“Una cosa nascosta, Giglameš, ti voglio rivelare, e il segreto degli dèi ti voglio manifestare, Šuruppak – una città che tu conosci, [che sorge sulle rive] dell’Eufrate – questa città era già vecchia e gli dèi abitavano in essa. Bramò il cuore dei grandi dèi [di] mandare il Diluvio.
La Saga di Gilgameš, epopea classica babilonese,Tavola XI 9-14. Oscar Mondadori a cura di Giovanni Pettinato pg.117-8
Parlare di Diluvii quando si tratta di demoni alla maniera del tarsiota potrà sembrare apparentemente fuori tema, non c’è dubbio. Eppure per chi conosce un minimo di mitologia allogena una volta fatta l’abitudine vien un po’ naturale, come fosse scontato, così com’è scontato avvicinare l’idea del Leviatano a quella di Yam ed entrambe, se si riescono a notare le nozioni dette-non-dette, alla Costellazione dello Scorpione.
Già: diluvii e demoni, che temi vicini nella nozioni antiche, così come pure epiche e in una qual modo ingenue se si sa a che i predecessori si riferissero.
Ma basta dire e non dire: sì, oggi i Nostri, tra le altre cose, parlan di demoni e del Demone con la d maiuscola.
Ma prima di addentrarci nel tema faccio un breve excursus sull’articolo quasi-agiografico che i Nostri han postato. Come palese risposta alle mie frecciate. Orbene ricordo semplicemente una cosa: rispondere con un ma fa anche tanto bene a dei dettagli così scomodi non è una gran prova, anzi: non è prova di alcun che. Tutto il merito al volontariato, ciò nonostante dare una carezza dopo un diretto in piena bocca dello stomaco non è proprio quel che si dice caritatevole: mostrino che esiste qualche associazione con diretti legami con la Chiesa Cattolica che denuncia i fatti da me citati o la risposta sarà da prendersi come un’ammissione di colpa. E non per niente: ma proprio la mia fonte non è per niente faziosa in questo senso, non si propone infatti di voler far cessare le attività missionarie ma semplicemente di:
This website seeks to educate the world about the atrocities that conversions bring and to bring this aggressive nature of Christianity to an end.
http://www.christianaggression.org/about_need.php
E detto questo andiamo oltre.
Il caro Carletto decide di intervistare un prof.(?), il sito nel quale lui stesso è ospitato cita, con tanto di note d’editore improvvisate, un articolo con temi molto più vicini a un certo Essenismo fanatico, direi quasi da Zelota, d’Epoca Romana che a un cattolicesimo moderno riguardante un’esorcismo di imprecisata natura.
E il brutto è che in entrambi negano e contraddicono a vicenda ciò che l’altro ammette così palesemente!
Gentilissimo professore, lei da anni è impegnato nella difesa della retta ed ortodossa Dottrina Cattolica, per altro, tempo fa, ho avuto il piacere di leggere il suo testo di demonologia “Luci e tenebre” e, da studioso dell’argomento, lo ritengo molto interessante e denso di informazioni utilissime, principalmente per giovanissimi e genitori. Le pongo le seguenti domande, alle quali desidererei ricevere una risposta breve, ma esaustiva: 1) Il Demonio è entità astratta, ma ben concreta nell’operare. Cosa pensa dei sacerdoti che non credono nel demonio? “Il demonio non è un’entità astratta ma un angelo decaduto (quindi è “concreto”) come ben concreta è la sua opera nefasta.
Esatto: chiaro quindi quale sarà il main stream di questo articolo, la sua falsariga: il Diavolo è astratto in teoria ma vero in pratica. Eppure vien da chiedere come può l’immateriale agire sul materiale? E non è obiezione da poco, visto che la stessa domanda la pose a suo tempo Aristotele a Platone, entrambi fonti di molti padri della Chiesa.
Purtroppo i sacerdoti che non credono all’esistenza del demonio non credono alla eterna Parola di Dio. Nel Vangelo il diavolo viene nominato più volte e Gesù stesso compie degli esorcismi per scacciare i demoni”.
