“Le persone religiose fanno più beneficenza”, “I cristiani sono più propensi a fare beneficenza”, “Chi è religioso fa più beneficenza, gli atei preferiscono sostenere gli animali”: sono alcuni dei titoli che i cattolici più integralisti usano per sottolineare come i credenti siano più generosi rispetto alle persone senza alcuna appartenenza religiosa.
Aldilà delle cifre lo studio “American Grace: How Religion Divides and Unites Us” realizzato da David E. Campbell, direttore del Rooney Center for the Study of American Democracy e professore di scienze politiche all’università di Notre Dame, e dal famoso sociologo Robert David Putnam dell’università di Harward, spiega la relazione esistente tra generosità ed affiliazione religiosa.
In un articolo pubblicato sul Time, David E. Cambbell sottolinea che negli ultimi 20 anni è aumentato il numero degli americani, definiti “nones”, senza alcuna affiliazione religiosa: questo gruppo è arrivato a costituire il 20 per cento dei cittadini statunitensi. Questo cambiamento nella società ha acuito il dibattito se una crescente secolarizzazione avrebbe comportato una diminuzione della beneficenza.
Le cose non sono esattamente in questi termini ed un nuovo rapporto di Jumpstart e dell’Indiana University Lilly Family School of Philanthropy mette in luce il modo in cui si intreccia la religione ed il settore del no profit. Campbell rivela che – in base ad un sondaggio nazionale – i tre quarti del denaro che le famiglie spendono per la beneficenza va ad organizzazioni che hanno legami religiosi. Continua a leggere
Le persone religiose fanno più beneficenza? Questione di relazioni, non di fede.
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