli articoli nuovi con una lentezza…
L’argomento di oggi? I Paesi più poveri sono anche quelli più religiosi. O per dirla con le loro (polemiche) parole: Ma davvero i Paesi più poveri sono anche più religiosi? E perché?.
Vi avverto subito: l’articolo non parlerà MAI in realtà di ciò che qui sopra è scritto, ma si baserà tutto sull’infantile meccanismo del povero ma felice, un modus agendi che in realtà ha la peculiarità di sviare il focus della situazione tramite il Bias di giustificazione, o più in breve creando una sorta dissonanza cognitiva periferica al puro scopo di non accettare il dato di fatto che sì: in effetti i Paesi più religiosi sono quelli con più problemi economici.
Ebbene iniziamo questo articolo e dura prova di pazienza:
Secondo una delle più famose tesi laiciste, la religione sarebbe uno strumento nato per superare la paura della morte. Abbiamo già documentato, anche attraverso indagini sociologiche, che non è un’affermazione che trova riscontro nella realtà.
Per inciso: detto articolo svia dal tema, passando da “strumento per superare la paura della morte” a “paura della morte”. Punto. In breve: considera solo che in effetti i credenti hanno paura della morte, ma evita in ogni maniera di svincolarsi dal dettaglio che la fede religiosa abbia la tendenza a dire che la morte sia solo un passo per un’altra vita. E qui siam punto e accapo visto che non analizzano i dati inerenti a questo punto specifico.
Pare insomma che la tendenza a non rispondere nel merito sia un brutto vizietto presso questi sé-dicenti “razionali”…
Per altro: se con lo scritto di sopra si tentava di sviarsi dall’accusa di panacea mentale di matrice umana con questo invece lascia intendere tutto l’esatto opposto.
Una seconda versione di questa stessa tesi, che viene pescata dal repertorio anti-teista in alternativa alla prima, vuole che la religiosità sia più alta nelle Nazioni più povere del mondo e che quindi la religione sia utile a sopportare la lotta per la sopravvivenza quotidiana.
E come già intuite non rigetteranno l’opinione definendola lo Spaghetto Volante solo sa come, ma tenteranno in ogni modo di avallarla indirettamente portando la fallace idea sopraccitata.
Non c’è che dire: fini comunicatori.
La questione si può affrontare in diversi modi.
Preparatevi a queste perle…
1) Innanzitutto non ci sarebbe nulla di strano, certamente –come dimostrano gli studi (realizzati in società prevalentemente cristiane)- le persone che credono in Dio vivono una vitaqualitativamente superiore dal punto di vista psico-fisico
Posto che pubblicano la loro stessa ricerca selettiva e selezionata quindi necessariamente di parte, ma…. così non si sta indirettamente avallando l’idea da confutare? Sarebbe come se ad uno che chiede «Non trovi anche tu che non pagare le tasse sia ingiusto nei confronti dello Stato che ti paga i servizi, oltre che ovviamente illegale?» si risponda «Certamente no: rende economicamente più stabili perché si han più soldi risparmiati. Cosa ben rara coi tempi che corrono». Insomma, alla faccia del relativismo: con questo “ragionamento” si può mantenere qualsiasi status quo, lecito o meno!
avere un senso ultimo verso cui orientare quotidianamente il proprio cammino, rende certamente l’esistenza più lieta, come è più gustoso (e probabilmente più ragionevole [come no…]) compiere la fatica della scalata di una montagna se si è consapevoli di avere una vetta da raggiungere.
Un bel paio di esempio fallacie condito con una petizione di principio e un appello alle emozioni: non si era mai detto, salvo argomenti palesemente ideologici di stampo religioso, che la vita sia da considerarsi come una scalata. Il carrierismo può considerarsi una scalata, la fama può considerarsi una scalata, una scalata è una scalata. Eppure non mi risulta, secondo l’esempio di metafora totale qui esposto che coincida che gli atei muoiano meglio dei credenti solo perché sarebbero più in basso rispetto alla vetta: o vogliamo pensare che il Dio altrimenti misericordioso punisca in vita i suoi legittimi contestatori, da lui stesso creati per giunta?!