Già: un’apologia dell’esorcismo. Al che eSSo pare non capire quel che cita:
3) Quanto influisce il diavolo sulla psiche dell’uomo, che non è fortificato nella Fede?
“Il diavolo influenza certamente la psiche delle persone che non si proteggono mediante le preghiere; lo Spirito Santo, per bocca di S. Paolo, insegna in Efesini
E indovinate che passo cita?
6,10 seg. “Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male [o ancor meglio contro le forze spirituali della malvagità, come traduce attualmente la CEI…] che abitano nelle regioni celesti.
Già: in pratica subito dopo aver negato ogni possibile trascendenza, rigorosamente a-priori, ecco che arriva Saul che gli sbatte bellamente in faccia ciò che essi stessi negano. Devono aver davvero capito poco di quel che han letto altrimenti eSSi, assieme a molti altri, rimarrebbero davvero sbigottiti nel pensare che tutto questo tempo uomini probi non si sian prodigati a combattere contro esseri reali bensì contro forze spirituali i quali per di più, ad aggiunger la beffa al danno, non abitano nemmeno nemmeno in questo mondo!
E se il colpo non fosse stato sufficientemente , Paolo aggiunge:
6 Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati;7 ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria 8 e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
A questo punto viene persino il dubbio: ma dove si son realmente svolti gli episodi dei vangeli? Che avevan insegnato a Paolo dopo la sua conversione a dir poco singolare?
Urge un po’ di ripasso di etimologia: secondo la versione greca, o almeno una delle tante, più o meno simili l’una all’altra, i passi più scottanti han queste parole:
οτι ουκ εστιν ημιν η παλη προς αιμα και σαρκα αλλα προς τας αρχας προς τας εξουσιας προς τους κοσμοκρατορας του σκοτους του αιωνος τουτου προς τα πνευματικα της πονηριας εν τοις επουρανιοις
http://www.virtualoasis.org/it/Archivio/Efesini/12.aspx
Già notato la stranezza del tradurre una misura di tempo con una di spazio inglobando la prima nella seconda? Vero anche che secondo la stessa fonte un’altra lezione, nello specifico la Nestle-Aland 27 /UBS 4, tale dettaglio scompare in favore di una maggiore attenzione a κοσμοκρατορας, ma visto che l’uno, come vedremo, è solo un ribadimento dell’altro (e anzi: visto che κοσμοκρατορας punta più sul κοσμος di cui abbiamo più volte parlato) la cosa è al più ininfluente.
Iniziamo a dire: che cos’è un Eone, un Evo?
Il Timeo cita l’Ενιαυτον parlando delle orbite planetarie: Nondimeno è possibile capire il numero perfetto che deve compiere l’anno perfetto quando tutte le otto rivoluzioni prendono la medesima velocità e ritornano al punto di partenza secondo la misura dell’identico che procede in modo costante (39d) e cioè, secondo Porfirio: dal Cancro verso al Capricorno, prima è il Leone, casa del Sole, poi la Vergine, casa di Mercurio, la Bilancia di Venere, lo Scorpione di Marte, il Sagittario di Giove, il Capricorno di Saturno e, l’ultimo, il Cancro, casa della Luna (De Antro Nymphearum, 22). Ovvio che Porfirio si riferisse alla propria epoca, ma il concetto è a dir poco chiaro. Eppure, proprio perché questi sono segni, e cioè non vengono detti i nomi delle costellazioni, sorge un dubbio: e quando ancora si calcolavano le costellazioni come tali e visto che queste si spostano ogni 72 anni per via della Precessione, sicuramente accennata con l’identico platonico, che è successo quando questi non son più tornati nelle loro “case”?
