Pontifex oggi riporta un articolo dal titolo “Le amnesie del Presidente Napolitano: i Partigiani ed i crimini a sfondo religioso” a firma di Gianni Toffali. Una semplice ricerca in internet permette di verificare che l’articolo è stato ricopiato integralmente dal sito giornale.sm in cui appare con il titolo “La farsa del 25 aprile….“.
Toffali affronta la celebrazione del 25 aprile con tesi quantomeno “revisioniste“.
Ecco alcune chicche.
“Innanzitutto, assodato che l’Italia la guerra la perse, non ha precisato che festeggiare una sconfitta, è puro masochismo“.
Toffali forse dimentica alcune tappe fondamentali. L’Italia si era già posta ufficialmente aldifuori della guerra con il Proclama Badoglio dell’8 settembre 1943 che così recitava:
«Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza»
Da tale data si aprì una guerra civile in cui i nazisti tedeschi (spalleggiati dai repubblichini di Salò) invasero l’Italia combattuti dai Partigiani e dalle Forze Alleate. Il 25 aprile non si celebra la sconfitta della guerra (da cui l’Italia si era posta aldifuori dall’8 settembre 1943) ma la ritrovata liberazione.
Inoltre – nonostante sia vero che l’Italia perse la guerra – è meglio una guerra persa da una Nazione che chiuse i conti con il proprio passato dando inizio ad un processo democratico o una guerra vinta da una alleanza nazifascista?
Toffali forse dovrebbe rileggere il discorso pronunciato dal cattolicissimo De Gasperi alla Conferenza di Parigi del 1946 che concluse affermando: “Come italiano non vi chiedo nessuna concessione particolare, vi chiedo solo di inquadrare la nostra pace nella pace che ansiosamente attendono gli uomini e le donne di ogni Paese che nella guerra hanno combattuto e sofferto per una mèta ideale”
“La liberazione è stata prevalentemente operata dagli alleati e in minima (se non infima) parte dai partigiani“
Questo è vero solamente in parte. Città come Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Genova, Torino, Biella, Vercelli, Novara, Milano, Napoli e altri comuni più piccoli furono liberati dai Partigiani prima dell’arrivo degli Alleati.
“onestà intellettuale e storica avrebbe richiesto che Napolitano condannasse pubblicamente i partigiani comunisti dei Gap (Gruppi Azione Patriottica), i quali provocavano deliberatamente i tedeschi nella certezza assoluta che le ritorsioni avrebbero ammazzato cittadini inermi“
Prima di tutto sbaglia l’acronimo di G.A.P. che non significa “Gruppi Azione Patriottica” ma “Gruppi Azione Partigiana“: errore significativo di una certa approssimazione storica.
Oltre a questo i Partigiani combattevano contro un esercito regolare rispettando le regole del diritto bellico. I nazifascisti invece con le loro ritorsioni si ponevano aldifuori del diritto bellico infatti le loro ritorsioni (Strage delle Fosse Ardeatine, etc.) vennero considerate come “crimini di guerra” e giudicate come tali.
“Mussolini e suoi stretti collaboratori non vennero uccisi dai partigiani comunisti per motivi politici, ma banalmente per rubare le casse della Repubblica Sociale (detto anche l’oro di Dongo), tesoro con il quale poi il PCI acquistò la sede in Via Botteghe Oscure a Roma“.
La verità storica stride con tutto questo.
Un ultimatum del 19 aprile 1945 del Clnai così recitava:
“Sia ben chiaro per tutti che chi non si arrende sarà sterminato.
Sia ben chiaro per i componenti delle forze armate del cosiddetto governo fascista repubblicano che chi sarà colto con le armi in mano sarà fucilato.
Solo chi abbandona oggi, subito, prima che sia troppo tardi, volontariamente, le file del tradimento, solo chi si arrende al Comitato di Liberazione Nazionale, consegna le armi – quante armi può – ai patrioti avrà salva la vita, se non si sarà macchiato personalmente di più gravi delitti.
Il Comitato di Liberazione Nazionale e le formazioni armate del Corpo dei Volontari della Libertà non accettano e non accetteranno mai – in armonia con le decisioni dei capi responsabili delle Nazioni Unite – altra forma di resa dei nazifascisti che non sia la resa incondizionata.
Che nessuno possa dire che, sull’orlo della tomba, non è stato avvertito e non gli è stata offerta un’estrema ed ultima via di salvezza“.
Già nella mattina del 25 aprile il CLNAI, riunitosi a Milano, aveva approvato un Decreto per l’amministrazione della giustizia ove, all’art. 5 si prevedeva che: “i membri del governo fascista e i gerarchi fascisti colpevoli di aver contribuito alla soppressione delle garanzie costituzionali, d’aver distrutto le libertà popolari, creato il regime fascista, compromesso e tradito le sorti del paese e di averlo condotto all’attuale catastrofe, sono puniti con la pena di morte e, nei casi meno gravi con l’ergastolo”.
Inoltre va ricordato che a Mussolini fu offerta un’ultima possibilità di avere salva la vita.