In secondo luogo non è affatto vero che un argomento che renda più sereni sia necessariamente più vero: io potrei pensare per tutta la vita che esiste un enorme ed eterno scudo invisibile che protegga la Terra dai meteoriti, eppure di meteoriti ne son caduti e continuano a cadere, e i crateri son tuttora visibili. Cosa rende in questo dato di fatto lo scudo una cosa reale, poste le medesime caratteristiche di appagamento?
Ma tutto questo non autorizza affatto sostenere che la fede siaun’illusione perché contribuisce ad una vita migliore. Chi afferma questo compie una fallacia argomentativa, confondendo banalmente la causa con uno degli effetti.
In realtà non è proprio così, fatto sta infatti che le cause son ricavabili dagli effetti. Ora: posto che l’uomo ha l’innata tendenza a crearsi dei meccanismi di difesa assecondando così i suoi Bias, siano essi di conferma, disconferma (negazione) o appagamento, e posto che vivere in una condizione economicamente disagiata possa accentuare questa tendenza non siamo forse autorizzati a ritenere che tale tendenza possa essere semplicemente un mero caso di quelli sopra elencati, e cioè di fatto un disperato modo del cervello di evitare di sentire meno le sofferenze cagionate dalla realtà, un’illusione appunto?
E premetto che non sono né uno psicologo né uno psicanalista: la conoscenza dei Bias e dei meccanismi di difesa è una cosa abbastanza notoria.
2) Occorre anche dire, come già affermato per la tesi sul “comfort dalla morte”, che il disagio economico/sociale può essere anche un forte stimolo per pensare allo scopo della propria vita, ad interessarsi di essa.
Pensare alla propria vita… rinviando la soluzione di questo a una fantomatica entità dopo di questa e rinunciando quindi alla concretezza recitando delle risibili suppliche a tale essere sicché l’Immutabile per eccellenza muti opinioni sul suo destino, avendo (lo ricordo) quello il potere su ogni cosa. Bell’interesse.
E scusate il cinismo ma certi rovescismi proprio non li sopporto.
Prendere coscienza della propria impotenza umana avvicina a Dio perché aiuta a vivere in semplicità d’animo (secondo l’ammonimento evangelico)
Che poi, ricordiamolo è proprio quello di cui questo articolo difetta in eccesso, sì che il suo estensore si lascia persuadere dai non-argomenti di cui sopra.
Esiste una certa differenza tra la leggerezza, descritta ad esempio da Epicuro e dai Taoisti, e la semplicità d’animo: la prima è il non avere preoccupazioni inutili e un certo senso d’humor dovuto, per paradosso, alla stessa idea che ogni cosa passi e che quindi abbia relativa importanza nel tutto, richiedendo (anche) una “semplice” attenzione a ciò che accade qui ed ora; il secondo è altrimenti definibile con i termini di Celso: faciloneria, ingenuità e acriticità. Tanto basta.
in gratitudine per quello che si ha e che non è scontato avere.
«Uh, guardate: la cattedrale è andata a fuoco e 12.0000 persone sono morte, ma io sono ancora vivo. È un miracolo, grazie Dio per avermi salvato/a!»
C’è una certa differenza anche, se è per questo, anche tra il non aver molto e il vivere in povertà: il primo può anche significare vivere in modo parco, il secondo per forza di cose significa non avere nemmeno il necessario per il proprio sostentamento. Cosa di cui ben poco ringrazierei.
Al contrario, il ricco o il benestante sarà più tentato di crogiolarsi nell’illusione di essere “a posto”, di non avere bisogno di null’altro o di nessun’Altro [sic!], difficilmente vivrà in gratitudine e in semplicità.
Peccato che la polemica fosse sulla povertà, non sull’opulenza. Attinenza alla domanda cercasi.
Non a caso Gesù stesso, dopo il rifiuto del giovane ricco a donare i suoi beni ai poveri e a seguirlo, disse: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio» (Mc 10, 17-30).
