Se a ogni individuo fosse concesso di scegliere fra l’annientamento di sé e quello dell’universo, non ho bisogno di dire da quale parte, nel maggior numero dei casi, penderebbe la bilancia. Ognuno fa di sé il centro dell’universo, riporta tutto a sé stesso; e anche tutto ciò che accade, come ad esempio i più grandi mutamenti del destino dei popoli. egli lo considera dapprima secondo il suo interesse e, per quanto esso sia meschino e remoto, ad esso pensa innanzitutto… L’unico universo che ognuno consce realmente e di cui ha conoscenza, egli lo porta con sé come sua rappresentazione, e perciò ne è il centro. Ciascuno è dunque a se stesso tutto in tutto.
Arthur Schopenhauer; L’arte di insultare, Il centro dell’universo. Adelphi, pp. 41
Che Mastropasqua non fosse una cima era chiaro da immemorabili tempi, che le sue argomentazioni rasentassero la sola lectura dei Protestanti tanto invisa al suo gruppuscolo che gli permetteva di pubblicare via internet i suoi sprazzi di scarsa dignità pure, ma qui si rasenta il ridicolo. Sto parlando del nuovo articolo dell’eminente scienziato () pontifeSSo oltreché lor maggior studioso sulla datazione del Nostro Pianeta il cui titolo al solito del tutto logicamente staccato dal resto dell’articolo è nientemeno che IL CATTOLICO, LA CHIESA E L’ESISTENZA DI DIO laonde la Chiesa verrà nominata per scrupolo solo alla fine e quasi in nota.
Ma vediamo questa perla di confutazione medievale:
Le parole “io credo in Dio” significano: Credo fermamente che vi è Dio e a Lui tendo come a Sommo e Perfettissimo Bene e mio ultimo fine. Napoleone nella solitudine di Sant’Elena, diceva al generale Bertrand il quale osservava di non poter conoscere Dio, perché non si vede: “Voi mi chiedete che cosa sia Dio, se io lo conosco e che cosa ne so. Rispondetemi prima voi: in che modo conoscete voi l’ingegno dell’uomo? E’ forse una cosa visibile che vi credete? E’ forse una cosa che avete toccato? Perché ci credete? Vi credete perché ne vedete le opere… Voi avete creduto al mio genio, perché avete veduto le mie vittorie”. Noi non vediamo Dio, ma dalle sue opere lo conosciamo. CE LO DICE LA RAGIONE
Con la buona pace del Dio che aveva reso pazza la sapienza del mondo. O i Nostri pensano di non essere di questo mondo come degli pneumatici di gnostica memoria?
al minimo atomo, alle grandiose masse dell’universo, all’uomo, abbiamo una esistenza non necessaria, cioè potrebbero anche non esistere.
Se non è necessaria non c’è una ragione specifica o necessaria per cui dovrebbe per forza di cose essere causata. Eppure in base a questa frase ecco che il Nostro…
Come abbiamo avuto l’esistenza? Risaliamo pure indietro nelle cause, ma non possiamo continuare all’infinito: bisogna giungere ad un Essere che ha dato l’esistenza a tutto, senza averla ricevuta da nessuno, un Essere cioè, che esiste di per sé -necessariamente.
Argomento Aristotelico traslato dalla causa sine tempore a una causa fissata nel tempo. Tolto che non questo ragionamento si pone l’Ineffabile come un mero astro, messo a pro dell’universo e non il contrario esattamente come lo erano gli dei delle religioni precedenti, in base alla stessa fallace induzione potrei postulare che:
- I fulmini sono causati da Zeus/Giove/Tinia/Raijin/Indra etc. etc.
- Le montagne sono scosse da Nettuno/dai Naga che reggono il Kailash alla base/dalla trota gigante degli Ainu etc. etc.
- I cieli sono mossi da demoni/due spiriti in contrapposizione/i pianeti che sono dei etc. etc.
- Le malattie sono causate da Spiriti
E via delirando. Segue un esempio fallace in quanto vuol dimostrare a posteriori ciò che l’esempio pone necessariamente ad anteriori. Un ragionamento circolare.
Così se esiste il mondo, se esistiamo noi, dobbiamo aver avuto una Causa che ci ha dato l’esistenza.
E chi mai avrà causato la causa? Già: perché non ha detto causa incausata ha detto solo causa, ma anche se fosse: a nessun essere senziente vien così da far una cosa a caso, una motivazione necessariamente ci dev’essere, e questa deve necessariamente posteriore all’effetto. Anche così quindi la pristina domanda rimane.
Più sotto c’è l’ennesimo esempio fallace circolare riguardante un globo. Ma forse il Nostro è ignaro che per fare un esempio decente c’è bisogno che ci sia qualche elemento alla base comune: un sasso pone più dilemmi ma certo sarebbe stato più simile al mondo intero rispetto a un planisfero fatto necessariamente da mano umana. Insomma: non solo fa un errore ma pervicacemente lo reitera.