Nel pomeriggio del 25 aprile, con la mediazione del cardinale di Milano Ildefonso Schuster, vi fu nell’arcivescovado un incontro decisivo tra la delegazione fascista composta da Mussolini stesso, il sottosegretario Barracu, l’industriale Gian Riccardo Cella, il prefetto di Milano Mario Bassi, i ministri Zerbino e Graziani ed una delegazione del CLN composta dal generale Cadorna, dall’avvocato democratico-cristiano Marazza e dal rappresentante del partito d’azione Riccardo Lombardi. La proposta che riceve dai suoi interlocutori è quindi la “resa incondizionata”.
I fascisti si riservano di dare una risposta entro un’ora lasciando l’arcivescovado e ritirandosi in prefettura, ma non ritorneranno più. Perciò Mussolini – sebbene vi fosse un ultimatum del Clnai del 19 aprile ed un decreto del Clnai del 25 aprile – ebbe la possibilità di avere salva la vita con la “resa incondizionata” ma preferì fuggire. Fu trovato e fu fucilato in ottemperanza agli ordini del Clnai di cui sopra.
“per citare i misfatti dei partigiani servirebbero decine di libri (come ad esempio i testi dell’”eretico” Gian Paolo Pansa, la cui unica “colpa” è stata quella di aver smascherato i crimini e le ipocrisie dei cosiddetti “liberatori”)“.
Forse bisognerebbe essere più precisi prima di lanciare simili accuse. Se vogliamo parlare dei casi affrontati da Pansa bisogna ricordare che si parla di singoli episodi commessi a guerra finita di cui se ne è occupata la giustizia ordinaria e quando le brigate partigiane erano state già sciolte. Essendo avvenuti a guerra finita non sono avvenuti all’interno nel contesto della guerra di Resistenza (il CLN ordinò alle brigate partigiane di sciogliersi e consegnare le armi a maggio del 1945) ma semplicemente da privati cittadini italiani che – in vari casi – hanno affrontato la giustizia ordinaria. Quindi si parla di casi episodici commessi aldifuori della Lotta di Liberazione ma non sistematici ed organizzati come quelli fascisti.
Insomma ancora una volta una lezione di storia “particolare”.
“L’auspicio è che l’opinione pubblica apra gli occhi, e che l’anno prossimo non si faccia abbindolare da chi usa il falso mito dei partigiani per tornaconti elettorali. Insistere a celebrare il 25 aprile equivale a schiaffeggiare la verità e prendere a calci nel sedere la vera storia d’Italia.
Mi viene spontanea una considerazione. Toffali ha pubblicato questo articolo sul sito giornale.sm che si occupa di notizie relative a San Marino. Non so se Toffali sia cittadino italiano o sanmarinese ma in ogni caso il suo editoriale è stato pubblicato su un sito sanmarinese. Sebbene San Marino culturalmente non abbia nessuna differenza con l’Italia ed abbia vissuto sia il fascismo che le vicende della seconda guerra mondiale, resta uno stato totalmente indipendente dall’Italia (sebbene legato per tantissimi motivi). La Festa della Liberazione è una festa della Repubblica italiana e non riguarda la Repubblica di San Marino. Insomma se i “cuginetti” del Monte Titano hanno tanto a cuore il comportamento del nostro Presidente Napolitano e della nostra celebrazione del 25 aprile rinuncino anche alla loro sovranità popolare (ed al segreto bancario) e si annettano all’Italia (come dovrebbe essere naturale): credo che nessuno avrebbe da obiettare. Altrimenti – molto bruscamente – mi viene da pensare che alla nostra Festa della Liberazione ci pensiamo noi cittadini italiani.
Fonti della “lezione”:
http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/11521-le-amnesie-del-presidente-napolitano-i-partigiani-ed-i-crimini-a-sfondo-religioso
http://www.giornale.sm/la-farsa-del-25-aprile-di-gianni-toffali-41786/
http://vocelaicista.wordpress.com/2012/04/27/la-liberazione-secondo-pontifex/
Innanzitutto benvenuto tra noi… Dopo qualche timido commento è arrivato il momento di dare spazio al tuo pensiero… Grazie per aver scelto di condividere con noi le tue riflessioni.
Che dire? La lettura della tua replica ci conferma che è meglio, per un idiota, fare silenzio. Perchè quando apre bocca offre immancabilmente la conferma della sua idiozia.
Ed anche in questo caso Tanfolo ha perso l’occasione per fare silenzio…
Grazie a voi per aver ospitato il mio semplice pensiero…..
uno schiaffone ben dato all´ignoranza dei pontimostri non secolarizzati ..benvenuto laicista!
Parlando en passant di Partigiani , il padre del marito di mia madre (suona un po’ complicato ma così è ) era uno dei Capi nella mia zona (una delle città nominate nell’articolo dell’amico Laicista) ed è stato anche piuttosto famoso.
Da ciò che mi è stato raccontato delle sue imprese durante la guerra e da ciò che si può leggere nei resoconti storici “Eric” era un uomo MOLTO coraggioso , che ha fatto TANTO per l’Italia.
Ecco , una persona come il Partigiano Eric , se fosse ancora vivo , potrebbe tranquillamente pisciare in testa a gentaglia come Toffali… pusillanimi il cui atto di maggior coraggio , a parte scrivere stronzate davanti a un monitor , è stato quello di andare l’altro giorno a tagliarsi i capelli.
Toffali purtroppo non dimentica niente… le sue nozioni storiche non vanno oltre, semplicemente!!
Eh, quanti Toffali sono usciti dalle fogne negli ultimi anni…