Devo proprio ri-citare il demistificatore romano-ellenistico? Ebbene:
La sentenza di Gesù contro i ricchi, secondo cui «è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio» è stata evidentemente mutuata da Platone; Gesù ha alterato il detto platonico, in cui Platone afferma «È impossibile per chi è eccezionalmente buono essere al contempo straordinariamente ricco» [Leggi V 743 a nda]
Discorso Vero, VI 16
D’altronde l’atteggiamento del Galileo riflette bene l’idea prettamente settaria, già comune al sottobosco ebraico quali gli Esseni, di creare dipendenza economica dalla stessa comunità, tant’è vero che gli altri culti, misterici e non, avevano la generale tendenza a rifarsi all’erario dei Templi, e cioè direttamente alle cariche pubbliche quali il Pontifex Maximus dapprima e lo stesso Imperatore poi.
L’essere materialmente benestanti porta facilmente al rischio di illudersi di essere davvero autosufficienti
Ma se non si mai davvero in ultima istanza autosufficienti che bisogno c’è di tanto sforzo intellettuale ed emotivo, o per dirla come Aśvaghoṣa «ma Che bisogno c’è dello sforzo dell’uomo? Colui che è la causa dell’esistenza della creature è sicuramente anche causa della cessazione dell’esistenza.». Che bisogno c’è insomma di migliorarsi?
(a meno che arrivi un terremoto a spazzare via queste strane[!] idee)
Ciò può al massimo essere dimostrazione dell’insensibilità di quell’essere che prima crea e poi invece di seguire i suoi stessi precetti distrugge come un aguzzino o un dittatore capriccioso la sua stessa opera.
basta soltanto guardare il consumo di antidepressivi nei Paesi ricchi e sviluppati a dimostrazione di come l’uomo abbia sempre bisogno di “altro” rispetto a quanto possiede.
Poco importa che nei Paesi più economicamente agiati gli antidepressivi non siano solo un vizio ma anche prescritti per lo stress delle situazioni sociali e che i Paesi che invece non lo sono non possano permetterseli, viste le loro situazioni di sanità generale.
Inoltre, com’era quel detto “Dio è l’Oppio…”?
Il bisogno umano è insoddisfabile, a meno che trovi una Ragione ultima su cui finalmente riposare.
Ecco appunto… CVD
Dunque, possiamo dire che la povertà è un forte antidoto all’illusione, per questo probabilmente alcuni studi mostrano che le persone meno benestanti sono anche più religiose.
Non che sia impossibile sostituire un’illusione(?) con un’altra illusione. Anzi.
Per di più, se si tiene conto delle considerazioni di sopra la prima pare di gran lunga meno nociva della seconda.
3) E’ opportuno comunque segnalare l’articolo su “Psychologytoday” scritto da Derek Bickerton, professore emerito di linguistica presso l’Università delle Hawaii
Avete letto bene: linguistica, LINGUISTICA ca**o!: non cose ben più attinenti alle dichiarazioni che porterà quali, che so, antropologia o sociologia delle religioni. LINGUISTICA!!!!
il quale si definisce “paleo-scettico”, ovvero scettico verso tutto, scienza compresa.
Il che farebbe dunque dubitare a qualunque persona dotata di raziocinio su come sia arrivato alle sue conclusioni…
Bickerton confuta in ogni caso l’equazione“religione=povertà” spiegando che l’ateismo non prenderà il sopravvento nei Paesi sviluppati
Che è quasi affermare che l’antitesi è corretta. O che l’articolista, in totale sprezzo alla logica, non vuol dire che l’avversario non può avere ragione in nessun caso.
anzi «è anche dubbio se l ‘Europa e Nord America possano mantenere il loro attuale livello di sviluppo economico. Tante civiltà hanno subito un crollo economico, perché dovrebbe essere la nostra l’unica eccezione?».
Non si accorgono di star avallando l’opinione contraria? Non si accorgono che la Crisi colpisca maggiormente i Paesi cattolici secondo la stessa opinione di Gotti Tedeschi?
Ma soprattutto: se la Crisi Economica porta con se un nuovo mainstream culturale da parte dei Paesi che se ne avvantaggiano, non sarebbe lecito pensare che l’ateismo (o comunque il non-cristianesimo) sarebbe ben più propagandato proprio da questi, come ad esempio la Cina? E sto di nuovo riportando l’opinione di Gotti Tedeschi, che trascriverò pari pari più sotto.