Segue poi la dimostrazione di Seneca sull’ordine dei pianeti, seguita dal fallace esempio dell’orologiaio e dall’Appello Ad Populum:
Anche l’ordine di tutte le cose create ci dice che c’è una Mente ordinatrice. Gli astri hanno il corso così ben determinato che un astronomo a tal distanza di anni può annunziarvi che la tale stella nel tempo sarà visibile in quel determinato punto, sa annunziarvi eclissi e fenomeni celesti.
Che ciò sia un illusione in quanto siam noi che ci muoviamo e basta quindi calcolare il nostro moto in base a quello degli altri corpi celesti, tutt’altro che regolare va detto, non passa nemmeno sotto nota.
Parimenti che il ragionamento sottenda più che un fantomatico pantokrator un più calibrato Demiurgo movitor delle sfere è ignorato.
Ciò che è importante per costui è mangiarsi il menu al posto del cibo:
Legge di Golomb sui modelli matematici
Confondere un modello con la realtà sarebbe come andare in un ristorante e mangiare il menù.
http://www2.fci.unibo.it/~enzop/Leggi.htm
Se gettate a caso un mucchio di rotelle e di altri pezzi, può venirvi fuori ad esempio un orologio? E potrebbe esservi questo ordine nella natura, se non vi fosse Dio ordinatore?
Così fosse però l’Universo sarebbe perfettamente prevedibile proprio in quanto ordinato: il che non mi risulta.
(…) anche i filosofi son generalmente d’accordo che ciò che il volgo chiama caso, non è altro che una causa segreta e nascosta. Questa specie di probabilità è quindi quella che principalmente dobbiamo esaminare (…) Sarebbe una follia per gli uomini se nel corso della loro vita e delle loro azioni gli stessi soggetti fossero sempre uniti insieme: non avremmo altro da temere che l’errore del nostro giudizio, e in nessun caso l’incertezza della natura. Ma, siccome accade spesso che un’osservazione è contraria ad un’altra, e le cause e gli effetti non seguono nel medesimo ordine di cui abbiamo avuto esperienza, siamo costretti, a causa di questa incertezza, a variare il ragionamento e a prendere in considerazione gli eventi contrari. La prima questione, quindi, che si presenta qui, riguarda la natura e le cause della contrarietà.
La gente che giudica delle cose al loro primo apparire attribuisce l’incertezza degli eventi all’incertezza delle cause, la quale spesso le fa mancare della loro abituale efficacia, anche se nessun impedimento si frapponga alla loro azione. Ma i filosofi, osservando che in quasi tutte le parti della natura è contenuta una grande varietà di forze e di principi, che restano nascosti a causa della loro piccolezza o distanza, dicono che, per lo meno, è possibile che la contrarietà degli eventi non proceda da una contingenza nella causa, ma dalla segreta azione di cause contrarie. Questa possibilità si tramuta, poi, in certezza quando s’avvedono che, a un esame accurato, la contrarietà negli effetti tradisce sempre una contrarietà nelle cause e proviene dal loro reciproco impedimento o contrasto. Un contadino non può dare una migliore ragione del fermarsi di un orologio che col dire che esso semplicemente non va bene; un orologiaio invece vede facilmente che la stessa forza nella molla o nel pendolo ha sempre la stessa influenza sulle sfere: ma l’effetto usuale è venuto a mancare forse a causa di un granello di polvere che ne ha arrestato tutto il movimento. Dall’osservazione di diversi casi analoghi i filosofi stabiliscono la massima che la connessione tra le cause e gli effetti è sempre necessaria, e che l’apparente incertezza in alcuni casi deriva dalla segreta opposizione di cause contrarie (…) Ma fate che gli uomini si persuadano pienamente di questi due principi: che un oggetto, considerato in se stesso, non contiene niente che ci autorizzi a trarne una conclusione che vada al di là di esso; e che, anche dopo aver osservato il frequente o costante congiungimento degli oggetti, noi non abbiamo nessuna ragione di trarne un’inferenza riguardante un oggetto che è al di là di quelli di cui abbiamo avuto esperienza; fate, ripeto, che gli uomini si convincano pienamente di questi due principi, ed essi si troveranno così sbalestrati fuori di tutti i sistemi usuali, che non faranno più nessuna difficoltà ad accettarne un altro, ancorchè sembri del tutto fuori dell’ordinario (…).
