Pontifex si augura che il 25 aprile sia una festa di conciliazione: la proposta di un gesto concreto.

Ogni anno la settimana che va dal 25 aprile al 1 maggio è un periodo di grandi “risvegli“.
Ci si risveglia a causa della primavera ma – dentro di noi – si risvegliano anche dei sentimenti (di orgoglio o avversione) verso le celebrazioni della Festa della Liberazione e la Festa del Lavoro.
Bruno Volpe non è da meno e pubblica un articolo (a firma anche di R. Tommasi: non è dato sapere il nome) dal titolo: “Il 25 aprile sia la festa di tutti gli Italiani e non dei Comunisti. Perdono e riconciliazione!“.

So di essere pignolo ma vorrei condividere due riflessioni.
Prima di tutto l’articolo di Pontifex non è un “trattato enciclopedico” o una inchiesta giornalistica: erano necessarie addirittura due persone per scrivere un simile articolo? Va beh….
Riguardo al titolo concordo che il 25 aprile debba essere la Festa di tutti gli Italiani ma non capisco perché non possa essere anche la festa dei Comunisti. Piaccia o meno ma alcuni Italiani sono Comunisti: non vedo perché debbano essere esclusi.
Magari il titolo avrebbe acquistato più significato se fosse stato scritto: “Il 25 aprile sia la festa di tutti gli Italiani e non solo dei Comunisti“.

Cominciano le “chicche”.
Come ogni anno, arriva la (stanca) liturgia laica del venticinque aprile, liberazione.
Non so la celebrazione del 25 aprile sia “stanca”. Nel caso lo fosse, è comunque dovere di tutti gli Italiani renderla sempre meno “stanca” e più viva.

La retorica ormai corrente e patriottarda, influenzata dai tromboni della sinistra, ha infarcito questa ricorrenza di un significato sinistro che non ha e che non può avere.
Scusate l’ingenuità ma quale sarebbe questo significato “sinistro”?

I comunisti a lungo hanno messo il cappello sul venticinque aprile dimenticando che contribuirono alla liberazione anche cattolici, persone di nessuna fede, cittadini persino apolitici, ma desiderosi di libertà e di giustizia.
Non credo che i comunisti abbiano mai “messo il cappello” su tale ricorrenza: forse molto semplicemente hanno sempre ricordato con orgoglio la loro partecipazione alla Lotta di Resistenza. La stessa ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) riconosce che la Resistenza fu lo sforzo comune di cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici e anarchici.

La migliore maniera di celebrare questa festa è saper camminare verso la conciliazione e la pacificazione nazionale, sapendo riconoscere che, nella storia, nemici e mali assoluti non esistono.
Vorrei rassicurare Volpe. La pacificazione e la conciliazione in Italia avvennero il lontano 22 giugno 1946 con l’amnistia Togliatti con cui furono amnistiati tutti i reati comuni e politici: mi sembra un gesto più che simbolico.
Purtroppo nella nostra storia “nemici e mali assoluti” ce ne furono. La dittatura fascista prima e l’occupazione nazi-fascista dopo furono i “mali assoluti” della nostra nazione.
Se tutte le forze politiche e sociali vogliono effettivamente realizzare un processo di “conciliazione” è sufficiente che condannino senza riserve il fascismo: molto facile.

Mussolini compì l’errore fondamentale di allearsi (una scelta imposta) con i tedeschi, ma senza quella scelta, molte delle sue decisioni furono degne di un grande statista da apprezzare e rivalutare.
Non sono storico ma non mi sembra che l’entrata in guerra dell’Italia fu imposta (quali elementi per provare questa ipotesi?). È storicamente accertato che davanti ai dubbi di molti gerarchi fascisti riguardo l’entrata in guerra dell’Italia Mussolini rispose: «Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative».
A parte l’entrata in guerra, in molti altri provvedimenti adottati dal fascismo (leggi razziali, l’instaurazione di una dittatura, etc.) c’è ben poco da apprezzare.

Allo stesso tempo, meritano un riconoscimento le vittime della Repubblica sociale di Salò che morirono per un ideale anche loro.
Di cosa dovremmo essere “riconoscenti” ai repubblichini di Salò? Dovremmo essere “riconoscenti” di aver combattuto per una dittatura nazifascista? Al massimo andrà quella umana pietà dovuta ai morti ma di certo non la “riconoscenza“. Inoltre perché considerarli “vittime“? La vittima è colui che soccombe all’altrui inganno e prepotenza, subendo una sopraffazione, un danno, o venendo comunque perseguitato e oppresso. Se i morti di Salò sono stati “ingannati”, lo sono stati dell’ideologia fascista: quindi (a loro modo) sono vittime del fascismo per aver combattuto per un ideale sbagliato.