Ovviamente tutto questo supponendo che la tesi sia corretta…
Neanche a dirlo…
ma entrando nel merito, occorre sottolineare che «negli Stati Uniti, -che fino a poco tempo fa erano uno dei Paesi più economicamente sviluppati, con alta disponibilità di sport e divertimento come presunti sostituti della religione-, la percentuale di atei oscilla tra un improbabile 9% e uno 0,04%».
Peccato che l’America sia un caso a parte: lì la religione è la cosa più portata a pretesto da parte dei politicanti, il fanatismo diffuso è notorio al punto da chiedere l’abolizione dell’insegnamento dell’evoluzione per selezione. Che ci siano pochi atei è palese dal fatto, insomma, che sono pubblicamente ostracizzati.
Oltretutto, «gli abitanti dei paesi secolarizzati, come Svezia, Danimarca, Francia e Germania, ammontano a non più di circa 158 milioni mentre la popolazione degli Stati Uniti è quasi il doppio».
Appunto per questo: come mai in Paesi con il Welfare migliore del Mondo, e non è un’esagerazione, l’ateismo sia percentualmente maggioritario?
Volendo anche prendere tutta l’Europa, occorre includere «paesi come l’Italia (74% di credenti in Dio), Polonia (80%), Grecia (81%), Portogallo (81%) e Romania (90%). Anche l’Irlanda ha uno stabile 73% di credenti». Tutti questi sono Paesi economicamente sviluppati, contro i quali inevitabilmente si infrange la teoria laicista.
Tutti Paesi, faccio notare, più colpiti dalla Crisi a cominciare dalla Grecia. Della quale in proposito… ma andiamo avanti.
E ora le parola a Gotti Tedeschi:
La crisi economica in corso (non solo non ancora iniziata, bensì ancora all’inizio) e le conseguenze dello squilibrato processo di globalizzazione […] ha trasformato il mondo in due aree economiche: i paesi occidentali (Usa ed Europa) consumatori e sempre meno produttori e i paesi orientali (Asia e India) produttori e non ancora equilibratamente consumatori. Questo processo ha conseguentemente portato un conflitto fra le funzioni economiche dell’uomo occidentale […] il paradosso che si evince è che l’uomo occidentale produce ancora reddito lavorando in imprese domestiche, ma sempre meno competitive e perciò a rischio d’instabilità. Compra i beni più competitivi, prodotti altrove. Investe in imprese non domestiche, in paesi dove l’economia cresce perché si produce. In pratica, rafforza imprese che creano occupazione altrove e persino competono con quello dove lui lavora. […] Questo conflitto, non gestito, sta provocando una crisi strutturale nel mondo occidentale ex ricco. Ma questo mondo occidentale è anche quello le cui radici sono cristiane (Usa e Europa), che è evangelizzato e ha finora sostenuto la Chiesa con le sue risorse economiche. In pratica, grazie al processo di delocalizzazione, la ricchezza si sta trasferendo dall’Occidente cristiano all’Oriente da cristianizzare. In specifico, in occidente ciò comporta: 1) minor sviluppo economico (o persino negativo), minor reddito, minori risparmi, minori rendimenti dagli investimenti locali, maggiori costi per sostenere l’invecchiamento della popolazione ecc. 2) maggiori conseguenze nel ruolo dello Stato in economia, maggiore spesa pubblica e maggiori costi. Esigenza di maggiori tasse, minori privilegi ed esenzione fiscale[!!!], maggiori rischi.
E continua:
A seguito del processo di globalizzazione e crisi economica, il mondo che deve essere ancora cristianizzato è quello che sta diventando «ricco» e quello già cristianizzato sta diventando povero. Con conseguenze anche sulle risorse economiche della Chiesa. Conseguenza conclusiva è che le risorse che tradizionalmente hanno contribuito alle necessità della Chiesa (donazioni, rendite…) potranno diminuire, mentre dovranno crescere i fabbisogni necessari per l’evangelizzazione [“chissà perché” si diranno gli uccrociati…]. In più, il «laicismo» potrebbe approfittarne per creare una seconda «questione romana» di aggressione[!?] ai beni della Chiesa (attraverso tasse, cessazione dei privilegi[!!!], esasperazione dei controlli[!!!!!], ecc.). La «questione romana» del XXI secolo non sarà l’esproprio dei beni della Chiesa ma nella perdita di valore degli stessi, nei minori contributi per impoverimento del mondo cristiano, nella fine dei privilegi[!!!!!] e nelle maggiori tasse prevedibili sui beni[!!!!].