Ora ci arriviamo: il Grande Anno viene accennato negli Inni Orfici:
Invoco […] le nove Muse sante
e le Chariti e le Hore e il Grande Anno
Inni Orfici, I 17-8: A Orfeo e a Museo. Asram Vidya, pg. 21
Mentre ad Αιων fa riferimento la successiva invocazione dieci versi più sotto, al quale la nota commenta: è il tempo non ancora discriminato e determinato, non essendoci ancora nessuno che lo misuri: come tale sarebbe identico a Chrono. Da notare come Aion sia descritto come un’identificazione di vari dèi: Eros, Chrono appunto, Eracle, Zeus e così via e che avesse un corpo non dissimile al tetramorfo. Questo ci fa supporre che i greci, nonché i Babilonesi cui probabilmente presero l’idea (Khurub-Shedu/Lamassu) per mezzo dei Persiani, identificassero le ere tra le altre cose anche la sequenza di costellazioni agli equinozi. Niente di cui stupirsi quindi se i quattro Cherubini di Ezechiele e di conseguenza i quattro simboli degli evangelisti appaia ad alcuni come un déjà vu. Ma andiamo oltre: come finiranno queste ere? E se i dominatori di queste, a questo punto palesemente i pianeti, han tutta questa potenza come queste potranno finire?
Ma con il loro stesso peccato ovvio:
[i pianeti] sono in perfetta armonia? Questo è il sogno che la mente contemplativa è andata sempre ripetendo […] Questa è la fede, espressa da certi pensatori antichi, in un Grande Anno, nel quale tutti i moti planetari avrebbero riportato tutti i pianeti alla medesima configurazione originaria. Ma i calcoli diedero ben presto origine a dubbi e, col dubbio, all’angoscia. Assai rare son le dichiarazioni esplicite di queste idee. Eccone una, tratta dal Libro dei morti egizio; è Osiride che parla: “Salve o Thot! Che cos’è che è accaduto ai divini figli di Nut? Hanno combattuto, hanno sostenuto la contesa, hanno fatto strage, hanno operato guai: in verità, in tutto il loro operato, i potenti hanno agito contro i deboli. O potenza di Thot, concedi che ciò che il dio Atum ha decretato (sia compiuto)! E tu non vedi il male né ti lasci provocare all’ira quando essi portarono alla confusione i loro anni e si accalcano e spingono per disturbare i loro mesi; perché in tutto ciò che essi hanno fatto hanno operato iniquità in segreto” Thot è il dio della conoscenza […] Il suo decreto deve avere una perfezione immutabile. Qui però vi sono, a quanto pare, forze che hanno operato iniquità in segreto, forze che appaiono ovunque e che sono regolarmente denunciare come “prepotenti” o “inique” o l’uno e l’altro insieme. Ma queste forze non sono inique sin dal principio: si rivelano per tali, diventano prepotenti nel corso del tempo. È il Tempo e solo il Tempo che tramuta i Titani, già sovrani dell’Età dell’Oro, in “operatori di iniquità” […]. Sarà l’idea di misura, dichiarata o implicita, a mostrare il delitto di questi “peccatori”: l’aver oltrepassato o ‘trans-gredito’ il grado preordinato, e ciò va inteso alla lettera. Il Mahabharata così parla degli Asura, i Titani dell’India: “sicuramente in origine gli Asura erano giusti, buoni e caritatevoli, conoscevano il Dharma, compivano sacrifici e possedevano molte altre virtù… Ma in seguito aumentando di numero, divennero superbi, vanitosi, litigiosi… creavano confusione in ogni cosa. Perciò, nel corso del tempo…” il loro destino fu segnato. Bisogna dunque attendersi serie conseguenze quando il Genesi (6,1) comincia con la formula “E quando fu che l’uomo incominciò a moltiplicarsi sulla faccia della terra”. Difatti una decina di versetti dopo (Gn 6,13) è giunto il momento delle gravi decisioni: “E Dio disse a Noè: “La fine di ogni vivente è giunta al mio cospetto!”” Più esplicito appare il XVIII capitolo del Libro di Enoch […] “Queste stelle che si rotolano sopra il fuoco sono quelle che, al momento di sorgere, trasgredirono gli ordini di Dio e non sorsero nel momento prescritto loro. Ed Egli s’adirò con esse e li legò per diecimila anni fino al tempo in cui non sarà espiato il loro peccato”. […] Nel cosiddetto Poema della creazione babilonese, l’Enuma Eliš, queste forze appaiono come figli di Apsu e Tiamat, che si accalcano fra i due genitori: “Essi disturbano Tiamat agitandosi in lungo e in largo; invero, turbarono l’umore di Tiamat. Apsu non fu in grado di attutire il loro clamore … I loro modi erano sgradevoli ed essi prepotenti”. […] Gradatamente, il sole equinoziale era stato estromesso dal “segno” occupato dall’Età dell’Oro e si era diretto verso condizioni e configurazioni nuove. Ecco l’evento spaventoso, il delitto inespiabile attribuito ai figli del Cielo: avevano spinto il sole fuori posto, ed ora era in movimento.