In quanto alla resistenza, occorre dire che fu un fenomeno positivo, ma anche tra i partigiani contiamo esempi negativi, atti di autentico banditismo e disumanità che la storia per pigrizia o conformismo non ha punito. Adesso ci sta pensando qualche importante storico a raccontare le vicende “dei vinti”.
Anche qui bisognerebbe essere precisi prima di lanciare accuse generiche. Se ci si riferisce ai casi riportati da Pansa bisogna precisare che furono casi commessi a guerra finita di cui se ne è occupata la giustizia ordinaria (non è vero che non siano stati puniti) e quando le brigate partigiane erano state già sciolte.

E allora si arrivi ad una vera conciliazione, riconoscendo che l’uomo non è perfetto e che in ognuno di noi c’è del bene e del male. Solo con questa consapevolezza, la pace è sicura e può durare a lungo.
Son totalmente d’accordo. Siccome la conciliazione può nascere solamente in quei valori della Resistenza da cui è nata la nostra democrazia propongo a Bruno Volpe ed a R. Tommasi un gesto molto simbolico ma concreto (da cui il titolo dell’articolo). Rechiamoci presso una sede locale dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) e richiediamo l’iscrizione. Non serve essere stati Partigiani effettivi ma basta condividere “il patrimonio ideale, i valori e le finalità dell’A.N.P.I. (…) in qualità di antifascisti“. Successivamente mettiamo online le nostre tessere Anpi: mi sembra un bel gesto concreto e significativo di pacificazione.

Questo si chiama perdono, il santo perdono di cui ha sempre parlato Cristo!!!
I fascisti sono stati già perdonati con l’amnistia Togliatti. Inoltre il perdono va richiesto e non mi sembra che qualche ex esponente del fascismo lo abbia mai fatto.

Il pensiero di Bruno Volpe e R. Tommasi su Pontifex:
http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/11501-il-venticinque-aprile-sia-la-festa-di-tutti-gli-italiani-e-non-dei-comunisti-perdono-e-riconciliazione

Un punto di vista diverso:
http://vocelaicista.wordpress.com/2012/04/25/pontifex-e-la-pacificazione-nazionale/

2 pensieri su “Pontifex si augura che il 25 aprile sia una festa di conciliazione: la proposta di un gesto concreto.

  1. admin

    Questo argomento si incastona come un brillante in una corona magnifica. La corona che conferisce agli amici Pontifessi il Primato dell’incoerenza.

    Già perchè quando parlano della loro religione (che, ribadiamo, ha radici nel cattolicesimo ma se ne discosta radicalmente essendo basata su un loro privato e minimo minimagistero e sul loro minidio) non è proprio mai possibile scendere a compromessi. L’ecumenismo è una merda. Le altre religioni sono demoniache. Chi è ateo è una merdaccia. Chi li critica complotta ed alimenta la “cattofobia”.
    Quando invece si parla della Storia d’Italia arrivano a mescolare tutto in un unico calderone (diventano perfino “buonisti”, termine che a loro produce l’orticaria) fino a produrre articoli come quello che hai giustamente e saggiamente commentato.

    Allora cerchiamo di guardare il bicchiere “mezzo pieno” ed apprezziamo il buonismo dei nostri amici Pontifessi, con la speranza che riescano a rinsavire anche quando si parla di altri temi.

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  2. StevenY2J

    “Allo stesso tempo, meritano un riconoscimento le vittime della Repubblica sociale di Salò che morirono per un ideale anche loro.”

    Applicando questo (assurdo) punto di vista, meriterebbero riconoscimento anche i nazisti, i fascisti di Mussolini e Franco, i soldati del generale Tito (quelli che loro odiano tanto per le foibe) o di Mao, i kamikaze giapponesi della II GM e, soprattutto, meriterebbero riconoscimento anche i terroristi islamici, gli attentatori delle Torri Gemelle e tutti i regimi dittatoriali che perseguono anche (e soprattutto) i cristiani (é il caso della strage dei copti in egitto):
    Dopotutto, anche queste persone “combattono e muiono per un ideale”, no? Che, poi, questo ideale sia quello di soggiogare gli altri, uccidere chi non la pensa come sé e sterminare uomini, donne e bambini innocenti sembra essere un piccolo, irrilevante, dettaglio… Dopotutto, nella storia non ci sono “mali assoluti”… Vergognoso…

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