Molto brevemente il mio parere: Una successione di eventi è generalmente detta casuale se si ritiene non vi sia alcun modo di prevedere un evento di un dato genere sulla base dell’evento o degli eventi che l’hanno preceduto. Io modificherei la frase con “ se risulti difficile o temporaneamente impossibile”. Il caso mi pare simile a quella divinità cui ci rivolgiamo allorquando non troviamo spiegazioni soddisfacenti. O una divinità esso stesso … per definizione inaccessibile e imponderabile …. laddove chi parla di un ordinamento divino dell’universo se la prende forse meno comoda di chi parla di caso come impossibilità. Poiché non reputo la filosofia hobby per oziosi, ma strumento di perfezionamento del mondo circostante, rimando volentieri alle dispute che spesso sorgono in connessione a catastrofi naturali e non, gestione di esse e conseguente strumentalizzazione del fattore “caso”. Sarebbe molto interessante tracciare la storia della prevedibilità degli eventi, di varia natura, nei secoli. Vero che difficilmente raggiungeremo una stella polare, qui intesa come metafora della perfetta prevedibilità, vero che essa continui ad indicarci la direzione. Lungi queste dall’essere considerazioni definitive sull’argomento, vastissimo, spero solo siano state di stimolo per un ulteriore sviluppo del tema, quand’anche in altra direzione…
http://www.fallacielogiche.it/index.php?option=com_content&task=view&id=147&Itemid=155
Ovviamente questo rientra perfettamente nell’errore del menu sopraccitato.
Tutti i popoli credono in un essere supremo creatore di ogni cosa creata
Da quando la veridicità di un’opinione è direttamente correlata a chi la sostiene? E soprattutto: da quando milioni di mosche sanno che la cacca è un buon cibo per tutti?
Dio nella infinita Sapienza e Bontà, si degnò di manifestare Se stesso e certe verità per ammaestrare gli uomini nella dottrina dell’eterna salute. Questa manifestazione di Dio si chiama rivelazione soprannaturale. La rivelazione è assolutamente esente da ogni errore perché Dio è somma Verità e Veracità per cui non può né ingannarsi né ingannare.
Genesi 1 che cita degli Elohim che parlano al plurale, Genesi 2 che contraddice il primo capitolo, doppi decaloghi… la storia generale che è un copia-incolla di racconti precedenti di palese origine astronomica (Enuma Elish, Etana, Avesta per citarne alcuni)… è tutto a posto.
Dio si è degnato di rivelare agli uomini anche verità per se stesse accessibili alla natura umana, affinché tali verità nella presente condizione del genere umano decaduto potessero venire da tutti conosciute facilmente, con assoluta certezza e senza nessuna mescolanza di errore.
Appunto: Sola Lettura. Epperò la Bibbia va interpretata dicono altresì…
Perché l’ossequio della nostra fede sia conforme alla ragione, Dio ha voluto, agli aiuti interni della grazia, aggiungere argomenti esterni della Sua rivelazione, cioè dei fatti divini, e soprattutto i miracoli e le profezie, che dimostrano luminosamente l’onnipotenza e l’infinita scienza di Dio e sono segni certissimi della divina Rivelazione, proporzionati all’intelligenza di tutti.
Strano: e io che pensavo che una cosa tanto auto-evidente non avesse bisogno per sua stessa natura di effetti speciali.
Il resto mi rifiuto di riportarlo: posto che nemmeno più l’Enciclopedia Cattolica asserisce che i Vangeli furono scritti da coloro ai quali li appaiò Ireneo, si passa al ridicolo secondo cui Mosé avrebbe fatto scrivere tutto l’antico testamento!
In definitiva? Patetico.
Fonte del disastro logico: http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/12046-il-cattolico-la-chiesa-e-lesistenza-di-dio
Chissà perché io me lo figuro il Signore pontileSSo mentre rivela la verità assoluta ai volenterosi redattori dei primi libri della Bibbia: un gigantesco triangolo luminoso sovrasta costoro, mentre una voce impostata alla Pavarotti, ma infinitamente più potente, arringa gli astanti che odono e scrivono, due ore al giorno.Dice eSSo:
” a regà, ndò semo arrivati? ( eSSo, a quel tempo frequentava in incognito i bassifondi di Velletri) Amo finito a’ genesi? Vabbè, domani cominciamo l’esodo; nooo, puttana Eva, domani c’ho na battaglia giù a Ninive, dò sterminà uno dei due eserciti, ma numme ricordo quale, vorrà dire che farò ambaraban tre galline e tre cappon, tanto, visto che entrambi combattono in nome di Dio, chi vince vince, io ho vinto lo stesso. Allora regà, ce beccamo martedì, fate i bravi che se mi prendono i cinque secoli….”, Con un minidio del genere, non mi meraviglia che Mastro Lindo non ne azzecchi una!
Perche’ tutto questo mi ricorda Aniene? 😉
Interessante… Il contenuto del pippone di Mastropasqua è presente anche in altri siti. Uno si chiama “cattolicesimo.eu” e cercando di accedervi si riceve un avviso di Google che anticipa la possibilità di subire aggressioni informatiche da parte del sito stesso… Confortevole.
L’altro sito invece è questo…
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9385682
Curioso.. si tratta di documenti che circolano da qualche tempo… Un paio di mesi circa…
Apparentemente il buon Pasqualone ha pubblicato la sua spazzatura nel forum precedentemente indicato. Tutti i suoi articoli sono disponibili qui:
http://freeforumzone.leonardo.it/cartella.aspx?c=172907&f=172907&idc=674308