Il Mulino di Amleto. X: Il Crepuscolo degli Dei. Adelphi, pg. 184-7
Facile quindi immaginare chi fossero le cause del Diluvio, fine della scorsa Era, e come mai l’abbia citato.
Ed è quindi palese come alla fine di tutto questo scrivere e leggere sarebbe stato meglio che il Nostro non avesse mai citato quel pericoloso passo. Contraddicendosi per altro clamorosamente.
Ma ecco il secondo articolo, esso si propone una strana iniziativa:
L’idea di una crociata mondiale di preghiera di liberazione dal male imperante, che veda uniti laici e consacrati, esorcisti in primis con uomini e donne di buona volontà, insieme a veggenti credibili ed a leader di movimenti d’ispirazione cristiana, ha incontrato subito pareri e appoggi morali immediati e positivi. Un’azione del genere sgorgando dal cuore potrebbe scompaginare i piani mondialisti(!) della bestia?
Già: ed è solo la nota iniziale. Inutile far notare come ipotetiche crociate eversive contro mezzo mondo, vagheggiato come sotto il controllo di potenti forze, sia invero un’idea tutt’altro che cristiana. Non d’origine almeno. Difatti più e più volte nel Libro di Enoch (Vigilanti e Parabole in primis), fonte favorita degli Esseni, i potenti son definiti con la serie di sfilza di aggettivi cui abbiamo dato conto sopra. In più vengono definiti come figli degli Angeli Caduti, più o meno velatamente sotto il dominio di Azazel-Semyaza e che alla fine dei tempi si scontreranno, anzi: Dio li farà scontrare!, gli uni contro gli altri in una totale identificazione persona-pianeta-demone. Non per niente la stessa cosa era già stata ordinata a Gabriele da Dio nei primi versi del Libro dei Vigilanti ma riferendosi ai Nephilim.
Siamo chiamati ad “essere apostoli della luce”, diversamente succederà come al tempo dei primi apostoli: la verità tradita ed abbandonata, causerà croce, morte, desolazione, tribolazione grande.
E la gente devierà dalla Giusta Via, e gli spiriti faranno confusione. Ma alla fine verrà un uomo di divina origine che ebbe già preannunciato: “Benché io non sia soggetto a nascere [poiché] la mia essenza è immutabile, benché io sia il Signore degli esseri [venuti all’esistenza], usando la mia propria natura vengo all’esistenza per mio potere magico. Infatti, ogni volta che l’ordine viene meno, o discendente di Bharata, e che il disordine prevale, allora appunto, io stesso produco me stesso. Per la protezione dei buoni e la distruzione dei malvagi, per ristabilire l’ordine, di età in età, io vengo all’esistenza” (BhagavadGita IV 6-8, Adelphi pg. 62)! A no: aspetta, quello è Krshna…
Ad ogni modo, già è notabile come il concetto stesso di Figlio della Luce sia nato in ambito Esseno, e le tracce continuano sempre nel Libro di Enoch, con continue invocazioni ai Giusti che erediteranno il Regno del Cielo (le frasi invero son molto meno stringate ma il concetto è il medesimo) mentre ai i miscredenti toccherà il Fuoco e le Fiamme. A questo punto si potrebbe parlare delle palesi scopiazzature di concetti Zoroastriani, a loro volta semplice riproposizione di tematiche Indiane in altra veste, e così via. Ciononostante ritengo che l’antifona sia già stata sufficientemente chiarita. E ritengo che il discorso di sopra abbia già sconvolto i Nostri oltremisura. Evitiamo…
Questa volta decideremo con coraggio di affrontare l’attacco finale in prima fila, senza paura?
