Una situazione di schiavitù, con la complicità dello Stato irlandese, all’interno delle lavanderie Magdalene gestite da ordini religiosi cattolici: questo è quanto emerge da un documento ufficiale pubblicato dal governo irlandese.
Le lavanderie erano gestite da suore cattoliche irlandesi e la loro attività è durata dal 1922 al 1996: in questo periodo hanno lavorato circa 10mila donne, un quarto delle quali mandate dallo Stato, la più giovane delle quali aveva nove anni e la più anziana 89. L’età media era 23 anni ed i due terzi veniva lasciata libera di andare via entro un anno ma con un otto per cento delle donne che ha passato all’interno più di un decennio.
Una situazione di umiliazione e sfruttamento in luoghi che il rapporto ufficiale descrive come «solitari e spaventosi».
Cibo scadente, spesso con pidocchi e pulci, lavoro faticoso, obbligatorio e gratuito e maltrattamenti psicologici da parte delle suore: questa era la situazione sopportata dalle donne la maggior parte delle quali erano orfane.
Il giornale britannico Independent riporta la testimonianza di una delle donne che ha lavorato nelle lavanderie cattoliche Magdalene: «Ci alzavamo alle sei del mattino ed andavamo nelle lavanderie, poi mangiavamo alle due. Il cibo era semplicemente orribile. Alle sei recitavamo il rosario e poi di nuovo a letto. Nessuno aveva il permesso di parlare. È stato peggio di un carcere. Andrò nella tomba con questo dolore che ha distrutto la mia anima e non mi abbandonerà mai. Il governo e la Chiesa dovrebbero ammettere il dolore che ci hanno fatto e le cicatrici che ci hanno lasciato». Continua a leggere
Rapporto del governo irlandese: la schiavitù nelle lavanderie Magdalene degli ordini religiosi cattolici
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