Dal report di Gotti Tedeschi al cardinale Georg Gänswein sulla Crisi Economica riportata da Nuzzi nel suo libro «Sua Santità». N.B.: il carteggio è di rilevante importanza perché fa notare come le prospettive del nuovo addetto allo IOR con quelle del nuovo Governo, in maggior parte collaboratori o ex collaboratori di porporati influenti, sono preoccupantemente simili oltre che precedenti alla formazione di quello, al più che si chiede un’esplicita ingerenza politica per e sul la formazione del nuovo Governo.
Il resto delle opinioni degli uccrociati mi rifiuto di riportarlo per rispetto dell’intelligenza dei lettori di questo blog. Ma in definitiva sulle parole di Gotti Tedeschi: a eSSi l’ardua sentenza.
Fonte del… *arg!* lasciamo perdere: http://www.uccronline.it/2012/07/21/ma-davvero-i-paesi-piu-poveri-sono-anche-piu-religiosi-e-perche/
Riferimenti:
- Gianluigi Nuzzi; Sua Santità. Le Carte Segrete di Benedetto XVI, Milano, Chiarelettere, 2012
- Celso; Il Discorso Vero, Milano, Adelphi, 1994. A cura di G. Lanata
- Aśvaghoṣa; Le Gesta del Buddha, Milano, Adelphi, 2000. A cura di A. Passi
- http://www.fallacielogiche.it/index.php?option=com_content&task=view&id=52&Itemid=66
- http://www.fallacielogiche.it/index.php?option=com_content&task=view&id=125&Itemid=
- http://uk.reuters.com/article/2011/07/16/uk-greece-church-idUKTRE76E38220110716
Io credo, invece, che dipenda dal fatto che i paesi più poveri siano meno accultura ti, per ovvi motivi e che quelli bigotti, cattolici, islamici, ma anche riformati, special mente ame ricani, abbiano la tendenza a far studiare a memoria corano e catechi smi vari,cose di cui, ad una certa età non si possono capire le implicazioni, piutto sto che e ducare al ragionamento logico che è piuttosto malvisto da tutti i religiosi, ma anche dalle ideologie che tendono invece all’indottrinamento. In Italia più che altrove, siamo incerti fra le due alternative: vivere la vita terrena alla meno peggio in attesa del paradiso e della vita eterna, oppure rifiutare le riforme, in attesa che il disagio sociale faccia esplodere l’inevitabile rivoluzione proletaria. Questo era il “tanto peggio, tanto meglio” di Togliatti, che intanto si accorda va con i cattolici per salvare il Concordato.
Be’, non proprio perché c’è sempre (almeno in America, proprio il Paese eccezione) un buon 10% dei defezionati anziani anche solo dall’ideologia per forza di cose legata alla gerarchia:
http://www.usatoday.com/news/religion/story/2012-07-19/no-religion-affiliation/56344976/1
La fonte da parte mia di questa notizia proviene, manco a dirlo, dal sito UAAR: http://www.uaar.it/news/2012/07/27/usa-crescono-ancora-non-religiosi/
Prima mi devo congratulare per il livello dell’intervento, notevole, sopratutto per un diciottenne, poi devo ricordarti che gli Americani non sono tutti Neocon tipo Bush o
Barracuda Palin e non vivono tutti nella Bible Belt, da chi vive in California o New YorK o nella East Coast dobbiamo attenderci una mentalità più evoluta che da un Texano o da un membro del KKK.
Ho un debole per la sophisticated comedy, i film con i dialoghi brillanti scritti dagli sceneggiatori provenienti da Broadway che ricordavano tanto le commedie di Wilde e di Show.
