In questi giorni insistentemente sui mass media si “parla” di anoressia, ( ancora oggi in riferimento del caso Isabelle Caro modella ed attrice francese ), anche se con l’altra sorella la bulimia all’unisono costituiscono una vera forma patologica inquietante, senza considerare che terrificanti sono le conseguenze di questi due opposti principi.
Come è noto consistono nella perdita o nell’eccesso di appetito specialmente nelle ragazze, “donne grissino”, che sfilano nelle passerelle indossando abiti di moda.
Il grido d’allarme “con le ossa di fuori” ha attraversato tutte le più importanti case di moda che fin oggi hanno privilegiato questo aspetto di lavoro e gli stilisti, pare, per le loro sfilate non vogliono più scegliere ragazze magrissime dall’aspetto osiamo dire “scheletrico”, ma non per questo scegliendo le “formose” si risolve il “problema”, in quanto si tratterebbe di una esorbitanza molto pericolosa quanto la sorella bulimia, entrambe le ipotesi potrebbero portare sul piano psicologico ad una situazione molto scabrosa.
In sostanza una forma maniacale, degna dell’attenzione della psichiatria, perché anch’essa costituisce un marcato disordine sotto il profilo medico e sociale.
Questa patologia si potrebbe definire uno stato di ansia che se esasperato porta ad un errato rapporto con il proprio corpo, una rimodulazione dell’alimentazione che con questo “andazzo” finirebbe per divenire non un aspetto nutrizionale, bensì un difetto a danno della salute.
In sostanza l’anoressia consiste nella perdita di appetito o l’abbandonarsi a digiuni che spesso culminano in un disordine mentale, purtroppo molto in voga, fra le ragazze, specie fra gli adolescenti.
Secondo la scienza medica, la terapia farmacologa dovrebbe essere associata a quella psicoterapeuta volta a riequilibrare il rapporto con il corpo.
Secondo recenti sondaggi in Italia il 20% della popolazione accusa disturbi psichiatrici , il 16% da varie forme di disagio mentale, il 4% di disturbi mentali, mentre il 30% assume psicofarmaci.
Secondo Datamedia su un campione di 1000 italiani nella fascia tra i 15 ed i 17 anni, il 27,5% dichiara di avere esperienze di depressione, il 9% di anoressia e bulimia.
Fenomeno preoccupante è, poi, quello dei docenti e dirigenti della scuola sofferenti di disagio psichico che è aumentato dal 35% al 70%, che in Italia potrebbero essere circa 10 mila ( Fondazione Iard Milano).
Questi pochi aridi dati statistici, ma molto significativi, anche se possono costituire dubbi o perplessità sulla loro autenticità o veridicità, tuttavia non ci distolgono dal considerare che i fatti compiuti da menti psicologicamente alterati, come l’anoressia o la bulimia facenti parte delle malattie mentali, costituiscono una verità, una fondamentale dimostrazione di quanto sia grave questo disagio sociale che ci deve richiamare ad una amara realtà per migliorare la qualità dei servizi, cure e reinserimento sociale, quando è possibile, garantendo sicurezza ai cittadini ed ampia tutela della salute per i sofferenti psichici.
E’ quanto auspichiamo con le nostre Petizioni giacenti nel Parlamento ed assegnate :
1.) col n.5 alla 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica( legge-quadro in materia di assistenza psichiatrica);
2.) col n.9 alla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati (riforma dell’assistenza psichiatrica).
E’ giusto spendere le risorse di bilancio in difesa dei più poveri, deboli e dei più bisognosi, ma la legge finanziaria 2011 ( ora Piano di stabilità 2011) non ha previsto specificatamente risorse finanziarie per la malattia mentale, come nel caso dell’anoressia “et similia” e questo ci sgomenta perché non vediamo alcuna uscita da quel “tunnel tenebroso” costituito dalla carenza di iniziative da ben 32 anni in favore dell’assistenza psichiatrica.
Signor Presidente del Consiglio Onorevole Silvio Berlusconi siamo con Lei quando dice “non più parole, ma fatti”( Assemblea FAO Roma 3 giugno 2008).
Ma è proprio quello che attendiamo da Lei, per non sentire più casi come quello delle tante Isabelle Caro!