E’ vero che la comunità scientifica sia divisa sul tema se le persone omosessuali siano sane, malate, buoni o cattivi genitori? Nell’articolo precedente abbiamo visto che la risposta è no, questa divisione non esiste. Abbiamo mostrato anzi come la comunità medico-scientifica sia compatta nell’appoggiare le richieste di diritti umani della comunità lgbtq. Le organizzazioni professionali che si occupano di tematiche scientifiche e sociali hanno iniziato diversi decenni fa a domandarsi se nella pratica della loro disciplina invece della ricerca scientifica ci fosse un bias, un pregiudizio. Visto che dagli anni 50 in poi sono stati riconosciuti molti di questi errori metodologici, la riflessione generale sui concetti di malattia e salute ha portato ad approvare codici etici per proteggere i pazienti (cioè noi) da questi abusi, volontari o inconsapevoli. E’ stata presa una posizione chiarissima (qua a destra un esempio di queste ricerche in medicina) perché s’è compreso che tutti i professionisti possono avere pregiudizi e basare su ciò le loro terapie invece che sulla ricerca. Questo articolo analizza lo stato della “presunta” divisione nella comunità scientifica psicologica.
Dopo aver incassato il pieno appoggio di tutte le organizzazioni scientifiche in campo medico, analizziamo ora la teoria (di area cristiana-fondamentalista) che la ricerca psicologica e psichiatrica sia divisa sull’omosessualità. Scopriremo che non solo è totalmente falsa, visto che la totalità delle organizzazioni scientifiche psicologiche e psichiatriche si battono da anni col movimento lgbt per la promozione dei diritti civili, ma che ciò sia una falsità in violazione della stessa deontologia. Perché la comunità scientifica, come vedremo, appoggia le istanze del movimento lgbt proprio per motivi etici e scientifici. La ricerca anche in questi settori è guidata a livello internazionale dai paesi di lingua inglese, dove molte cliniche universitarie e diverse riviste scientifiche conducono ricerche che vengono valutate in prima istanza da altri scienziati (la cosiddetta peer review) e poi sottoposte a un’ulteriore valutazione scientifica dalle commissioni ad hoc degli ordini professionali, infine sottoposte alla votazione delle loro assemblee. A differenza dell’Italia, i gruppi professionali non sono solo “sindacati di categoria” ma organizzazioni che producono materiale scientifico di altissimo livello. Per esempio l’associazione americana di psichiatria (APA) pubblica il DSM, ritenuto il testo di riferimento di tutta la comunità scientifica mondiale. Il livello è talmente alto che la stessa comunità scientifica discute da tempo per un coordinamento tra questo manuale e la pubblicazione ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, chiamata ICD (qua accanto a destra). Che un’autorità mondiale (dei 193 paesi che la compongono) sia messa sullo stesso piano di un gruppo di psichiatri di un singolo paese la dice lunga sull’altissimo valore scientifico del DSM e delle valutazioni dell’APA. Vediamo ora in dettaglio tutte le maggiori organizzazioni nel settore psicologico e psichiatrico.
- AACAP (l’organizzazione per la salute mentale di bambini e adolescenti, i cosidetti psichiatri infantili) cioè American Academy of Child and Adolescent Psychiatry. Raggruppa 7.500 medici psichiatri. Pubblica il primo periodico per importanza al mondo nel settore della pediatria, Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry (il secondo è Pediatrics, pubblicato dalla American Academy of Pediatrician, anch’esso promotore delle lotte del movimento lgbt). Proprio su questa rivista scientifica l’organizzazione ha comunicato ufficialmente i parametri per la pratica della professione (l’icona qua sopra a destra). Prendendone uno a caso su un tema molto caro ai cristiani omofobi che parlano di un presunto “dibattito aperto” sulle terapie per cambiare l’orientamento omosessuale, il principio (numero 6) dichiara: “I clinici devono essere al corrente chenon c’è prova che l’orientamento sessuale possa essere alterato con una terapia, e che i tentativi di farlo possono essere molto pericolosi” (per essere un “dibattito aperto”, é piuttosto univoco dichiarare che non ci sono prove, non funziona ed é potenzialmente dannosa, visto che la terapia per definizione deve funzionare e guarirli, i danni). Tornando ad AACAP, ha anche approvato una lunga serie di policy antidiscriminatorie per le persone Lgbt e prodotto una serie interessantissima di “fact sheets“, letteralmente “fogli di soli fatti”, cioè documenti in cui sono elencati i puri dati della ricerca, senza commenti inutili. Sono indirizzati alle famiglie degli adolescenti lgbtq, e ai genitori si consiglia a pari merito un professionista o PFLAG, l’associazione genitori e amici di gay e lesbiche. Ha istituito una commissione apposita chiamata SOGIIC (“Sexual Orientation and Gender Identity Issue Committee”) in cui servono anche professionisti da un’altra organizzazione, LAGCAPA (“Lesbian and Gay Child and adolescent Psychiatric Association”) che gli psichiatri infantili ritengono così importante da averla inclusa attraverso un’affiliazione.