A parte questo, non sono un ammiratore dell’America, per tante cose, a comincia re dal genocidio dei nativi e dalla teoria di Monroe, sempre pervicacemente applica
ta.
In effetti penso la stessa cosa, anche se i miei riferimenti in questo caso sono per il pop anni ’40 (conosciuto grazie a Fallout ) e Gershwin.
Ammetto che quando un fanatico mi parla di America “cristiana” mi viene il dente avvelenato, sarà che ho in effetti troppo in mente vicende come quelle del creazionismo, oltre che i brevi scorci di Jesus Camp che una volta, aimeh!, ho trovato.
Caro FsMosconi,
complimenti per l’articolo prima di tutto.
In effetti è comico che l’articolo degli uccrociati parli di tutto tranne che di quanto riassunto nel titolo (difficilissimo da dimostrare per altro).
Alcune uccretinate sono molto comiche. Ad esempio.
«Al contrario, il ricco o il benestante sarà più tentato di crogiolarsi nell’illusione di essere “a posto”, di non avere bisogno di null’altro o di nessun’Altro, difficilmente vivrà in gratitudine e in semplicità». E su quali basi poter affermare questa ipotesi? La risposta degli uccrociati è: «Non a caso Gesù stesso, dopo il rifiuto del giovane ricco a donare i suoi beni ai poveri e a seguirlo, disse:«Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Ah beh…….se lo dice la Bibbia allora……
«Basta soltanto guardare il consumo di antidepressivi nei Paesi ricchi e sviluppati a dimostrazione di come l’uomo abbia sempre bisogno di “altro” rispetto a quanto possiede»: in effetti è risaputo che nei Paesi poveri (pensiamo all’Africa) tutti vivano in felicità senza nessuno stress particolare.
La cecità degli uccretini è una: loro vedono come nemico l’ateismo. La percentuale di chi si professerà ateo sarà sempre molto bassa mentre quello che dovrebbe preoccupare i cattolici è il tasso di secolarizzazione che – almeno in Italia – è galoppante.
Un’altro aspetto comico è che se la prendono con l’ateismo di stato (Cina, Vietnam, etc.) ma dimenticano che il “cattolicesimo di Stato” (leggasi Democrazia Cristiana) in Italia ha creato degli sfacelli per 50 anni e passa.
UCCROT: http://www.uccronline.it/2012/07/27/il-cattolico-oscar-wilde-e-il-suo-pentimento-per-la-perversione-morale/
Questa è roba ridicola, ma parecchio…
per non parlare dell’articolo del giorno prima sulle cause dell’omosessualità, praticamente copiato ed incollato da wikipedia, solo che, al contrario di come fanno i pontifessi, gli uccretini hanno tolto le parti scomode a loro.
La cosa veramente ridicola è come, parlando della conversionedi Wilde , tralasciano di dire che Ross, al suo fianco, fu il suo primo amante (e non un semplice “amico”).
Avevo una piccola collezione in microsolco di Armstrong, Davis ecc. poi si sono un pò consumati ed ho ripiegato sulla più consistente collezione di lirica, sinfonica e ca meristica, tutta rinnovata in CD. Forse i nostri gusti non coincidono, ma tieni conto che ho venti anni più di te, sono anche curioso delle novità, ma certe stonature mi lasciano esterrefatto. Forse il mio cervellino non è più tanto elastico.
In effetti devo specificare che mi son dimenticato del buon rock anni ’70-’80 (e di Elvis). Quelli citati sono solo le “ultime infornate”.
Tranquillo: se la dissonanza cognitiva fosse un crimine (quella non auto-indotta intendo) immagino che mezzo mondo sarebbe in galera. Me compreso.
Verrebbe da chiedergli come mai – se nei paesi poveri stanno così bene – si danno così tanto per arricchirsi e quindi stare peggio: insomma, saran mica masochisti sti poveri?
PS quel “nessun’Altro” è un tuo refuso o proprio un loro errore di crassa ignoranza grammaticale? se è così ti consiglio di metterci dopo un bel [sic!].
Crassa, crassissima ignoranza…….l’errore è dell’uccrociato.
Un uccrociato che commette un errore da penna blu merita il titolo di uccretino.
Forse dovrebbero tornare alle scuole elementari.