Questo esorcismo universale o globale, a mo’ di reale consacrazione e filiazione divina, rappresenterebbe un evento mistico senza precedenti nella storia, una crociata di pace e di amore, che permetterebbe all’umanità di sperimentare in senso pratico il messaggio evangelico di Gesù su scala planetaria.
Già: a questo punto vien da chiedersi se per l’occasione caccerebbero bastonando un infiocchettato Capro di Azazel <to’, guarda come ritornano i concetti!> o un più Occidentale Φαρμακός. Nel qual caso ricordo che il sacrificio non funziona se prima non si sostituisce la vittima ad una altro capro – meglio se bianco – che verrà sacrificato in suo luogo. Rigorosamente lavandosene le mani… volevo dire lavandosi le mani. E si ricordino le invocazioni, tra dovrebbero andare bene: “Hai tu peccato? Hai tu peccato? Hai tu peccato?” E per concludere prima dell’azione cruenta “Non vedo nessun peccato in costui, non vedo alcun peccato in costui, non vedo alcun peccato in costui”. Oh, ma ricordatevi che il capro dev’essere trattato con tutti i riguardi.
Ok, anche qui l’antifona è chiara. Peccato che la battuta sia un po’ troppo lunga. Chiedo venia.
Certo, un’azione straordinaria del genere, sarebbe bene che avvenisse con la benedizione del vicario di Cristo in unione con tutti i vescovi.
E lor sarebbero d’accordo. Come no.
Chiediamo troppo? Utopia?
Ma noooooo….
Ma, allora, che senso avrebbe la Chiesa con tutte le sue molteplici organizzazioni, se non combattere spiritualmente il maligno e le azioni ordinarie e straordinarie del medesimo contro di Essa e contro il genere umano?
Be’, mutatis mutandis c’è modo e modo. E comunque ripeto: ci sarà qualche Capro per l’occasione?
Le guerre mondiali ed i forni crematori, i cataclismi annunciati dai mistici odierni, i segni nelle statue e nel cielo presagi di sventure
Alt alt alt: se sapete già perché ci siamo fermati qui, proseguite. Se invece no… guardate sopra e ripassate.
Le guerre mondiali ed i forni crematori, i cataclismi annunciati dai mistici odierni, i segni nelle statue e nel cielo presagi di sventure poi verificatesi (in questi anni sulla rivista SEGNO quanti eventi abbiamo documentato, nonostante i mille sottili boicottaggi …) hanno svelato il vero volto dell’iniquo, di colui che suscita anticristi con l’obiettivo dichiarato di distruggere materialmente il mondo e far dannare spiritualmente le creature frutto dell’amore divino trinitario.
Anche qui: gli anticristi richiamano concetti Enochiani ed Essenici. Una giusta chiedo, una perché non siano smontabili?!
Caro don Gabriele Amorth, tu che sei il veterano della guerra al nemico di Cristo e che da molti anni leggi la rivista SEGNO potresti fare tua questa iniziativa …
Come concludere questa disamina piuttosto pesante, lo ammetto?
Se è vero che i segni del cielo son segnali di distruzioni già avviate di questo Mondo, se è vero che gli spiriti che diventano iniqui son presagi di una distruzione imminente, be’ combatterli servirebbe a poco. Ma visto che proprio ciò avverrebbe nel vero mondo e non nel nostro stagno di rane pretendere di combatterle in qualche modo sarebbe, come dire, piuttosto mitomane.
Fonti della zappa sui piedi clamorosa: http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/esteri/11066-limmensa-opera-della-chiesa-nello-stato-indiano-di-bihar, http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/varie/11064-arrigo-muscio-demonio-entita-concreta-e-nefasta-sacerdoti-non-credenti-con-la-preghiera-si-guarisce-da-omosessualita, http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/11072-esorcismo-universale-pregare-uniti-contro-satana-chance-ecclesiale-o-utopia