- AAMFT cioè American Association for Marriage and Family Therapy. Si, avete letto bene, l’organizzazione dei terapeuti familiari. 50.000 terapeuti. Una posizione chiarissima a favore del matrimonio (qua a sinistra) che risale al 2005. Produce una brochure di aiuto per adolescenti gay e lesbiche intitolata “Gay and Lesbian Youth” (qua a destra). Pubblica la rivista scientifica Journal of Marital and Family Therapy, dove ha pubblicato meno di un anno fa l’ultimo articolo a tema (qua sotto) che discute dell’Affirmative Training e dei suoi benefici clinici. Significa che hanno testato che offrire una terapia rispettosa e supportiva della condizione gay-lesbica ai pazienti aiuta persino i terapeuti nel loro lavoro di aiuto alle persone. L’apporto più importante è stato comunque la sua revisione totale di tutte le cosiddette ricerche sulle terapie riparative. Nel 2009 pubblicò un articolo di analisi e l’esito fu (tragicamente per gli omofobi) questo: “Uomini e donne che cercano di cambiare comportamenti sessuali incongruenti o problematici devono essere informati che l’efficacia di queste terapia non è stata provata, e che la ricerca riguardante queste terapie è metodologicamente difettosa. Inoltre, la teoria e la pratica della terapia di riconversione violano i principi di competenza, integrità, rispetto per diritti individuali e dignità, e anche la responsabilità sociale“. Il comportamento di un criminale non avrebbe ottenuto una descrizione differente da questa.
- AFTA (un’altra organizzazione di terapeuti familiari), l’American Family Therapy Academy. Questa è più “a misura di omofobi” in quanto le loro organizzazioni sono sempre composte da poche decine di professionisti, spesso radiati da altre associazioni. Lasomiglianza si ferma alla dimensione numerica (700 membri), ma subito si nota la differenza qualitativa. Un comunicato ufficiale di appoggio totale alle famiglie composte da genitori Lgbt risale a dieci anni fa, il 2004: “AFTA sostiene il diritto per partner dello stesso sesso di sposarsi perché tutte le ricerche credibili e l’esperienza clinica su questo argomento suggeriscono che l’accesso al matrimonio civile per consessuali sia nel migliore interesse per la salute mentale dei genitori e dei bambini che stanno crescendo, e di conseguenza per tutta la società...” (in italiano questo tipo di pronunciamento si chiama etica). L’organizzazione ha una commissione specifica sul tema Lgbt (perché’ la competenza, fuori dall’omofobia, e’ fondamentale, qualificante e deontologica) e nel direttivo nazionale ha incluso componenti con conoscenze specifiche nel campo (è etica anche questa).
- APA, la più importante organizzazione scientifica psichiatrica al mondo (la celebre American Psychiatric Association) a cui si rifà persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità; 36.000 professionisti, pubblica il secondo giornale psichiatrico più influente al mondo (The American Journal of Psychiatry) e altri ordini professionali le affidano i propri periodici (come nel caso del Journal of Neuropsychiatry & Clinical Neurosciences). Altro da dire a parte che fu proprio APA nel dicembre 1973 (dopo il report del National Institute for Mental Health dell’ottobre 1969) a cancellare per prima l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali motivando che dopo trent’anni di ricerche, non c’eran prove che fosse una patologia? Qua a destra il titolo di un periodico gay che subito titolò che (grazie alla decisione di APA) 20 milioni di malati gay erano stati guariti. E’ l’organizzazione medico-psichiatrica che pubblica la “bibbia” della salute mentale, il DSM. Le sue decisioni vengono applicate (e contestate) in tutto il mondo. Ripetiamo il concetto: l’organizzazione medico-scientifica più grande al mondo. Dopo di lei, persino l’OMS cancellò l’omosessualità dalle patologie, sebbene impiegò vent’anni per prendere questa semplice decisione di politica sanitaria.
- APA (con lo stesso acronimo, la più importante organizzazione scientifica psicologica al mondo) l’American Psychological Association; 130.000 professionisti. Ha istituito la famigerata (per gli omofobi) “Divisione 44“, la Society for the Psychological Study of Lesbian, Gay, Bisexual, and Transgender Issues. APA sponsorizza la pubblicazione (qua a sinistra) “Just the Facts about sexual orientation and youth” prodotta dall’organizzazione gemella di psichiatria, e cosporizzata da molti altri ordini professionali americani (AAP, ASCA, AASA, ASHA, NASP, NASSP, NASW) in cui si suggerisce di rivolgersi all’associazione dei genitori e amici di gay e lesbiche, PFLAG, per un aiuto qualificato ed efficace.
- APNA (l’organizzazione degli infermieri psichiatrici), che sta per American Psychiatric Nurses Association. 9.000 professionisti superspecializzati che non lavorano solamente nelle cliniche ma istituiscono giornate di studio nazionali per il supporto dei pazienti lgbt. Come per il settore medico, anche nel settore psichiatrico non solo i professionisti medici ma pure le organizzazioni professionali del personale di aiuto aderiscono e sostengono le richieste del movimento Lgbt. APNA pubblica come altre organizzazioni un giornale scientifico, Journal of the American Psychiatric Nurses Association. Qui a destra la loro richiesta di inviare articoli scientifici sul tema Lgbt. E, giusto per intenderci, l’ospite d’onore del congresso annuale (“keynote speaker”, perché nei gala e nei congressi c’è sempre un oratore ufficiale di grande richiamo) è uno dei più famosi attivisti gay in America (a sinistra la notizia).
- ASCA (l’organizzazione degli counselor scolastici). che sta per American School Counselor Association; 28.000 professionisti presenti nella maggioranza delle scuole nordamericane. Da leggere, assolutamente, le pochissime parole spese sul dovere etico dei counselor. “Nove studenti Lgbt su 10 sono molestati ogni anno e molte scuole hanno fallito nel rispondere efficacemente a ciò. I counselor scolastici hanno il dovere etico di difendere e sostenere affermativamente gli studenti Lgbtq, anche quando l’istituto non fosse supportivi“. Sponsorizzano anche loro la brochure di APA “Just the Facts about sex. Orientation and youth” (con AAP, AFT, APA, ASHA, NASP, NASSP, NASW, NEA). Aderiscono con altre 59 organizzazioni nazionali a un’iniziativa educativa chiamata “No name-calling week”, letteralmente “la settimana senza l’insulto” (quello antigay). Qua a sinistra l’elenco degli altri ordini professionali nazionali aderenti. Nel 2004 pubblicò “Dealing Legal Matters Surrounding Students’ Sexual Orientation and Gender identity”, una guida per aiutare i presidi a sostenere i diritti degli studenti Lgbt a scuola (vedere alla voce NASP per la descrizione del materiale). Anche in questa pubblicazione si spiegava che PFLAG è una risorsa fondamentale.
- NASP (la più grande organizzazione nazionale di psicologi scolastici) cioè National Association of School Psychologists. 25.000 professionisti. Sponsorizza il manualetto per presidi, docenti ed educatori “Just the Facts about sex. Orientation and youth” descritto sopra. Aderisce alla settimana educativa “No name-calling week” organizzata da GLSEN descritta sopra. Nel 2006 NASP co-sponsorizzò la brochure edita da NMHA (National Mental Health Association) intitolata “What Does Gay Mean. How to talk with kids about sexual orientation and prejudice” (“Cosa significa gay? Come parlare coi bambini di orientamento sessuale e pregiudizio“). Ovviamente PFLAG viene citata come risorsa insieme all’attuale presidente nazionale di PFLAG, il rabbino David Horowitz. Nel 2004 pubblicò con numerosi altri ordini professionali la guida per aiutare i presidi a difendere i diritti degli studenti Lgbt, in un periodo in cui le assemblee cittadine (zeppe di cristiani fondamentalisti) volevano impedire ai gruppi educativi di supporto per adolescenti gay ed etero (GSA) di riunirsi. L’anno prima, insieme con l’associazione dei presidi delle scuole superiori (NASSP) sponsorizzarono sia i gruppi scolastici gay-etero chiamati GSA, sia l’associazione dei genitori con figli gay lesbiche e transgender PFLAG, nell’articolo “Making School Safe for Sexual minority Students” (“Rendere la scuola sicura per gli studenti di minoranze sessuali“) in cui si suggeriva di invitare proprio genitori con figli lgbt a parlare nelle scuole (la prima pagina nell’icona qua a destra).
- NAMI (l’organizzazione di prevenzione del disagio mentale piu’ grande del mondo) cioè National Alliance of Mental Illness. Non è un ordine professionale ma un’organizzazione non-profit nazionale composta da famiglie, educatori e professionisti della salute mentale. Ha 1000 sedi, è attivissima, organizza ogni anno migliaia di riunioni di auto-aiuto a cui partecipano quasi 100.000 persone. Un colosso, stimato e rispettato, che nel 2009 pubblicò delle linee guida “GLBTQI Mental health: Recommendations for Policies and Services” nelle quali, come al solito, citava PFLAG e moltissime organizzazioni lgbt come risorse più che qualificate per la salute mentale.
Possiamo concludere che oltre al completo accordo del settore medico (analizzato nell’articolo prcedente) anche il settore psicologico-psichiatrico è in completa sintonia con le istanze civili del movimento lgbt. Nessuna divisione, nessuna diatriba. A meno di non contrapporre disonestamente milioni di professionisti a un’associazione omofoba chiamata Narth che conta nessuno sa esattamente quanti membri. Un gruppo che nel 2005, all’apice del suo “successo”, si vantava di aver parlato davanti a 100 persone in una conferenza a Marina Del Rey (Florida). Lo stesso anno in cui fu beccato a pubblicare saggi di celebrazione della schiavitù dei neri americani dove si definivano gli attivisti per i diritti umani (tutti, non solo quelli gay) come intellettualmente ritardati. Dall’altra parte invece ci sono organizzazioni professionali, riviste scientifiche, il mutuo controllo di scienziati e ricercatori. Tutto questo si chiama fare ricerca scientifica etica. Che, come abbiamo visto, supporta completamente il movimento lgbt. Nei prossimi articoli saranno analizzati il settore educativo e quello dei servizi sociali.